Dylan Dog #399 - Il matrimonio di Dylan Dog
Finché meteora non vi separi
Ancor prima di essere pubblicato, Oggi sposi, numero 399 della serie regolare di Dylan Dog scritto da Roberto Recchioni con i disegni di Corrado Roi, Marco Nizzoli, Luca Casalanguida, Nicola Mari, Sergio Gerasi e Angelo Stano, ha fatto parlare di sé. E non tanto per l'incredibile team artistico (che pure comprende alcuni tra i più amati e talentuosi artisti della testata) e neppure perché si tratta del numero che precede il famigerato quattrocentesimo albo della serie, bensì per l'ormai nota decisione dell’Indagatore dell’Incubo di convolare a nozze con... Groucho, il suo assistente!
(Inevitabilmente faremo qualche spoiler sulla trama. E se pensate di sapere già come andrà a finire, aggiungiamo che ci sono tante altre cose che si scoprono solo durante la lettura, per cui... Proseguite a vostro rischio e pericolo!)
Leggendo l'albo, man mano che le pagine scorrono e il mosaico si fa più denso e intrigante, si ha la sensazione che, se fino a questo numero il ciclo della meteora sembra essere andato avanti a una certa velocità, improvvisamente, dopo aver ingranato la marcia, tutto inizia ad assumere la sua forma definitiva, quella che era stata immaginata sin dall'inizio della saga. Un ciclo che ha avuto alti e bassi ma che innegabilmente è riuscito a continuare a tenere alta l'attenzione dei lettori fino a ora.
Lo stesso Roberto Recchioni, durante un recente incontro a Lucca Comics & Games, ha affermato che solo dopo aver letto il numero 399 i lettori si sarebbero accorti che anche molti elementi presentati nei numeri precedenti, apparentemente slegati tra loro, in realtà dovevano avere esattamente una determinata posizione all'interno dei singoli episodi. In questo senso l'albo è un po' la summa del percorso di curatela recchioniana degli ultimi cinque anni, punto d'arrivo sotto l'aspetto narrativo e momento ideale per riannodare i fili lasciati in sospeso.
Nella storia viene messo in risalto il personaggio di John Ghost, comparso in maniera consistente solo negli episodi in cui accade qualcosa di veramente importante a livello di continuità narrativa. Ancora una volta la sua figura e quella dello sceneggiatore/curatore si (con)fondono, facendo di entrambi il deus ex machina della continuity dylandoghiana attuale: come il biondo miliardario ha condotto Dylan Dog a compiere alcune azioni, manovrandolo e manipolando le persone che gli stanno attorno, così Recchioni ha lavorato nella cabina di regia della serie regolare facendo in modo che le storie avessero un filo conduttore fino ad arrivare qui. E a proposito di continuity, finalmente assistiamo alla lotta contro il famigerato Sovrintendente, uno degli elementi rimasti in sospeso nei numeri scorsi, in un confronto che contiene sapienti richiami al crossover tra Dylan e Dampyr pubblicato un paio d'anni fa.
Tutta la sceneggiatura mostra un'impronta decisamente recchioniana, a partire dalla scansione temporale molto ben progettata, con un racconto che procede in maniera non lineare ma tramite dei salti temporali, efficaci a livello narrativo nel centellinare le informazioni su ciò che sta accadendo e fare le varie rivelazioni nel momento giusto. Anche il ritmo forsennato, le frasi a effetto e i colpi di scena a ripetizione portano il marchio evidente di un autore che sembra ora aver abbandonato le ultime reticenze residue nello scrivere Dylan Dog ed essersi appropriato della serie al fine di sceneggiare, nel bene o nel male, il "suo" Dylan Dog. Il tema dell'eredità raccolta da Tiziano Sclavi e l'esigenza di far proprio in qualche modo il personaggio sono argomenti che caratterizzano le storie dylaniate a firma di Recchioni sin da Spazio Profondo, episodio - pubblicato ormai cinque anni fa - che sanciva l'inizio della gestione dell'autore romano. Su questo tornerà in maniera più compiuta nel numero 400, come vedremo nei prossimi giorni analizzando questo importante tassello della saga dell'Indagatore dell'incubo.
