Dylan Dog Magazine 2019

"Di giustizia e vendetta, di verità e ipocrisia"


"Quelle del Dylan Dog Magazine 2019 sono di gran lunga le due storie più crudeli che abbia mai scritto in venticinque anni. Ma anche tra le migliori. Si parla di Dio. Di giustizia e vendetta, di verità e ipocrisia."

Alberto Ostini introduce così il nuovo Magazine dedicato all'Indagatore dell'incubo che, a partire dalla bella copertina di Bruno Brindisi (colorata da Matteo Vattani), dimostra di essere integrato nella continuity attuale (infatti andrebbe letto prima di Dylan Dog #391, albo attualmente in edicola). In realtà il riferimento alla meteora in sé è fuorviante: non è quello il tema che viene sviscerato nelle pagine della pubblicazione annuale dedicata all'orrore. Come per i numeri che l'hanno preceduto*, il Magazine ha come vero protagonista l'ex Ispettore Bloch e i due episodi (uno lungo e uno breve) qui presentati ci mostrano infatti momenti importanti per la vita di Sherlock Bloch.

* Vedi anche quiqui e qui.


La prima storia è un vero e proprio sequel dei racconti presentati nel Magazine dello scorso anno (realizzata peraltro dai medesimi autori). Un episodio angosciante, a tratti persino insopportabilmente crudele, ma splendido nella sua liricità e drammaticità. Un racconto destinato inevitabilmente ad avere delle ripercussioni nella vita dell'ex ispettore Bloch: al termine dell'episodio assistiamo a un avvenimento (che non vi anticipiamo ma) che certamente conclude un ciclo in maniera coerente. L'unica nota stonata che ci sentiamo di aggiungere a riguardo è che il percorso qui delineato viene depotenziato in buona parte da quanto viene poi narrato nel già menzionato albo della serie regolare attualmente in edicola, che per Bloch sembra annullare quasi completamente il valore emotivo delle scelte effettuate, in maniera peraltro forse troppo repentina (peccato davvero!).
Tornando alla storia, i personaggi sono descritti da Ostini con una notevole carica di umanità e, sebbene appaiano come risucchiati in un vortice di ineluttabile tragedia, mostrano tutta la loro tridimensionalità, anche grazie al lavoro di Giulio Camagni, autore di una prova a tratti incostante nella resa dei volti ma in grado di utilizzare uno stile noir e cupo globalmente adatto alla storia narrata.

Nella storia breve, in bianco nero e rosso, Alberto Ostini e Giorgio Pontrelli raccontano un episodio mai narrato della vita del giovane ispettore Bloch. Un altro tassello di un mosaico dolente e a tratti sconvolgente, che in questo caso tocca anche la tematica della fede e del desiderio di vendetta. L'aggiunta del colore rosso, elemento ormai tipico nelle storie brevi contenute nel Magazine dylandoghiano, non è un mero orpello bensì una giusta integrazione allo stile di Ponteelli, autore dotato di un tratto sintetico che ormai gli permette di narrare utilizzando poche linee efficaci.


Negli ultimi anni, oltre ai soliti interessanti articoli di approfondimento (qui ad esempio si parla dall'immancabile H. P. Lovecraft) e alla deliziosa apertura con Susy & Merz di Giorgio Giusfredi e Paolo Bacilieri, nella gestione narrativa del Magazine targata Ostini abbiamo potuto leggere storie tutt'altro che banali, spesso dotate di un coraggio non indifferente nell'affrontare in maniera non comune argomenti ostici (se non proprio spinosi). Un plauso a lui, ai disegnatori che l'hanno accompagnato, al copertinista Bruno Brindisi (che dopo un rodaggio iniziale ha sfornato piccoli gioielli) nonché al curatore e all'editore per aver conferito un'identità precisa alla testata.

Il sommo audace



Dylan Dog Magazine 2019

DATA: marzo 2019
SERGIO BONELLI EDITORE
COPERTINA: Bruno Brindisi (colorazione copertina: Matteo Vattani)

SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alberto Ostini
DISEGNI E CHINE: Giulio Camagni e Giorgio Pontrelli


Tutte le immagini: © 2019 Sergio Bonelli Editore

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