Retrocomics - Speciale lista di Natale 2025
Il fumetto dell'anno, il fumetto inconfessabile e quello che ha cambiato la loro vita: sei personalità legate al fumetto si raccontano
Torna, puntuale come le polemiche per Lucca, l’appuntamento con la lista di Natale di Retrocomics: ho chiesto a sei personalità legate al mondo del fumetto alcune delle opere che portano nel cuore.
Come scelgo questi interlocutori? Sono tutte persone che apprezzo e che mi hanno colpito durante quest' anno (e non solo).
Iniziamo?
Iniziamo.
TITTA
Fonda e dirige Sputnik Press, una delle realtà più interessanti e culturalmente rilevanti del mondo del fumetto; non sazio decide di creare anche lo Sputnik Festival che si tiene ogni estate a Pisticci.
Ah, è anche musicista e probabilmente ha scoperto come avere una giornata di 36 ore.
Il miglior fumetto che hai letto quest'anno?
Scollatura Profonda di Conor Stechschulte.
Il fumetto che hai apprezzato ma non l’hai mai detto a nessuno?
Monster Allergy numero 1 & Geronimo Stilton - Il misterioso manoscritto di Nastrotopus.
Il fumetto che ti ha segnato.
Ombelico infinito di Dash Shaw.
Ombelico infinito di Dash Shaw.
JOSEPHINE
Illustratrice che ama spaziare tra tutte le possibilità, sia concettuali che editoriali, che l’arte le concede. Se non sta disegnando sta pensando di farlo.
Odia le persone ma ama disegnarle.
Il miglior fumetto che hai letto quest’anno?
Il miglior fumetto che ho letto quest’anno è Somna. Una storia della buonanotte. Sono una grande fan di Tula Lotay e del suo tratto fluido e dinamico, costruito su linee apparentemente leggere ma estremamente consapevoli. Da disegnatrice, guardo sempre prima i disegni e solo dopo la storia ed in questa graphic novel i volti sembrano respirare, vibrare sulla carta: Ingrid, la protagonista, ha una sensualità sottile, mai gratuita, che la rende viva, vulnerabile e reale. Da illustratrice, mi ritrovo molto in questa attenzione all’emotività del corpo femminile, nel modo in cui ogni gesto diventa parte dell’essere oltre che semplice erotismo.
Ho trovato la trama altrettanto interessante e apprezzo molto la scrittura di Becky Cloonan: entrambe riescono a tradurre visivamente questa rappresentazione allegorica della repressione femminile e del dominio patriarcale con tavole in cui l’intimità convive con l’inquietudine.
Il fumetto che hai apprezzato ma non l’hai detto a nessuno?
Il fumetto che ho apprezzato ma non l’ho detto a nessuno è L'Età Verde di Francesca Torre e Sara Malucelli. Nello specifico, non l’ho detto a nessuno perché, pur essendo uscito nel 2024, sono riuscita a leggerlo solo di recente e Francesca è una mia cara amica e ci tenevo prima a parlarne con lei. Per una serie di imprevisti non ne ho ancora avuto l’occasione, quindi ne approfitto qui, in questa intervista.
La narrazione è intima e i colori tenui contornano bene la sintassi, come se dettasse il ritmo della storia. Mi piace molto come Malucelli delinea lo spazio all’interno delle tavole con gli ambienti vuoti che sospendono un po’ il racconto, e quindi il lettore.
Pur essendo una lettura pensata per ragazzi, questa graphic novel tocca tematiche che anche gli adulti dovrebbero attenzionare, i dolori invisibili ci accompagnano sempre; Francesca è riuscita, attraverso la struttura narrativa e il suo stile unico di scrittura, a farci guardare dentro, con grande dolcezza e lucidità. E credo che questo livello sia massimo e difficilissimo da raggiungere per una sceneggiatrice.
Il fumetto che ti ha segnato e che ti ha spinto a fare questo mestiere.
Forse Poema a fumetti di Dino Buzzati.