Riguardo il linguaggio utilizzato nella narrazione, tutta la sequenza disegnata da Luca Casalanguida, con la contrapposizione tra i "buoni" e i vampiri nazisti, "sembra il finale di un film di supereroi", come suggerirà lo stesso Groucho durante una delle scene più concitate e dall'impronta decisamente action che caratterizzano questa battaglia, con dialoghi che paiono ripresi da un "film d'azione degli anni '80", come chiosa lo stesso Dylan in maniera alquanto metafumettistica. Scene che ripercorrono alcune delle influenze e suggestioni che Recchioni da sempre utilizza per la sua scrittura, dal fumetto americano al cinema anni '80.
Come già evidenziato da Luca Valtorta nell'ormai nota intervista su Repubblica di qualche giorno fa, certamente la battaglia tra un ispettore di colore e una sergente musulmana contro un esercito di vampiri con lo stendardo nazista può assumere ulteriori significati, nemmeno troppo celati dal punto di vista ideologico (del resto, come non citare a tal proposito l'indimenticabile invito alla memoria sul nazismo in Doktor Terror, Dylan Dog #83, storia peraltro quanto mai attuale viste le recenti derive della destra in Europa e in Italia e gli incommentabili problemi di memoria sull'olocausto di alcuni esponenti del neofascismo?).
Da annotare poi la presenza di numerose guest star, come si conviene per eventi di tale portata: non staremo a citarli tutti, ma alcuni volti sono davvero delle gradite sorprese (e in alcuni casi si va ben oltre il limite della sospensione dell'incredulità, ma in questa occasione va decisamente bene così...). È un modo per portare avanti quel gioco di rimandi tra autori e lettori al quale la serie non è mai stata estranea.
Se dovessimo cercare un difetto nella narrazione, probabilmente sarebbe quello di aver messo sin troppa carne al fuoco per un singolo albo di 94 tavole, rendendo gli avvenimenti in alcuni passaggi eccessivamente concitati, ove invece avrebbero meritato forse maggiore spazio. L'idea finale è quella di una certa frammentarietà del racconto.
Sono presenti inoltre ampie dosi di metafumetto, come spesso accade nelle sceneggiature recchioniane: dai personaggi che ritornano in scena solo per il dichiarato desiderio di chiudere le proprie sottotrame rimaste in sospeso, fino alle intriganti affermazioni di John Ghost, spesso aperte a ulteriori significati (su tutte, l'enunciazione delle teorie sulla "fisica fantastica" e la splendida tavola in cui Ghost chiede a Dylan una spiegazione esplicita dei meccanismi narrativi che sottendono alle sue stesse storie). Ma il ruolo cardine in questo senso spetta naturalmente a Groucho, il quale in un'importante splash page disegnata da Sergio Gerasi non solo spiega il senso profondo e simbolico del matrimonio, ma aggiunge: "Insensato? Certo! Assurdo? Di sicuro! Stupido? Senza alcun dubbio! Patetico? Può essere! Ma umano... Meravigliosamente umano."
Parole che suonano un po' come un dialogo tra il lettore (che ha appena visto la copertina dell'albo e ha appreso il colpo di scena, ovvero che Dylan sposerà Groucho) e l'autore/curatore che si trova a fugare poeticamente ogni dubbio.
Si tratta d'altronde di un numero davvero unico, "una riflessione sulla forza dell’amore in tutte le sue forme e sfaccettature", come riportato dalla Bonelli nei comunicati di presentazione dell'albo. Su questo, lo stesso Recchioni si è trovato a precisare che "non è uno scherzo, non è una gag, non è un escamotage: è un matrimonio d’amore". Leggendo la storia, il concetto si comprende fino in fondo.
