Letture seriali: Dylan Dog / Batman 1 - L'ombra del pipistrello

The Brave and the Old (Boy)

Lucca Comics & Games 2018: Sergio Bonelli Editore annuncia una collaborazione inattesa e sorprendente con DC Comics. Verranno realizzati tre crossover tra i personaggi di Via Buonarroti e gli Eroi della popolare casa editrice americana. Il primo? Zagor e Flash.

Cinque anni dopo: con un sorriso sornione, il mio edicolante mi porge il numero 1 della miniserie Dylan Dog / Batman, L'Ombra del Pipistrello, uno degli eventi di questa estate a fumetti, e proprio per questo eccoci ad una speciale "Lettura Seriale".

Avrei infatti voluto attendere il volume completo (che uscirà, come a chiudere idealmente il cerchio, in occasione della prossima edizione della kermesse lucchese), ma proprio per la natura stessa di questo "evento" non mi sono tirato indietro all'idea di buttare giù delle prime impressioni.

In questo lustro, da quell'annuncio, abbiamo avuto un "Numero Zero" come Prologo, a cui sono seguiti quelli di Zagor / Flash e Nathan Never / Justice League (più relative versioni da edicola) e questi ultimi sono poi arrivati in libreria in due bei cartonati con l'avventura completa.

Delle buone storie, che ben sfruttavano l'idea dell'occasione speciale, di questo incontro voluto dalla fantasia e dall'amore per entrambi i mondi fumettistici e che trovavano un appiglio calzante nella storia editoriale dei personaggi, per dare la giusta "logica" al tutto.

Per quanto apprezzate e collezionate con il sorriso dell'appassionato che accetta di buon grado queste "pazzie", l'attesa, quella vera, quella sottile, quella da acquolina in bocca era tutta per loro due: il Pipistrello di Gotham e l'Old Boy di Londra,  il Cavaliere Oscuro e l'Indagatore dell'Incubo. E ora eccoci qua, a vedere questa collisione, grazie ai testi di Roberto Recchioni, i disegni di Werther Dell'Edera e Gigi Cavenago e i colori di Giovanna Niro.

Due mondi che, come ci ricorda Luca del Savio nella prefazione, trovano nel 1986 un punto di contatto cronologico non indifferente per entrambi: in America, viene pubblicato Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, che anche i sassi sanno quanto sia stato fondamentale per ridare spinta e vitalità ad un personaggio sulla breccia allora da quasi cinquant'anni, mentre in Italia faceva il suo debutto la creatura di Tiziano Sclavi, testata che avrebbe aperto nuove porte creative nel nostro Fumetto popolare, un vero e proprio fenomeno.

Due personaggi che, presi di sbieco e di traverso, paiono così lontani, eppure, visto che son fatti della stessa materia dei sogni, forse non così dissimili, dopotutto.

Entrambi puntano verso una precisa bussola morale, entrambi ricercano la Giustizia, e sanno che dietro ogni Mostro può nascondersi ben altro, se sai guardare con i giusti occhi.

Prima però un piccolissimo passo indietro, per quelli che magari si son persi il prologo e si stanno chiedendo quale tessera di un mefistofelico domino sia stata fatta cadere per far sì che Batman e Dylan Dog si potessero mai incontrare.

Joker e Xabaras, le arcinemesi dei due, si conoscono, hanno un passato legame comune e ora il "buon" Dottore ha invitato il Clown Principe del Crimine a Londra per diventare "partner in evil". Così, preso un aereo insieme a Killer Croc, Joker pensa di essersi levato il Cavaliere Oscuro di torno, ma non ha fatto i conti con la volontà del Detective di fermarlo, ad ogni costo, non importa il continente.

Nel frattempo, l'Old Boy è a spasso per Londra insieme alla sua nuova fiamma, una bella ragazza americana di nome Selina, e la visita, inattesa, del magnate Bruce Wayne, in cerca di informazioni su Xabaras, porta Dylan e Groucho nelle fogne di Londra, verso l'ultimo nascondiglio conosciuto del Mad Doctor...

Oltre non potrei andare neanche volendo, e comunque ci sono delle belle sorprese da scovare in questo agile albetto, che compie perfettamente il suo dovere, ovvero introdurre la storia, e far incontrare i due personaggi, usando il classico schema dello "scontro", salvo poi farli collaborare col procedere della vicenda, destinato ai prossimi due numeri.

I dialoghi di Recchioni sono veloci e pieni di ritmo, e giocano con quello che conosciamo di Bats e DYD, creando un'unione di intenti e dinamiche pienamente funzionale.

