Lorenzo La Neve e Spugna - Da Bonvi al 2025, la macchia persiste
I due autori raccontano La Novell’ Grafik’ di Cattivik a Lo Spazio Audace di Lucca C&G 2025
Lorenzo La Neve e Spugna sono stati ospiti a Lucca Comics & Games 2025 de Lo Spazio Audace – Vignette e caffè, il format di interviste informali, rapide e indolore realizzate al bar, nato dalla collaborazione tra Lo Spazio Bianco e Gli Audaci.
Con loro abbiamo parlato di Cattivik – La Novell’ Grafik’, edito da Gigaciao in occasione dei 60 anni del personaggio, un omaggio al protagonista e ai suoi autori, ma anche una storia dotata di grande personalità (lo abbiamo recensito qui).Partirei con la domanda più banale della storia delle domande: come si scrive la storia di un fumetto che “ha fatto la storia”?
Lorenzo La Neve: Si scrive cercando di capire l’essenza del personaggio e il motivo per cui si tratta di un fumetto che ha fatto la storia della nona arte. Il tutto trasportandolo in un contesto diverso dal solito, più ampio e massiccio, studiando e, soprattutto, divertendosi nello studiare.
Spugna: Concordo totalmente con quanto detto da Lorenzo. Avendo partecipato anch'io al processo di scrittura, per quanto la storia sia, ovviamente, stata concepita da lui, la cosa più importante era riuscire a giocare in modo personale con l’icona senza farsi intimorire troppo, mostrandole comunque il rispetto che merita.
Si vede che siete due autori cresciuti con il personaggio, che lo conoscete molto bene. In particolare, ci sono due momenti, ovvero il dialogo tra Cattivik e Tommaso e la “sequenza onirica” finale, in cui, secondo me, avete proprio centrato il punto, mostrando cosa è, effettivamente, Cattivik: un personaggio che persevera nel fallimento più totale. Perché secondo voi, protagonisti di questo tipo, da Cattivik a Willy il Coyote, sono così iconici?
Spugna: La risposta alla tua domanda, secondo me, risiede nella potenza dello slapstick. Cattivik, se ci pensate, è fisicamente indistruttibile. Ho calcolato che il suo “fattore rigenerativo” è il più potente di qualsiasi altro personaggio dei fumetti.
Anche di Wolverine!
Spugna: Esatto! Cattivik impiega al massimo due vignette a riprendersi da qualsiasi cosa: abbiamo la prima in cui viene massacrato, una seconda vignetta intermedia – a volte nemmeno quella - e infine la terza, in cui si è già rimesso in sesto. Cattivik è un personaggio immortale perché è un fallimento continuo che ignora di essere un fallimento. Un po’ come quello che si dice sul calabrone, no? Secondo la fisica non potrebbe volare ma, non sapendolo, vola lo stesso. Cattivik è uguale, ed è proprio quella la componente più potente che lo rende iconico.
Lorenzo: Cattivik e Willy il Coyote sono entrambi personaggi in cui è molto facile identificarsi, e rispetto a molti prodotti odierni, che cercano di ricreare la loro stessa potenza, non sono per nulla didascalici. Questo aspetto, unito al fatto che fanno morire dal ridere, li ha fatti rimanere nella storia.
Spugna: E poi hanno una componente bellissima che li contraddistingue: la “cazzimma”, il provare a farcela a tutti i costi. Un qualcosa che è senza tempo e che, nel corso dei secoli, è stato declinato in tantissimi personaggi e modi diversi. Il motivo? Funziona sempre.
Sfida nella sfida è quella di aver fatto una storia lunga con Cattivik. Il personaggio nasce e diviene famoso grazie alle strisce, e la forza delle storie di Cattivik, di autori come Silver e Burattini, era proprio quella di riuscire a catturare l’essenza in poche vignette. Come avete fatto a gestire Cattivik all’interno di una vera e propria storia? Voi, giustamente, l’avete chiamata La Novell’ Grafik’, ma potremmo anche vederla come un Cattivik The Movie.
