Dylan Dog #414 - Giochi innocenti
Una storia pervasa di emozioni, orrore e mistero
Dopo lo straordinario episodio scritto e disegnato da Carlo Ambrosini del mese scorso, tornano sulla serie regolare di Dylan Dog Paola Barbato e Paolo Martinello per firmare rispettivamente testi e disegni di Giochi innocenti, un episodio che si sviluppa verso territori narrativi difficilmente prevedibili.
(Contiene piccoli spoiler, segnalati a dovere. Continuate a leggere preferibilmente dopo aver letto l'albo)
La storia parte come una classica indagine a cavallo tra il crimine e il paranormale: Dylan Dog si mette alla ricerca della piccola Allie, figlia di un’amica di Rania. La causa scatenante è un filmato inviato sullo smartphone dell'inquilino di Craven Road, in cui la bimba rivela di essere terrorizzata a causa di un mostro che si nasconde nella sua stanzetta. Quando la bambina scompare, Dylan e Rania si mettono alla sua ricerca, intraprendendo un percorso intricato e oscuro.
È un racconto che cattura e non lascia scampo. Vivido, sempre più calato in un abisso tenebroso da cui è via via più difficile tornare a galla. Del resto, lo sappiamo ormai da tempo: per sintonizzarsi sulle frequenze delle sceneggiature di Paola Barbato occorre essere disposti a farsi guidare verso i territori dove gli incubi sono incredibilmente reali e hanno un impatto emotivo e psicologico potenzialmente notevole: parole e azioni sono mine vaganti nascoste sul confine tra i territori onirici e le zone oscure del quotidiano. Non c'è storia frutto dalla penna della Barbato che non riesca a coinvolgere nel profondo, a scuotere il lettore, spesso facendolo mettere in discussione (così come avviene per i protagonisti stessi) in modo determinante, mai marginale.
In questo caso vengono approfonditi anche alcuni dettagli caratteriali e biografici su Rania, personaggio che dal numero 401 in poi ha assunto un ruolo differente e di maggior rilievo nel passato di Dylan. Il legame tra il sergente Rakim e l'Indagatore dell'incubo è affrontato ora in maniera credibile e sfaccettata, andando a cercare una caratterizzazione tridimensionale e che non si soffermi esclusivamente sui trascorsi sentimentali tra i due. Allo stesso modo, la descrizione dei vari personaggi che popolano questo episodio è costruita su dialoghi azzeccati e precisi.
(Segue piccolo spoiler) Di estremo interesse è la scelta di virare la storia, nell'ultimo terzo dell'albo, verso tematiche fantasy/horror care a chiunque abbia a cuore gli ambiti del sovrannaturale e della magia. L'introduzione del concetto di famiglio è di un certo interesse per la modalità suggestiva con cui viene integrato nel contesto della serie e sembrerebbe prestarsi a future evoluzioni in nuovi episodi di Dylan Dog, visto il modo in cui la storia si conclude. (Fine piccolo spoiler)
Il difficile compito di rendere visivamente gli intricati e affascinanti intrecci ideati da Paola Barbato spetta ancora a Paolo Martinello, uno dei pochi autori in grado di accettare qualunque sfida artistica con una certa disinvoltura e con risultati invidiabili (si veda, su tutte, la memorabile splash page a pag. 71).
Il nome di Martinello probabilmente già risuona nelle orecchie di chi nelle scorse settimane si è recato in libreria o in fumetteria e ha trovato il primo libro della riedizione integrale, cronologica e ragionata del Pianeta dei morti di Dylan Dog, contenente l'episodio breve dal titolo Addio, Groucho, disegnato appunto da un Martinello particolarmente ispirato (storia in origine proposta sul Dylan Dog Color Fest #10, aprile 2013). D'altro canto, il suo sodalizio artistico con Paola Barbato si è ormai consolidato dopo due splendide prove: L'uomo dei tuoi sogni (Dylan Dog #355 del marzo 2016 ) e Il primordio (Dylan Dog #392 dell'aprile 2019). In entrambi i casi, e soprattutto nell'ultimo, Martinello si era trovato a dover ricercare soluzioni ardite e mai banali. Non fa eccezione Giochi innocenti: il suo lavoro dimostra una sublime affinità con le atmosfere della storia, con un bianco e nero preciso ed efficace. Nelle già citate scene finali trova spazio il suo lato più estroso e immaginifico, in più di un caso lasciando il lettore davvero a bocca aperta.
Non elogiamo mai troppo poi il contributo di Gigi Cavenago nel rendere ogni albo prezioso e accattivante: l'evocativa cover di questo numero si inserisce senza dubbio tra le migliori prodotte in questi anni di invidiabile qualità media.
Una storia da leggere con estrema attenzione per non perdersi nemmeno una virgola, disegnata in modo incredibilmente affascinante e con un finale che si apre (auspicabilmente) a futuri intriganti sviluppi.
SERIE: Dylan Dog
NUMERO: 414
DATA: febbraio 2021
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Paola Barbato
DISEGNI E CHINE: Paolo Martinello
COPERTINA: Gigi Cavenago
Tutte le immagini © 2021 Sergio Bonelli Editore.