Dove muoiono i clown: dietro le quinte
I retroscena dell'albo di giugno di Morgan Lost
Quanti elementi concorrono alla creazione di un fumetto? Ovviamente storia e disegni sono i primi aspetti che ci vengono in mente, ma andando più a fondo si possono scoprire segreti e tesori che gli autori mettono nel proprio lavoro, quasi una giocosa sfida con i lettori, invitandoli ad una caccia alla citazione.
Poi mi viene il trip dei palloncini: a New Heliopolis ci sono i dirigibili che attraversano il cielo, a Parigi mi son divertita a metter le mongolfiere versione sistema solare (c'è anche Plutone, scoperto nel 1930), mentre a Vienna non sapevo come riempire il cielo. La pioggia? No. Nebbia? No. Note musicali? Mmm... Interessante, ma i lettori poi avrebbero gradito sapere quale motivo echeggiava... Note, gambetta... WOW, ha la forma di un palloncino, ci sono i clown... tutto torna!
Le idee a volte nascono così, un po' a caso (anche se non credo che sia casualità...).
Quanti elementi concorrono alla creazione di un fumetto? Ovviamente storia e disegni sono i primi aspetti che ci vengono in mente, ma andando più a fondo si possono scoprire segreti e tesori che gli autori mettono nel proprio lavoro, quasi una giocosa sfida con i lettori, invitandoli ad una caccia alla citazione.
Particolarmente
scafati in questo duello all'ultima vignetta sono gli artisti che lavorano a
Morgan Lost, guidati da Claudio Chiaverotti: leggere un albo del cacciatore di
serial killer di New Heliopolis è come cercare una storia nella storia, che si
tratti di cogliere un omaggio o scoprire che un personaggio ha le fattezze
di un celebre attore. Tutto in Morgan Lost è pensato per stuzzicare la nostra
curiosità, ogni tratto è un nuovo modo di creare un legame con il lettore
(avete mai partecipato al giochino "Scova il Chiave"? 😁).
L'albo attualmente in edicola
delle Morgan Lost Dark Novels, dal titolo Dove muoiono i clown, ne è un esempio lampante.
All'interno delle tavole di Lola Airaghi e Giovanni Talami, infatti, si possono
ritrovare alcune citazioni particolarmente suggestive, nate sia dalla fantasia
di Claudio Chiaverotti che dall'estro artistico del duo di disegnatori.
La più intrigante è
abilmente nascosta a pagina 20, ed unisce credenza popolare e nerd culture
vintage. Lola Airaghi ritrae uno strano essere, con immancabile maschera di Wallendream, che sembra divertirsi a torturare un motore
dell'aereo sui cui viaggia il nostro Morgan.
L'ispirazione è nata da un episodio della storia serie di fantascienza Ai confini della realtà (The Twilight Zone) intitolato Incubo a 20.000 piedi, con protagonista un giovanissimo William Shatner (il futuro capitano Kirk di Star Trek).
L'episodio della popolare serie televisiva americana citava la leggenda dei gremlins, nella sua accezione orginale, ben distante da quella divenuta più celebre anni dopo con l'omonimo film. Nata nella seconda guerra mondiale, la leggenda dei gremlins è imputabile ai piloti della RAF (la Royal Air Force inglese), che crearono questi esseri dispettosi quasi scherzosamente, accusandoli di divertirsi a giocherellare con i motori dei loro aerei, per trovare una scusa ai frequenti malfunzionamenti dei propri velivoli. Meglio dare la colpa ad uno spiritello che accusare dei meccanici corpulenti, insomma.
L'ispirazione è nata da un episodio della storia serie di fantascienza Ai confini della realtà (The Twilight Zone) intitolato Incubo a 20.000 piedi, con protagonista un giovanissimo William Shatner (il futuro capitano Kirk di Star Trek).
