Il Confine vol.1 - La neve rossa
L'esordio di un inedito universo narrativo dalle molteplici potenzialità
Avevamo già parlato in precedenza de Il Confine, nuova serie ideata da Giovanni Masi e Mauro Uzzeo per la collana Audace di Sergio Bonelli Editore (vedi questo post, nel quale avevamo riepilogato buona parte delle nozioni disponibili fino a ottobre dello scorso anno). La serie veniva ben descritta negli annunci iniziali dell'editore come "un thriller dalle atmosfere oniriche e morbose, in cui nulla è ciò che sembra e la linea sottile tra bene e male, come quella tra realtà e incubo, si fa sempre più labile". Un misto tra "la coralità bizzarra e post-moderna di Twin Peaks, la stratificazione labirintica di Lost, l'inquietudine visionaria della letteratura lovecraftiana", stando a quanto riportato dallo stesso Uzzeo, ovvero una sublimazione delle passioni degli autori con l'aggiunta di un tocco nostrano sia nelle caratterizzazioni che nell'ambientazione italo-francese: un piccolo villaggio situato - non a caso - sul confine.
La trama e il linguaggio
Il primo volume, dal titolo La neve rossa, fa seguito allo splendido e misterioso portfolio presentato a Lucca nel 2018 (qui trovate un'interessante analisi), nel quale venivano forniti i primi indizi sui tanti enigmi che compongono la storia.
Si tratta in effetti, al di là delle suggestioni precedentemente espresse, di un thriller dalle caratteristiche e dallo svolgimento originali e appassionanti, che riesce a tenere il lettore incollato alle sue pagine sin dalle prime battute.
Il concept di base, come suggerito dagli stessi autori negli ampi e interessanti extra che chiudono il volume, parte da una domanda semplice ed efficace (proprio come lo era il famoso "Chi ha ucciso Laura Palmer?" di David Lynch): che fine ha fatto il pulmino che trasportava un'intera classe di adolescenti in gita e che sembra essere sparito all'improvviso senza raggiungere mai la meta?
Intorno a questo mistero si aprono gli altri interrogativi presentati nel corso delle 60 tavole che compongono l'episodio, fatte di personaggi che hanno tanto da raccontare, a partire dai due protagonisti, entrambi detective sulle tracce dei ragazzini scomparsi: Laura Denti, agente dell’Interpol, e Antoine Jacob, il miglior conoscitore delle zone. Di entrambi (soprattutto della prima) si intravede il potenziale e il lettore sviluppa il desiderio di sapere di più, così come dell'oscuro mosaico di storie che inizia a comporsi. "Inizia" perché la storia si conclude proprio sul più bello (non è un caso se a Lucca Vomics & Games 2019 i primi tre volumi sono stati presentati insieme in super anteprima, ma su questo aspetto torneremo più avanti*).
Il linguaggio utilizzato da Masi e Uzzeo contiene vari elementi di rottura rispetto al "canone" bonelliano. In particolare il realismo tocca qui vette effettivamente molto difficili da osservare in un episodio di qualsiasi altra serie edita dalla casa editrice meneghina, sia nel mostrare i personaggi nei loro momenti di quotidianità (anche intima o degradante od oscura) che nel sentirli parlare con una voce senza filtri, priva di edulcorazione. Allo stato attuale è forse ancora presto per giudicare la serie nel suo complesso, ma da questo primo numero si evince in particolare un avvicinamento al linguaggio televisivo, facilmente comprensibile considerato lo sviluppo transmediale della serie, che (per intenderci) ci sembra quasi di poter accostare a una serie tv thriller riportata su carta in maniera esemplare.
Nonostante la comunanza in termini espressivi, il volume contiene alcune scene che sono rese in maniera egregia su carta e che ci sembrano indicare come gli autori riescano a sfruttare al meglio il mezzo espressivo scelto, in questo caso la nona arte.
