Le letture del mese: novembre 2025

Cosa legge la redazione audace? Ecco sei fumetti che abbiamo letto nelle scorse settimane e di cui abbiamo finalmente modo di parlare

Ci sono fumetti che leggiamo ma di cui non abbiamo modo, per un motivo o per un altro, di parlare in maniera ampia. Opere che finiscono in un limbo, spesso immeritatamente, e che invece desideriamo trattare, anche solo per poche righe. Possono essere fumetti appena usciti o recuperi o ristampe o semplicemente volumi che attendevano da tempo sul comodino il loro momento.

Così, per dare spazio a ciò che legge la redazione, abbiamo pensato a un apposito spazio corale dal titolo Le letture del mese: brevi recensioni di fumetti sui quali pensiamo di avere qualcosa da dire!

Buone letture!


Speciale Dylan Dog #39 - Ai confini del crepuscolo di Alessandro Bilotta e Nicola Mari (Sergio Bonelli Editore)

Croce e delizia della serialità: spesso uno sceneggiatore può realizzare tutte le storie di una saga, mentre chi disegna può cambiare, per motivi produttivi, andando a creare una certa discontinuità e dando vita peraltro a sodalizi creativi non sempre riusciti. Per fortuna questo non è il caso degli Speciali di Dylan Dog. Se dal 2015 ormai ogni anno le sceneggiature sono appannaggio di Alessandro Bilotta (prima per Il Pianeta dei Morti, ora per il ciclo del Progetto Hicks), i disegnatori cambiano ma restano "nelle sue corde". È il caso ad esempio di Nicola Mari, che torna a collaborare con lui dopo aver dato origine a questo nuovo ciclo nello Speciale del 2022, artista sublime dallo stile oscuro che è assolutamente perfetto per Ai confini del crepuscolo.
La felice intuizione bilottiana consiste nel far convergere il concetto di zona del Crepuscolo, caro a chi conosce e apprezza la mitologia di Dylan Dog sin dalle sue origini, con le teorie dei Crepuscolari. Il movimento letterario dell'inizio del XX secolo si incarna qui in dei giovani nichilisti disillusi dalla vita che si rifugiano in una morte apparente.
È un racconto di orrore esistenziale dove il tema della ricerca della vita eterna, centrale nella produzione bilottiana degli ultimi anni (da Dylan Dog a Eternity, ma già presente nel Dylan di Sclavi), torna efficacemente alla ribalta.
Un altro, riuscitissimo, stratagemma narrativo, consiste nel rielaborare l'immobilismo e la ciclicità che caratterizzava la zona del Crepuscolo attraverso un'atmosfera quasi fiabesca, mostrando un Natale anticipato in cui la città è coperta dalla neve, in un tempo quasi sospeso, che fa perdere le coordinate spaziotemporali e pertanto si adegua efficacemente alle tematiche trattate (sia nei classici dylaniati che in questa nuova storia) con una sceneggiatura caratterizzata, rispetto ai precedenti Speciali, dall'uso delle didascalie che contribuiscono al tono di una narrazione da fiaba oscura.

Giuseppe Lamola



The Witcher - Corvo Bianco di Bartosz Sztybor, Corrado Mastantuono e Matteo Vattani (Panini Comics)