La copertina di Gigi Cavenago riporta alla mente alcune storie a fumetti dedicate a eventi analoghi: su tutte, citiamo questa tavola di Alex Ross sul matrimonio tra Reed Richards e Susan Storm (associazione già evidenziata alcune settimane fa su Fb da Andrea Gagliardi).
Non solo: trattasi di un'illustrazione destinata di per sé a generare reazioni. La prima potrebbe essere una risata, visto il ruolo di Groucho e la sua proverbiale attitudine all'ironia. A seguire, riflettendoci seriamente, si avverte una certa sensazione di straniamento abbinata al desidero di saperne di più.
Una questione da affrontare, in tal senso, è la risonanza mediatica dell'evento, legata all'annuncio fatto il 30 ottobre su Repubblica (in concomitanza con la diffusione dell'albo, che è stato presentato in anteprima agli stand lucchesi della Casa editrice di via Buonarroti, ma che sarà in edicola a partire dal 29 novembre). In molti tra i lettori si sono lamentati per l'enorme spoiler contenuto già nel titolo dell'articolo e nella copertina del quotidiano. Fino a quel momento infatti, le informazioni a riguardo erano state oculatamente diffuse con il contagocce, al punto che anche la cover del numero 399 era stata pubblicizzata in maniera incompleta per non svelare il nome della persona con cui sarebbe convolato a nozze l'Indagatore dell'incubo.
Nell'articolo in questione, invece, viene svelato in anteprima non solo con chi si sarebbe sposato Dylan Dog ma anche come si sarebbe evoluta la serie (e il numero 400 in particolare, anticipando alcuni dettagli forse non strettamente necessari, a parere del sottoscritto), con l'aggiunta di interessanti riflessioni sul presente e sul futuro della testata e del personaggio fatte da Recchioni insieme al giornalista Luca Valtorta e allo stesso Tiziano Sclavi.
Come affermato sempre dallo sceneggiatore romano a Lucca, “lo spoiler non è tanto Dylan che sposa Groucho quanto come e perché lo fa. Quando morì Superman si sapeva da mesi che sarebbe accaduto: ma la vera sorpresa erano le motivazioni. Perché due personaggi che si sa essere eterosessuali si sposano e si sposano tramite il loro nemico, John Ghost? Lo leggerete... Stanley Kubrick diceva: 'Il come, non il cosa' e noi 'sposiamo' questa filosofia”.
Tutto questo assume contorni spiazzanti e più che altro provocatori, ma scavando sotto la superficie tutto risulta sostanzialmente coerente con la natura dei personaggi. Consigliamo in tal proposito di leggere bene la storia per farsi un'idea compiuta, anche considerando che il matrimonio viene ben inserito all'interno del contesto narrativo che lo supporta.
La natura intrinseca dello "specchietto per le allodole" della cover e della pubblicizzazione del matrimonio/evento risiede proprio nel far credere di parlare di qualcosa e poi inevitabilmente concentrarsi su qualcos'altro.
In ogni caso, quest'albo certamente non mancherà di far discutere a lungo anche al di fuori del mondo del fumetto (come del resto era successo, ad esempio, con Mater Morbi per il tema dell'eutanasia, ma anche ai tempi della censura e della supposta istigazione alla violenza da parte dei fumetti, rievocati in Caccia alle streghe, giusto per fare due esempi). Mettere in copertina questo matrimonio e mettere in cantiere la storia di per sé rappresenta un'implicita presa di posizione su un argomento molto dibattuto come i matrimoni gay, a prescindere dalle circostanze e dalle modalità con cui tale evento ha luogo. Una scelta coraggiosa in tempi dove sembra che fomentare l'odio rappresenti sempre e comunque la scelta più popolare.
