Kay - La guerra del buio #1
Kay - La guerra del buio è la nuova proposta Bonelli in esclusiva per il circuito delle fumetterie. Ogni albo ha una foliazione di 160 pagine ed è in formato tankobon, lo stesso con cui è stato pubblicato Attica di Giacomo "Keison" Bevilacqua (13x18 cm in bianco e nero): in pratica è il nuovo manga made in Bonelli, anche se, per dirla tutta, non si tratta di una proposta inedita nella sostanza così come lo è nella forma.
Da un punto di vista di linguaggio fumettistico e di confezione del prodotto, l'impressione sin da subito è che il progetto non abbia seguito gli stessi presupposti di Attica in fase progettuale. Laddove la serie di Keison era un sin dal concept pensata per riprodurre gli stilemi dei manga a livello narrativo e grafico, la lettura del primo numero di Kay - La guerra del buio ha il sapore del riconfezionamento a posteriori di un'opera pensata per un'altra veste.
È ben evidente infatti che queste storie non siano state pensate originariamente per il formato in cui vengono ora proposte: come anticipato qui, si tratta della riproposizione in maniera integrale e coerente di una lunga saga fantascientifica precedentemente presentata in maniera aperiodica su serie appartenenti all'universo narrativo di Nathan Never (nello specifico, la storia di questo primo numero era apparsa in origine su Agenzia Alfa #31 del 2014). La saga si è sviluppata nel corso di vari anni sulle pagine di Agenzia Alfa, giungendo a conclusione nel 2019 con una storia breve presentata sulla serie mensile di Nathan Never e con un numero dello Speciale annuale di fine anno (curioso altresì notare come il nome e il logo di Nathan Never non appaiano praticamente mai in Kay - La guerra del buio).
Tutti questi albi avevano il classico formato "quaderno" bonelliano: è anche per questo che alcune tavole sembrano un po' soffrire di questo rimpicciolimento ad hoc.
La miniserie, composta da dieci episodi in tutto, copre un arco narrativo che coinvolge passato, presente e futuro remoto ed è incentrata su Kay, una giovane dotata di poteri telepatici, e sulla sua lotta contro le forze dell'oscurità.
La sceneggiatura di Alessandro Russo e Stefano Piani si muove su due piani temporali che mostrano caratteristiche diverse: un futuro dai connotati pienamente fantascientifici, nel pieno di una guerra in corso, e un presente narrativo da teen drama, tra amicizie, gite scolastiche e avventure adolescenziali. Due contesti differenti che, se vogliamo, contribuiscono poco alla piena caratterizzazione della serie per un lettore casuale, che difficilmente riuscirà a inquadrare la storia all'interno di un genere, nonostante la chiusura che ricollega i due contesti, accomunati ovviamente dalla presenza della protagonista (in veste differente nelle due scansioni temporali).
Le tavole, rispettivamente ad opera di Stefano Martino e Anna Lazzarini, mostrano contesti e approcci differenti: più dinamico e "libero" il primo, più statica e "convenzionale" la seconda.
Merita una menzione la cover inedita di Massimo Dall'Oglio. L'autore rappresenta forse una delle scelte migliori possibili, sia per le sue qualità come disegnatore che per la sua estrema conoscenza del mondo dei manga (non è un caso se uno degli episodi migliori della saga, I figli del buio su Agenzia Alfa #38, sia proprio disegnato da lui, così come memorabile è l'ultimo numero di Nathan Never: Generazioni realizzato insieme ad Antonio Serra e Adriano Barone e sempre appartenente al filone "mangofilo").
La cover di Massimo Dall'Oglio per il secondo numero, in uscita il 16 giugno. |
In definitiva, un'opera che potrebbe raccogliere consensi da chi legge i manga ma ancor più da chi segue Nathan Never, pur non presentando un inizio pienamente incisivo al punto da convincere fino in fondo il lettore occasionale o chi non sia già appassionato di questo filone narrativo.
Il sommo audace