Attica #01-05 di Giacomo Keison Bevilacqua
Un'analisi della serie a un passo dalla sua conclusione
Ci sono vari aspetti che rendono Attica una serie peculiare ed estremamente interessante per il panorama fumettistico nostrano.
Lo shōnen italiano in formato tankōbon ideato da Giacomo "Keison" Bevilacqua narra della "città più bella del mondo", circondata da un muro "eretto sopra inganni, massacri e bugie" e di cinque personaggi che si assumono il compito di abbattere quel muro.
(Attenzione: potrebbe contenere piccoli spoiler)
In Attica lo scenario distopico si fonde con elementi fantasy e interessanti riferimenti alla realtà, a partire dal desiderio di isolazionismo della città e dall'esigenza di innalzare un muro, evidente cenno alle derive xenofobe che negli ultimi anni hanno caratterizzato la politica nazionale e internazionale.
L'ambientazione di per sé non è certamente un elemento irrilevante: l'omonima regione della Grecia che dà il titolo alla serie è un luogo dal sapore mitologico, che implicitamente conduce i lettori a rievocare poemi epici e storie della mitologia greca. E dal mito classico il passo è breve per giungere a uno dei cuori della narrazione, incentrata sul concetto stesso di immaginario collettivo.
Ogni personaggio sembra appartenere a un universo narrativo differente, quasi che Keison abbia voluto racchiudere in queste pagine un vero e proprio crocevia di idee provenienti da contesti originariamente distanti (non staremo qui a menzionarli tutti esplicitamente per non togliere il gusto a chi volesse cimentarsi nella lettura): la bella detective empatica, il combattente con un marchio, la maga, il cane-non-cane parlante e fumatore, l'uomo misterioso.
Del resto, sin da quando avevamo letto il numero zero della serie, abbiamo definito Attica come "un microcosmo in cui l'autore accumula esperienze, ispirazioni, film, fumetti, giochi, ansie e ricordi. È il luogo in cui le cose spesso riposano, altre volte fermentano, maturano ed evadono dando vita nuove esperienze e progetti".
Sembra quasi che tutto ciò che l'autore ha scoperto, immaginato e vissuto nella sua esistenza sia stato riversato tra le pagine di questi volumetti: le citazioni da cogliere e sviscerare sono tantissime.
Ci piace fare un esempio in particolare: il legame autoriale con le altre opere di Keison. Non solo in ogni numero si può intravedere il panda di A Panda Piace, ma nel secondo numero compare il quadro Joan of Arc di Jules Bastien-Lepage (già presente ne Il suono del mondo a memoria), così come nel quarto episodio si fa riferimento esplicito a Metamorphosis e così via (sul legame tra uno dei colpi di scena principali e Lavennder torneremo magari in futuro, per evitare spoiler). Non si tratta di semplice autoreferenzialità ma di un modo per suggerire come tutte le opere di Bevilacqua appartengano allo stesso universo, personale ancor prima che narrativo.
Da un punto di vista editoriale, è importante rimarcare (come già avevamo accennato nella recensione del primo numero) come Attica apra a un nuovo tipo di narrazione per Sergio Bonelli Editore, un percorso per certi versi inedito, preannunciato nel corso degli ultimi tre decenni da alcune incursioni "mangofile", principalmente nel contesto di Nathan Never, Legs Weaver e Jonathan Steele. In quei casi si trattava però principalmente di influenze nel tratto dei disegnatori, con marcati richiami allo stile dei mangaka. Con Attica, la casa editrice di via Buonarroti fa un passo in avanti, producendo uno shōnen a tutti gli effetti, in termini narrativi, grafici e nel formato, un tankōbon di 13x18 cm in bianco e nero, del tutto assimilabile a quello di un manga, fatta eccezione per il verso di lettura, che è alla occidentale (per la cronaca questo formato presto caratterizzerà anche un'altra serie Bonelli, Kay - La guerra del buio, appartenente alla sfera nathanneveriana).
Inoltre la distribuzione esclusiva per fumetterie ha provato ad aprire altri territori inediti per la casa editrice di via Buonarroti, cercando di intercettare fasce di pubblico differenti rispetto a quelle che solitamente acquistano albi Bonelli e tenendo fede alla linea sperimentale e "di frontiera" della collana Audace di cui fa parte (la stessa di Deadwood Dick, Mister No Revolution, Cani sciolti, Il Confine, K-11 e varie altre serie, ognuna a suo modo peculiare).