"Nonostante il mondo stia per finire, non dobbiamo smettere di lottare in nome di quello in cui crediamo. È questa l'unica maniera in cui possiamo resistere all'entropia..."
Con queste parole, proferite da Dylan Dog nelle pagine iniziali della storia, viene esplicitato uno dei concetti principali che sottendono l'episodio, cruciale non solo per il ciclo della meteora ma anche per la serie in generale. Una storia basata sui sentimenti e sul valore emotivo dei personaggi, che dunque probabilmente funzionerà in maniera proporzionale con quanta dimestichezza si ha con il mondo di Dylan Dog. Una storia, in ogni modo la si guardi, speciale.
E speciali sono senz'altro alcune tavole, davvero stupende. In particolare la sequenza iniziale, affidata a un impeccabile Corrado Roi con le sue suggestive e macabre ombre, ma anche le significative poche tavole realizzate rispettivamente da Nicola Mari e Sergio Gerasi. Se poi Nizzoli si concentra sul lato citazionistico e denso di easter eggs, Casalanguida dà sfogo alla componente action/horror, lasciando poi la lirica e suggestiva conclusione all'unico disegnatore che avrebbe potuto realizzarla: il maestro Angelo Stano, con un'ultima tavola che lascia il lettore davvero in spasmodica attesa del numero 400 (non a caso, l'albo celebrativo sarà realizzato in buona parte sempre da Stano).
Insomma, un albo che al solo annuncio ha fatto scalpore, ha scatenato le reazioni più disparate e ha diviso i lettori (e continuerà a farlo, probabilmente).
Ma su questo non possiamo che concordare con gli autori e con la casa editrice: Dylan Dog non può e non deve essere un fumetto rassicurante, né percorrere sentieri sicuri e tranquilli, ma è giusto che conservi quella forza prorompente che lo ha portato a diventare un fenomeno editoriale e di costume, a rappresentare la società contemporanea raccontando le paure, le ansie, le ipocrisie, la follia e tutto ciò che ci rende umani.
"Oggi sposi"
SERIE: Dylan Dog
NUMERO: 399
DATA: novembre 2019
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Corrado Roi, Marco Nizzoli, Luca Casalanguida, Nicola Mari, Sergio Gerasi e Angelo Stano
COPERTINA: Gigi Cavenago
Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore.
Ancor prima di essere pubblicato, Oggi sposi, numero 399 della serie regolare di Dylan Dog scritto da Roberto Recchioni con i disegni di Corrado Roi, Marco Nizzoli, Luca Casalanguida, Nicola Mari, Sergio Gerasi e Angelo Stano, ha fatto parlare di sé. E non tanto per l'incredibile team artistico (che pure comprende alcuni tra i più amati e talentuosi artisti della testata) e neppure perché si tratta del numero che precede il famigerato quattrocentesimo albo della serie, bensì per l'ormai nota decisione dell’Indagatore dell’Incubo di convolare a nozze con... Groucho, il suo assistente!
(Inevitabilmente faremo qualche spoiler sulla trama. E se pensate di sapere già come andrà a finire, aggiungiamo che ci sono tante altre cose che si scoprono solo durante la lettura, per cui... Proseguite a vostro rischio e pericolo!)
Leggendo l'albo, man mano che le pagine scorrono e il mosaico si fa più denso e intrigante, si ha la sensazione che, se fino a questo numero il ciclo della meteora sembra essere andato avanti a una certa velocità, improvvisamente, dopo aver ingranato la marcia, tutto inizia ad assumere la sua forma definitiva, quella che era stata immaginata sin dall'inizio della saga. Un ciclo che ha avuto alti e bassi ma che innegabilmente è riuscito a continuare a tenere alta l'attenzione dei lettori fino a ora.