Alle scuole medie, da brava asociale, mi rifugiavo nella libreria della scuola, per leggere o disegnare in santa pace. Facevo questo gioco per cui sceglievo i libri per la copertina…se mi avesse colpito, lo avrei aperto. E poi usavo la trama per immaginarmi i character design di quel racconto e disegnarli. Un giorno, in uno scaffale basso e impolverato, trovai una copia sgualcita di Poema a fumetti. Era la prima graphic novel che avessi mai visto. Fu un colpo di fulmine, per la storia di Orfeo ed Euridice, certo, ma soprattutto per i disegni di Buzzati, così diversi dai manga o da Topolino, gli unici fumetti che conoscevo allora. Da lì è nato il mio amore per l’illustrazione editoriale. Quel libro mi ha davvero segnata. Kaori Yuki mi ha mostrato che le linee sottili possono creare onde e segni definiti; Corrado Roi, invece, mi ha insegnato (nei suoi Dylan Dog prima e UT dopo) come la matita possa trasmettere tutta l’emotività del mondo attraverso lo sguardo.
Non c’è un solo fumetto da cui posso partire.
Ho osservato tante linee per disegnare, alla fine, la mia.
TOONIE
Non c’è un solo fumetto da cui posso partire.
Ho osservato tante linee per disegnare, alla fine, la mia.
TOONIE
È una ma anche collettiva, infatti è parte del collettivo Viscosa.
Disegna, illustra, riflette e fa riflettere. Come lei, poche, perché affrontare la realtà è sempre un compito gravoso.
Il miglior fumetto che hai letto quest’anno?
Sceglierne uno solo è orrendo e difficilissimo ma a sentimento dico Gatto Pernucci, è un libro su cui ho fangirlato in maniera disgustosa e imbarazzante. Juta quale pronipote degenerato di Altan ha questo umorismo nonsense e allo stesso tempo estremamente calato nel quotidiano che personalmente mi stende. Sono caduta dal divano mentre lo leggevo, che è la più alta onorificenza che concedo ai prodotti di intrattenimento.
Il fumetto che hai apprezzato ma non l’hai detto a nessuno?
Non ho questa cosa di nascondere ciò che mi piace, per quanto turpe possa essere anzi, ritrovarsi dentro cose orrende o giudicate tali è una cosa che difendo a spada tratta, ma posso dire che a 14 anni mi sono sentita grande, sexy e scabrosa leggendo Virgin Crisis. La trama è semplice, ragazza stringe un patto con un demone per accaparrarsi l'amore del bello della scuola ma deve in cambio dare la sua vErGiNiTà al demone in questione. Sono anni che non rileggo questo abominio ma all'epoca mi sentivo una ragazzaccia a leggere quelle vignette assolutamente innocue speravo mi rendesse più consapevole e interessante (non è successo).
Il fumetto che ti ha segnato e che ti ha spinto a fare questo mestiere.
Anche qui devastante sceglierne uno solo ma dirò Stelle o Sparo, che lessi per caso sul sito di Bao anni fa, sperando di trovare qualcosa che mi piacesse. Ancora oggi lo leggo e lo rileggo per spunto e perché fondamentalmente mi fa sballare, adoro come scrive e disegna Nova e ricordo ancora che i suoi dialoghi mi aprirono in due la testa facendomi pensare "ah ma quindi si può scrivere ANCHE così" e cioè al centro esatto fra le sacre scritture, Tarantino e Taiyo Matsumoto.
Anche qui devastante sceglierne uno solo ma dirò Stelle o Sparo, che lessi per caso sul sito di Bao anni fa, sperando di trovare qualcosa che mi piacesse. Ancora oggi lo leggo e lo rileggo per spunto e perché fondamentalmente mi fa sballare, adoro come scrive e disegna Nova e ricordo ancora che i suoi dialoghi mi aprirono in due la testa facendomi pensare "ah ma quindi si può scrivere ANCHE così" e cioè al centro esatto fra le sacre scritture, Tarantino e Taiyo Matsumoto.
