Letture Seriali: Somna, la "storia della buonanotte" di Becky Cloonan e Tula Lotay

La "dolce inquietudine" tra sonno, sogno e ragione

"A Bedtime Story".

Sembra quasi esserci un che di favolistico, in quella dichiarazione d'intenti di Becky Cloonan e Tula Lotay, le autrici di Somna, miniserie realizzata per DSTLRY (che si pronuncia "Distillery", etichetta indipendente fondata da David Steinberger e Chip Mosher) e pubblicata in volumone cartonato dal team di Star Comics nel suo catalogo Astra.

Ma piuttosto che una fiaba lieta per conciliare il sonno, Cloonan e Lotay mettono in scena qualcosa che lo fa perdere, che porta la protagonista a cadere tra le braccia di un diabolico Morfeo, sullo sfondo decisamente poco onirico di quell'orribile parentesi storica che fa rima con "Caccia alle Streghe".

1600 circa. In un tipico villaggio inglese dell'epoca, il Male si combatte con la Fede e il fuoco: la prima usata come scudo e scusante da uomini biechi ed ignoranti, il secondo quello dei roghi in cui bruciare donne la cui colpa è solo quella di essere umane. Non è questa la sede per un qualche excursus enciclopedico, ma diciamo che avete capito la cornice entro la quale si muove la nostra protagonista, Ingrid, moglie di Roland, il miglior cacciatore di streghe della zona, un uomo dedito al suo dovere, sin troppo, se chiedete a lei.

Di notte, la donna viene assalita da incubi oscuri, qualcuno li definirebbe lussuriosi persino, una paralisi del sonno che la trascina - lei donna di casa e sottomessa al suo dovere - in un incubo ad occhi aperti, dove il confine tra sogno e realtà sembra sempre più labile.

Ma sono solo manifestazioni del suo subconscio? Pulsioni dovute alle scarse attenzioni di un marito assente? Oppure c'è ben altro in quelle visioni, in quella figura ammantata di nero che accarezza il suo corpo e la induce al desiderio?

Pensieri che Ingrid preferisce rimangano segreti, piccoli peccati personali che è meglio non si vengano a sapere, soprattutto perché metterebbero suo marito in cattiva luce o peggio.

Al massimo, la Nostra può confidarsi con la sua sola e migliore amica, Maja, che invece non si fa troppi scrupoli a dire quello che le passa per la testa, e forse anche per questo Ingrid le vuole bene, perché sa essere quel contraltare al suo pensiero.

La situazione è destinata a precipitare quando in città avviene un omicidio: Roland è lontano, impegnato nella sua missione contro le streghe, e Ingrid inizia a coltivare dei sospetti sul potenziale assassino, ma questa ricerca finirà per condurla alla pazzia... o forse a farla finalmente venire a patti con la sua vera natura.

Leggere Somna è come lasciarsi avvolgere da una malia silenziosa ma costante, la stessa che, in maniera più cupa quanto erotica, sembra farsi largo nel cuore e nella mente della protagonista, scissa costantemente tra sonno, sogno e ragione. Del resto, il titolo non mente, così come l'illustrazione di copertina.

Ingrid è immersa sino al collo in un turbamento che non la lascia mai andare, da debolezze che forse sono desideri... oppure è il Maligno che cerca di corrompere la sua anima? Perché "il Diavolo è reale e lui non dorme mai". Magari le autrici sono anch'esse tentatrici, spingendo le nostre convinzioni in una direzione, salvo poi confonderci la pagina dopo.

Una "dolce inquietudine" che ha vinto e convinto anche la giuria degli Eisner Award, dove Somna è stata giudicata come "Best New Series" lo scorso anno, incoronando una mini in cui il lavoro in tandem di Becky Cloonan e Tula Lotay è pura sinergia creativa e non solo trucco grafico per intorbidire quelle stesse acque in cui Ingrid si ritrova ad annegare.