L'episodio della popolare serie televisiva americana citava la leggenda dei gremlins, nella sua accezione orginale, ben distante da quella divenuta più celebre anni dopo con l'omonimo film. Nata nella seconda guerra mondiale, la leggenda dei gremlins è imputabile ai piloti della RAF (la Royal Air Force inglese), che crearono questi esseri dispettosi quasi scherzosamente, accusandoli di divertirsi a giocherellare con i motori dei loro aerei, per trovare una scusa ai frequenti malfunzionamenti dei propri velivoli. Meglio dare la colpa ad uno spiritello che accusare dei meccanici corpulenti, insomma.
Lola e Claudio omaggiano in questo modo sia il mito originario
che l'episodio del telefilm, con una chicca storica che denota la cura infusa nella
realizzazione degli albi. Nel telefilm l'aereo era Douglas DC-7, ma trovandoci
in Francia, per correttezza storica, si è scelto di utilizzare un DC-3.
Ma le sorprese di quest'albo non finiscono qui.
Difficilmente chi ha visto Il grande Lebowski (e chi non lo ha
visto, si penta e rimedi subito!) può essersi perso la citazione ai due
protagonisti più divertenti del film, il Drugo (Jeff Bridges) e Napalm (John
Goodman). Ebbene, questo tocco è tutto merito di Airaghi e Talami, che hanno
inserito questa citazione all'insaputa di Chiaverotti.
Per conoscere bene questi retroscena abbiamo avuto la fortuna
di fare una chiacchierata proprio con una delle due matite di Dove muoiono i clown, Lola Airaghi (la quale già di recente ci aveva deliziato parlandoci della creazione delle copertine degli albi inediti di Brendon, vedi qui).
Con la sua solita simpatia, Lola ci ha confessato alcuni retroscena della lavorazione di questo albo:
Con la sua solita simpatia, Lola ci ha confessato alcuni retroscena della lavorazione di questo albo:
Come di rito, Claudio mi avvisa che mi assegnerà la
puntata delle Dark Novels decisiva, la quale, per combinazione, uscirà nel mese
del suo compleanno...
"Lola, sarà
piena d'azione. Ti va di raccontare tutto il casino che succederà?"
"Claudio, se è decisiva, ci vuole chi destreggia ben bene i motori e le scene d'azione... Facciamo che mi occupo della parte introspettiva e chiamiamo il Talami a spaccar vetrine e palazzi."
"Andata, mi piace."
"Claudio, se è decisiva, ci vuole chi destreggia ben bene i motori e le scene d'azione... Facciamo che mi occupo della parte introspettiva e chiamiamo il Talami a spaccar vetrine e palazzi."
"Andata, mi piace."
Chiamo Giovanni (Talami; NdR) e decidiamo di venirci incontro.
"Io parto da
tavola 1 e tu parti da tavola 64, quando ci si incontra ci si saluta."
Scherzi a parte, abbiamo deciso di gestire ognuno la propria metà e quando
saremmo arrivati a metà della storia (il punto d'incontro) avremmo fatto
vignetta per vignetta con la supervisione dell'altro.
Io come mia
abitudine, cerco documentazione: Parigi, Vienna, Jacques Prévert e Robert
Doisneau come comparse credibili (foto storica con bicchiere di vino), città
con nidi di cicogne per render credibile la periferia austriaca e via
scorrendo...
Lola Airaghi con l'albo Dove muoiono i clown. |
Poi mi viene il trip dei palloncini: a New Heliopolis ci sono i dirigibili che attraversano il cielo, a Parigi mi son divertita a metter le mongolfiere versione sistema solare (c'è anche Plutone, scoperto nel 1930), mentre a Vienna non sapevo come riempire il cielo. La pioggia? No. Nebbia? No. Note musicali? Mmm... Interessante, ma i lettori poi avrebbero gradito sapere quale motivo echeggiava... Note, gambetta... WOW, ha la forma di un palloncino, ci sono i clown... tutto torna!