In particolare nel terzo capitolo, un evento altamente drammatico, che funge da climax per questo primo volume, viene narrato con un ritmo e delle scelte stilistiche davvero notevoli. Il riferimento è in particolare alla frammentazione progressiva della scena nelle tre pagine d'apertura del capitolo (si va da 5 a 6 vignette, fino ad arrivare a una splendida tavola suddivisa addirittura in 12 piccole vignette) con il risultato di aumentare la tensione nel lettore e di permettergli di focalizzarsi rapidamente su vari dettagli anche distanti tra loro (esattamente come avverrebbe al cinema o in tv con rapidi cambi d'inquadratura), suggerendo una lettura del contesto e di avvenimenti contemporanei tra loro che sarebbe difficile rendere in altro modo con la medesima efficacia.
Si nota in generale come il maestro Giuseppe Palumbo si sia messo nuovamente in gioco per realizzare una storia che richiedeva, come lui stesso ammette nell'appendice del volume, "chiarezza descrittiva e rigore esecutivo" come ogni produzione Bonelli. Al tempo stesso però il suo approccio visivo è "libero" da costrizioni, così come quello narrativo, riuscendo a declinare la gabbia bonelliana in forme diverse a seconda delle varie sequenze (a partire dagli storyboard realizzati da Federico Rossi Edrighi).
Lo stile dinamico di Palumbo si arricchisce qui di note particolarmente evocative e riesce a rendere nelle tavole un'atmosfera ben adatta a una storia densa di misteri.
Il processo di lavorazione di un prodotto transmediale e innovativo
Il Confine è l'emblema non solo di una modernità di linguaggio ma anche di lavorazione e progettazione. Come accennavamo in precedenza, la serie è stata pensata da Masi e Uzzeo per essere transmediale, adattabile alla fruizione con molteplici approcci: è già in procinto di tramutarsi in una serie televisiva, co-prodotta da Lucky Red (come annunciato tempo fa qui), ma anche in alcuni romanzi e in un gioco di ruolo all'interno del mondo de Il richiamo di Cthulhu (di Chaosium Inc., Raven Distribution), con una storia inedita.
I due autori hanno lavorato a lungo alla progettazione della serie, originariamente presentata in Bonelli nella maniera in cui gli sceneggiatori televisivi propongono le serie tv: con una sorta di press-book che conteneva uno script con il soggetto, nelle sue varie sfaccettature tutte da esplorare, e alcuni disegni di artisti che si erano occupati di illustrare singole scene che li avevamo colpiti del plot letto in anteprima: un modo per ottenere un dossier di presentazione che fosse sì narrato ma anche visivo.
Le intuizioni e le varie fasi di lavorazione passano anche attraverso varie figure che si sono occupate proprio della componente visiva e che negli ultimi tempi stanno iniziando a prendere sempre più piede nella redazione di via Buonarroti. Il riferimento è ad esempio alla progettazione grafica e all'impaginazione, alle quali ha lavorato Fabrizio Verrocchi (autore ad esempio in questi mesi della rivisitazione del logo di Dylan Dog sulla serie regolare). Altra figura di rilievo è quella di Emiliano Mamucari, il quale ha lavorato sul character design dei personaggi principali (contribuendo ad esempio in maniera determinante nella definizione di Laura Denti e Antoine Jacob nelle loro fisionomie, espressività e abbigliamenti), fornendo una Bibbia Grafica che è servita poi ai vari disegnatori come riferimento per il lavoro sui singoli episodi. Inoltre, Mammucari si è occupato della supervisione dei colori di Adele Matera (la quale si avvicenderà con Alessia Pastorello nei prossimi volumi), ruolo che svolge anche in altre serie e che rappresenta per il creatore di Orfani un riconoscimento per il processo di rinnovamento bonelliano che ha contribuito a portare avanti in maniera determinante con il colore.
Infine, come si vede nell'interessante work in progress che accompagna il volume, i disegni sono stati realizzati su layout di Federico Rossi Edrighi. Anche in questo caso si tratta di un passaggio inusuale per le produzioni Bonelli, plausibilmente legato anche alla necessità di uniformare i vari episodi da un punto di vista stilistico.
