Letture seriali: Dark Ride di Williamson e Bressan

Un giro a Devil Land, tra brividi e orrore

"Venghino, Signori, Venghino... A Devil Land vi attendono emozioni, adrenalina, divertimento e Morte... non necessariamente la vostra!"

Ci risiamo: al richiamo dell'Horror non dico mai di no, e in questo periodo in cui sta facendo da padrone qui su Letture Seriali (vedi puntate precedenti con titoli come Grim, La Fame o Bloom) eccomi qui ora a parlarvi di nuovi Mostri, Orrori, Terrori e Raccapricci, gentilmente offerti dalle vulcaniche menti e talenti di Joshua Williamson e Andrei Bressan.

Mi riferisco a Dark Ride, la loro più recente prova da autori per Skybound (l'etichetta di Image Comics e Robert Kirkman per cui avevano già firmato quel prezioso gioiellino Fantasy di Birthright) il cui primo volume è appena sbarcato nel catalogo della sempre attenta Saldapress.

Stavolta Williamson torna nei territori già esplorati in Ghosted e Nailbiter, quelli del Brivido e della Paura, qui declinati attraverso un caleidoscopico ed inquietante omaggio alle tante facce del genere, in particolare quello cinematografico, ma non solo.

Se vi chiedessi qual'è proverbialmente l'attrazione più spaventosa di un Luna Park, la risposta sarebbe quasi scontata e farebbe rima con il titolo di uno dei film più noti di Tobe Hooper.

E se a questo punto vi dicessi che esiste un Parco Divertimenti che è come un enorme Tunnel degli Orrori a cielo aperto? Sto parlando di Devil Land, ovvero il teatro delle nostre vicende, creato una cinquantina d'anni fa dalla diabolica mente di Arthur Dante, un genio assoluto e visionario, che ha dato vita - e morte - ad una delle attrazioni turistiche più note al mondo.

Devil Land è una leggenda, e come ogni leggenda nasconde a sua volta segreti e domande che non trovano risposta e che la alimentano come carbone in una caldaia infernale.

Segreti che scoprirà a sue spese il nostro giovane protagonista, lo vedete sulla copertina, un ragazzo di nome Owen Seasons, appena assunto come inserviente stagionale presso il parco, un vero appassionato che conosce tutte le sue attrazioni, la sua storia, ma che stanotte avrà modo di vedere cosa si cela dietro le quinte e gli animatroni, coi loro sorrisi finti e i canini molto... reali.

Detta così, potreste pensare che quella raccontata da Williamson e Bressan sia una sorta di "Horror per Ragazzi Anni '80", come un Piccoli Brividi che incontra Five Nights At Freddy's, ma la verità è che c'è molto di più e dietro l'omaggio più palese e la strizzata d'occhio genuina c'è una storia che non ha paura di osare, sia in termini di colpi di scena e di misteri, che di sangue versato sull'altare del puro intrattenimento da slasher.

Basterebbe forse anche il solo incipit, in un doveroso B/N d'atmosfera, per intuire che questo parco divertimenti cela qualcosa di sinistro sin dalla sua nascita: il laboratorio di un creativo frustrato ed umiliato, una moglie che non smette di urlargli contro, una lotta che inizia con un globo di neve spaccato in testa, unghie che affondano nella carne e termina con due mani strette intorno al collo di una donna, che ben presto smette di agitarsi, esanime.

Un cadavere, il bagagliaio di un'auto, una corsa disperata nella notte in direzione del deserto, una pala per scavare una fossa e sperare che nessuno lo scopra mai.

Una voce sepolcrale, che proviene dalle profondità di quel buco, o forse è solo l'Inferno che ha socchiuso la sua porta, un urlo che si mischierà, decenni dopo, a quello dei tanti visitatori di Devil Land, in preda all'eccitazione e al divertimento.

E non pensiate certo che un posto del genere si gestisca da solo. Certo, attrazioni come "Montagna del Massacro", "Tunnel di Lovecraft", "Vampire Village", "Camp Killer Lake" o la possibilità di mangiare all'iconico "Cannibal Cafè", coinvolgono ogni giorno centinaia di presenze, ma è pur sempre un lavoraccio, specialmente quando vuoi che il brand di famiglia si ramifichi in qualcos'altro, in questi tempi di social e merchandising virale, che non siano solo i video di un tizio fissato coi parchi divertimento e i misteri che circondano il tuo.

Ne sa qualcosa Samhain Dante, il figlio di Arthur, a cui spetta il compito di dirigere la baracca, mentre suo padre da anni fa il recluso, in cerca della prossima grande idea, e sua sorella Halloween si comporta come... beh, il classico stereotipo della bella influencer in cerca di visualizzazioni e click, star con tutti gli onori e gli scandali.

Insomma, penso sia abbastanza chiaro che Dark Ride non è esattamente un semplice Racconto dello Zio Tibia e che non ha intenzione di esaurirsi tanto presto (anche perché, per esigenze di spoiler, ho taciuto su molto altro), quanto piuttosto di dipanarsi, capitolo dopo capitolo, in una discesa verso un Orrore sempre più fondo.

