Dylan Dog Color Fest #31

Something different


Il trentunesimo Color Fest di Dylan Dog, pubblicato a novembre, rischia di passare inosservato nel mare di novità dylaniate che hanno imperversato nella scorsa edizione di Lucca (dal matrimonio di Dylan Dog al prologo dell'incontro con Batman, fino all'atteso numero quattrocento della serie regolare).
La storia invece merita attenzione per alcuni motivi che spiegheremo a seguire.



Ingaggiato dalla bella Lorna Gale, l'inquilino di Craven Road si mette sulle tracce di un serial killer che fa letteralmente a pezzi giovani donne dall'aspetto identico tra loro.
Questa la trama, semplice e alquanto lineare.
Oltre al ritorno di Giuseppe De Nardo, l'albo dal titolo Selezione innaturale è caratterizzato dalle matite e i colori di Toni Bruno, proprio l'autore di autoproduzioni nonché di volumi notevoli quali Kurt Cobain – Quando ero un alieno (Ed. BD), Da quassù la terra è bellissima (Bao Publishing, Premio Speciale della Giuria ai Gran Guinigi 2016) e La Belgica (Bao).
Una scelta particolarmente riuscita, quella di coinvolgere Toni Bruno, con la sua visione altamente autoriale e peculiare. Molto interessante osservare il suo approccio, a cavallo tra l'underground e la sintesi del fumetto francobelga, al servizio di un albo dai connotati puramente bonelliani in termini di linguaggio fumettistico e impostazione delle tavole. Bruno riesce a mantenere infatti la propria impronta stilistica pur rispettando i canoni della gabbia bonelliana, sebbene la sua aderenza al realismo sia evidentemente meno stringente rispetto a molti altri albi Bonelli (ma proprio le testate legate a Dylan Dog nel corso degli anni hanno abituato i lettori a un variegato apporto stilistico, che innegabilmente ha costituito da sempre uno dei punti di forza delle storie).


Le tonalità piatte della sua colorazione hanno un gusto squisitamente retrò che ben si combina con il plot imbastito da De Nardo, un intreccio giallo dai toni hard boiled, con parentesi altamente splatter.
La storia si dimostra insomma globalmente avvincente e dalla splendida resa visiva.
Unica nota un po' stonata è la verbosità di alcune sequenze, che tende a rallentare il ritmo della lettura e renderlo meno fluido di quanto avrebbe potuto essere.

Per gli amanti della continuity, segnaliamo che gli agganci sono alquanto blandi e la storia dovrebbe ambientarsi prima dell'inizio del ciclo della meteora, sia per via dell'assenza di riferimenti all'arrivo della meteora stessa che per la presenza di Rania e Carpenter: quest'ultimo evidentemente non ha ancora subito le ripercussioni degli avvenimenti di Dylan Dog #396 (Il suo nome era guerra, di Giovanni Eccher e Luigi Siniscalchi), per cui è ragionevole ipotizzare che gli avvenimenti narrati siano precedenti ai recenti sconvolgimenti della serie regolare.


Chiudiamo con una piccola parentesi sul futuro.
Il prossimo numero del trimestrale, rispettando l'ormai consolidata alternanza tra una storia unica autoconclusiva e tre episodi brevi da 32 pagine, si preannuncia come un altro di quegli albi sperimentali che catturano al meglio il senso profondo di questa collana. Con il titolo di Altre visioni, il trentaduesimo Color Fest ospiterà infatti tre storie realizzate rispettivamente: da Piero Dall'Agnol in qualità di autore completo (con tavole mozzafiato, stando alle anticipazioni condivise alcuni mesi fa dal curatore Roberto Recchioni), da Marco Nucci, Isaac Friedl e Yi Yang (autori finora, tra le altre cose, di varie graphic novel) e infine da Alessandro Baggi come autore completo (come già nella splendida Di mostri, incubi e ragazze nel Dyd Color Fest #24).
Abbiamo validi motivi per riporre le nostre migliori aspettative in questo nuovo albo, in uscita l'8 febbraio.

Il sommo audace


Dylan Dog Color Fest #31 - Selezione innaturale

Copertina: Toni Bruno
Data: novembre 2019
Sergio Bonelli Editore

Soggetto e sceneggiatura: Giuseppe De Nardo
Disegni e colori: Toni Bruno



Per le immagini: © 2019 Sergio Bonelli Editore.

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