Sulle prime, potreste dire che la scansione delle tavole e dei compiti è netta: Lotay si occupa della componente onirica, Cloonan di quella tangibile. Il segno evocativo della prima, come di un dipinto impalpabile, ci dice chiaramente che quello che vediamo non è reale, mentre quello pieno e marcato della Cloonan, per quanto sinuoso nelle linee e nelle forme, ci riporta alla concretezza della vita di Ingrid.

Ma quando la Nostra inizia a chiedersi "Sogno o son Desta?" alla pari dello stesso lettore, sempre più insicuro se quelli illustrati siano pensieri di Ingrid oppure visioni di qualche tipo, se quelle situazioni disegnate dalla Cloonan non siano piuttosto illusioni della mente sempre più instabile della protagonista, è lì che Somna cala il suo asso, sovvertendo tutto.

L'ambientazione folcloristica sembra poi fare il resto, soprattutto perché la stregoneria, quella particolare parentesi nei libri di Storia che spesso fa rima con Salem, non passa mai veramente di moda, ci affascina sempre con il suo ritratto di tradizioni ancestrali, con quel potere femminile che si connette con la Natura, con la Fede in una religione che trova giustificabile compiere il Male per adempiere al Bene.

Ne abbiamo avuto svariati esempi di genere anche negli ultimi anni, eccellenti come The Witch di Robert Eggers, più criptici e fortemente ancorati al folclore come Midsommar di Ari Aster, persino pop e più alla portata di tutta la famiglia con serie come Agatha All Along, dove la stregoneria diventa materia da Marvel Studios.

Eppure, quello del Maligno che bussa alla porta di giovani donne che non sanno spiegare le sensazioni che il loro corpo trasmette, dipinte così come vittime di desiderio e peccato e perciò da punire, è un Mito che travalica la Storia, e diventa pura narrativa, toccando picchi artistici importanti come in questo particolare caso.

Entrambe le illustratrici, forti del creator owned, danno il massimo, e il loro lavoro grafico, da solo, finisce per essere il proverbiale "vale da solo il costo del volume". Ma l'abbandono estatico nell'ammirare queste tavole non deve sovrastare la validità della storia, la ricerca che le due hanno compiuto per metterla in piedi, che si vede nei piccoli dettagli, quelli al solito fondamentali, come lo Stigma Diaboli, qui esplicitato con la puntura sulla lingua, alla ricerca di una insensibilità al dolore, causata dai rapporti con il Diavolo.

Ma l'insensibilità di Ingrid è ben diversa dal semplice dolore, è insensibilità alla vita stessa, a questo grigiore che le convenzioni di allora la costringono ad accettare, quando dentro di sé sente solo il desiderio di amare e di essere corrisposta, di abbracciare ed assaporare quella gioventù che è come sole caldo sulla pelle, ed invece si tramuta in brace nascosta sotto la cenere, magari quella stessa alla base della pira che ha visto l'ennesima "strega" bruciare.

Una storia che ha saputo affascinarmi alla prima lettura, in lingua originale, e altrettanto ha saputo fare rileggendola nel volume di grande formato di Star Comics, con un lavoro di stampa pensato apposta per esaltare il lavoro sui colori di Lee Loughridge, Dee Cunnifee e della stessa Lotay, in una costante vertigine cromatica che esalta ogni elemento, incluse le onomatopee, seguendo quella scansione schizofrenica del ritmo, cinematografico quanto sospeso in un ideale e pulsante altroquando, della storia, mentre il mondo di Ingrid crolla.

Non una favola, quindi, o forse sì, non pensata certo per i bambini prima di andare a dormire, quanto per dare una lezione morale agli adulti, sfruttando quel genere Horror che più di ogni altro vive di tenebra, di piaceri violenti e di sensazioni istintive.

Un fumetto che consiglio a chi non ha paura di abbandonarsi al buio, al suo sensuale abbraccio della... buonanotte!

Il Nerdastro

Post più popolari