Lorenzo: La risposta alla tua domanda sta proprio in quanto hai detto alla fine, ovvero in Cattivik The Movie. L’approccio alla scrittura è stato proprio quello di applicare la stessa formula già vista per alcuni film tratti da serie animate caratterizzate da episodi brevi. Per fare un esempio, il film di Spongebob, che ho già citato in altre interviste su questo volume e da cui ho preso effettivamente spunto. Si prende il cuore del personaggio, ciò che lo rende quello che è - nel caso di Spongebob il suo essere infantile e stupido - e se ne fa il motore di una vicenda epica, che lo porterà a una qualche evoluzione. In entrambi i casi, sia per Spongebob che per Cattivik, al termine non è lo status quo a cambiare, ma la percezione che i personaggi hanno di loro stessi. Altri esempi interessanti sono il film dei Simpson o l’ultimo delle Tartarughe Ninja. Detto ciò, quello che si è rivelato difficile e complicato non è stato il concepire una storia lunga di Cattivik. Per quello è stato “sufficiente” studiare al meglio il personaggio e strutturare il tutto per bene, coi giusti riferimenti. Molta più attenzione ha richiesto il riuscire a mantenere a livello il registro comico per tutta la durata del racconto. Riuscire a non essere mai noiosi, quella è stata la vera sfida! Fortunatamente, devo dire, il personaggio di Cattivik si presta bene, visto che gli può capitare letteralmente di tutto: non c’è limite a quello che si può fare con lui.
Spugna: L’idea era proprio scrivere una storia lunga di Cattivik che avesse tutti gli elementi tipici delle gag che lo hanno reso famoso. Una storia breve sotto steroidi, fondamentalmente.
Silver ha detto che Cattivik, per chiunque lo abbia scritto e disegnato, è stato un oggetto sul quale sfogare le proprie frustrazioni e attraverso il quale invocare il male su coloro che proprio non sopportiamo. Voi, con questo lavoro, avete esorcizzato qualche vostro demone o scagliato maledizioni a qualcuno in particolare?
Spugna: Quello che fa Cattivik è, fondamentalmente, cercare di “fregare i ricchi”. Che pagassero le tasse! A parte le battute, Cattivik è sempre stato uno specchio della società in cui si muove, no? Negli anni ’90 era pieno di satira politica, di social commentary e anche se, nel nostro caso, non era il focus primario della storia, inevitabilmente un po’ di tutto questo c’è finito dentro, essendo una caratteristica che ormai definirei intrinseca del personaggio. Detto ciò, a me Cattivik suscita talmente tanta empatia che non posso fare a meno di volergli bene qualsiasi cosa faccia. È stato veramente bellissimo poterlo disegnare, visto quanto è stato fondativo per la mia estetica, il mio stile.
Lorenzo: Facendola breve, nessun passaggio esorcizza qualcosa o qualcuno nello specifico. In generale, quello che dice Silver su Cattivik è più vero per gli autori storici del personaggio, ovvero Bonfatti, Sommacal, Bonvi e Silver stesso. Questo perché noi siamo comunque la “seconda generazione” di autori, se si può parlare di seconda generazione per un qualcosa che va avanti da ormai 60 anni, e questa cosa ci consente di avere un occhio più analitico, consapevole, della “ficata” enorme che è Cattivik. Questo perché, prima di essere autori, siamo dei fan, e quindi più che esorcizzare sono stato occupato a divertirmi!
Spugna: È stato decisamente maggiore il fomento per il personaggio in sé e per la possibilità di lavorarci che l’idea di utilizzarlo per prendersela con qualcuno o qualcosa.
Lorenzo: Esatto! Io, per due mesi, ogni mattina mi sono alzato pensando che oggi, a lavoro, dovevo occuparmi di scrivere una storia su Cattivik. Che bella vita! Non potevo fare a meno di non essere felice. È così che, se vogliamo, abbiamo “esorcizzato” la monnezza dell’esistenza attraverso il personaggio.
