Symposium Club
Chi lo segue da sempre sa bene che Andrea Cavaletto, visionario creativo a 360 gradi, è in grado ogni volta di inventare mondi inquietanti, sulla scorta dei grandi maestri della letteratura e del cinema, e reinventare sé stesso in una continua e sempre più vorticosa discesa nell'imo dell'animo umano.
I lettori del blog più audace che ci sia lo conoscono molto bene per via delle nostre recensioni della sua opera giustamente più famosa, Paranoid Boyd, del volume cannibale biografico Charles Manson – Figlio dell’uomo (2017), e del destabilizzante romanzo grafico Madre (2018), e hanno potuto seguire in questi anni l'evoluzione del suo lavoro di artista.
Il suo percorso oggi fa tappa alle origini del tutto. Ebbene sì, Cavaletto in questa sua nuova prova autoriale, realizzata graficamente dal talentuosissimo Attila Schwanz, artista che raccoglie allori in Italia e in giro per il globo terracqueo, dopo essersi arrampicato si appoggia - letteralmente - sulle spalle dei giganti del mito greco e realizza quello che è il suo capolavoro.
Sì, perché di questo si tratta. Un vero capolavoro.
Il merito della grande riuscita di questo parto artistico è da dividere equamente tra il tracotante soggetto di Cavaletto (parlare dei problemi della contemporaneità ammantandoli dell'aura sempiterna del mito) e l'esaltante prestazione grafica di Schwanz (un'orgia o, meglio, un baccanale di colori e segni che farà la felicità di Dioniso stesso e del dionisiaco che è in ognuno di voi).
Baccanale, dicevamo... Infatti, in un turbinio di sesso, perversione e violenza vediamo l’evoluzione e la nascita di due eroi mitologici greci, Teseo e Perseo (Tommaso e Domiziano), che avrebbero fatto venire la pelle d’oca ai cantori dell’antica Grecia, e illuminato il caro vecchio Omero.
Cavaletto non rinuncia a tornare (i lettori più attenti lo ricorderanno in quella chicca assolutamente per collezonisti che è stato il numero 0 di Paranoid Boyd) su una sua antica ossessione: l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001. È infatti su quelle immagini, che rappresentano meglio di qualsiasi altra cosa il Big Bang della contemporaneità, che si concentrano le frustrazioni della protagonista, Melissa (chi di voi ha pensato all'album di debutto del 1983 dei diabolici Mercyful Fate di King Diamond?), la quale, più che una ninfa mitologica che produce miele, a noi sembra una strega frutto della globalizzazione che stilla verde nettare venefico dagli occhi.
Gli schizzi del suddetto pazzo nevrotico trovano l’anima gemella nella storia di un altro pazzo, questa volta però psicotico e si fondono armoniosamente creando un'opera a cavallo tra l'horror psicologico e il pulp più scabroso, avvincente ma non di facile assimilazione.
Infatti, contenuti e disegni non sono per tutti, anzi, sono riservati solo ai palati più sopraffini. Per questo il Symposium Club al centro della quest dei protagonisti, proprio come l'opera Symposium Club che dovete avere tra le mani, diventa un luogo riservato ad alcuni prescelti: solo chi è pronto al sacrificio sarà degno di banchettare nel giardino delle delizie e nel tavolo degli dèi, dove potrà cogliere tutti quei frutti inimmaginabili e nascosti nel profondo del proprio subconscio più perverso.
Straordinario come storia e fumetto siano diventati la stessa cosa.
Lettori audaci, non lasciatevi sfuggire Symposium Club: potreste perdere una delle migliori uscite di questo nuovo anno che gli dèi ci hanno concesso per estinguerci.
Rolando Veloci & GC
N.B. Qui trovate l'intervista ai due autori.