Li troviamo solo quando sono morti vol. 1
A lezione di sci-fi cosmica da Al Ewing e Simone Di Meo
Che Al Ewing avesse una buona dimestichezza con la sci-fi (e in particolare la fantascienza stellare) era cosa nota. A partire da The Ultimates ² e passando per l'evento Empyre, fino a giungere alla recente gestione di Guardians of the Galaxy e a S.W.O.R.D. (e senza trascurare le incursioni fantascientifico-religioso-esistenziali della sua acclamata run su The Immortal Hulk), negli ultimi anni lo sceneggiatore britannico è riuscito a conquistare il pubblico d'oltreoceano guadagnandosi una meritata fetta di popolarità.
Anche il talento di Simone Di Meo non è una novità assoluta. Lo avevamo conosciuto tempo fa su vari progetti per diversi editori italiani (ne trovate menzione ad esempio qui, qui, qui e qui) e avevamo notato il suo stile dinamico in particolare nello splendido lavoro su una serie di webcomics da lui ideata su testi di Leonardo Favia, Australia per l'etichetta Wilder; in seguito è approdato negli States, dove ha ottenuto grandi riscontri come disegnatore della serie regolare di Mighty Morphin Power Rangers per BOOM! Studios e dell'incontro tra i Power Rangers e i Teenage Mutant Ninja Turtles, ai quali si è aggiunto il lavoro per le major (in Marvel su Venom, Old Man Logan e The Immortal Hulk: The Best Defense, proprio in coppia con Ewing; in DC Comics sul recente Harley Queen: Future State e come cover artist per Challenge of the Super Sons). Il suo nome è uno di quelli che qualsiasi casa editrice statunitense sa di non doversi lasciare sfuggire.
Insomma, singolarmente queste due firme del fumetto contemporaneo avevano già dimostrato la loro stoffa. Per questo, sulla carta, l'annuncio di una nuova serie creator-owned targata BOOM! Studios, frutto della collaborazione tra Ewing & Di Meo, era plausibilmente foriero di una buona riuscita, anche in considerazione del recente exploit della casa editrice con serie decisamente notevoli (citiamo giusto Something is killing the children, mentre di Seven Secrets parleremo prossimamente).
Eppure, nonostante tutte le premesse fin qui enunciate, il primo volume di Li troviamo solo quando sono morti (in originale We only find them when they're dead) supera persino le più rosee aspettative.
Questa nuova saga fantascientifica racchiude il meglio dello stile di entrambi gli autori, giunti a un grado di maturità tale da dar vita a un contesto narrativo affascinante e originale, che mescola sense of wonder a riflessioni esistenziali su quesiti di enorme entità.
È la storia, ambientata in un lontano futuro, dell'equipaggio della nave autoptica Vihaan II. La nave, guidata dal capitano Malick, viaggia verso i confini dello spazio conosciuto alla ricerca di cadaveri di mastodontici Dei alieni per ottenere risorse vitali per la razza umana. È il viaggio di un uomo che cerca di scoprire una verità imprevedibile e di arrivare a ottenere qualcosa di più, cercando non più Dei ormai defunti bensì un Dio ancora in vita. Al suo fianco troviamo dei comprimari molto interessanti che contribuiscono a rendere umana e al contempo avvincente la trama.
Un percorso emozionante, ricco di colpi di scena e di trovate meravigliose, frutto della mente di un narratore sofisticato e dell'ingegno immaginifico, ma anche dello stile visionario di un artista che non ama assopirsi su soluzioni visive ormai consolidate, optando piuttosto per un'esaltante esplorazione (è il caso di dirlo) delle frontiere della narrazione per immagini ma anche delle percezioni dei lettori.
La trama imbastita da Al Ewing ha il pregio di non essere assimilabile ad altre storie lette o viste o giocate in passato. I richiami obbligatori ai classici di un certo genere di fantascienza (da Star Trek ad Alien, giusto per citarne due) non ingabbiano l'estro dello sceneggiatore, che pianifica un world building elaborato ma anche di facile accesso per chi fruisce la storia. Molto interessante lo sviluppo contestuale su diversi piani temporali, che permette sia di richiamare informazioni sul passato dei personaggi mediante riusciti flashback, sia di rendere dinamica la struttura della narrazione.
I disegni di Simone Di Meo sono di una bellezza abbacinante. La scelta delle inquadrature, la disposizione obliqua e anomala di alcune vignette, l'apertura spettacolare e improvvisa a splash page di notevole impatto: queste sono solo alcune delle caratteristiche che rendono speciali le sue tavole. Molto interessante la contrapposizione tra la claustrofobia degli ambienti chiusi, come la nave spaziale o le navicelle, e la sensazione di grandeur dello spazio cosmico, che serve a contenere l'immensità di un Dio su carta. La colorazione rappresenta un ulteriore valore aggiunto per queste tavole: il colore suggerisce, racconta, fornisce chiavi interpretative immediate che non necessitano sempre di dialoghi o didascalie.
Siamo insomma di fronte a uno degli esordi dell'anno, un racconto convincente e appassionante, già accolto negli States con notevole favore dal pubblico e ora approdato in Italia in questa splendida edizione targata Edizioni BD.
Edizioni BD, maggio 2021
Assistenza ai colori: Marialaura Miotti
Traduzione: Federico Salvan
Lettering italiano: Vincenzo Rey Scognamiglio