SERGIO (OLDMANARIES)
Fa molte cose e le fa bene: è un autore, conduce podcast (@polonerdpod @potrebbepiacerti @astronomiti.pod) su vari argomenti ponendosi seriamente senza mai essere serioso. La persona che vorreste accanto per bervi una birra (o una cedrata Tassoni se avete qualcosa da nascondere) e ricordarvi che al mondo ci sono ancora le belle persone.
Il miglior fumetto che hai letto quest’anno?
Devo ammettere che fino a qualche settimana avrei avuto qualche dubbio nel rispondere a questa domanda, non perché non abbia letto fumetti belli, anzi, ma perché in una qualità media abbastanza alta nessuno era riuscito a essere quello che risalta, che dici “sì, eccolo, è lui”. Poi è arrivato Ávila, di Teresa Radice e Stefano Turconi, e non ci sono stati più dubbi. Il mio amore per la coppia di autori è risaputo, per cui potrei suonare di parte, ma Ávila è una storia così dolce e così meravigliosamente illustrata, che mi risulta difficile pensare si possa non amarla. Abbiamo un’ambientazione che adoro (la Francia del 1630, con pieni rimandi a Dumas e Rostand), abbiamo dolori e gioie, paura e sollievo, gente meravigliosa e orribile. E, soprattutto, abbiamo la speranza. La necessità di ricordarci che per quanto il mondo possa sembrarci ostile e tremendo c’è sempre qualcuno che potrà dimostrarci di meritare la nostra fiducia e il nostro amore. Imperdibile.
Il fumetto che hai apprezzato ma non l’hai detto a nessuno?
“A nessuno” è impossibile. Da nerd, blogger e host di podcast che funge da memoria storica non esistono fumetti che ho amato di cui non abbia mai parlato con nessuno. Esistono però fumetti di cui, secondo me, dovrei parlare di più. Qui mi piace segnalare Bone, di Jeff Smith. Un’immensa storia di avventura, carica di ironia, crudezza, crescita, coraggio e umanità. Il che è interessante, considerando che gli esseri umani non sono certo i protagonisti di questo volume. Bone è un racconto che spiazza, perché i personaggi principali hanno un’estetica che ricorda fumetti ben più lievi, ma basta leggerne poche pagine per apprezzarne la complessità e la tridimensionalità. Consigliato a chiunque, anche e forse soprattutto a chi non apprezza storie fantasy: potrebbe facilmente ricredersi.
“A nessuno” è impossibile. Da nerd, blogger e host di podcast che funge da memoria storica non esistono fumetti che ho amato di cui non abbia mai parlato con nessuno. Esistono però fumetti di cui, secondo me, dovrei parlare di più. Qui mi piace segnalare Bone, di Jeff Smith. Un’immensa storia di avventura, carica di ironia, crudezza, crescita, coraggio e umanità. Il che è interessante, considerando che gli esseri umani non sono certo i protagonisti di questo volume. Bone è un racconto che spiazza, perché i personaggi principali hanno un’estetica che ricorda fumetti ben più lievi, ma basta leggerne poche pagine per apprezzarne la complessità e la tridimensionalità. Consigliato a chiunque, anche e forse soprattutto a chi non apprezza storie fantasy: potrebbe facilmente ricredersi.
Il fumetto che ti ha segnato e che ti ha spinto a fare questo mestiere.
Tanti. Troppi, forse. Ma in questo momento voglio citare Strangers In Paradise, di Terry Moore. Lo scoprii decenni fa, su suggerimento di un’amica, e comprai l’intera collezione pubblicata allora da FreeBooks, stampata in formato bonelliano, con alcune copertine che si staccavano. Lo amai alla follia. Fui avvolto dalla storia, feci amicizia coi personaggi, sentii mie le loro vicende e piansi – per la prima volta – alla fine di tutto. Terminarlo fu come dire addio a degli amici a cui ormai ero legato in modo indissolubile. Fu la nascita del mio amore per Terry Moore, che ho avuto la fortuna di incontrare più volte: quando fu possibile acquistai l’omnibus in lingua originale e mi sono ovviamente procurato qualunque cosa Moore abbia scritto, ma Strangers In Paradise è rimasto in me. C’è un prima e un dopo e invidio fortemente chi ha la possibilità di avvicinarsi oggi a quest’opera senza saperne nulla.