Una cosa che, infatti, è emersa fin dalla prima storia breve, che poi è stata raccolta nel volume antologico Tutto un altro Lupo Alberto (sempre edito da Gigaciao), è come l’accoppiata Spugna/Cattivik sia qualcosa di perfetto, che non poteva essere altrimenti. Alla luce di quanto hai appena detto, di quanto Cattivik sia stato formativo per te, ti voglio chiedere: è stato semplice e naturale lavorare con il personaggio tanto quanto sembra emergere dalle tavole?
Spugna: Senza girarci troppo intorno, ti dico di sì. A riguardo, c’è una riflessione che ultimamente mi sto trovando a raccontare spesso. Con l’operazione Tutto un altro Lupo, Lorenzo ha chiamato, e continua a chiamare, tanti disegnatori diversi a confrontarsi con i personaggi di Silver. Rimanendo su Cattivik, per la box limitata rilasciata da Gigaciao sono stati coinvolti anche alcuni membri di Trincea Ibiza, il collettivo di cui faccio parte, a cui è stato chiesto di realizzare una propria versione del personaggio per andare a comporre una serie di illustrazioni. Ecco, a me sembra che tutti gli altri disegnatori che vedo lavorare su Cattivik siano migliori di me. Il perché? La risposta che mi sono dato è che, o almeno così mi sembra, loro vadano a stravolgere maggiormente il personaggio, mentre nel mio caso si tratta di un qualcosa talmente insito nel mio DNA che, nonostante lo abbia in parte passato attraverso la mia lente deformante, è rimasto comunque lo stesso. Questo perché io, detta in parole povere, vengo da lì. Cattivik, in particolare quello disegnato da Bonfatti e Sommacal, è uno dei miei primi grandi amori fumettistici dell’infanzia. Ho letteralmente imparato a disegnare leggendo i fumetti di Cattivik che, da piccolo, compravo in edicola. Il mio modo di fare i denti, i cerotti, gli energumeni, la barbetta ispida e le cicatrici con le cuciture deriva proprio da lì, e quindi sì, è stato facile lavorare con Cattivik. Credo di aver fatto solamente un paio di pagine di bozzetti di volti per vedere come funzionava la sua faccia. Per il resto è stato tutto lineare, e bellissimo.
Hai già in parte risposto, ma cerco di approfondire un po' la domanda precedente. Cattivik si è evoluto molto dalla prima idea di Bonvi, passando per Silver, Bonfatti e Sommacal. Il tuo Cattivik riflette molto quello di cui eri lettore, ma è comunque un personaggio tuo, con un segno originale. Che cosa hai aggiunto a quello che gli altri disegnatori già avevano dato al personaggio?
Spugna: Innanzitutto mi sono concentrato molto sulle espressioni del volto. Non che gli autori che hai citato non siano fortissimi in questo, sono assolutamente dei maestri, ma è un aspetto su cui amo molto lavorare, per cercare di spingere, esagerare. Oltre a questo, mi sono concentrato su qualche altro piccolo dettaglio estetico, come il movimento delle mani, la posizione degli arti e il cercare di disegnare il più possibile le gengive. L’ho trovato un metodo efficace per rendere il personaggio più mio, visto che i grandi disegnatori di Cattivik si sono spesso limitati a disegnarlo col classico sorrisone. Questi sono stati alcuni dei “trucchetti” che ho adoperato, ma come dicevamo prima il tutto è stato molto naturale e senza particolari sforzi.
La dedica di Lorenzo La Neve e Spugna per Lo Spazio Audace.
C’è una cosa che salta immediatamente agli occhi anche solo aprendo di sfuggita il libro, che viene trasmessa in automatico al lettore, ovvero come voi due vi siate trovati perfettamente a vostro agio nel lavorare insieme. Una sinergia quasi unica.
Lorenzo: Io e Spugna ci conosciamo da tempo e abbiamo già lavorato insieme, ma credo che buona parte del funzionamento di questa sinergia derivi dal fatto che entrambi siamo grandissimi fan di Cattivik. Avevamo perfettamente chiaro in mente quello che volevamo fare e il contesto nel quale lo facevamo. Un contesto in cui, detta proprio terra terra, Silver ci ha detto: “fate quello che vi pare”. A quel punto siamo stati noi, più che Silver, a imporci dei limiti. Se fosse stato per quest’ultimo avremmo potuto esagerare anche molto più di come abbiamo fatto. Per entrambi è un libro importantissimo. Abbiamo messo il turbo per non sbagliare una virgola: lo volevamo perfetto.
