Underground – Figli del ressentiment
Suehiro Maruo partorisce un’opera polimorfa e allucinatoria, tra fiction e cronaca, in mezzo ai fermenti della seconda era Shōwa
Migeru sogna di diventare un mangaka, ma finora le sue tavole non hanno incontrato il favore di alcun editore. Orfano di entrambi i genitori, ha lasciato la provincia giapponese ancora minorenne, come tanti dei suoi coetanei, e si è trasferito nella capitale alla ricerca del successo. Qui è saltato da un lavoro all’altro e alla fine, disoccupato, è andato a vivere nella baracca presa in affitto da una lontana parente di nome Sachiko. I due si aggirano tra le luci e le ombre di una Tokyo anni Sessanta, impietosa e bruciante di cambiamento, presa nella lotta dei movimenti studenteschi e del miracolo economico – una città dai mille volti. Così sono spettatori di una rinascita generale che pare tuttavia averli lasciati indietro.
Ultima fatica del maestro dell’ero guro, Underground (Coconino Press, 2025) è un’opera polimorfa che racconta di sottoculture e frustrazione, di filosofia e storia, di trauma generazionale e personale. Suehiro Maruo imbastisce un intreccio febbrile e sconclusionato (nella miglior accezione del termine) che prende a schiaffi il lettore con vignette di un’autenticità così crudele da lasciare senza fiato.
Il disegno in sé, inteso come caratterizzazione del tratto, per quanto evoluto rispetto alle opere del passato, quali Midori - La ragazza delle camelie e Il vampiro che ride, non gode di un rinnovamento sostanziale. La maturità del sensei è però evidente nel design complessivo delle tavole, nella regia e nell’impostazione del racconto. Maruo dà prova una consapevolezza del medium senza precedenti: la sceneggiatura fonde testo e immagini fino a renderli un’unica, pulsante sostanza.
Underground non cerca mai l’effetto “wow” a tutti i costi, ma costruisce invece un crescendo grottesco di contrasti che accelera fino a confondere realtà e immaginazione, spietatezza e ironia, speranza e fallimento.
La parola chiave è ressentiment: un sentimento di ostilità che scavalca la vicenda personale e diventa mantra collettivo, spirito della generazione. La vicenda di Migeru e Sachiko sgocciola oltre le giunture della fiction e si mescola alla storia del Giappone con incredibile spirito naturalista. I personaggi e le opere che si aggirano sulle pagine di Underground descrivono uno spettro di figure che vanno dalla pura invenzione alla cronaca, senza mai veramente fermarsi né toccare gli estremi. Per cui abbiamo un serial killer realmente esistito, un cialtrone che somiglia a una star della musica, una ragazza che è riuscita a sfondare nel mondo dello spettacolo e che potrebbe essere chiunque e nessuna. Ciascuno di essi, a modo suo, incarna la gloria e il tradimento della seconda era Shōwa.
Underground
Storia e disegni: Suehiro Maruo
Traduzione: Giacomo Calorio
Progetto grafico e adattamento: Livio Tallini
A cura di: Paolo La Marca, Livio Tallini
Casa editrice: Coconino Press (ed. giapponese: Kadokawa Corporation)
Data di pubblicazione: 3 ottobre 2025
Formato: 17 x 24 cm, brossura con sovraccoperta, a colori
Ultima fatica del maestro dell’ero guro, Underground (Coconino Press, 2025) è un’opera polimorfa che racconta di sottoculture e frustrazione, di filosofia e storia, di trauma generazionale e personale. Suehiro Maruo imbastisce un intreccio febbrile e sconclusionato (nella miglior accezione del termine) che prende a schiaffi il lettore con vignette di un’autenticità così crudele da lasciare senza fiato.
Il disegno in sé, inteso come caratterizzazione del tratto, per quanto evoluto rispetto alle opere del passato, quali Midori - La ragazza delle camelie e Il vampiro che ride, non gode di un rinnovamento sostanziale. La maturità del sensei è però evidente nel design complessivo delle tavole, nella regia e nell’impostazione del racconto. Maruo dà prova una consapevolezza del medium senza precedenti: la sceneggiatura fonde testo e immagini fino a renderli un’unica, pulsante sostanza.
Underground non cerca mai l’effetto “wow” a tutti i costi, ma costruisce invece un crescendo grottesco di contrasti che accelera fino a confondere realtà e immaginazione, spietatezza e ironia, speranza e fallimento.
La parola chiave è ressentiment: un sentimento di ostilità che scavalca la vicenda personale e diventa mantra collettivo, spirito della generazione. La vicenda di Migeru e Sachiko sgocciola oltre le giunture della fiction e si mescola alla storia del Giappone con incredibile spirito naturalista. I personaggi e le opere che si aggirano sulle pagine di Underground descrivono uno spettro di figure che vanno dalla pura invenzione alla cronaca, senza mai veramente fermarsi né toccare gli estremi. Per cui abbiamo un serial killer realmente esistito, un cialtrone che somiglia a una star della musica, una ragazza che è riuscita a sfondare nel mondo dello spettacolo e che potrebbe essere chiunque e nessuna. Ciascuno di essi, a modo suo, incarna la gloria e il tradimento della seconda era Shōwa.
Maruo non cerca il gusto dell’autofiction né della storia romanzata. Il suo è un medley allucinatorio delle mitologie passate e future del Giappone, terra di yokai e pop art, di samurai e tecnologie d’avanguardia: un Paese che “ce l’ha fatta”, una nazione prostrata dal dogma del successo.
Underground è, in questo, un’opera sì dal grande valore documentaristico, ma anche terribilmente attuale.
Angelo Maria Perongini
Underground
Titolo originale: An Gura
Storia e disegni: Suehiro Maruo
Traduzione: Giacomo Calorio
Progetto grafico e adattamento: Livio Tallini
A cura di: Paolo La Marca, Livio Tallini
Casa editrice: Coconino Press (ed. giapponese: Kadokawa Corporation)
Data di pubblicazione: 3 ottobre 2025
Formato: 17 x 24 cm, brossura con sovraccoperta, a colori
Prezzo: €22