Impossibile poi non citare il lavoro egregio realizzato da Lorenzo "LRNZ" Ceccotti per le cover: da bravo speleologo della Nona arte, ci regala disegni che riescono a esplorare a fondo l'anima dei personaggi e restituircela con cupa visionarietà.
La presentazione editoriale
Merita una breve parentesi la presentazione editoriale della serie, anch'essa ampiamente inusuale e innovativa. A Lucca Comics & Games 2019 sono stati presentati in contemporanea e in anteprima assoluta i primi tre volumi della serie*, quasi a voler fornire una possibile esperienza di lettura che in qualche modo si rifà alle modalità di bingewatching tipiche delle piattaforme di streaming come Netflix & co., uno schema finora mai visto in Bonelli che contribuisce all'innovatività generale del progetto.
Tirando le somme...
Il Confine si presenta come una serie che porta alle estreme conseguenze il concept di base della collana Audace, proponendo un linguaggio iperrealistico e moderno, un taglio maturo e non convenzionale e una modalità di progettazione e presentazione che tiene presente le evoluzioni della serialità negli ultimi anni in campo televisivo, letterario e ludico e ne fa tesoro abilmente.
Il Confine vol.1 - La neve rossa
Data di pubblicazione: novembre 2019
Sergio Bonelli Editore
Copertina: Lorenzo "LRNZ" Ceccotti
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Uzzeo e Giovanni Masi
Layout: Federico Rosso Edrighi
Disegni: Giuseppe Palumbo
Colori: Adele Matera
Progettazione grafica e impaginazione: Fabrizio Verrocchi
*N.B. I primi tre volumi de Il Confine, presentati in anteprima a Lucca Comics & Games 2019, vengono pubblicati in libreria e fumetteria ogni due mesi (il primo a fine novembre, il secondo a fine gennaio, il terzo a fine marzo).
Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.
Avevamo già parlato in precedenza de Il Confine, nuova serie ideata da Giovanni Masi e Mauro Uzzeo per la collana Audace di Sergio Bonelli Editore (vedi questo post, nel quale avevamo riepilogato buona parte delle nozioni disponibili fino a ottobre dello scorso anno). La serie veniva ben descritta negli annunci iniziali dell'editore come "un thriller dalle atmosfere oniriche e morbose, in cui nulla è ciò che sembra e la linea sottile tra bene e male, come quella tra realtà e incubo, si fa sempre più labile". Un misto tra "la coralità bizzarra e post-moderna di Twin Peaks, la stratificazione labirintica di Lost, l'inquietudine visionaria della letteratura lovecraftiana", stando a quanto riportato dallo stesso Uzzeo, ovvero una sublimazione delle passioni degli autori con l'aggiunta di un tocco nostrano sia nelle caratterizzazioni che nell'ambientazione italo-francese: un piccolo villaggio situato - non a caso - sul confine.
La trama e il linguaggio
Il primo volume, dal titolo La neve rossa, fa seguito allo splendido e misterioso portfolio presentato a Lucca nel 2018 (qui trovate un'interessante analisi), nel quale venivano forniti i primi indizi sui tanti enigmi che compongono la storia.
Si tratta in effetti, al di là delle suggestioni precedentemente espresse, di un thriller dalle caratteristiche e dallo svolgimento originali e appassionanti, che riesce a tenere il lettore incollato alle sue pagine sin dalle prime battute.
Il concept di base, come suggerito dagli stessi autori negli ampi e interessanti extra che chiudono il volume, parte da una domanda semplice ed efficace (proprio come lo era il famoso "Chi ha ucciso Laura Palmer?" di David Lynch): che fine ha fatto il pulmino che trasportava un'intera classe di adolescenti in gita e che sembra essere sparito all'improvviso senza raggiungere mai la meta?
