Cattivik La Novell’ Grafik’ - L'importante è che sporchi

L’eredità raccolta dall’underground contemporaneo che si fa carico del patrimonio artistico di altre generazioni

Le storie di Cattivik hanno segnato generazioni intere. Le disavventure del nero genio del crimine che non riesce mai a portare a segno un colpo raccolgono quella voglia di rivalsa che è comune un po’ a tutti. Non a caso Chuck Jones, il creatore di Wile E. Coyote, si ispirò alla descrizione impietosa di Mark Twain dell’animale per creare il suo personaggio. L’autore lo definì infatti come «una vivente allegoria dell’Indigenza: ha sempre fame, è sempre povero in canna, scalognato e senza un amico al mondo».

È piuttosto evidente a chiunque conosca un minimo Cattivik, che questa descrizione calza a pennello anche a lui. Ma in Cattivik c’è di più: nonostante l’indole malevola, è lui a essere chiamato ad assumere il ruolo di protagonista.

«L’importante è che sporchi», dice Silver nell’introduzione al volume citando il maestro Bonvi, creatore del personaggio e autore visionario. E Cattivik, che altro non è se non una macchia d’inchiostro, sporca eccome!

E lo fa con la noncurante naturalezza di chi è fedele a se stesso da una tradizione pluridecennale. Appostato dietro l’angolo nella notte buia di una putrida città, in attesa di colpire il Solitomino di turno con un martello di dimensioni clownesche, Cattivik è pronto a colpire e a essere colpito in egual misura. Il ghigno gocciolante stampato in faccia è poi divenuto il suo marchio di fabbrica e il simbolo inequivocabile della sua natura di giullare e araldo del caos.

Si può dire che sporchi con la sua eccentricità il panorama del fumetto per ragazzi giocando con una satira a volte sottile, a volte evidente, che lo vede introdurre per la prima volta tematiche di denuncia sociale in un contesto insolito.

I suoi “yuk yuk” e “uaz uaz” e il suo linguaggio caratterizzato dal troncamento dell’ultima lettera che pronuncia, fanno ormai parte del vocabolario comune di chiunque e hanno contribuito a costruire un’identità solida e immediatamente riconoscibile al pari della silhouette goffa e dello sguardo folle dalle mille espressioni.

Lorenzo La Neve e Spugna decidono di lavorare a una storia lunga di Cattivik (e la genesi dell’idea è emozionante quanto l’opera stessa), regalandogli un graphic novel che resta fedele al protagonista e alle sue dinamiche, ma che è allo stesso tempo innovativo e, per quanto sembri impossibile per un personaggio dalla storia editoriale così lunga, rivoluzionario.

Cattivik La Novell’ Grafik’, pubblicato da Gigaciao, è un omaggio ispirato al protagonista e ai suoi autori, ma è anche una storia dotata di grande personalità.

Grazie a una regia eccellente e a una solida sceneggiatura, La Novell’ Grafik’ esplora aspetti del carattere di Cattivik finora rimasti in ombra e gli dona una profondità del tutto inaspettata.

Per la prima volta, il nero genio del male si trova costretto a fare squadra con un gruppo scombinato di altri scarti della società allo scopo di rubare l’inafferrabile diamantino, un gioiello custodito nella blindatissima banca di Milano 12.


Ad accendere l’interesse febbrile del protagonista non è tanto il valore del gioiello, quanto il fatto che nessuno sia mai riuscito nell’impresa di rubarlo. Questo piccolo dettaglio è una rivoluzione per quanto riguarda quello che finora conoscevamo del personaggio. Per la prima volta Cattivik ruba con uno scopo diverso dal semplice “arraffare il malloppo”. Lo fa per dimostrare al mondo che lo ha deriso, picchiato e umiliato in ogni modo, quanto lui possa volare alto. Lo fa per dimostrare a se stesso che tutte le volte in cui si è ricomposto da un grumo spappolato sull’asfalto hanno avuto un significato. 

La squadra con cui deve collaborare è eterogenea e assemblata per essere efficace. Come in uno strambo remake della serie cinematografica Ocean’s, ogni membro ha un compito preciso e la sua caratterizzazione è tutt’altro che banale, a dimostrazione del grande lavoro fatto da La Neve per creare quella che a tutti gli effetti è un’heist story, oltre che una storia di Cattivik con i suoi classici stilemi.

Se la storia è rivoluzionaria sia per la profondità del protagonista che per la riuscita miscela di azione e comicità, la parte grafica rappresenta la naturale evoluzione del personaggio.

Spugna mette al servizio il suo stile di disegno e lo affina per centrarlo nelle sagome dei personaggi canonici, senza però mai rinunciare alla sperimentazione. La sua visione artistica del fumetto è ciò di cui questa storia aveva bisogno: dai fondali alle espressioni, dalla plasticità dei movimenti di Cattivik ai mostri tentacolari fino alle tipiche bocche con denti impossibili da contare, tutto quello che Spugna ha inserito lo ha fatto divertendosi quanto La Neve. 

Le tavole sono ispirate, ricche di dettagli e citazioni, con colori vibranti e un Cattivik più espressivo che mai. La sequenza muta del suo viaggio verso Milano 12 sfoggia una regia da manuale: il disegnatore si prende il tempo necessario a mostrare la determinazione del protagonista e la sua solitudine.

L’entusiasmo dei due autori si percepisce distintamente e se ne viene contagiati: è un volume che diverte dalla prima all’ultima pagina.

Lo sketch ambientato all’anagrafe è tra i più riusciti nella storia del personaggio, e ci sono anche molti momenti emozionanti, ma continuare a parlarne non sarebbe giusto. Cattivik ha aspettato tanto per avere un graphic novel tutto suo che non sarebbe corretto privarlo del piacere di raccontarlo in prima persona.

In fondo l’importante è che sporchi, ma come farlo spetta solo a lui deciderlo.

Simon Savelli

Cattivik La Novell’ Grafik’

Copertina: Spugna
Testi: Lorenzo La Neve
Disegni e colori: Spugna
Editing: Ariel Vittori
Lettering e impaginazione: Marco Ventura
Supervisione grafica: Stefano Antonucci
Supervisione editoriale: Chiara Zulian
Casa editrice: Gigaciao
Data di pubblicazione: novembre 2025
Formato: brossurato con alette, colore
Prezzo: 19,90 €

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