Non è infatti necessario conoscere chissà quali retroscena di continuity, essere aggiornati su tutto ciò che è avvenuto di recente sulle testate dei titolari, rendendo la lettura perfettamente comprensibile anche a chi è rimasto fermo ai "primi 100 che erano meglio" oppure conosce l'eroe di Gotham solo per via dei film o della serie animata anni 90.

Qui Alfred è ancora vivo, Gordon è sempre lì ad accendere il Bat-Segnale nei cieli della città, Bloch è sempre Ispettore e non ride più dal '46 e Groucho lancia la pistola a Dylan, che si affida al suo quinto senso e nezzo e ha un discreto successo col gentil sesso.

Sono punti saldi, fondamenta che sorreggono da decenni il posto che i due personaggi hanno di diritto nella cultura pop, coordinate facili da seguire per il lettore, anche quello occasionale e curioso di portare sotto l'ombrellone questa "pazzia" a fumetti, nella mappa tracciata dallo scrittore in questa sua personale occasione di avere accesso ad una eccezionale "scatola dei giocattoli" come quella offerta da DC Comics.

Questo non vuol dire che Recchioni prenda sotto gamba la faccenda, conscio anche della responsabilità, oltre che del piacere di poter scrivere questo team up.

Non è certo la prima volta che Batman porta la firma di autori italiani, e sicuramente non sarà neanche l'ultima. Ma un conto è immaginarlo mentre si muove nel nostro Paese (come fecero ad esempio Alessandro Bilotta e Nicola Mari in Ianus, la breve storia contenuta in Batman - Il Mondo), un conto è farlo interagire con chi, in edicola, spesso sta dall'altra parte dell'espositore dei fumetti, diverso nel formato, diverso nella proposta, eppure, come avrete modo di leggere, distanti solo il tempo di capirsi a vicenda, superando le più che evidenti differenze, tra tecnologia e jet privati, pizze e stipendi non pagati all'assistente.

In qualche modo, due personalità che la sempiterna lotta del Bene contro il Male unirà e porterà a fare fronte comune, facendo affidamento l'un l'altro per affrontare sfide che si pareranno loro davanti. La quarta di copertina, d'altronde, la dice lunga, visto che vi appaiono il demone Etrigan e un certo John Constantine, impermeabile e sigaretta d'ordinanza, lui sì più affine all'Indagatore dell'Incubo.

La cover del prossimo numero, in uscita a fine luglio.

Quello che però mi interessa notare, leggendo L'Ombra del Pipistrello (e che già emergeva nel prologo Relazioni Pericolose) è quanto l'idea vincente stia nel farla apparentemente "semplice".

Se nei due crossover sinora pubblicati, ad unire i vari Eroi c'era un qualche tipo particolare di espediente narrativo (la Forza della Velocità padroneggiata da Flash, ad esempio, ideale per spezzare la barriera tra i mondi del Multiverso e far interagire lo Spirito con la Scure e il Velocista nella cornice di Darkwood), qui a dividere le città di Londra e Gotham c'è solo... un oceano.

Basta che l'immaginazione faccia ruotare vorticosamente il mappamondo: i confini si mischiano e il mondo che prevede l'esistenza di Gotham City, questa città piena di oscurità e animata dalle malefatte di individui dai costumi sgargianti, alcuni di loro veri e propri "freak" come appunto Killer Croc, diventa lo stesso che vede Londra come ideale palcoscenico per le indagini di un sedicente Indagatore, tra mostri "reali" e dell'anima, animato dal disincanto di non avere tutte le risposte, e dalla consapevolezza che spesso l'intuito vince sulla fredda deduzione.

D'altronde, entrambi hanno un rapporto particolare con le forze dell'ordine e una leale figura "paterna" ad aiutarli. Entrambi possono fare affidamento su amici che condividono la loro personale "missione", solo che uno si mette mascherina e mantello e si fa chiamare Robin, e l'altro fuma il sigaro e spara freddure micidiali, facendosi passare per Groucho Marx.

È il concetto intrinseco della "Toy Box" creativa, d'altronde: giocare, con l'unico limite della Fantasia, usando una particolare lente che ti permette di vedere oltre le differenze.

Lo stesso gioco, la stessa lente, che permetteva a Peter Parker di interagire con l'eroe di Metropolis, se ci pensate bene, e che rende queste idee vincenti nella loro unicità.

D'altronde Recchioni ben conosce i fumetti, ne è cultore oltre che scrittore e sa anche come "disinnescare" i meccanismi che regolano certe storie, incontri come questi.

Lo dicevo prima, di come solitamente questi crossover inizino sempre con uno "scontro", con i due protagonisti che prima vengono alle mani e poi a patti, unendo le forze.