Intorno a questo mistero si aprono gli altri interrogativi presentati nel corso delle 60 tavole che compongono l'episodio, fatte di personaggi che hanno tanto da raccontare, a partire dai due protagonisti, entrambi detective sulle tracce dei ragazzini scomparsi: Laura Denti, agente dell’Interpol, e Antoine Jacob, il miglior conoscitore delle zone. Di entrambi (soprattutto della prima) si intravede il potenziale e il lettore sviluppa il desiderio di sapere di più, così come dell'oscuro mosaico di storie che inizia a comporsi. "Inizia" perché la storia si conclude proprio sul più bello (non è un caso se a Lucca Vomics & Games 2019 i primi tre volumi sono stati presentati insieme in super anteprima, ma su questo aspetto torneremo più avanti*).
Il trailer di presentazione della serie.
Il linguaggio utilizzato da Masi e Uzzeo contiene vari elementi di rottura rispetto al "canone" bonelliano. In particolare il realismo tocca qui vette effettivamente molto difficili da osservare in un episodio di qualsiasi altra serie edita dalla casa editrice meneghina, sia nel mostrare i personaggi nei loro momenti di quotidianità (anche intima o degradante od oscura) che nel sentirli parlare con una voce senza filtri, priva di edulcorazione. Allo stato attuale è forse ancora presto per giudicare la serie nel suo complesso, ma da questo primo numero si evince in particolare un avvicinamento al linguaggio televisivo, facilmente comprensibile considerato lo sviluppo transmediale della serie, che (per intenderci) ci sembra quasi di poter accostare a una serie tv thriller riportata su carta in maniera esemplare.
Nonostante la comunanza in termini espressivi, il volume contiene alcune scene che sono rese in maniera egregia su carta e che ci sembrano indicare come gli autori riescano a sfruttare al meglio il mezzo espressivo scelto, in questo caso la nona arte.
In particolare nel terzo capitolo, un evento altamente drammatico, che funge da climax per questo primo volume, viene narrato con un ritmo e delle scelte stilistiche davvero notevoli. Il riferimento è in particolare alla frammentazione progressiva della scena nelle tre pagine d'apertura del capitolo (si va da 5 a 6 vignette, fino ad arrivare a una splendida tavola suddivisa addirittura in 12 piccole vignette) con il risultato di aumentare la tensione nel lettore e di permettergli di focalizzarsi rapidamente su vari dettagli anche distanti tra loro (esattamente come avverrebbe al cinema o in tv con rapidi cambi d'inquadratura), suggerendo una lettura del contesto e di avvenimenti contemporanei tra loro che sarebbe difficile rendere in altro modo con la medesima efficacia.
Si nota in generale come il maestro Giuseppe Palumbo si sia messo nuovamente in gioco per realizzare una storia che richiedeva, come lui stesso ammette nell'appendice del volume, "chiarezza descrittiva e rigore esecutivo" come ogni produzione Bonelli. Al tempo stesso però il suo approccio visivo è "libero" da costrizioni, così come quello narrativo, riuscendo a declinare la gabbia bonelliana in forme diverse a seconda delle varie sequenze (a partire dagli storyboard realizzati da Federico Rossi Edrighi).
Lo stile dinamico di Palumbo si arricchisce qui di note particolarmente evocative e riesce a rendere nelle tavole un'atmosfera ben adatta a una storia densa di misteri.
Il processo di lavorazione di un prodotto transmediale e innovativo
Il Confine è l'emblema non solo di una modernità di linguaggio ma anche di lavorazione e progettazione. Come accennavamo in precedenza, la serie è stata pensata da Masi e Uzzeo per essere transmediale, adattabile alla fruizione con molteplici approcci: è già in procinto di tramutarsi in una serie televisiva, co-prodotta da Lucky Red (come annunciato tempo fa qui), ma anche in alcuni romanzi e in un gioco di ruolo all'interno del mondo de Il richiamo di Cthulhu (di Chaosium Inc., Raven Distribution), con una storia inedita.