EVA DAFFARA
Chi vi scrive qui è in difficoltà, perché non vorrei essere di parte, ma io adoro il suo talento e i suoi lavori: sia che siano le sue fanzine o il suo fumetto per Eris Edizioni, Lindy Hop dall’aldilà (straconsigliato). Ha, anche, gran gusto per la musica.
Il miglior fumetto che hai letto quest’anno?
Balucama, di Francesco Pelosi e Alpraz. Parlare di violenza e di innocenza nella forma di una favola che potrebbe essere un racconto popolare, ma anche un mito ancestrale. Nel tepore domestico delle case dei personaggi e nella natura selvatica si insinuano dettagli visivi, verità nascoste e atmosfere sempre più sinistre, che rivelano come un gesto di brutalità quotidiana in una piccola comunità diventa la forma del male reiterata negli anni e nelle generazioni.
Balucama è una storia che mi ha colpito molto per la semplicità e per l’immersività nella scrittura e nel disegno. Mi è piaciuto molto perdermi nei disegni e nel tratto multiforme di Alpraz, ora nervoso, ora liquido, ora espressionista, ora naïf. Ho riletto e riguardato questo fumetto in momenti diversi, il portato di significati e implicazioni (come la repressione e la sottomissione) si risolvono in una storia dalla natura terrena che mi dà l’idea di un cerchio che si chiude.
È stato bello rileggere Balucama con l’intero album Anastasis dei Dead Can Dance in sottofondo.
Il fumetto che hai apprezzato ma non l’hai detto a nessuno?
Barbara, di Osamu Tezuka. Barbara è una combinazione atipica di grottesco, critica sociale, occultismo, elementi soprannaturali e di tensione. Ho letto ogni capitolo come se fosse un’avventura misteriosa e inquietante, di una accoppiata bizzarra e inizialmente disfunzionale: lui scrittore affermato e uomo vizioso, lei un’insolita musa ispiratrice sensuale e dalla grande conoscenza della letteratura. E ciò che mi ha sempre attratto di Barbara è il fatto si sviluppi come una storia sulla decadenza dell’essere umano contemporaneo con uno stile di scrittura dalle suggestioni letterarie e cinematografiche risolte in una sensibilità che oscilla tra sensazioni malinconiche e la rappresentazione di un mondo oscuro e sotterraneo.
Il fumetto che hai apprezzato ma non l’hai detto a nessuno?
Barbara, di Osamu Tezuka. Barbara è una combinazione atipica di grottesco, critica sociale, occultismo, elementi soprannaturali e di tensione. Ho letto ogni capitolo come se fosse un’avventura misteriosa e inquietante, di una accoppiata bizzarra e inizialmente disfunzionale: lui scrittore affermato e uomo vizioso, lei un’insolita musa ispiratrice sensuale e dalla grande conoscenza della letteratura. E ciò che mi ha sempre attratto di Barbara è il fatto si sviluppi come una storia sulla decadenza dell’essere umano contemporaneo con uno stile di scrittura dalle suggestioni letterarie e cinematografiche risolte in una sensibilità che oscilla tra sensazioni malinconiche e la rappresentazione di un mondo oscuro e sotterraneo.
Ho sempre pensato che Barbara fosse una storia nella quale è bello ritornare, in certi periodi ne sono ossessionata. Non c’è un motivo per cui non ne abbia mai parlato con nessuno, in generale non ho spesso occasione di parlare dei fumetti che leggo.
Il fumetto che ti ha segnato e che ti ha spinto a fare questo mestiere.
Ice Haven, di Daniel Clowes. Leggere Ice Haven mi ha fatto pensare che fosse veramente possibile raccontare una collettività valorizzando ogni singolo personaggio come se fosse un mondo personalizzato nel quale immergersi. In questa storia corale, tra caricatura e sintesi della narrazione e nell’umorismo, ogni protagonista della cittadina immaginaria di Ice Haven è rappresentato con stili narrativi e risoluzioni visive completamente diverse, è al tempo stesso uno spaccato della vita di periferia americana e della vita umana. L’aspirante scrittrice in cerca di fortuna, la coppia di detective in crisi sentimentale, il critico di fumetti che difende la dignità della nona arte sono alcuni dei miei protagonisti preferiti di questo fumetto.