Più di Lupo Alberto?
Lorenzo: Eh, in un certo senso sì. Io sono sempre stato un grande lettore di entrambi allo stesso modo, mentre credo che Spugna sia più fan di Cattivik.
Spugna: Sì, devo dire che voglio più bene alla “mamma”, ovvero Cattivik.
Lorenzo: Per Lupo Alberto ho scritto circa 45 storie brevi, mentre per Cattivik circa 8. Il personaggio lo conosco bene, ma la differenza è che fino ad ora mi ero sempre mosso nel territorio delle storie brevi, seppur pazze. In questo caso, invece, mi sono trovato a dover scrivere una storia lunga con protagonista uno dei miei personaggi preferiti di sempre. Ho dovuto realizzare, tra virgolette, il film di Cattivik, il quale doveva comprendere anche il “Cattivik regolare”. La Novell’ Grafik’, infatti, non è un progetto di rottura come Tutto un altro Lupo Alberto: è una cosa che si inserisce nel filone classico, e quindi sì, in questo senso è un libro più importante dell’altro. Non per una questione artistica, ma per le modalità.
Spugna: È stato un percorso molto emozionante e, devo dire, non privo di ansie. Mi sono ritrovato più volte, durante i mesi di lavorazione, a vivere con il cervello spaccato in due, perché da un lato è vero che faccio questo lavoro da tanti anni e quindi sono un professionista, nel senso che i fumetti ho già dimostrato a me stesso di saperli fare, ma dall’altro avevo le vene che mi pulsavano e mi ricordavano che stavo letteralmente realizzando un sogno che neanche sapevo di avere. Se cinque anni fa mi avessero detto che, in futuro, avrei disegnato un volume celebrativo per i 60 anni di Cattivik, non gli avrei di certo creduto. Era un qualcosa che non avevo nemmeno come obiettivo nella vita perché non credevo proprio fosse possibile, e invece è successa, e pure in un modo, devo dire, estremamente naturale. A proposito, voglio ringraziare di cuore Silver perché sta facendo una cosa che, secondo me, oltre a essere importantissima, è proprio sana, ovvero permettere a qualcuno con una sensibilità analoga, ma anche diversa dalla sua, di maneggiare i suoi personaggi, dando a questi qualcosa di nuovo, anche se poi il risultato è estremamente nella continuità. Non c’era infatti alcuna volontà di stravolgere, di rilanciare, di fare una rilettura postmoderna di Cattivik, poiché secondo noi è assolutamente perfetto così com'è. A riprova di questo, dopo solo un giorno e mezzo che siamo a Lucca, e la cosa ci scalda il cuore, siamo stati inondati dall’amore che i lettori hanno per il personaggio. La gente, a quanto pare, non vedeva l’ora di avere una storia del genere di Cattivik! Poi magari ci siamo beccati un centinaio di matti e nei prossimi giorni non verrà più nessuno. Speriamo di no!
L’ultima domanda è più una curiosità. Il personaggio di Tommaso rappresenta un po’ tutti i fan di Cattivik, e forse uno più di tutti. Visto che il nome di Spugna è proprio Tommaso, volevo chiedere a Lorenzo se hai pensato il personaggio in questione anche per fare una sorta di regalo a Spugna, introducendolo letteralmente nel mondo di Cattivik.
