Dampyr #221 - Pianeta di sangue
Il film immaginario di Georges Méliès che fa impazzire gli spettatori
Nell'albo di Dampyr di agosto, dal titolo Pianeta di sangue, Giorgio Giusfredi e Alessio Fortunato ci conducono nella Parigi della Belle Époque, per una vicenda che aggiunge connotati fantasiosi e orrorifici alle biografie di due figure realmente esistite, centrali per la nascita e lo sviluppo del cinema come lo conosciamo oggi: Louis Le Prince e Georges Méliès.
(Non vogliamo rovinare la visione a nessuno, per cui il pubblico in sala è avvisato che quanto segue può contenere spoiler, sangue e perdizione.
Si spengano le luci.)
Come nella migliore tradizione dampyriana, la storia parte da un fatto reale: la scomparsa di Louis Le Prince, pioniere dell'arte cinematografica. L'inventore della prima cinepresa a lente unica scomparve infatti misteriosamente il 16 settembre 1890 mentre era sul treno che da Digione porta a Parigi, prima di riuscire a portare la sua invenzione negli States. Da questo evento storicamente irrisolto si dipana la trama imbastita da Giorgio Giusfredi, che riconnette la scomparsa di Le Prince alla figura Georges Méliès, regista, attore e illusionista francese, inventore del cinema fantastico e horror.
Quest'ultimo avrebbe posto la sua firma su una pellicola maledetta, dal titolo La Planète de Sang, in grado di far impazzire gli spettatori.
La trama imbastita da Giusfredi, lineare ed efficace, immerge sin da subito il lettore in un'atmosfera pregna di mistero e sempre a cavallo tra storia, incubo e orrori.
Un grande pregio della sceneggiatura di Giusfredi è la rara capacità di mimetizzarsi nel racconto lasciando però tra le pagine il suo marchio di fabbrica, ovvero la cura nel tratteggiare dal punto di vista psicologico i suoi personaggi più o meno importanti (vedi la specialissima fanciulla Ljuba, il tenero non-morto Gabbo, i blogger cinefili con i loro tic e pregiudizi). L'autore lucchese, relativamente giovane per i consueti standard bonelliani e attualmente in edicola anche con l'ultimo Color Zagor, dimostra tutta la sua bravura nell'innestarsi all'interno della serie portando avanti alcune sottotrame in modo estremamente coerente con quanto lui stesso e Mauro Boselli hanno realizzato nell'arco dell'ultimo anno e mezzo circa, mostrando un mirabile talento nel saper infarcire l'episodio di rimandi al filone dampyriano da lui orchestrato (a partire da Bloodywood, Dampyr #204, altro sentito omaggio al cinema d'altri tempi).
Se dovessimo cercare un difetto in quest'albo, probabilmente sarebbe riscontrabile nell'impressione che si ha, leggendola, di una storia lievemente sbilanciata, con un'ottima costruzione della trama, del contesto e delle ambientazioni e un finale che risolve l'intreccio in maniera forse un po' troppo rapida (difetto peraltro riscontrabile anche in altri episodi della serie).
Il lavoro di Alessio Fortunato per questo episodio è magistrale. Amico audace di vecchia data (già eletto "Audace dell'anno" agli Audaci Awards 2012, autore di un'indimenticabile tavola dampyriana per la Notte bianca di Laterza), continua a regalarci prove delle sua costante e personalissima evoluzione nel modo di usare la sua biro e ricreare il mondo di ombre che ha nella testa. Albo dopo albo, anno dopo anno, l'autore pugliese conferma di essere nato per disegnare e inchiostrare storie oscure che lasciano ampio spazio a creature mostruose, a nebbie goticheggianti, a decadenti ville aristocratiche, ad architetture complessissime (ammirate le sue riproduzioni delle strade di Parigi per capire che cosa intendiamo).
L'atmosfera dell'albo sembra sin da subito calzare a pennello per il suo stile. In alcune scene le ombre sono talmente tangibili e penetranti che sembrano impossessarsi dei personaggi e inghiottirli in una soffocante oscurità.
N.B. Giovedì 9 agosto, presso Il Piccio del Centro storico di Castellaneta (Ta), gli Audaci, insieme ai due autori dell'albo Giorgio Giusfredi e Alessio Fortunato, incontreranno il pubblico per parlare della storia.
Per ricevere news sull'evento, potete seguire la pagina su Facebook qui.
Dampyr: "Pianeta di sangue"
NUMERO: 221
DATA: agosto 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Giorgio Giusfredi
DISEGNI E CHINE: Alessio Fortunato
COPERTINA: Enea Riboldi
Tutte le immagini © 2018 Sergio Bonelli Editore.
Nell'albo di Dampyr di agosto, dal titolo Pianeta di sangue, Giorgio Giusfredi e Alessio Fortunato ci conducono nella Parigi della Belle Époque, per una vicenda che aggiunge connotati fantasiosi e orrorifici alle biografie di due figure realmente esistite, centrali per la nascita e lo sviluppo del cinema come lo conosciamo oggi: Louis Le Prince e Georges Méliès.
(Non vogliamo rovinare la visione a nessuno, per cui il pubblico in sala è avvisato che quanto segue può contenere spoiler, sangue e perdizione.
Si spengano le luci.)
Il trailer dell'albo.
Come nella migliore tradizione dampyriana, la storia parte da un fatto reale: la scomparsa di Louis Le Prince, pioniere dell'arte cinematografica. L'inventore della prima cinepresa a lente unica scomparve infatti misteriosamente il 16 settembre 1890 mentre era sul treno che da Digione porta a Parigi, prima di riuscire a portare la sua invenzione negli States. Da questo evento storicamente irrisolto si dipana la trama imbastita da Giorgio Giusfredi, che riconnette la scomparsa di Le Prince alla figura Georges Méliès, regista, attore e illusionista francese, inventore del cinema fantastico e horror.