Attica è anche una serie in cui l'apparato grafico e visivo riveste notevole importanza. Tra le varie caratteristiche ce ne sono due sulle quali non ci siamo ancora soffermati in precedenza: la cura grafica e l'Attica Challenge.
I personaggi, man mano che compaiono nella storia, vanno a popolare lo spazio soprastante il logo in copertina e il frontespizio iniziale che apre ogni albo. E il logo, come in Dylan Dog durante il ciclo della meteora, si disintegra progressivamente nelle cover degli ultimi numeri. Tutti elementi caratteristici di una cura certosina per l'aspetto grafico degli albi.
Infine, ogni mese Bevilacqua ha postato su Instagram l’immagine di uno dei protagonisti di Attica, proponendo a chiunque volesse cimentarsi con il disegno di reimmaginare il personaggio secondo il proprio stile, taggando l'autore (utilizzando @Keison22) e inserendo l’hashtag #AtticaChallenge: le illustrazioni più belle sono state pubblicate in appendice ai volumi. Un modo per rendere più partecipativa e condivisa la serie, per far sì che altri autori, magari esordienti, potessero cimentarsi con i personaggi e magari trovare la gratificazione di una pubblicazione tra le pagine di un albo SBE.
Insomma, è una serie che è davvero piacevole seguire per diversi motivi e che prova a battere sentieri inediti. Giacomo Bevilacqua (coadiuvato da Emilio Lecce e Davide Caporali come assistenti ai disegni e da Giovanni Masi per lo story editing) ha dimostrato di aver assimilato e metabolizzato gli stilemi degli shōnen e di essere riuscito a rielaborarli in maniera fresca e personale.
Nel corso dei vari numeri le tematiche si sono ampliate, i personaggi sono stati approfonditi e l'intreccio si è fatto via via più misterioso e interessante, fino a rendere la lettura del sesto e ultimo numero, in uscita a metà maggio, davvero imperdibile.
Attica #01-05
Data: novembre 2019 / marzo 2020
Sergio Bonelli Editore
Soggetto, sceneggiatura, disegni e copertina: Giacomo Keison Bevilacqua
Story editing: Giovanni Masi
Assistenza ai disegni: Emilio Lecce e Davide Caporali
Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.
Lo shōnen italiano in formato tankōbon ideato da Giacomo "Keison" Bevilacqua narra della "città più bella del mondo", circondata da un muro "eretto sopra inganni, massacri e bugie" e di cinque personaggi che si assumono il compito di abbattere quel muro.
(Attenzione: potrebbe contenere piccoli spoiler)
In Attica lo scenario distopico si fonde con elementi fantasy e interessanti riferimenti alla realtà, a partire dal desiderio di isolazionismo della città e dall'esigenza di innalzare un muro, evidente cenno alle derive xenofobe che negli ultimi anni hanno caratterizzato la politica nazionale e internazionale.
L'ambientazione di per sé non è certamente un elemento irrilevante: l'omonima regione della Grecia che dà il titolo alla serie è un luogo dal sapore mitologico, che implicitamente conduce i lettori a rievocare poemi epici e storie della mitologia greca. E dal mito classico il passo è breve per giungere a uno dei cuori della narrazione, incentrata sul concetto stesso di immaginario collettivo.
Ogni personaggio sembra appartenere a un universo narrativo differente, quasi che Keison abbia voluto racchiudere in queste pagine un vero e proprio crocevia di idee provenienti da contesti originariamente distanti (non staremo qui a menzionarli tutti esplicitamente per non togliere il gusto a chi volesse cimentarsi nella lettura): la bella detective empatica, il combattente con un marchio, la maga, il cane-non-cane parlante e fumatore, l'uomo misterioso.
Del resto, sin da quando avevamo letto il numero zero della serie, abbiamo definito Attica come "un microcosmo in cui l'autore accumula esperienze, ispirazioni, film, fumetti, giochi, ansie e ricordi. È il luogo in cui le cose spesso riposano, altre volte fermentano, maturano ed evadono dando vita nuove esperienze e progetti".
