L'età verde - "Questa è una storia d'amore"

Francesca Torre e Sara Malucelli parlano di adolescenze difficili e depressioni, mettendo al centro di tutto l'amore, che è - spiega Giulia Blasi nella postfazione - "forza vitale che esiste e resiste anche quando la persona amata si allontana"

Quanto è passato? A volte sembra un giorno. A volte una vita.
So solo che mi manca.
Se c'è una cosa che ci differenzia profondamente dagli altri animali non umani è l'amore che nutriamo per le storie. Gli esseri umani inventano, ricordano, raccontano, scrivono, ascoltano e leggono storie da quando esistono e una delle esperienze più presenti nelle storie è l'adolescenza, quel complicato, spaventoso e meraviglioso periodo della nostra esistenza in cui smettiamo di essere bambinə e cominciamo a costruire il nostro io adulto.
L'adolescenza è il periodo per eccellenza del processo di antropopoiesi, cioè di creazioni della persona in quanto tale, e sono - e sono state - moltissime le culture nelle quali questo processo si articola in rituali e prove che spezzano i vecchi legami con la comunità per crearne di nuovi. Tra gli uni e gli altri, viviamo in uno spazio e in un tempo liminare, un mondo di confine in cui siamo solə, spaesatə, confusə, in cui abbandoniamo ciò che eravamo e proviamo a immaginare ciò che saremo.
L'età verde è il graphic novel con cui Francesca Torre esordisce alla sceneggiatura di una storia lunga, mostrando ottime capacità di narratrice e, allo stesso modo, Sara Malucelli mette alla prova con successo il suo talento di disegnatrice. Racconta un breve periodo della quotidianità di Tea e Viola, due amiche inseparabili fino al momento in cui qualcosa tra di loro si spezza.

La prima parte è tutta dedicata a Tea ed è narrata dal suo punto di vista. Sportiva, brava a scuola e piena di amicə, dietro la facciata da ragazza solare che racconta le sue giornate sui social e che si allena con passione in piscina, Tea ci rivela quanto è impegnativo avere sedici anni e cercare la propria strada provando nel frattempo a soddisfare i desideri di sua mamma - che sogna di vederla campionessa di nuoto - ad andare bene a scuola trovando un equilibrio con gli allenamenti, a mantenere le sue amicizie nonostante le esperienze online e quelle in real non sempre coincidano e, soprattutto, ad arginare il dolore che prova per l'assenza di Viola.

Il banco vuoto accanto al suo, dove la sua amica aveva inciso Viola was there in barba al regolamento scolastico, è il protagonista muto delle sue giornate straripanti di impegni. Tea racconta la sua vita sui social con entusiasmo e con la stessa grinta affronta la scuola e l'imminente gara di nuoto, lasciando per sé i momenti più difficili, quelli di vuoto, quelli passati a casa di Viola a parlare da sola dietro una porta chiusa.
Nel frattempo, a noi lettorə viene raccontata la storia delle due ragazze attraverso i suoi ricordi: pagine monocrome sui toni del verde che intervallano la narrazione principale e ci mostrano momenti della loro amicizia, memorie che tornano a galla quasi senza controllo perché tutto a Tea parla di Viola. Dal giorno in cui è stato inciso il banco a quello in cui scoprivano la bontà di un nuovo gusto di gelato, e poi il loro primo incontro da bambine e la nascita di un legame che è riuscito a superare ogni differenza e divergenza. Beh, quasi.
Le pagine in verde continuano anche nella seconda parte della storia, quella in cui finalmente incontriamo Viola e scopriamo qual è il motivo della sua assenza.
Viola passa da settimane le sue giornate chiusa in camera, senza voler parlare con nessuno. Risucchiata in un vortice buio, Viola lascia scorrere il tempo tra gli episodi di qualche cartone animato e le pagine di un libro.