Quest'ultimo avrebbe posto la sua firma su una pellicola maledetta, dal titolo La Planète de Sang, in grado di far impazzire gli spettatori.
Considerato il tema cinematografico, nell'episodio non mancano i riferimenti a opere che hanno fatto la storia del grande schermo. La presenza di un certo Maestro della notte cinefilo, in grado di materializzare le sue illusioni, offre infatti possibilità narrative potenzialmente illimitate per realizzare omaggi e inserire citazioni. Giusfredi e Fortunato sfruttano tali caratteristiche per mettere in scena numerosi tributi narrativi e visivi, a partire dalla scena iniziale in cui vengono raffigurati, seduti al tavolino della vettura ristorante del treno, mostri di diversa natura, tra esseri scheletrici, creature polipeggianti lovecraftiane, simil zombie e altri ancora (tra gli altri ci sembra di riconoscere, in ordine sparso, creature e mostri presenti ne Il mostro della laguna nera di Jack Arnold, La cosa di John Carpenter, Gremlins di Joe Dante, Saw - L'enigmista di James Wan, Alien di Ridley Scott).
Nelle scene ambientate ai giorni d'oggi Harlan Draka e Ljuba si recano al cinema a vedere I 400 colpi, film autobiografico di François Truffaut del 1959 (ambientato a Parigi, proprio dove i nostri vanno a vederlo quasi sessant'anni anni dopo), premio per la migliore regia al Festival di Cannes 1959 nonché premio Méliès 1960 come miglior film.
Matite di Alessio Fortunato per la scena in cui Harlan e Ljuba sono al cinema (© 2018 Sergio Bonelli Editore). |
La trama imbastita da Giusfredi, lineare ed efficace, immerge sin da subito il lettore in un'atmosfera pregna di mistero e sempre a cavallo tra storia, incubo e orrori.
Un grande pregio della sceneggiatura di Giusfredi è la rara capacità di mimetizzarsi nel racconto lasciando però tra le pagine il suo marchio di fabbrica, ovvero la cura nel tratteggiare dal punto di vista psicologico i suoi personaggi più o meno importanti (vedi la specialissima fanciulla Ljuba, il tenero non-morto Gabbo, i blogger cinefili con i loro tic e pregiudizi). L'autore lucchese, relativamente giovane per i consueti standard bonelliani e attualmente in edicola anche con l'ultimo Color Zagor, dimostra tutta la sua bravura nell'innestarsi all'interno della serie portando avanti alcune sottotrame in modo estremamente coerente con quanto lui stesso e Mauro Boselli hanno realizzato nell'arco dell'ultimo anno e mezzo circa, mostrando un mirabile talento nel saper infarcire l'episodio di rimandi al filone dampyriano da lui orchestrato (a partire da Bloodywood, Dampyr #204, altro sentito omaggio al cinema d'altri tempi).
Se dovessimo cercare un difetto in quest'albo, probabilmente sarebbe riscontrabile nell'impressione che si ha, leggendola, di una storia lievemente sbilanciata, con un'ottima costruzione della trama, del contesto e delle ambientazioni e un finale che risolve l'intreccio in maniera forse un po' troppo rapida (difetto peraltro riscontrabile anche in altri episodi della serie).
L'atmosfera dell'albo sembra sin da subito calzare a pennello per il suo stile. In alcune scene le ombre sono talmente tangibili e penetranti che sembrano impossessarsi dei personaggi e inghiottirli in una soffocante oscurità.
Questo suo ultimo lavoro dampyriano dimostra insomma quanto il nostro sia dentro il mondo creato da Boselli e Colombo e quanto il suo contributo sia sempre più importante nell'evoluzione della serie.
Insomma cari lettori audaci, avrete capito che questo albo ci è particolarmente piaciuto e che ve lo consigliamo caldamente. Poter apprezzare il lavoro di una coppia artistica così ricca di talento come quella costituita da Giusfredi e Fortunato è quanto di meglio un lettore di Dampyr potesse sperare dalla serie in questa estate 2018: sia perché entrambi gli autori sono tra quelli che ogni volta che si dedicano ad una storia sono in grado di lasciare il segno, sia perché Harlan e il suo mondo continuano ad affascinarci come se leggessimo ogni volta un numero uno.
Insomma cari lettori audaci, avrete capito che questo albo ci è particolarmente piaciuto e che ve lo consigliamo caldamente. Poter apprezzare il lavoro di una coppia artistica così ricca di talento come quella costituita da Giusfredi e Fortunato è quanto di meglio un lettore di Dampyr potesse sperare dalla serie in questa estate 2018: sia perché entrambi gli autori sono tra quelli che ogni volta che si dedicano ad una storia sono in grado di lasciare il segno, sia perché Harlan e il suo mondo continuano ad affascinarci come se leggessimo ogni volta un numero uno.
Il sommo audace & Rolando Veloci
(con sanguinolente aggiunte del cinefilo Grullino Biscottacci)
N.B. Giovedì 9 agosto, presso Il Piccio del Centro storico di Castellaneta (Ta), gli Audaci, insieme ai due autori dell'albo Giorgio Giusfredi e Alessio Fortunato, incontreranno il pubblico per parlare della storia.
Per ricevere news sull'evento, potete seguire la pagina su Facebook qui.
Dampyr: "Pianeta di sangue"
NUMERO: 221
DATA: agosto 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Giorgio Giusfredi
DISEGNI E CHINE: Alessio Fortunato
COPERTINA: Enea Riboldi
Tutte le immagini © 2018 Sergio Bonelli Editore.