Dampyr #248 - Il licantropo di Matera

L'albo ambientato nella città dei Sassi, tra licantropi e freaks

L'annata del ventennale di Dampyr, serie che aveva esordito in edicola nel 2000, sta per concludersi. Non sono mancate e non mancano le belle storie dedicate al personaggio ideato da Mauro Boselli e Maurizio Colombo: in questi giorni, oltre allo splendido Speciale autunnale dalle influenze salgariane sceneggiato dall'immancabile Boselli e disegnato da Marco Villa, troviamo in edicola l'atteso albo ambientato a Matera, che riprende alcuni elementi di un episodio scozzese di qualche anno fa (Mal di luna, Dampyr #161) e rappresenta il nuovo capitolo del percorso artistico (da noi molto apprezzato) della coppia Giusfredi/Fortunato.

È insito nella natura della serie ideata da Boselli e Colombo il concetto di miscelare il folklore e la mitologia locale con l'elemento sovrannaturale e orrorifico, spesso ponendo l'accento sull'ambientazione, e questo episodio rispetta (e utilizza al meglio) quest'impostazione. Frutto di una sceneggiatura che miscela abilmente dramma, sentimenti, mitologia e azione, Il licantropo di Matera è infatti storia che vive di atmosfere, che cattura in maniera vivida e coinvolgente lo spirito di un luogo ancestrale come i Sassi di Matera, rendendo il cuore della città lucana il vero e proprio co-protagonista della storia, più che un semplice (e affascinate) teatro calcato dai protagonisti. Un luogo segnato da un passato difficile e complesso, ma permeato da un'energia unica che lo ha reso una meta turistica di rilevanza mondiale nel corso degli ultimi lustri. La città lucana a conti fatti è perfetta per la visione romantica-dark che accomuna lo sceneggiatore Giorgio Giusfredi e il disegnatore Alessio Fortunato, un po' il marchio di fabbrica di questo sodalizio artistico insieme alle influenze cinematografiche (come avevamo già sottolineato parlando di Pianeta di sangue e de L'amica mortale - sul discorso delle influenze torneremo più avanti).

Una metafora importante si cela dietro l'elemento fantastico/sovrannaturale, ovvero narrare le conseguenze di un abbandono e il desiderio di essere accettati e amati. Il tema della diversità, dunque, declinato in un contesto horror sempre mantenendo un certo interesse nello sviluppo concettuale.

L'albo in questione non è una "semplice" storia di licantropi, ma riesce a rievocare sapientemente un passato di circa cent'anni prima, tra freaks e fenomeni da baraccone, in una narrazione che si districa tra due linee temporali per raccontare contestualmente, nel presente, un'indagine di Harlan, Tesla e Kurjak. Tra i personaggi segnaliamo il ritorno Stuart Morrison che, nella tournée italiana con la sua band, si ferma in Basilicata. Stuart sogna il suo vecchio maestro scomparso Duncan e suo padre, il principe Ayldon degli Shee, ricollegandosi così in maniera evidente ad alcuni elementi importanti per la continuity della serie.

Come dicevamo in precedenza, il legame delle storie di Giusfredi & Fortunato con il cinema continua a essere indissolubile. Tra i rimandi cinematografici, uno dei più evidenti è nella scena d'apertura, che omaggia l'inizio del Batman Returns di Tim Burton nelle scene che narrano le origini del Pinguino, laddove i coniugi Cobblepot, inorriditi per le fattezze del piccolo bimbo, decidono di abbandonarlo in un fiume.

Restando al cinema, molte delle scene ambientate nel passato, tra freaks e nazisti, hanno un sapore squisitamente cinematografico al punto che alcune pagine riportano alla mente il trailer del film Freaks Out di Gabriele Mainetti in uscita nei prossimi mesi (verosimilmente una semplice coincidenza e ispirazione comune, visto che il film è stato girato in contemporanea rispetto all'uscita di quest'albo).

Restando in tema di inside joke, impossibile non aggiungere l'aneddoto che in ogni storia disegnata da Fortunato, per ammissione dello stesso artista, ci siano dei volti ripresi dal mondo reale, persone di sua conoscenza o citazioni. Così in quest'episodio possiamo osservare niente meno che due fumettisti, ovvero Gipi e Giuseppe Palumbo, vestire i panni di due personaggi con un ruolo chiave (soprattutto il primo) all'interno della trama. Poche pagine dopo un occhio non distratto sarà catturato da un'altra simpatica citazione: un ciclista con la maglia di Zagor, omaggio di Giusfredi a uno dei personaggi Bonelli che più ama (e di cui ha realizzato alcune sceneggiature).

Foto di Moreno Burattini.

Una nota anche sul rapporto della storia con l'attualità: anche se l'albo non è ambientato esattamente nella "nostra realtà", questo 2020 funestato dall'emergenza sanitaria da Covid-19, mostrandoci personaggi che vagano liberamente per Matera e organizzano concerti e assembramenti senza essere sottoposti ad alcuna restrizione, nell'ultima vignetta di pagina 61 viene mostrata una mascherina abbandonata per terra, quasi a richiamare il difficile rapporto con la contemporaneità, dato che gli autori hanno lavorato a questa storia proprio durante il 2020.

Restano da fare alcuni accenni ai disegni di Alessio Fortunato, che raggiunge qui uno dei suoi apici espressivi. Il lavoro del cosiddetto "artista della biro", caratterizzato da una meticolosità quasi maniacale e da un occhio sempre attento al dettaglio, si dimostra perennemente in evoluzione, capace, con quel suo tratteggio peculiare e unico, di riportare su carta atmosfere, luci, ombre, suggestioni. Esaltato dal dover rappresentare luoghi a lui cari e vicini, il disegnatore pugliese interpreta la sceneggiatura al meglio, costituendo un vero valore aggiunto per una delle storie più belle di questa già eccezionale annata dampyriana. 

Non è certamente un caso se le tavole dell'albo sono state esposte, ancor prima della pubblicazione della storia, proprio nella città dei Sassi, nella suggestiva cornice della mostra intitolata Sassi, Nuvole e Lupi, organizzata da APT Basilicata e Matera Film Festival e promossa da Lucca Changes in collaborazione con Sergio Bonelli Editore. Abbiamo avuto modo di parlarne più approfonditamente domenica 1 novembre, in diretta streaming sul canale YouTube di Lucca Changes, in un talk incentrato sull'albo e sulla mostra, in compagnia di Giorgio Giusfredi, Alessio Fortunato, Giuseppe Palumbo e Silvio Giordano (potete riguardarlo qui).

Uno scatto dalla mostra Sassi, nuvole e lupi.

Il sommo Giuseppe


Dampyr: "Il licantropo di Matera"
NUMERO: 248
DATA: novembre 2020
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Giorgio Giusfredi
DISEGNI E CHINE: Alessio Fortunato
COPERTINA: Enea Riboldi

Tutte le immagini © 2020 Sergio Bonelli Editore.

Post più popolari