Addio, Chunky Rice

Il tenero viaggio di una tartaruga, firmato Craig Thompson

La storia del fumetto recente ci insegna a non catalogare un qualsivoglia fumetto come “opera per bambini” solo in base alla trama o allo stile di disegno o ad uno sguardo superficiale. Craig Thompson, che di storia del fumetto ne ha costruita abbastanza (con “Blankets” e “Habibi”, che al solo nominarli dovremmo come minimo inchinarci), ce lo conferma con questo capolavoro sognante, “Addio, Chunky Rice”.





È la storia di una separazione. La tartaruga Chunky Rice lascia la sua amica Dandel, con cui simbolicamente nelle scene iniziali (e nella copertina del volume) costruiva castelli di sabbia; si dividono perché Chunky deve trovare la sua strada, partire verso il mare, partire verso la libertà, nonostante “la sensazione che la casa più vera che mai avrò è il punto in cui le nostre strade si sono unite e hanno corso insieme…”.
Grazie al contatto di Solomon, ragazzo dal linguaggio stravagante e dall’infanzia piena di ombre, la nostra tartaruga salirà sulla barca di Charles, un approfittatore di professione che si occuperà di trasportare, oltre a Chunky, altri inconsueti elementi come Livonia e Ruth, gemelle siamesi, e la defilata Eleanor, cuoca e domestica. Il viaggio sarà pieno di eventi, e sarà intervallato dalla romantica/tenera ostinazione da parte di Dandel, rimasta sulla terraferma, che continua imperterrita a mandare messaggi nella bottiglia diretti al nostro Chunky.

Le tavole sono piene di piccole sfumature da cogliere con attenzione. I disegni di Thompson sono evocativi, alternativi, vivaci. Interessante notare come questa sia l’opera prima di un autore già padrone del mezzo espressivo, già capace di utilizzare le tavole a suo piacimento e modificarle in funzione del racconto.


Dal punto di vista dei temi, già la dedica iniziale dell’autore ai suoi “amici di Milwaukee (Wisconsin)” ci rende ragione di quanto sia evidente la traccia autobiografica (come del resto nell’indimenticabile successivo “Blankets”, in cui tale componente diviene incredibilmente più profonda).
Tramite la “Postfazione” e gli “Extra” di quest’edizione Rizzoli-Lizard, il generoso Thompson ci fornisce ulteriori elementi preziosi. Ad esempio, le prove iniziali per la cover; poi, una storiella di 3 pagg. che rappresenta la versione in germe di ciò che ha poi sviluppato nella (molto più lunga) graphic novel, in cui ci racconta come la storia sia nata da una sua delusione amorosa e come inizialmente le sequenze di Chunky Rice fossero intervallate da scene puramente autobiografiche che rappresentavano i suoi amici e il suo mondo, in seguito eliminate per far emergere la componente meno realistica e più favolistica (nonostante tracce delle persone che hanno incrociato il cammino di Thompson siano presenti nel racconto, seppur tramutate dalla sua immaginazione). Insomma, pagine da leggere. Del resto, se Alan Moore la definisce “un’opera coinvolgente e di eccellente armonia compositiva”, un motivo ci sarà!
Giuseppe "Giuppo" Lamola
copyright immagini Rizzoli



Addio, Chunky Rice

• Data di pubblicazione: Settembre 2012
• Editore: Rizzoli Lizard
• Testi e disegni: Craig Thompson
• Traduzione: Claudia Manzolelli

Post più popolari