"Dona un Maestro al tuo Witcher".
E che Maestro, oserei dire: semi-cito quel tormentone, perché non importa che vi siate appassionati a The Witcher per la serie Netflix e la mascella di Henry Cavill, non conta che voi amiate Geralt di Rivia per via della saga videoludica piuttosto che per quella letteraria di Sapkowski. Quando sale in cattedra un Corrado Mastantuono, sai già che la sua arte può rendere una "semplice" miniserie un appuntamento da non mancare.
È questo il caso di Corvo Bianco, una delle più recenti pubblicazioni di Panini Comics dedicate allo Strigo, impreziosita proprio dalla matita del grande artista italiano.
Mastantuono non ha certo bisogno di presentazioni, nome eccellente di Topolino, Tex e Magico Vento, a suo agio con il registro comico quanto quello drammatico. Un incontro, quello con Geralt, che sembra scritto nel destino, e a metterci lo zampino l'occhio attento dello sceneggiatore Bartosz Sztybor che lo ha voluto al suo fianco.
Sztybor scrive una trama ideale, in questo senso, forte della sua esperienza in CD Projekt Red, pensata come seguito del DLC finale di The Witcher 3: Geralt si è ritirato a vita tranquilla nel suo vigneto, provando a produrre del buon vino e passando le giornate nell'ozio e nella contemplazione. Con Yennefer al suo fianco, il passato è solo un ricordo, ma non per molto, tra mercenari, tagliagole, contese territoriali e colpi di scena.
Un'ultima missione che, riletta in altro modo e cambiando alcuni fattori, ha in sé molti tratti da Western, con Mastantuono che non si tira indietro di fronte alla sfida, mostrando ancora una volta come "Italians Do It Better", con tavole che sono un incanto, perfette nel character design così come nelle tante scene d'azione, al pari di quelle sensuali o violente, il tutto con quel suo segno ormai inconfondibile per gli amanti del fumetto di casa nostra.
Magari queste opere "derivate" non sono il vostro forte, ma Corvo Bianco è uno di quei rari casi in cui basta solo essere amanti del buon fumetto e della grande illustrazione (oltre che fan del personaggio, naturalmente)!

Il Nerdastro



Don Zauker di Emiliano Pagani & Daniele Caluri (Feltrinelli Comics)


Ogni tanto mi rileggo le storie dedicate al più importante membro ecclesiastico partorito da menti, illuminate, fumettistiche. Lo faccio perché:
Mi fanno sempre molto ridere.
Le trovo perfettamente a fuoco nel rappresentare larga parte della nostra società.
Mi intristiscono per il motivo precedente.
Sono perfette come manuale per chi vuole iniziare a fare fumetti, partendo da storie brevi.
Io sono della fazione che, nel raccontare, far commuovere i lettori sia estremamente più facile e semplice che farli ridere; ma far ridere qualcuno e, contemporaneamente, farlo riflettere non è solo una faticaccia ma è un gigantesco merito. 
È un fumetto moralista ma nel senso più alto, nel senso che non si fa scrupoli a raccontare i lati più beceri e paraculi dell’Italia, sottolineando come certi comportamenti non nascono oggi e non nascono dal nulla, dove spesso Don Zauker è il personaggio più normale rispetto alla brava gente che ci circonda.
Tra i punti precedenti annotavo come le storie di Caluri e Pagani siano ottime per chi vuole imparare a fare il fumettista: in poche pagine, i due riescono a creare delle situazioni godibilissime. Sia la scrittura che il disegno maturano sempre di più senza perdere una certa freschezza e soprattutto una rabbia potente. Rabbia che nasce dall’amore, parafrasando i 99 Posse di Curre curre guagliò.

Luca Frigerio


Senso di Alfred (Bao Publishing)


L’uomo comune non è più facile da rintracciare. Per tutto il Novecento era piuttosto semplice delineare la figura dell’uomo medio, il suo modo di vivere, di vestire, di spendere; oggi invece, come per la maggior parte dei fenomeni umani, siamo posti di fronte a una frammentazione talmente infinitesimale che trovarvi un nord sembra impossibile. A questo si aggiunga che, a differenza del passato, ci mancano gli strumenti fondamentali per sintetizzare il tempo: le ideologie.
Ecco allora che tutto il reale si dispiega inintellegibile al punto da non riuscire più nemmeno a capire, in che punto del tempo e dello spazio ci si ritrova.
E sospeso nello spazio e nel tempo è anche Germano, il protagonista di Senso creato da Alfred.
Senso è un racconto lungo un giorno. Lo sbadato Germano, perseguitato dalla sfortuna, si ritrova in un paese sconosciuto, in un ferragosto torrido, e perde la prenotazione della sua stanza d’albergo. Germano si perde sempre tutto. È la storia di un uomo che si lascia plasmare da tutto ciò che incontra, che subisce non perché non sia in grado di rispondere o non abbia le capacità di reagire, ma perché reagire è troppo complicato per un'intelligenza emotiva come la sua: le opzioni sono troppe ed egli è quindi costretto, in questo marasma emotivo e ideologico, a un immobilismo che lo trasporta da un avvenimento all’altro, da una sventura all’altra.
Alfred fotografa un momento storico, il nostro, attraverso il racconto della vita di un uomo e delle sue grandi sconfitte, ma soprattutto delle sue piccole vittorie.