Lorenzo: Voglio essere totalmente sincero: no. In realtà sto realizzando questa cosa adesso qui con te. L’origine del nome del personaggio è poco interessante e c’entra poco col libro, però, già che ci siamo, parliamone. Conosco un tipo, a Roma, che di nome fa Marco Orfei: un pazzo totale che, tempo fa, andava in onda al Ruggito del Coniglio, la trasmissione radiofonica. Il suo compito era solamente fare dei versi, e questa cosa che faceva era il “boccanaso”. Il cognome del personaggio di Tommaso omaggia questa cosa, mentre il nome l'ho scelto semplicemente per fare la rima. Io, tra l’altro, lui [indica Spugna, n.d.r.] non l'ho mai chiamato Tommaso in vita mia: per me è Spugna. A dirla tutta, quella di Tommaso non è stata nemmeno una mia idea. Io, sia in questo caso come per tutte le storie di Tutto un altro Lupo, parlo sempre con il disegnatore per capire cosa vorrebbe fare. Spugna mi disse che, secondo lui, avremmo dovuto inserire un fan di Cattivik sfegatato. Era una grande idea, che ha aperto a tutta una serie di scenari pazzi, e così abbiamo deciso di tenerla.
Spugna: Devo dirti che anche io non ho sentito un vero e proprio trasporto emotivo verso il personaggio di Tommaso mentre lo disegnavo. Anzi, l’idea iniziale era proprio quella di tratteggiarlo in maniera tale che il lettore gli “volesse male”. Chi è questo rompiscatole? Speriamo che lo picchino! Questo era un po’ il pensiero che volevo il lettore avesse su Tommaso. Questo almeno all’inizio, perché col tempo, ed è una cosa inevitabile, a forza di disegnarlo finisce che ti ci affezioni. È la stessa cosa che mi è successa qualche anno fa con Otto, un personaggio presente nei due volumi che io e Marco Taddei abbiamo realizzato per Feltrinelli [Quarta Guerra Mondiale, Vita da Soldatinen, n.d.r.]. Sono personaggi che subiscono ma a cui alla fine gli si vuole bene. Detto ciò, l’assoluto protagonista del mio cuore, per quanto riguarda questo volume, è ovviamente Cattivik. Viva Gigaciao, che ha creduto nel progetto e ha dato in stampa il libro.
Intervista a cura di Andrea Martinelli, Giovanni Dacò e David Padovani, realizzata durante Lucca Comics & Games 2025.
Trascrizione di Andrea Martinelli.
Lorenzo La Neve
Lorenzo La Neve, sceneggiatore e art director, è co-fondatore di BMR Production, realtà di spicco dell’autoproduzione italiana. È il curatore e principale autore di Tutto un altro Lupo, la serie revival di Lupo Alberto, e ideatore della collana YEA per Gallucci Editore, che ha curato per due anni. Dal 2025 entra a far parte del team di Gigaciao. Ha scritto diverse graphic novel per Becco Giallo Editore: Voglio! Un’Avventura della Pozzoli’s Family, Pinguini Tattici Nucleari a Fumetti, Rosa Grezzo, Amore e Sugna. Per DeAgostini ha scritto La Fabbrica Dei Rapper e per Barta Editore Giungla Urbana. Con Lillo Petrolo, è autore de La Banda delle Mezze Calzette (DeAgostini). A Lucca Comics & Games 2025 presenta Cattivik La Novell’ Grafik’ scritta da lui e disegnata da Spugna, pubblicata da Gigaciao.
Spugna
Spugna è fumettista e illustratore, autore di Una brutta storia (Grrrz Comic Art Books, 2014), per Hollow Press pubblica The Rust Kingdom (2017) a cui seguono Fingerless (2020), Rusted Tales (2022), Fat Rot Things - solo tagli freschi (2024) e Fat Rot Things - menù di pesce (2025). Disegnatore dei volumi La quarta guerra mondiale e Vita da soldatinen su testi di Marco Taddei (Feltrinelli, 2021 e 2022), ha realizzato un episodio per Dylan Dog Color Fest (Sergio Bonelli, 2022). Fa parte del collettivo Trincea Ibiza, con cui ha realizzato il volume Nove Maghi (2023) e il gioco di carte Spaccapianeti (2024). Ha vinto tre Premi Boscarato del Treviso Comic Book Festival, come autore rivelazione 2015, miglior autore di copertina 2020, Miglior Artista (sceneggiatura e disegno) a ex aequo nel 2021 e il Premio Micheluzzi Nuove strade del Napoli Comicon nel 2018.
