E proprio per questo, risalta il buon lavoro di sceneggiatura di Williamson, che si prende il suo tempo, introduce i personaggi, li fa muovere sulla scena, e solo quando è certo che l'attenzione del lettore sia concentrata verso altro, fa calare il colpo di scena, che come una mannaia ti lacera con la sua crudeltà, amplificata dai disegni di Bressan, sempre più a suo agio quando si tratta di delineare caratteri, espressioni e dare forma a carneficine, certo di poter contare sui colori del sodale Adriano Lucas, anche lui nome noto a chi ha frequentato i lidi di Birthright.

La cromia accompagna così un segno grafico eccellente, donandogli riflessi tenebrosi, che si mischiano a quelli più giocosi e cartooneschi delle mascotte "pupazzose" che si muovono per Devil Land, riuscendo a conferire al tutto quel tono da "Horror Flick on Comic Book", di film dell'Orrore su carta, dove l'inquadratura, in alcuni casi, gioca un ruolo fondamentale.

Non è una storia "Family Friendly", questa, ve lo posso assicurare, proprio come il parco al suo centro, e come la mascotte mirabilmente progettata da Bressan, quel Danny D. Evil, beniamino di grandi e piccini, con suo sorriso e l'espressione buffa, con quegli occhi fissi, vitrei, impersonali, eppure capaci di farti gelare il sangue.

Forse però è solo suggestione, come può far paura un simpatico diavoletto, stampato su magliette e sulla moltitudine di gadget che, insieme ai peluche, vengono venduti nei negozi del parco?

Williamson qui cerca di dare un colpo al cerchio e uno alla botte: costruire il mistero misterioso senza lesinare qualche frecciatina lungo la via, come quella su quanto "moderato" debba essere oggi il genere, forse perché la realtà è ormai sin troppo radicata nell'orrore, nella tragedia, quella reale, quella che ogni giorno ci arriva dalle news.

Eppure Devil Land è proprio il luogo della Fantasia ideale per ricordare che la Paura può essere bella, può essere liberatoria, come un urlo lanciato a squarciagola mentre si sta sul Necronomicoaster, come la scarica di adrenalina di un sano jump-scare, perché, alle volte, tutto quello di cui abbiamo bisogno è solo un pazzo assassino con un machete e una maschera da hockey, che fa a pezzi adolescenti in riva ad un placido lago.

È con questo spirito che Williamson scrive Dark Ride, ne costruisce la mitologia e ne crea i risvolti, mentre flashback futuri ci forniranno dettagli sempre più cupi sul suo fondatore, e ciò che troveremo scavando in essi sarà un abisso forse troppo grande da richiudere, chissà (al solito, ormai è un vizio, anche stavolta mi son spinto "un po' più in là").

Ma quello che conta è dare agli appassionati qualcosa che ameranno, qualcosa che saprà solleticarli, il fumetto che meritano e di cui hanno bisogno, proprio perché consapevoli del genere che tanto apprezzano, pronti a divertirsi dietro ogni pagina.

Quello di Dark Ride è appunto l'Horror liberatorio, quello del brivido sottile, quello del piacere immenso di essere cultori di un genere, apprezzarne la fantasia orrorifica, e cadere vittima di un brivido che è fuga da tutto, piacevole proprio perché non esiste, e sai che una volta spento il televisore, o arrivati ai titoli di coda, o posato il libro sul tavolo, non ti potrà certo inseguire.

E quando la sera gli ultimi visitatori prenderanno la via di casa e i cancelli si chiuderanno, "Devil Land" si spegne, o forse è più corretto dire che è proprio in quel momento che assume vera vita, diventando davvero "divertente" da esplorare.

Un sentimento che Bressan cattura con la sua matita, mossa dal giusto spirito, cogliendo ogni occasione per inserire riferimenti, indugiare nel grand guignol di una vignetta, oppure ancora usare particolari reference per i volti dei personaggi.

Arthur Dante potrebbe ricordarvi un altro pioniere, fondatore di parchi a tema e con tanto di piccola mascotte, oppure ancora, nel volto del già citato streamer riscontrare una somiglianza con un certo fumettista.

Tutto è finalizzato a rendere il fumetto una "corsa oscura", un viaggio sull'ottovolante, che dopo un inizio emozionante, in cui senti la tensione salire mentre si va verso la cima, ci regala una piacevole e panoramica vista mozzafiato sull'intero parco, giusto un attimo prima di lasciarci cadere a tutta velocità verso un imprevedibile che non possiamo evitare, e l'unica cosa che rimane da fare è alzare le braccia, urlare e godersi l'esperienza.

Un'esperienza che rimane sempre immensamente divertente, figlia di un sorriso sornione, perché il Male trova sempre il modo per attirarti a sè.

Perciò, vi consiglio con piacere Dark Ride, e visto che Saldapress lo propone in brossurato, agile e flessibile, ne risulta una lettura perfetta per queste vacanze, per l'estate.

La Stagione che più di ogni altra, fa rima con "Notte Horror"!


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