Se Tea racconta la sua vita sui social, inondata da commenti e reaction, Viola scrive i suoi giorni, i suoi sentimenti e il suo malessere sulle pagine di un diario che nessuno leggerà mai. E se da un lato il rapporto con Tea e lə altrə compagnə si è ridotto a nulla, quello con sua madre e suo padre non è facile da annullare, ma è comunque tremendamente difficile da gestire. Viola si ritrova a rimproverarsi delle brutte risposte che rifila, a soffrire della sua incapacità di chiedere e di accettare l'aiuto dellə altrə. Si guarda allo specchio e vede una sé che non conosce, una sé che a un certo punto si è trasformata nella cattiva della storia e che lei non sa più come recuperare, sprofondata in quel pozzo senza fondo che è la depressione.
Come si fa, allora, a trovare il coraggio di uscire dal proprio rifugio? Come si fa a sfondare delle barriere inutili e riuscire a dire ancora una volta "ti voglio bene"?
Servono terremoti e tornado per buttare giù le mura di una roccaforte, che siano fatte di pietra o di parole non dette e quando lo sconquasso arriva - in diretta social! - tutto prende una direzione nuova e inaspettata.

Alla fine della storia, Giulia Blasi - giornalista e autrice femminista vicina al mondo dellə ragazzə, a cui ha dedicato molti dei suoi lavori - scrive una bellissima postfazione che spiega in modo chiaro e semplice quello che Francesca Torre e Sara Malucelli ci hanno mostrato nelle loro tavole: la storia di Tea e di Viola è una storia d'amore, di un amore che non ha bisogno di inserirsi nel canone dell'amore romantico per avere diritto d'esistere. L'amore tra Tea e Viola è un sentimento che dà forza anche dentro al pozzo, anche se la terra trema e il vento soffia inarrestabile, è una forza che ci radica a terra e che ci permette di fiorire, nonostante le difficoltà, le differenze, la lontananza.
L'amore tra Viola e Tea non è qualcosa che semplicemente esiste, non è una magica coincidenza che lega due destini, è un sentimento costruito con dedizione e consapevolezza, viene scelto e agito, tanto nei momenti spensierati e felici quanto in quelli più difficili e tristi.
Dice ancora Giulia Blasi: L'età verde è la storia d'amore che tutte (e tutti) dovremmo poter vivere. E chi scrive, si augura che sia possibile costruire un sentimento così anche dopo aver superato da un pezzo la nostra età verde.
Per concludere, aggiungo due osservazioni su questa storia meravigliosa: tra le altre cose, la sceneggiatura di Francesca Torre è riuscita a piantare piccoli e preziosi semi di femminismo nella storia delle due protagoniste, idee, riflessioni e pratiche, nessun pippone didascalico.
Dal rifiuto di un ragazzo misogino alla negazione delle gerarchie affettive tradizionalmente intese (per intenderci, l'idea che l'amore romantico sia più importante di quello che si condivide con un amicə), le sue protagoniste sono ragazze che sovvertono la classica narrazione di commedia romantica e ci propongono qualcosa di inedito. Da questo punto di vista, sono assolutamente perfette le caratterizzazioni di Sara Malucelli che ci consegna due adolescenti vere, non ipersessualizzate come accade troppo spesso, due corpi giovani e femminili che non devono per forza costringersi nello schema estetico predominante, che non si preoccupano di avere polpacci sottili o forme da diva del cinema.
Anche da questo punto di vista, L'età verde è un fumetto che sottolinea l'importanza di un modo differente di narrare l'adolescenza, non stirandola verso ideali di perfezione fisica, di successo personale o di schematizzazione dei rapporti ma, semplicemente, indagandola per quella che è: un mondo immenso e variegato che merita di essere conosciuto in ognuna delle sue migliaia di sfumature.


Claudia Maltese (aka Clacca)

Si ringrazia Sara Malucelli per l'invio delle tavole presenti in questo articolo.

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