Lo stesso Roberto Recchioni, durante un recente incontro a Lucca Comics & Games, ha affermato che solo dopo aver letto il numero 399 i lettori si sarebbero accorti che anche molti elementi presentati nei numeri precedenti, apparentemente slegati tra loro, in realtà dovevano avere esattamente una determinata posizione all'interno dei singoli episodi. In questo senso l'albo è un po' la summa del percorso di curatela recchioniana degli ultimi cinque anni, punto d'arrivo sotto l'aspetto narrativo e momento ideale per riannodare i fili lasciati in sospeso.
Nella storia viene messo in risalto il personaggio di John Ghost, comparso in maniera consistente solo negli episodi in cui accade qualcosa di veramente importante a livello di continuità narrativa. Ancora una volta la sua figura e quella dello sceneggiatore/curatore si (con)fondono, facendo di entrambi il deus ex machina della continuity dylandoghiana attuale: come il biondo miliardario ha condotto Dylan Dog a compiere alcune azioni, manovrandolo e manipolando le persone che gli stanno attorno, così Recchioni ha lavorato nella cabina di regia della serie regolare facendo in modo che le storie avessero un filo conduttore fino ad arrivare qui. E a proposito di continuity, finalmente assistiamo alla lotta contro il famigerato Sovrintendente, uno degli elementi rimasti in sospeso nei numeri scorsi, in un confronto che contiene sapienti richiami al crossover tra Dylan e Dampyr pubblicato un paio d'anni fa.
Tutta la sceneggiatura mostra un'impronta decisamente recchioniana, a partire dalla scansione temporale molto ben progettata, con un racconto che procede in maniera non lineare ma tramite dei salti temporali, efficaci a livello narrativo nel centellinare le informazioni su ciò che sta accadendo e fare le varie rivelazioni nel momento giusto. Anche il ritmo forsennato, le frasi a effetto e i colpi di scena a ripetizione portano il marchio evidente di un autore che sembra ora aver abbandonato le ultime reticenze residue nello scrivere Dylan Dog ed essersi appropriato della serie al fine di sceneggiare, nel bene o nel male, il "suo" Dylan Dog. Il tema dell'eredità raccolta da Tiziano Sclavi e l'esigenza di far proprio in qualche modo il personaggio sono argomenti che caratterizzano le storie dylaniate a firma di Recchioni sin da Spazio Profondo, episodio - pubblicato ormai cinque anni fa - che sanciva l'inizio della gestione dell'autore romano. Su questo tornerà in maniera più compiuta nel numero 400, come vedremo nei prossimi giorni analizzando questo importante tassello della saga dell'Indagatore dell'incubo.
Riguardo il linguaggio utilizzato nella narrazione, tutta la sequenza disegnata da Luca Casalanguida, con la contrapposizione tra i "buoni" e i vampiri nazisti, "sembra il finale di un film di supereroi", come suggerirà lo stesso Groucho durante una delle scene più concitate e dall'impronta decisamente action che caratterizzano questa battaglia, con dialoghi che paiono ripresi da un "film d'azione degli anni '80", come chiosa lo stesso Dylan in maniera alquanto metafumettistica. Scene che ripercorrono alcune delle influenze e suggestioni che Recchioni da sempre utilizza per la sua scrittura, dal fumetto americano al cinema anni '80.
Come già evidenziato da Luca Valtorta nell'ormai nota intervista su Repubblica di qualche giorno fa, certamente la battaglia tra un ispettore di colore e una sergente musulmana contro un esercito di vampiri con lo stendardo nazista può assumere ulteriori significati, nemmeno troppo celati dal punto di vista ideologico (del resto, come non citare a tal proposito l'indimenticabile invito alla memoria sul nazismo in Doktor Terror, Dylan Dog #83, storia peraltro quanto mai attuale viste le recenti derive della destra in Europa e in Italia e gli incommentabili problemi di memoria sull'olocausto di alcuni esponenti del neofascismo?).