Claudio non ha
scritto una - che sia una - riga di sceneggiatura menzionando i palloncini. Io rompo le scatole a
tutti per inserirli, tanto che Fabrizio (De Tommaso, il copertinista della serie,
NdR) sceglie di metterli nella copertina. Sono coreografici: dove ci sono loro, ci sono i clown e Vienna diventa la città
dei palloncini.
La cover di Fabrizio De Tommaso per Dove muoiono i clown (piena di palloncini!) |
Le idee a volte nascono così, un po' a caso (anche se non credo che sia casualità...).
Quando ci siamo raggiunti, con Giovanni dovevamo decidere che facce dovevano
avere i clown che avrebbero gestito la trattativa di Wallendream e il Direttore. Abbiamo subito pensato a Jeffrey e Walter, personaggi che per le
loro caratteristiche si prestavano perfettamente nel ruolo.
Ricche le citazioni di altri film e serie tv: ad esempio, una era voluta da Claudio, tratta dal terzo episodio della quinta stagione di Ai confini della realtà. Altre citazioni: la sequenza di
Wallendream che esce dall'ospedale parigino (esistente in quegli anni, vicino
alla Tour Eiffel, visto che L’uomo che uccise Anna Freud, l'episodio precedente - disegnato da Val Romeo - finiva con quella scena)
con la sequenza di Blade Runner in cui l'androide Roy Batty andava a scovare e
catturare l'agente Rick Deckard e poi cambiava i suoi piani.
Morgan, durante un flashback, visualizza il Direttore: lì è voluta la scelta di fare Guernica in versione originale e non horror come dovrebbe essere (e come la ritroviamo più avanti) con lui che acchiappa insetti robot per passare il tempo (se fossero reali lo ammazzerebbero).
Morgan, durante un flashback, visualizza il Direttore: lì è voluta la scelta di fare Guernica in versione originale e non horror come dovrebbe essere (e come la ritroviamo più avanti) con lui che acchiappa insetti robot per passare il tempo (se fossero reali lo ammazzerebbero).
Ecco, sono tutti dettagli che a me piace inserire. Ad esempio, in ogni albo metto sempre uno o più lettori come comparse, per ringraziarli di condividere e seguire il mondo che narriamo.
È reale nell'onirico, perché, così come cito la scena della sedia elettrica riguardante la serie Oz, anche l'impiccagione della tifoseria di Wallendream è una citazione fotografica di Silvio Corbari, partigiano antifascista.
Comparse: il barista rappresentato in questa vignetta è l'organizzatore del Plaza Comics. |
Altre comparse: due lettori di Morgan Lost appassionati di David Lynch. |
È reale nell'onirico, perché, così come cito la scena della sedia elettrica riguardante la serie Oz, anche l'impiccagione della tifoseria di Wallendream è una citazione fotografica di Silvio Corbari, partigiano antifascista.
Dalle parole di Lola emerge quanto lavoro e soprattutto studio ci
sia dietro la realizzazione di un albo delle Morgan Lost Dark Novels. Non si tratta solo di semplici
inserimenti di citazioni, ma emerge un lavoro dettagliato di ricerca di
un'affidabilità storica, che non viene meno solo perché siamo in un mondo
distopico.
Non va trascurato il lavoro di Talami, il quale ha mostrato la sua solita conoscenza dei motori,
riuscendo a creare una delle scene più action della serie, strizzando l'occhio
al cinema americano ma donando alla sequenza una vitalità e un dinamismo
pazzeschi.
Questo nostro excursus all'interno dell'albo di giugno di Morgan
Lost Dark Novels è solo un modo per mostrare quanto mistero e amore ci siano
all'interno delle pagine che ogni mese arrivano in edicola, una fatica che gli
autori compiono con passione (in ogni senso!) per offrire ai lettori sempre
quel quid in più, ringraziandoli della loro fedeltà e dell'affetto con cui
viene seguita la serie.
Chissà cosa ci attende nel prossimo albo, Lisbeth, in arrivo tra
pochissimi giorni.
Manuel Enrico