I due autori hanno lavorato a lungo alla progettazione della serie, originariamente presentata in Bonelli nella maniera in cui gli sceneggiatori televisivi propongono le serie tv: con una sorta di press-book che conteneva uno script con il soggetto, nelle sue varie sfaccettature tutte da esplorare, e alcuni disegni di artisti che si erano occupati di illustrare singole scene che li avevamo colpiti del plot letto in anteprima: un modo per ottenere un dossier di presentazione che fosse sì narrato ma anche visivo.
Una delle primissime immagini diffuse su Il Confine, nel 2017. |
Le intuizioni e le varie fasi di lavorazione passano anche attraverso varie figure che si sono occupate proprio della componente visiva e che negli ultimi tempi stanno iniziando a prendere sempre più piede nella redazione di via Buonarroti. Il riferimento è ad esempio alla progettazione grafica e all'impaginazione, alle quali ha lavorato Fabrizio Verrocchi (autore ad esempio in questi mesi della rivisitazione del logo di Dylan Dog sulla serie regolare). Altra figura di rilievo è quella di Emiliano Mamucari, il quale ha lavorato sul character design dei personaggi principali (contribuendo ad esempio in maniera determinante nella definizione di Laura Denti e Antoine Jacob nelle loro fisionomie, espressività e abbigliamenti), fornendo una Bibbia Grafica che è servita poi ai vari disegnatori come riferimento per il lavoro sui singoli episodi. Inoltre, Mammucari si è occupato della supervisione dei colori di Adele Matera (la quale si avvicenderà con Alessia Pastorello nei prossimi volumi), ruolo che svolge anche in altre serie e che rappresenta per il creatore di Orfani un riconoscimento per il processo di rinnovamento bonelliano che ha contribuito a portare avanti in maniera determinante con il colore.
Infine, come si vede nell'interessante work in progress che accompagna il volume, i disegni sono stati realizzati su layout di Federico Rossi Edrighi. Anche in questo caso si tratta di un passaggio inusuale per le produzioni Bonelli, plausibilmente legato anche alla necessità di uniformare i vari episodi da un punto di vista stilistico.
Impossibile poi non citare il lavoro egregio realizzato da Lorenzo "LRNZ" Ceccotti per le cover: da bravo speleologo della Nona arte, ci regala disegni che riescono a esplorare a fondo l'anima dei personaggi e restituircela con cupa visionarietà.
La presentazione editoriale
Merita una breve parentesi la presentazione editoriale della serie, anch'essa ampiamente inusuale e innovativa. A Lucca Comics & Games 2019 sono stati presentati in contemporanea e in anteprima assoluta i primi tre volumi della serie*, quasi a voler fornire una possibile esperienza di lettura che in qualche modo si rifà alle modalità di bingewatching tipiche delle piattaforme di streaming come Netflix & co., uno schema finora mai visto in Bonelli che contribuisce all'innovatività generale del progetto.
La cover di LRNZ per il secondo volume, in uscita a fine gennaio. |
Tirando le somme...
Il Confine si presenta come una serie che porta alle estreme conseguenze il concept di base della collana Audace, proponendo un linguaggio iperrealistico e moderno, un taglio maturo e non convenzionale e una modalità di progettazione e presentazione che tiene presente le evoluzioni della serialità negli ultimi anni in campo televisivo, letterario e ludico e ne fa tesoro abilmente.
Giuseppe Lamola
Il Confine vol.1 - La neve rossa
Data di pubblicazione: novembre 2019
Sergio Bonelli Editore
Copertina: Lorenzo "LRNZ" Ceccotti
Soggetto e sceneggiatura: Mauro Uzzeo e Giovanni Masi
Layout: Federico Rosso Edrighi
Disegni: Giuseppe Palumbo
Colori: Adele Matera
Progettazione grafica e impaginazione: Fabrizio Verrocchi
*N.B. I primi tre volumi de Il Confine, presentati in anteprima a Lucca Comics & Games 2019, vengono pubblicati in libreria e fumetteria ogni due mesi (il primo a fine novembre, il secondo a fine gennaio, il terzo a fine marzo).
Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.