Da annotare poi la presenza di numerose guest star, come si conviene per eventi di tale portata: non staremo a citarli tutti, ma alcuni volti sono davvero delle gradite sorprese (e in alcuni casi si va ben oltre il limite della sospensione dell'incredulità, ma in questa occasione va decisamente bene così...). È un modo per portare avanti quel gioco di rimandi tra autori e lettori al quale la serie non è mai stata estranea.
Se dovessimo cercare un difetto nella narrazione, probabilmente sarebbe quello di aver messo sin troppa carne al fuoco per un singolo albo di 94 tavole, rendendo gli avvenimenti in alcuni passaggi eccessivamente concitati, ove invece avrebbero meritato forse maggiore spazio. L'idea finale è quella di una certa frammentarietà del racconto.
Sono presenti inoltre ampie dosi di metafumetto, come spesso accade nelle sceneggiature recchioniane: dai personaggi che ritornano in scena solo per il dichiarato desiderio di chiudere le proprie sottotrame rimaste in sospeso, fino alle intriganti affermazioni di John Ghost, spesso aperte a ulteriori significati (su tutte, l'enunciazione delle teorie sulla "fisica fantastica" e la splendida tavola in cui Ghost chiede a Dylan una spiegazione esplicita dei meccanismi narrativi che sottendono alle sue stesse storie). Ma il ruolo cardine in questo senso spetta naturalmente a Groucho, il quale in un'importante splash page disegnata da Sergio Gerasi non solo spiega il senso profondo e simbolico del matrimonio, ma aggiunge: "Insensato? Certo! Assurdo? Di sicuro! Stupido? Senza alcun dubbio! Patetico? Può essere! Ma umano... Meravigliosamente umano."
Parole che suonano un po' come un dialogo tra il lettore (che ha appena visto la copertina dell'albo e ha appreso il colpo di scena, ovvero che Dylan sposerà Groucho) e l'autore/curatore che si trova a fugare poeticamente ogni dubbio.
Si tratta d'altronde di un numero davvero unico, "una riflessione sulla forza dell’amore in tutte le sue forme e sfaccettature", come riportato dalla Bonelli nei comunicati di presentazione dell'albo. Su questo, lo stesso Recchioni si è trovato a precisare che "non è uno scherzo, non è una gag, non è un escamotage: è un matrimonio d’amore". Leggendo la storia, il concetto si comprende fino in fondo.
Una questione da affrontare, in tal senso, è la risonanza mediatica dell'evento, legata all'annuncio fatto il 30 ottobre su Repubblica (in concomitanza con la diffusione dell'albo, che è stato presentato in anteprima agli stand lucchesi della Casa editrice di via Buonarroti, ma che sarà in edicola a partire dal 29 novembre). In molti tra i lettori si sono lamentati per l'enorme spoiler contenuto già nel titolo dell'articolo e nella copertina del quotidiano. Fino a quel momento infatti, le informazioni a riguardo erano state oculatamente diffuse con il contagocce, al punto che anche la cover del numero 399 era stata pubblicizzata in maniera incompleta per non svelare il nome della persona con cui sarebbe convolato a nozze l'Indagatore dell'incubo.
Nell'articolo in questione, invece, viene svelato in anteprima non solo con chi si sarebbe sposato Dylan Dog ma anche come si sarebbe evoluta la serie (e il numero 400 in particolare, anticipando alcuni dettagli forse non strettamente necessari, a parere del sottoscritto), con l'aggiunta di interessanti riflessioni sul presente e sul futuro della testata e del personaggio fatte da Recchioni insieme al giornalista Luca Valtorta e allo stesso Tiziano Sclavi.
Come affermato sempre dallo sceneggiatore romano a Lucca, “lo spoiler non è tanto Dylan che sposa Groucho quanto come e perché lo fa. Quando morì Superman si sapeva da mesi che sarebbe accaduto: ma la vera sorpresa erano le motivazioni. Perché due personaggi che si sa essere eterosessuali si sposano e si sposano tramite il loro nemico, John Ghost? Lo leggerete... Stanley Kubrick diceva: 'Il come, non il cosa' e noi 'sposiamo' questa filosofia”.