Alessio Fasano


Vertice estremo di Deet (Edizioni BD)


Vertice estremo di Deet declina la classicissima struttura del viaggio dell'eroe attraverso una grafica iper-pop dai toni pastello, forme morbide e tecniche miste disegno/fotografia che richiamano alla mente l'universo Cartoon Network - in particolare Adventure Time - e in effetti, la regia e la struttura delle tavole, il ritmo della narrazione, la fisionomia e i movimenti dell* personagg* sembrano fatti proprio per essere sviluppati in una versione animata.
La storia è quella del viaggio di una piccola fragola che si ritrova inconsapevolmente a combattere contro chi, con avidità, sottrae risorse al suo mondo, trascinando l* su* abitanti verso l'orlo del baratro, ed è facile intuire i riferimenti al nostro presente, sempre più schiacciato dagli squilibri di potere e ricchezza e sempre più minacciato dalla catastrofe climatica.
Nonostante un sottotesto così drammatico, Deet lascia trasparire anche una certa spensieratezza e leggerezza nella realizzazione dell'opera che, seppur divertente e graficamente affascinante, risulta fin troppo acerba e, in alcuni passaggi, troppo veloce.
Una prima prova - almeno nel campo dell'editoria di mercato - che se pure non centra in pieno il bersaglio resta interessante.

Claudia Maltese


Umwelt di Daisuke Igarashi (Dynit Manga)


Spronato dall'ascolto di una bella puntata monografica di hispterisminerd dedicata a Daisuke Igarashi (di cui conoscevo tanto ma non tutto), ho recuperato Umwelt, raccolta di racconti che copre un decennio di produzione del mangaka, dal 2004 al 2014. È un volume ideale come primo approccio all'autore di WitchesSaruChildren of the Sea e Designs, ben adatto ad addestrarsi nella sua narrativa visionaria, nel suo lavoro sulla soggettività nella percezione del mondo e sul ruolo imprescindibile e onnipresente della natura. Qui gli scenari onirici si mescolano ad aspetti del folklore giapponese e a elementi sovrannaturali e surreali.
Come in tutte le raccolte di questo tipo l'andamento qualitativo è un po' altalenante, anche per via della lunghezza variabile delle storie (si va dalle 8 alle oltre 60 pagine), mantenendosi comunque sempre a livelli più che soddisfacenti e spaziando tra temi, registri narrativi e personaggi che rimangono impressi (basterebbe citare Masayoshi e la nonna, storia surreale e significativa di una signora anziana che rimpicciolisce).
Nel corso di questa raccolta si può apprezzare innanzitutto l'evidente maturazione nel disegno, con la sua particolare predilezione per la raffigurazione di paesaggi e animali, con una sempre maggiore consapevolezza del mezzo espressivo e della gestione del ritmo della storia, fino ad approdare, in una sorta di crescendo, a quello che è forse il racconto più significativo (nonché il più lungo) del volume, l'ultimo, che dà il titolo alla pubblicazione, in cui si parla dell'ibridazione tra uomo e animale (tema che sarà ripreso anche in Designs, altra opera di Igarashi, in Italia per Coconino Press) e che dimostra una profondità e una capacità di delineare scenari complessi decisamente non comune.

Giuseppe Lamola



A rileggerci il prossimo mese!

Rubrica a cura di Giuseppe Lamola

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