Sembra quasi che tutto ciò che l'autore ha scoperto, immaginato e vissuto nella sua esistenza sia stato riversato tra le pagine di questi volumetti: le citazioni da cogliere e sviscerare sono tantissime.
Ci piace fare un esempio in particolare: il legame autoriale con le altre opere di Keison. Non solo in ogni numero si può intravedere il panda di A Panda Piace, ma nel secondo numero compare il quadro Joan of Arc di Jules Bastien-Lepage (già presente ne Il suono del mondo a memoria), così come nel quarto episodio si fa riferimento esplicito a Metamorphosis e così via (sul legame tra uno dei colpi di scena principali e Lavennder torneremo magari in futuro, per evitare spoiler). Non si tratta di semplice autoreferenzialità ma di un modo per suggerire come tutte le opere di Bevilacqua appartengano allo stesso universo, personale ancor prima che narrativo.
Una tavola di Attica #2. |
Una tavola de Il suono del mondo a memoria (Bao). |
Da un punto di vista editoriale, è importante rimarcare (come già avevamo accennato nella recensione del primo numero) come Attica apra a un nuovo tipo di narrazione per Sergio Bonelli Editore, un percorso per certi versi inedito, preannunciato nel corso degli ultimi tre decenni da alcune incursioni "mangofile", principalmente nel contesto di Nathan Never, Legs Weaver e Jonathan Steele. In quei casi si trattava però principalmente di influenze nel tratto dei disegnatori, con marcati richiami allo stile dei mangaka. Con Attica, la casa editrice di via Buonarroti fa un passo in avanti, producendo uno shōnen a tutti gli effetti, in termini narrativi, grafici e nel formato, un tankōbon di 13x18 cm in bianco e nero, del tutto assimilabile a quello di un manga, fatta eccezione per il verso di lettura, che è alla occidentale (per la cronaca questo formato presto caratterizzerà anche un'altra serie Bonelli, Kay - La guerra del buio, appartenente alla sfera nathanneveriana).
Inoltre la distribuzione esclusiva per fumetterie ha provato ad aprire altri territori inediti per la casa editrice di via Buonarroti, cercando di intercettare fasce di pubblico differenti rispetto a quelle che solitamente acquistano albi Bonelli e tenendo fede alla linea sperimentale e "di frontiera" della collana Audace di cui fa parte (la stessa di Deadwood Dick, Mister No Revolution, Cani sciolti, Il Confine, K-11 e varie altre serie, ognuna a suo modo peculiare).
Attica è anche una serie in cui l'apparato grafico e visivo riveste notevole importanza. Tra le varie caratteristiche ce ne sono due sulle quali non ci siamo ancora soffermati in precedenza: la cura grafica e l'Attica Challenge.
I personaggi, man mano che compaiono nella storia, vanno a popolare lo spazio soprastante il logo in copertina e il frontespizio iniziale che apre ogni albo. E il logo, come in Dylan Dog durante il ciclo della meteora, si disintegra progressivamente nelle cover degli ultimi numeri. Tutti elementi caratteristici di una cura certosina per l'aspetto grafico degli albi.
Infine, ogni mese Bevilacqua ha postato su Instagram l’immagine di uno dei protagonisti di Attica, proponendo a chiunque volesse cimentarsi con il disegno di reimmaginare il personaggio secondo il proprio stile, taggando l'autore (utilizzando @Keison22) e inserendo l’hashtag #AtticaChallenge: le illustrazioni più belle sono state pubblicate in appendice ai volumi. Un modo per rendere più partecipativa e condivisa la serie, per far sì che altri autori, magari esordienti, potessero cimentarsi con i personaggi e magari trovare la gratificazione di una pubblicazione tra le pagine di un albo SBE.
Nel corso dei vari numeri le tematiche si sono ampliate, i personaggi sono stati approfonditi e l'intreccio si è fatto via via più misterioso e interessante, fino a rendere la lettura del sesto e ultimo numero, in uscita a metà maggio, davvero imperdibile.
Il Sommo audace
Data: novembre 2019 / marzo 2020
Sergio Bonelli Editore
Soggetto, sceneggiatura, disegni e copertina: Giacomo Keison Bevilacqua
Story editing: Giovanni Masi
Assistenza ai disegni: Emilio Lecce e Davide Caporali
Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.