Leggere Nathan Never Generazioni
Uno sguardo sulla miniserie ideata da Antonio Serra e sulle "infinite combinazioni" del multiverso neveriano
Dopo averci presentato un interessante e approfondito dietro le quinte sulla realizzazione di Morgan Lost, torna Manuel Enrico, uno dei collaboratori più recenti del nostro blog (già attivo in altre realtà online, quali JustNerd e Fumetti Avventura - Le Recensioni), con un articolo in cui spiega in maniera diretta quali siano i pregi di Generazioni, l'ultima miniserie dedicata a Nathan Never (o meglio, a tanti possibili Nathan Never), attualmente giunta alla quarta uscita (di sei).
Quando Nathan Never fece il suo esordio in edicola, all'inizio degli anni '90, rappresentò una vera e propria rivoluzione. In casa Bonelli serviva una presenza di spessore che interpretasse la fantascienza nei suoi vari aspetti; mancava inoltre un'idea di continuity serrata degli eventi (sebbene diverso tempo prima un'altra serie di rilievo nell'evoluzione del fumetto bonelliano, Ken Parker, avesse proposto una "prova generale" con storie globalmente in continuità tra loro). Nathan Never si fece pioniere di queste esigenze, adottando tale complessa modalità di narrazione nella casa editrice meneghina. E se pensate sia facile realizzarla, chiedete ad Antonio Serra, uno dei tre padri del personaggio nonché a lungo curatore della testata, cosa pensi oggi della continuity (si veda questa intervista).
Dopo averci presentato un interessante e approfondito dietro le quinte sulla realizzazione di Morgan Lost, torna Manuel Enrico, uno dei collaboratori più recenti del nostro blog (già attivo in altre realtà online, quali JustNerd e Fumetti Avventura - Le Recensioni), con un articolo in cui spiega in maniera diretta quali siano i pregi di Generazioni, l'ultima miniserie dedicata a Nathan Never (o meglio, a tanti possibili Nathan Never), attualmente giunta alla quarta uscita (di sei).
La storica cover del primo numero di Nathan Never, pubblicato nel giugno del 1991. |
Quando Nathan Never fece il suo esordio in edicola, all'inizio degli anni '90, rappresentò una vera e propria rivoluzione. In casa Bonelli serviva una presenza di spessore che interpretasse la fantascienza nei suoi vari aspetti; mancava inoltre un'idea di continuity serrata degli eventi (sebbene diverso tempo prima un'altra serie di rilievo nell'evoluzione del fumetto bonelliano, Ken Parker, avesse proposto una "prova generale" con storie globalmente in continuità tra loro). Nathan Never si fece pioniere di queste esigenze, adottando tale complessa modalità di narrazione nella casa editrice meneghina. E se pensate sia facile realizzarla, chiedete ad Antonio Serra, uno dei tre padri del personaggio nonché a lungo curatore della testata, cosa pensi oggi della continuity (si veda questa intervista).
Certo, affrontare oltre venticinque anni di vita editoriale non è facile, ma il buon Nathan, tra alti e bassi, se la è sempre cavata, tenendo fede ad un principio: rispettare la fantascienza. Che sia quella avventurosa alla Star Wars o quella più classica e sociologica alla Isaac Asimov, gli autori che hanno dato vita alle storie dell'Agente Alfa hanno sempre cercato di mantenere una certa linea narrativa ed editoriale.
Ma a un certo punto è giusto anche provare ad osare, a spingersi verso nuovi lidi.
Ma a un certo punto è giusto anche provare ad osare, a spingersi verso nuovi lidi.
Su questo principio si sono basate le tre miniserie che hanno voluto riscrivere, in chiave moderna, le origini del personaggio. Prima Bepi Vigna e Roberto De Angelis con Annozero e poi Michele Medda e Germano Bonazzi con Rinascita hanno cercato di sedurre i lettori con una lieve rivisitazione degli albori della saga neveriana, adattando eventi storici del personaggio ad una nuova visione, un nuovo gusto. Esperimenti interessanti, a dar vita quasi a un universo Ultimate bonelliano, che ha comunque mantenuto una certa linearità con quanto precedentemente conosciuto.
Poi arriva Generazioni, la miniserie ideata dal vulcanico Antonio Serra (coadiuvato alle sceneggiature da Giovanni Eccher e Adriano Barone). E compare anche quel senso di coraggiosa esplorazione di nuove direzioni, un viaggio che unisce spunti classici della serie ad un gusto citazionista che lega gli autori ai lettori, offrendo non una semplice lettura ma quasi un dialogo tra amici. E, proprio come in una piacevole chiacchierata, c'è spazio per tutti, anche per chi non conosce il mondo di Nathan Never.