Ecco, nel caso di Dylan e Bruce, la situazione si ricrea, ma invece di fare leva sul lato fisico (che non avrebbe avuto senso, visto che uno dei due è... beh, Batman), ecco subentrare una più ficcante, ed interessante, "dialettica", uno scontro verbale in cui i due discutono, rispondendo a vicenda alle obiezioni dell'altro.


Schema che si ripropone, in un contesto più animato, quando uno dei due indossa il costume e l'altro deve mettere mano alla Bodeo, e che raggiunge il culmine in quella che, per me, è la pagina più rappresentativa, la 56, un botta e risposta con una scansione di nove vignette, in cui sono inquadrati solo i volti di Batman e Dylan. Ma il primo ha una sola posa fissa, mentre il secondo cambia espressione in ognuna, tenendogli testa con un tocco d'ironia.

Il risultato è una lettura spedita, che realizza l'unico suo proposito di base: divertire, facendo leva solo sulla migliore voglia di volare con la fantasia, la stessa che permette a questi personaggi di rimanere sempre giovani, e di solleticare il nostro bambino interiore.

È in fondo un'altra regola, stavolta non scritta, di queste "Battaglie del Secolo", ovvero non cercare chissà quale profondità o vertigine narrativa (che comunque potrebbero anche arrivare nei prossimi albi), ma semplicemente trovare il modo per far sì che due giocattoli possano andare insieme ad affrontare la minaccia immaginaria di turno.

Da bambini, lo facevamo semplicemente prendendo il pupazzetto di uno e dell'altro, e poi via, con noi che facevano le voci, i dialoghi, i rumori di scena. Da adulti, siamo naturalmente propensi a cercare un minimo di logica in più, ma a parte questo, la voglia di intrattenimento e leggerezza è e deve essere esattamente la stessa, che non significa mancare loro di "rispetto", ma solo accettarne la più felice natura immaginifica, come una piccola parentesi in quel tempo infinito in cui vivono questi personaggi.

Ad aiutare in questa percezione immersiva, il lavoro artistico di due nomi che, non a caso, hanno trovato modo di portare il loro stile e la loro personale impronta proprio nella patria dei supereroi americani: Werther dell'Edera e Gigi Cavenago.

Per il primo, potrei citare il suo passato con Batman e Constantine stessi, ma mi limito invece ad un titolo: Something is Killing The Children.

Mentre per il secondo, basterebbe pensare alle sue spettacoli copertine per Dylan Dog, oppure al magistrale lavoro su The Magic Order 3, scelto da Mark Millar per disegnare questo terzo capitolo del suo thriller fantastico, lui che ha sempre avuto un certo "occhio lungo" nello scovare talenti da tutto il mondo (e di cui avrò modo di parlarvi in uno dei prossimi "appuntamenti").

Entrambi, proprio come i personaggi, uniscono le forze tra matite e chine, con tavole dinamiche, dal forte taglio cinematico, specialmente nei combattimenti (o nell'azzeccata scena iniziale) lasciando poi che siano i colori suggestivi e impeccabili di Giovanna Niro a rendere ogni tavola un vero spettacolo da comic book che non dimentica di essere un albo Bonelli, uno di quelli che non vedo l'ora di ammirare nel grande formato del futuro volume.

Quello stesso volume che avrei voluto aspettare, ma la curiosità, lo sapete quanto me, è sempre assassina, per gatti e lettori di fumetti.

Appartengo alla categoria (i lettori, dico, non i felini) da sin troppo tempo per non apprezzare questo divertissement, anzi mi spingo a dire che ho visto e letto incontri peggiori e trovate più assurde persino (basti pensare che adesso persino il Bat-Repellente per Squali è "canonico"...), e sì, è vero, il finale potrebbe essere una delusione, tutto questo potrebbe crollare come un castello di carte, e le prossime puntate farmi alzare gli occhi al cielo.

Eppure, sento che non sarà così, disse lui lanciando una moneta (truccata).

Sento che quest'estate ce la ricorderemo anche per questo emblematico incontro fumettoso, per quest'avventura divisa in tre parti, lungo i mesi più caldi dell'anno, con il sole che picchia, la radio che manda il tormentone da cui non riusciamo a scappare e altrettanto si potrebbe dire per le zanzare.

E per aver visto un Cavaliere Oscuro e un Indagatore dell'Incubo danzare col Diavolo nel pallido plenilunio, sapendo che alla fine ci sarà l'Alba... ovviamente, dei Morti Viventi!




[Per le immagini: © DC e Sergio Bonelli Editore.]

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