Daryl Zed #0 - Free Comic Book Day: una dichiarazione d'intenti

L'antipasto della miniserie inedita sul personaggio creato da Tiziano Sclavi


Dopo aver esordito nel Free Comic Book Day italiano con il numero zero di Attica nel 2018, quest'anno Sergio Bonelli Editore ha proposto un albetto a colori di ventiquattro pagine che anticipa la miniserie dedicata a Daryl Zed, fantomatico personaggio sclaviano apparso sul numero 69 della serie regolare di Dylan Dog (lo straordinario Caccia alle streghe: lì Daryl Zed era un fumetto dentro al fumetto, letto dall'old boy).
Si tratta, a tutti gli effetti, della prima miniserie inedita dedicata a un personaggio nato tra le pagine di Dylan Dog, dalla penna di Tiziano Sclavi: in uscita nel 2020, sarà sceneggiata da Tito Faraci con i disegni di Nicola Mari, Angelo Stano e Werther Dell’Edera.
Questo numero zero ne è, a tutti gli effetti, una dichiarazione d'intenti, che permette di dare un primo sguardo alle scelte e alle impostazioni stilistiche.



Caccia agli inquisitori

L'albetto del FCBD contiene alcune pagine di Caccia agli Inquisitori, storia apparsa originariamente sul Dylan Dog Color Fest #22, che rappresenta sostanzialmente un remake "rovesciato" del già citato Caccia alle streghe, realizzato non a caso proprio da Tito Faraci e Nicola Mari.
(Ne avevamo parlato qui e riprendiamo a seguire alcuni spunti e impressioni.)

Nelle mani di Faraci il personaggio di Daryl Zed, granitico Cacciatore di Mostri nonché vittima dei censori, diventa il chiavistello con cui scalfire l'incredibile impalcatura originale costruita da Sclavi. Faraci opera un sostanziale ribaltamento di prospettiva, aggiungendo un nuovo livello metafumettistico al già intricato gioco concentrico della trama sclaviana: laddove Daryl Zed era un'opera di fantasia ispirata al vero Dylan Dog e scritta da un autore amico dello stesso, qui è Daryl Zed a leggere storie cartacee di Dylan Dog come Caccia alle streghe. È dunque l'Indagatore dell'incubo, in questa inedita prospettiva, a essere il protagonista di un fumetto e ciò avvicina il lettore molto di più a Daryl, visto che quest'ultimo ne condivide il punto di vista.
Il legame con le origini emerge nel personaggio di "Tiz", miglior amico di Daryl, con le fattezze di Tiziano Sclavi (e qui si chiude il groviglio di citazioni metafumettistiche che innegabilmente rappresentano parte del fascino eccezionale di Caccia alle streghe, una delle storie più amate di Dylan Dog).
Caccia alle streghe (Dylan Dog #69).

Se l'originale poteva vantare i vertiginosi saliscendi artistici dell'immenso Piero Dell'Agnol, anche questa riscrittura si fregia di una matita di livello eccezionale: Nicola Mari riesce contemporaneamente a disorientare e ad ammaliare il lettore con la sua spigolosità goticheggiante.
Merita una menzione anche il lavoro ai colori di Luca Saponti, dal sapore squisitamente vintage, del tutto funzionale alla narrazione e alla distinzione tra realtà e fumetto nel gioco metafumettistico.


Le tavole inedite

Ovviamente ciò che più interessa il fan hard core sono le pagine inedite, sempre disegnate da Nicola Mari con i colori pop di Sergio Algozzino, che fungono da preludio alla nuova miniserie e presentano il personaggio e il suo contesto narrativo.
Diviene qui evidente come la mitologia del Cacciatore di Mostri sclaviano sia stata ampliata e riproposta in chiave pulp-horror. L'approccio alla narrazione sembra infatti differente dall'originale: non si tratta di un semplice spin-off o di un remake che riprende la storia originale ma di una ricontestualizzazione, nella quale il lato più metafumettistico e caustico della storia viene virato da Tito Faraci sul pulp e sulla narrazione di genere.
Il personaggio si dimostra meno "grigio" di Dylan Dog: per lui esistono solamente il bianco e il nero, i buoni e i cattivi, senza mezze misure. Si esprime con frasi che sembrano riprese da un romanzo di Mickey Spillane, con quella atmosfera da hard-boiled che ben si abbina allo spirito del personaggio.


L'approccio visivo

Le prime tavole qui presentate, in realtà, danno l'impressione di essere splash page con ingrandimenti di vignette ed estratti dalla storia, più che vere e proprie tavole definitive. Ciononostante è possibile iniziare a comprendere quale sarà l'approccio alla componente grafica della storia.
Gli autori realizzeranno una vera e propria opera di pop art, in cui il sapore vintage dei colori sgranati richiamerà fortemente epoche artistiche appartenenti al passato, con un abbinamento letterario e fumettistico al pulp anche in termini visivi.
Un'operazione molto fine, che si pone sostanzialmente sulla scia della colorazione vintage che aveva impreziosito la collana Il Dylan Dog di Tiziano Sclavi.


L'aspetto editoriale

Una piccola riflessione sul formato e sulla presentazione editoriale.
Nella pagina introduttiva viene dato l'annuncio che, a partire dal numero 400, Dylan Dog giungerà per la prima volta in fumetteria in contemporanea con l'edicola. Probabilmente non è un caso che l'annuncio venga fatto proprio su quest'albetto: oltre alle librerie e agli shop online, la casa editrice di via Buonarroti sembra volersi rivolgere sempre più alle fumetterie come mercato nel quale espandersi. Dopo l'esordio di Attica in esclusiva per le fumetterie, Daryl Zed di fatto costituirà un nuovo tassello di questo percorso: sull'ultimo numero del Preview Bonelli/Bao viene annunciato l'esordio a febbraio 2020 proprio in fumetteria (sul successivo passaggio in edicola in un futuro Color Fest, allo stato attuale non si ha una precisa data).
Questa nuova politica editoriale comporta un ripensamento dei prezzi per adattarli a un mercato differente, oltre a un formato alquanto inedito per Bonelli: 32 pagine a colori al prezzo di 3.50 euro.
Resta poi da capire se questo porterà a un potenziale ulteriore indebolimento del ruolo cardine delle edicola per le pubblicazioni Bonelli (trend sul quale sarebbero da aprire ulteriori analisi, che esulano dalla presente trattazione), anche se ormai la casa editrice meneghina sta da tempo abituando i lettori "da edicola" ad attendere le edizioni economiche solo dopo la pubblicazione libraria.



Conclusione

Per quanto si evince dalla storia ripresa dal Color Fest e dalle affascinanti splash page a seguire, Tito Faraci è intenzionato a pescare a piene mani nella narrativa di un genere a lui particolarmente caro, il pulp, ben supportato da alcuni tra gli artisti più versatili e geniali del panorama fumettistico contemporaneo e da un'impostazione grafica decisamente accattivante.
Ora non ci resta che iniziare a leggere la miniserie, Giosafatte salterino!

Il sommo Audace 


SERIE: Daryl Zed
NUMERO: 0
DATA: novembre 2019
SERGIO BONELLI EDITORE

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Tito Faraci
DISEGNI E CHINE: Nicola Mari
COLORI: Luca Saponti e Sergio Algozzino


Tutte le immagini © 2019 Sergio Bonelli Editore.

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