In Generazioni non si viaggia seguendo strade note e già battute, ma si cavalca la passione, gli autori non rimangono vincolati ad una rigida narrazione da continuity, ma se ne fanno quasi beffe, utilizzando la loro fantasia per liberarsi da questa gabbia e piegarla alla loro genialità.
La variant cover del primo numero della miniserie, realizzata da Antonio Serra. |
In Generazioni non si viaggia seguendo strade note e già battute, ma si cavalca la passione, gli autori non rimangono vincolati ad una rigida narrazione da continuity, ma se ne fanno quasi beffe, utilizzando la loro fantasia per liberarsi da questa gabbia e piegarla alla loro genialità.
Le generazioni che danno il nome a questa miniserie possono essere interpretate come le diverse iterazioni di Nathan presenti nelle storie, ma possono anche essere viste come le differenti "generazioni" della fantascienza che caratterizzano i diversi albi. Dal post-apocalittico allo steampunk, dalla space-opera alla fantascienza moderna, tutta la passione per la Fantascienza di Serra e dei suoi compagni di avventura (disegnatori del calibro di Alessandro Russo, Silvia Corbetta e Mariano De Biase, Andrea Bormida, Sergio Giardo, Rosario Raho e Massimo Dall'Oglio) emerge libera, riuscendo a modellarsi intorno ad una trama che ha una sua logica contorta ma incredibilmente affascinante, in cui il lettore si sente a casa anche perché basata su un background comune.
Leggere Nathan Never: Generazioni è un impegno preso tra autori e lettori. I primi promettono di offrirci un qualcosa di nuovo, appassionante, senza mancare mai di rispetto allo spirito del personaggio, che viene sempre esaltato. Parafrasando il buon vecchio Spock, "infinite dimensioni in infinite combinazioni", ma sempre con Nathan al centro, forza motrice di un multiverso che fa di questo personaggio tragico e affascinante il fulcro delle realtà.
Serve anche la partecipazione del lettore, però. Bisogna accettare questa declinazione del multiverso, tema imprescindibile della fantascienza, che viene adeguata in modo da creare un crescendo narrativo che, per quanto sembri slegato da un albo all'altro, nasconde non troppo velatamente un fil rouge che unisce i diversi Nathan, sfidando il lettore a cogliere questa unione prima che sia svelata dagli autori stessi.
La cover di Rosario Raho per L'era delle chimere, quinto episodio di Generazioni in edicola a fine settembre. |
Leggendo Generazioni, ho avuto la sensazione di avere tra le mani albi che rendessero onore al motto con cui uscì Nathan anni fa: creare una serie fantascientifica di alto profilo. Gli ultimi anni della serie mensile di Nathan Never sono stati caratterizzati da un'alternanza non sempre proficua nella qualità degli albi, in cui sono emersi però autori che hanno saputo regalare nuova linfa alla saga dell'Agente Alfa. Se a questo aggiungiamo una dispersiva ramificazione delle pubblicazioni collaterali (sottoposte di recente a un'opportuna riduzione, anche perché era diventato complesso mantenere alti gli standard narrativi) e la presenza di una pubblicazione tutt'altro che appagante come il Nathan Never Magazine (di fatto diventato una collana di ristampe), risulta facilmente comprensibile come un prodotto del calibro di Generazioni possa rappresentare un punto di partenza irripetibile per dare una nuova spinta al personaggio.
L'idea di un multiverso, il poter pensare ad una sorta di squadra speciale interdimensionale che possa interagire con diversi universi dovrebbe titillare la curiosità dei lettori di Nathan Never. Immagino già un team di agenti di diversi mondi intenti ad agire per tutelare il continuum spazio-temporale, guidati dalla Tri-Mente conosciuta nel numero zero di Generazioni. Questa intrigante ipotesi potrebbe trovare spazio all'interno di pubblicazioni annuali come il Magazine, ad esempio, dove in ogni numero si potrebbero inserire approfondimenti e dossier che spieghino l'ispirazione della storia letta, dando al lettore i giusti elementi per godersi appieno l'avventura e, magari, andare a recuperare opere della fantascienza fino a quel momento ignorate.
Ma andando oltre questi sogni da appassionato, rimane il fatto che Generazioni rappresenta un'opera interessante che unisce una narrazione affascinante all'omaggio a una fantascienza raffinata, in cui non solo veniamo stimolati con avventure coinvolgenti ma anche invitati a ricercare le fonti che hanno ispirato gli autori, un dono che ci viene fatto da chi ha pensato Generazioni, un gesto d'amicizia tra appassionati.
Manuel Enrico