Tutto questo assume contorni spiazzanti e più che altro provocatori, ma scavando sotto la superficie tutto risulta sostanzialmente coerente con la natura dei personaggi. Consigliamo in tal proposito di leggere bene la storia per farsi un'idea compiuta, anche considerando che il matrimonio viene ben inserito all'interno del contesto narrativo che lo supporta.
La natura intrinseca dello "specchietto per le allodole" della cover e della pubblicizzazione del matrimonio/evento risiede proprio nel far credere di parlare di qualcosa e poi inevitabilmente concentrarsi su qualcos'altro.
In ogni caso, quest'albo certamente non mancherà di far discutere a lungo anche al di fuori del mondo del fumetto (come del resto era successo, ad esempio, con Mater Morbi per il tema dell'eutanasia, ma anche ai tempi della censura e della supposta istigazione alla violenza da parte dei fumetti, rievocati in Caccia alle streghe, giusto per fare due esempi). Mettere in copertina questo matrimonio e mettere in cantiere la storia di per sé rappresenta un'implicita presa di posizione su un argomento molto dibattuto come i matrimoni gay, a prescindere dalle circostanze e dalle modalità con cui tale evento ha luogo. Una scelta coraggiosa in tempi dove sembra che fomentare l'odio rappresenti sempre e comunque la scelta più popolare.
"Nonostante il mondo stia per finire, non dobbiamo smettere di lottare in nome di quello in cui crediamo. È questa l'unica maniera in cui possiamo resistere all'entropia..."
Con queste parole, proferite da Dylan Dog nelle pagine iniziali della storia, viene esplicitato uno dei concetti principali che sottendono l'episodio, cruciale non solo per il ciclo della meteora ma anche per la serie in generale. Una storia basata sui sentimenti e sul valore emotivo dei personaggi, che dunque probabilmente funzionerà in maniera proporzionale con quanta dimestichezza si ha con il mondo di Dylan Dog. Una storia, in ogni modo la si guardi, speciale.
E speciali sono senz'altro alcune tavole, davvero stupende. In particolare la sequenza iniziale, affidata a un impeccabile Corrado Roi con le sue suggestive e macabre ombre, ma anche le significative poche tavole realizzate rispettivamente da Nicola Mari e Sergio Gerasi. Se poi Nizzoli si concentra sul lato citazionistico e denso di easter eggs, Casalanguida dà sfogo alla componente action/horror, lasciando poi la lirica e suggestiva conclusione all'unico disegnatore che avrebbe potuto realizzarla: il maestro Angelo Stano, con un'ultima tavola che lascia il lettore davvero in spasmodica attesa del numero 400 (non a caso, l'albo celebrativo sarà realizzato in buona parte sempre da Stano).
Insomma, un albo che al solo annuncio ha fatto scalpore, ha scatenato le reazioni più disparate e ha diviso i lettori (e continuerà a farlo, probabilmente).
Ma su questo non possiamo che concordare con gli autori e con la casa editrice: Dylan Dog non può e non deve essere un fumetto rassicurante, né percorrere sentieri sicuri e tranquilli, ma è giusto che conservi quella forza prorompente che lo ha portato a diventare un fenomeno editoriale e di costume, a rappresentare la società contemporanea raccontando le paure, le ansie, le ipocrisie, la follia e tutto ciò che ci rende umani.
Il Sommo Audace
"Oggi sposi"
SERIE: Dylan Dog
NUMERO: 399
DATA: novembre 2019
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Roberto Recchioni
DISEGNI E CHINE: Corrado Roi, Marco Nizzoli, Luca Casalanguida, Nicola Mari, Sergio Gerasi e Angelo Stano
COPERTINA: Gigi Cavenago
Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore.