Letture seriali: W0rldtr33 di James Tynion IV, Fernando Blanco e Jordie Bellaire
Il Codice del Male
Se c'è una "matrice" chiave delle mie Letture Seriali qui su Gli Audaci, è che se James Tynion IV scrive qualcosa, io ve ne parlo: è una sorta di regola non scritta, nascosta tra gli 0 e gli 1 del blog, a cui non riesco proprio ad astenermi e manco ci provo, a dirla tutta.
Lo sceneggiatore pare aver trovato nell'Orrore e nel Mistero una sua personale poetica e dimensione, e da amante del genere, ogni sua nuova incursione in questi meandri è per me ghiotta scoperta, curioso di sapere dove ci condurrà questo ennesimo salto in un'oscura tana del Bianconiglio.
Da quel "Qualcosa che sta uccidendo i bambini", alle Casette al Lago (e al Mare), dai Babbo Natale assassini sino al Babau nell'armadio, Tynion IV trova sempre il modo di rendere affascinanti le sue idee, di trovare il brivido, celato spesso nelle pieghe del quotidiano.
Eccoci così a W0rldtr33, una delle sue ultime fatiche per Image Comics, proposta da Panini Comics in volumi cartonati, di cui è stato edito il primo e il secondo è in dirittura d'arrivo.
Per i disegni di Fernando Blanco e i colori di una Jordie Bellaire in assoluto stato di grazia cromatica e digitale, lo scrittore decide stavolta di mostrarci una sua personale visione del "Dark Web", con particolare accento su Dark e altrettanto particolare flessione su quel Web, ragnatela che ci unisce tutti, da cui non possiamo scappare e che sarà la nostra condanna.
Un racconto a più voci, che inizia con una sfilza di notifiche, provenienti da questo cosiddetto "W0rldtr33". Cos'è? Un social? Un programma? Qualcos'altro? Sappiamo solo che l'uomo che le sta ricevendo, Gabriel, cerca in tutti i modi di non far percepire il suo turbamento. Il suo telefono si riempie di immagini violente, disturbanti, scioccanti.
Mantiene la calma, congeda la sua segretaria, e da un terminale segreto contatta delle persone che, invece, a quella sigla alfanumerica hanno una reazione meno posata. Chi sono? Per ora non ci è dato sapere neanche questo, ma lo scopriremo.
Cambio immagine. Una bellissima donna, dal corpo tatuato e completamente nuda, fissa lo schermo di un portatile seduta sul letto. Si connette a quello che viene definito "Undernet", e l'inquadratura dello schermo ci mostra il POV di qualcuno che va a suonare ad una porta. Apre un signore anziano, uno come tanti, che non fa in tempo a capire cosa sta accadendo che il misterioso visitatore gli taglia la gola. Entra in casa ed uccide anche la consorte dell'uomo.
Agghiacciante, immotivato, violento, sinché l'assassino non si inquadra, davanti ad uno specchio: è un ragazzo, giovanissimo, afferma di aver già ucciso allo stesso modo una quarantina di persone, di apprestarsi a compiere il prossimo omicidio brutale, dando a tutti il benvenuto nel "Nuovo Mondo". La donna nuda e tatuata sorride, maligna e soddisfatta.
Altro cambio immagine, una coppia in un'auto. Lui alla guida parla con lei del fatto di essere molto preoccupato per suo fratello minore, un quindicenne che pare essere incappato in un qualche forum segreto del Dark Web, e lì ha visto un video orribile e spaventoso.
La passeggera piuttosto pare più preoccupata che il suo amico possa uscire di strada, ma per tranquillizzarlo cerca di farlo ragionare, gli dice che il video potrebbe essere un fake e che magari il suo fratellino è solo un adolescente "strano" come tanti altri.
Decide così di cercarlo sui social, e quello che vedrà in diretta streaming sarà qualcosa capace di gelarle il sangue nelle vene e farle venire isteriche lacrime agli occhi...
Mi fermo qui, perché continuare sarebbe fare un torto all'inventiva dell'autore, che qui decide di intingere il pennino nel suo calamaio più nero e cupo, pronto ad intessere una trama che si dipana tra passato e presente, verso un futuro a tinte fosche.
Il Male corre sul web, si alimenta, diventa pandemia inarrestabile di dolore e morte, attraverso i like a quel desiderio voyeuristico di assistere, di esserci sempre, di rimanere connessi perché ormai la nostra vita digitale sta soppiantando quella reale, e dietro i codici, le stringhe e le password si nasconde un letterale vaso di Pandora che attende solo di essere aperto. È già accaduto in passato, e c'è chi ha pensato di essere riuscito a fermarlo. Sbagliando, di grosso.
Così, man mano che la narrazione procede, i protagonisti di quelle prime pagine si spiegano davanti ai nostri occhi, un Who's Who che si arricchisce di sempre nuovi particolari, al pari del mistero, che prende pieghe sempre più surreali, digitali, maligne e perverse, con il sangue che gronda sulla pagina e gli indizi che si accumulano insieme alle domande.
Le risposte arriveranno centellinate, di capitolo in capitolo, per un racconto che non ha intenzione di fermarsi ad una semplice miniserie, ma di proseguire per tutto il tempo che serve, sino alla sua naturale conclusione, quando arriverà.
Ancora una volta, Tynion IV non permette alla metafora, facile o meno che la si voglia intendere, di prendersi tutto lo spazio, monopolizzato dalla narrazione, ma indubbiamente il lettore attento non può che ravvisare tra gli spazi bianchi di dialoghi fiume una critica ad un certo modo di vivere internet e le relazioni social, ben diverse da quelle sociali.
Quell'astio, quel malanimo che sembra correre sottile lungo le maglie del web, finendo per trasformarlo in un ricettacolo di tutti i nostri difetti, tralasciando le virtù.
Ogni cosa è polemica, ogni lamentela diventa notizia, sino quasi a non esserci più un limite a quanto marciume vogliamo gettare in quell'abisso chiamato Rete.
Quel Male che vogliamo contestare, che diciamo non ci appartiene, finisce per attirarci, diventa piacere violento che porta a fini violente, esemplificato da questa affascinante figura dal corpo dipinto e dalle motivazioni assassine.
Così il Dark Net, ormai diventato topos narrativo tanto quanto purtroppo reale, si affianca all'Undernet, presentato come luogo ancora più oscuro, arcano quasi, che si nasconde più in profondità, difficile ma non impossibile da raggiungere, salvo poi pentirsene per tutta la vita e pure oltre.
E nel mondo reale, sta ad un pugno di protagonisti, vecchi ribelli di quando internet era ancora frontiera da esplorare e non quotidianità, arrestarne la pericolosa avanzata.
I loro segreti diventano così quel gancio che serve allo sceneggiatore per imbastire il suo racconto, anche più degli insensati omicidi. I loro rapporti, quel passato comune che li lega, diventano la chiave per appassionarsi sino all'ultima, incredibile, pagina di questo Volume 1, grazie a quel legame empatico che si crea quando presenti figure convincenti, mai di contorno, come dimostra una certa agente speciale con un occhio solo, alla quale non ho accennato prima per ovvi motivi e che vi lascio il piacere di conoscere con la lettura.
Volendo ravvisare dei paralleli con lavori precedenti dello scrittore, si potrebbe pensare alla coralità di protagonisti di The Nice House on the Lake così come a quel mistero in odor di cospirazione tutto intorno a noi che è The Department of Truth (entrambi catalogo Panini, e di cui vi avevo parlato in precedenti Letture Seriali, giusto per reiterare il concetto iniziale).
Ma è il modo in cui decide di impiegare i due mezzi narrativi ad essere differente, anche in quello che poi è l'approccio grafico di Fernando Blanco.
Soprattutto l'enigma, qui non ha quei contorni impalpabili, quasi onirici, del "Dipartimento", anzi si presenta come sin troppo vivido, reale, viscerale, tattile al pari della tastiera sulla quale sto scrivendo questo pezzo. Quando l'incubo travalica lo schermo e tocca il mondo fisico, è un precipizio virtuale che non dà le vertigini, solo i brividi.
Qui entra in gioco il lavoro dell'artista che si poggia su tre punti abbastanza importanti: sull'ottimo character design di tutti i personaggi, sui volti e le espressioni, che punta su sintesi e riconoscibilità. In particolare, nella silhouette dell'affascinante assassina tatuata, si ravvisa l'influenza di un maestro della figura femminile su carta come Guillem March.
La scansione dei dialoghi sulla tavola, un approccio, in concerto con la sceneggiatura, che vede pagine divise in numerose mini vignette quadrate, come fotogrammi di un video che si inseguono velocissimi, inframezzando talvolta immagini che, con una scansione pensata per ottenere lo stesso effetto, s'imprimono sulla retina, dando un ritmo sincopato alla lettura.
Quando invece bisogna rallentare e godersi meglio l'attimo, allora le vignette si fanno meno numerose, più larghe e meno sincopate, per far meglio respirare le informazioni.
Poi abbiamo l'Incubo, inteso come esplosione di violenza, con vera e propria mattanza intrisa di sangue, sia come realtà che si frammenta in milioni di pixel, un glitch tra coscienza e allucinazione che viene rappresentato esattamente così, con un trucco grafico mirabile, al quale fornisce perfetto assist in toni acidi la tavolozza di Jordie Bellaire, impedendogli di sembrare qualcosa di banale e piuttosto risaltando a dovere nell'atmosfera del racconto.
L'attenzione per le cromie si fa qui importante da parte della colorista. Sempre ottima nel suo lavoro, denota in W0rldtr33 un impegno quasi maggiore, anche per meglio amplificare sia gli stati d'animo dei personaggi, dalla paura all'ansia alla furia rabbiosa, sia le scansioni temporali e gli innesti di immagini "altre" su di una stessa tavola a cui accennavo prima.
Insomma, ancora una volta Tynion IV fa "centro", con un'idea creator-owned vincente, appassionante, da divorare, ammirandone ogni tavola e attendendo con ansia il volume successivo per sapere come continua, cercando di indovinare possibili colpi di scena.
E poi sfogliare questa storia in volume fisico, piuttosto che in digitale, mette di sicuro al riparo dalla strana paura pı ʌǝpǝɹ ƃןıʇɔɥɐɹǝ ןo sɔɥǝɹɯo pnɹɐuʇǝ la lettura.
Come dite? Vi è sembrato sia ɐddǝuɐ snɔɔǝsso?
Naaaa, tranquilli... è solo suggestione... forse!