Nathan Never Rinascita #1

L'abisso dei ricordi  



Ancora una volta maggio è stato un mese speciale per i lettori di Nathan Never. Non solo sulla serie regolare si sono da poco conclusi i festeggiamenti per il venticinquesimo compleanno editoriale dell'Agente Alfa con Il canto di Gaia, splendido albo a colori sceneggiato da Alberto Ostini che ha visto il ritorno di Mario Alberti alle matite, ma abbiamo avuto modo di leggere il primo numero (di sei) della riscrittura delle origini di Nathan Never a opera di uno dei suoi ideatori, il grandissimo Michele Medda, accompagnato alle matite da Germano Bonazzi.




Lo sceneggiatore sardo ritorna, dopo una lunga pausa dal suo personaggio e il contemporaneo dedicarsi ad altri progetti (le splendide miniserie Caravan, Lukas e Lukas Reborn che hanno raccolto - specie le ultime due - molto meno di quanto avrebbero meritato), con questa miniserie che segue quella realizzata da Bepi Vigna e Roberto De Angelis, Annozero (da noi premiata agli ultimi Audaci Awards come miglior miniserie del 2016 e in seguito nominata come miglior serie dal tratto realistico ai Premi Micheluzzi 2017).
Sia per il formato che per le modalità di presentazione del soggetto, le due operazioni sono consorelle. Per quanto riguarda il contenuto si può affermare che gli ingredienti di questa miniserie siano praticamente gli stessi di Annozero, soltanto dosati in maniera differente in base alla sensibilità di Medda e cucinati a dare origine a una portata originale e personale. Le atmosfere puramente noir si mescolano a intrighi politici e digressioni esistenziali, alla maniera in cui lo sceneggiatore ci ha abituato nel corso degli anni. Non diciamo nulla di nuovo o di rivoluzionario se affermiamo che tra gli sceneggiatori dell'universo di Nathan Never Medda è sempre stato quello che ha saputo far interagire meglio i personaggi tra loro e il suo talento è ancora qui, intatto, a portata d'occhio, sin dalle pagine iniziali di questa prima parte della sua ultima storia neveriana.

La versione variant dell'albo realizzata per le fumetterie, con copertina di Simone Bianchi.

Qualche tempo fa durante una conferenza lucchese in occasione dei festeggiamenti per i venticinque anni del personaggio, Medda ha raccontato che all'inizio della scrittura per la serie - dunque tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta - spesso le trame venivano decidevano insieme dai tre creatori del personaggio (Medda, Serra e Vigna), poi uno o l'altro le sviluppava in base agli impegni che avevano... Questo ci fornisce l'immagine di quanto le origini del personaggio, narrate inizialmente nei numeri 18 e 19 della serie regolare (sceneggiati non a caso dallo stesso Medda) e in seguito più volte riprese e rimpolpate di numerosi avvenimenti, fossero frutto di un lavoro comune.
Adesso è tutto cambiato, non solo da un punto di vista delle tecnologie futuribili da mostrare (anni luce più avanti rispetto a qualsiasi arnese si potesse immaginare nel 1991), ma anche perché quello che si trova oggi nelle nostre grinfie è interamente frutto della penna di Michele Medda, un autore che può permettersi di riprendere, nell'arco delle stesse 94 pagine, sia il Nathan con i capelli rasati (proprio quello ai tempi dei monaci Shaolin, già evidente nella cover di Germano Bonazzi e Gianmauro Cozzi) sia quello con il codino, il cappotto e il cappello, uno dei momenti più noir (e dunque tipicamente meddiani) dell'intera biografia del "musone". 
Non pago di questa sua opera di pastiche cronologico, il nostro ha inserito come suo solito tante piccole citazioni che faranno la felicità dei lettori più attenti e affezionati al mondo Bonelli e ai suoi personaggi. Sicuramente avrete notato ad esempio che c'è un riferimento al giugno 1991, ovvero il mese di esordio della testata dedicata a Nathan Never in edicola, mentre il servizio di taxi si chiama Jerry Drake come il Mister No di Guido Nolitta (al secolo Sergio Bonelli).

Citazioni a pag. 34.

Tante le chicche che rendono la sceneggiatura di questo Ritorno alla terra un ottimo numero anche per chi volesse semplicemente iniziare a conoscere Nathan, i suoi tormenti e il suo mondo; da non trascurare l'ottima caratterizzazione di un personaggio come Legs Weaver, in passato non di rado reso in maniera bidimensionale e riprodotto seguendo poche caratteristiche di base. Viene anche fatto cenno alla sua omosessualità, che nei primi anni di pubblicazioni di Nathan Never era poco evidente, mentre ora è probabile che Medda sviluppi questa tematica in maniera differente nell'arco delle prossime uscite.

Alle matite, delicate e rispettose della sceneggiatura, e alle chine, sempre leggere e fresche, ritroviamo con immenso piacere l'ottimo Germano Bonazzi, una delle colonne della testata, presente fin dagli esordi del 1991, per la precisione dal n.2, il mitico Il monolito nero di kubrickiana memoria.

La cover di Nathan Never #2.

Il suo è un lavoro che non mancherà di rievocare negli appassionati della prima ora il ricordo di uno stile che ha caratterizzato tante avventure del nostro. Al contempo, la sinteticità del suo tratto ben si adatta a conquistare anche nuovi lettori. 

Come spesso ci accade, ci siamo dilungati a parlarvi gloriosissimo del passato dei nostri autori. Ci teniamo però a rimarcare che Nathan Never Rinascita rappresenta il loro presente e futuro prossimo e gli Audaci - ai quali questo primo numero è piaciuto, e molto - restano in attesa dei successivi lavori che certamente, considerati il talento e la passione di chi lavora alla realizzazione, sapranno essere all'altezza delle aspettative create. 

Il Sommo audace & RolandoVeloci




"Ritorno alla Terra"
SERIE: Nathan Never Rinascita
NUMERO: 1
DATA: maggio 2017
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Michele Medda
DISEGNI: Germano Bonazzi 
COPERTINA: Germano Bonazzi, con i colori di Gianmauro Cozzi 









Per le immagini: © 2017 Sergio Bonelli Editore.

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