Daniel Clowes ricrea una trama di relazioni umane frammentate e di incidenti quotidiani in un meccanismo in cui ogni frammento è al suo posto, ed è ciò che più mi ha attratto di Ice Haven.
Avere una vasta moltitudine di personaggi e vederli vivere tenendoli uno a uno, caratterizzando nel dettaglio persino le comparse, è veramente meraviglioso.
LORENZO LA NEVE
Una degli sceneggiatori più eclettici dell’ultima decade: si muove a suo agio tra autoproduzioni, editoria e tutto quello che gira intorno al mondo del fumetto. Se volete un consiglio non perdetevi Cattivik - La Novell' Grafik', creata con Spugna per Gigaciao.
Il miglior fumetto che hai letto quest’anno?
Che hai fatto oggi? della crew Wabbit Hunting Season. Quello che personalmente cerco nei fumetti, sia da professionista che da lettore (le due cose penso debbano il più possibile andare di pari passo), sono storie che cerchino strade nuove, anche e soprattutto nella sperimentazione visiva. La sperimentazione visiva, nel fumetto, è narrativa pura, ancora più che nel cinema. I Wabbit (Gahia!, Microtenko e Dachi Cornflakes) hanno confezionato una storia semplice ed efficace che ha un impatto unico, fisico, toccabile con mano. Non ho mai visto una cosa del genere prima.
Avere una vasta moltitudine di personaggi e vederli vivere tenendoli uno a uno, caratterizzando nel dettaglio persino le comparse, è veramente meraviglioso.
LORENZO LA NEVE
Una degli sceneggiatori più eclettici dell’ultima decade: si muove a suo agio tra autoproduzioni, editoria e tutto quello che gira intorno al mondo del fumetto. Se volete un consiglio non perdetevi Cattivik - La Novell' Grafik', creata con Spugna per Gigaciao.
Il miglior fumetto che hai letto quest’anno?
Che hai fatto oggi? della crew Wabbit Hunting Season. Quello che personalmente cerco nei fumetti, sia da professionista che da lettore (le due cose penso debbano il più possibile andare di pari passo), sono storie che cerchino strade nuove, anche e soprattutto nella sperimentazione visiva. La sperimentazione visiva, nel fumetto, è narrativa pura, ancora più che nel cinema. I Wabbit (Gahia!, Microtenko e Dachi Cornflakes) hanno confezionato una storia semplice ed efficace che ha un impatto unico, fisico, toccabile con mano. Non ho mai visto una cosa del genere prima.
Non ho una risposta a questa domanda, non mi sono mai vergognato dei miei gusti! Ti dico che non ho nessuna vergogna a dire che tra i fumetti che aspetto di più ogni anno ci sono gli Spongebob editi in Italia da Tunuè.
Ti modifico un po' la domanda, dicendoti un fumetto che non ho apprezzato e non l'ho mai detto a nessuno (ora mi levano la patente di fumettaro): Blankets di Craig Thompson. Nonostante sia tecnicamente eccelso, l'ho sempre trovato prolisso, retorico e un po' morboso. Molto meglio altre opere dell'autore, come Addio Chunky Rice.
Il fumetto che ti ha segnato e che ti ha spinto a fare questo mestiere.
Ce ne sono a pacchi, ma credo che quello che mi ha segnato in assoluto più di tutti sia Calvin & Hobbes, se proprio devo sceglierne uno con la pistola puntata alla tempia. C'è tutto: poesia, risate, disegni meravigliosi, dialoghi di qualità fuori scala, emozione e poesia. Più in generale, posso dire che la risposta a questa domanda cambia a seconda del periodo della mia vita di riferimento!
A cura di Luca Frigerio



















