Grog the Frog e Junk Food: due fumetti YEA da non perdere

Focus su due tra le più recenti uscite della collana Young & Adults di Gallucci Balloon diretta da Lorenzo La Neve

E siamo a sette. La collana YEA - Young & Adults di Gallucci Balloon continua a regalare sorprese. In soli nove mesi, ha saputo costruirsi un’identità precisa, figlia dell’ottimo lavoro di Lorenzo La Neve come direttore artistico.

Divertimento: questa la parola d’ordine. Ad aprile, abbiamo intervistato lui e Lorenzo Mò per presentarci i primi volumi della collana, usciti in occasione della ventiquattresima edizione del Comicon di Napoli (trovate le interviste qui e qui).

Oggi, invece, proseguiamo parlandovi di Grog the Frog. Il libro del Toro e Junk Food: un’avventura ipercalorica, due fumetti YEA che proprio non potete lasciarvi scappare.

Grog the Frog. Il libro del Toro

Ogni estate, il potentissimo mago Grog dimentica di celebrare "il raccolto delle Perseidi", uno dei più importanti eventi magici dell'anno. Ma questa volta è deciso a portare avanti la sua missione e si mette in viaggio verso le montagne dove si svolgono i rituali. Le cose non vanno però per il verso giusto: a causa di uno scambio di identità, il mago si ritrova ad affrontare il suo rivale cosmico in un duello all'ultima magia. Riuscirà Grog a portare ordine nel caos? Ma soprattutto, gliene importa veramente qualcosa?

Join the Cult. Questo il titolo della campagna pubblicitaria che c'è stata dietro l'annuncio del fumetto di Davilorium e Alba BG. Lorenzo La Neve ha sfruttato la sua rete di contatti, ormai consolidata grazie all'esperienza nel mondo delle autoproduzioni, per ingaggiare una pletora di artisti, tra i migliori in attività in Italia. Per giorni i social sono stati bombardati dall'immagine di Grog, reinterpretata secondo stili ed esperienze completamente differenti. Artwork che, tra l'altro, sono tutti recuperabili nelle ultime pagine della splendida edizione cartonata italiana. Un’aggiunta tutta nostra, la Italian Grog's Hall of Fame, che carica di interesse e aspettative, fortunatamente rispettate.

Ma venendo dunque al fumetto, in realtà non c’è molto da dire. Grog the Frog. Il libro del Toro (un titolo che fa ben sperare in altri fumetti con protagonista questo simpatico ranocchio) è un libro che si vende benissimo da solo, a partire dalla copertina, golosa e accattivante. Segno rotondo, morbido, accoppiato a una colorazione accesa e psichedelica: è questa la ricetta di Davilorium per mettere in scena le avventure di Grog. Il genere è quello del fantasy, ma il racconto rifugge totalmente il classico viaggio dell’eroe. A dominare è sempre l’ironia, il divertimento, il nonsense, che ben si sposano a uno stile che tutto fa tranne che seguire canoni prestabiliti, prima di tutto la vignettatura tradizionale “alla francese”. Agli autori non interessa di costruire un mondo coerente, vogliono solo giocare col genere e con il fumetto in sé, e ci riescono benissimo. Poco importa se ciò che leggiamo ha veramente un senso oppure no: l’importante è divertirsi, tra stregonerie, personaggi bislacchi e rituali ancestrali. In tutto questo, sul finale, ci sarà comunque spazio per una piccola svolta romantica, emozionante quanto inaspettata.

In tal senso, Grog the Frog. Il libro del Toro è forse l'esempio per antonomasia di cosa Lorenzo La Neve voglia fare con la collana YEA di Gallucci Balloon: una serie di fumetti “pazzi, divertenti, sperimentali e pop allo stesso tempo”. Al termine della lettura risulta perfettamente chiara la ragione dietro il grosso impegno nella campagna pubblicitaria. Obiettivo raggiunto. Ora però rimaniamo impazienti di scoprire le prossime avventure di Grog.


Junk Food: un’avventura ipercalorica

In una splendida parodia di Il libro della giungla, Noemie Wéber partorisce, con Junk Food: un’avventura ipercalorica, una satira tanto tagliente quanto divertente, dissacrante, che non risparmia niente e nessuno, dal consumismo alimentare al sistema di sfruttamento dei lavoratori tipico delle multinazionali, in questo caso del fast food.

Abbuffalo City è una città fatta su misura per produrre e mangiare cibo spazzatura. Le sedi di Hungry Tiger abbondano, non puoi entrare in un quartiere della metropoli senza vederne una. Tra friggitrici enormi, pilotate da gru, e stabilimenti “all’ultimo grido” per la macellazione di bovini, suini e pollame, tutto è studiato alla perfezione. In un mondo come questo, dove la principale competizione sportiva consiste nell'ingozzare più panini nel più breve tempo possibile, non solo la verdura è considerata fuori legge, ma mangiarla provoca allucinazioni, quasi come fosse una droga. A tal punto l’umanità si sarebbe disabituata a mangiarla.

Il protagonista della storia è Pepito, un bambino che viene abbandonato in un fast food ancora in fasce. I dipendenti del ristorante lo adottano, diventano la sua famiglia. Pepito assimila così le più malsane abitudini alimentari e impara a procacciarsi ogni schifezza necessaria alla sopravvivenza. Hamburger, patatine fritte, bibite zuccherate e ciambelle glassate: è il prototipo perfetto della società in cui vive. Pepito però non è un semplice orfanello: è il figlio di Youssouf Ralatouf, il più famigerato commerciante di verdure in circolazione. Cosa farà quando verrà a scoprire la verità? Si riunirà alla sua vera famiglia? E cosa sceglierà, tra cibo spazzatura e verdure?

Ne emerge un libro splendido, un piccolo gioiello capace di trattare in maniera fresca, divertente e al passo coi tempi una tematica molto delicata, come quella dell’educazione alimentare, mettendo in luce i grandi errori e le contraddizioni della nostra società. Ma non solo. Oltre a tutto questo c’è spazio per parlare, come anticipato prima, dello sfruttamento dei lavoratori nel mondo capitalista, volto solo al guadagno, al consumismo sfrenato e all’iper-produttività, così come al linguaggio ingannatore della pubblicità e dei nuovi guru. Il tutto viene trasposto su carta attraverso uno stile caricaturale, cartoonesco, che si mescola a una colorazione vivida e accesa.

In Junk Food: un’avventura ipercalorica la scuola francese, in primis quella di David B., si incontra con la pop art: il matrimonio funziona. Giocando con il giallo, il rosso e il blu, il fumetto ci regala delle tavole sgargianti che, a volte, sembrano proprio essere uscite da una mostra di Andy Warhol. Noemie Wéber, meglio tardi che mai! Ci hai messo trentasei anni per decidere di buttarti nel mondo del fumetto. Ne è valsa l’attesa.

Andrea Martinelli

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