Stretta al cuore ~ Intervista a Štěpánka Jislová
Stretta al cuore è più che un'autobiografia: è un manuale sul modo (sbagliato) in cui viviamo le relazioni e sul modo in cui permettiamo agli stereotipi di genere e a una certa narrazione di romanticismo di incasinarci la vita. Ne parliamo con l'autrice
Perché Stretta al cuore è un'autobiografia ma è anche, in qualche modo, un manifesto politico sui disastri che un certo tipo di narrazione dell'amore romantico e dei ruoli di maschio e femmina ci hanno costretto ad affrontare.
Stretta al cuore è un fumetto straordinario, una storia vera e spietata che inizia con un tono leggero, quasi frivolo, e poi ci lascia sprofondare fino a farci sentire davvero il cuore stretto in una morsa soffocante.
Abbiamo avuto il piacere di incontrare e intervistare Štěpánka, perché volevamo che fosse lei a raccontarvi questa storia così forte e necessaria.
Ciao Štěpánka, grazie mille di aver accettato il
nostro invito e benvenuta sul blog degli (e delle!) Audaci.
Il tuo libro – Stretta al cuore, edito da Eris Edizioni – mi ha in qualche modo ricordato una di quelle trappole a imbuto, una cosa che quando inizi a leggere e ci “entri” dentro sembra tutto leggero, quasi frivolo, sembra la storia di una ragazzina innamorata dell’amore. Poi, man mano si va avanti, l’imbuto inizia a restringersi, si va più a fondo nelle cose e le tematiche iniziano a farsi meno dense, anzi, ci dimostri che spesso ci sembra frivolo solo quello che non conosciamo davvero. Questa sensazione è solo un espediente narrativo o hai scelto di strutturare così la tua storia per un altro motivo?
Vedo la frivolezza come una sorta di Cavallo di Troia. Essere leggeri, soprattutto all’inizio, è un modo efficace per attirare il lettore. Attraverso episodi scherzosi, comunico che non mi prendo troppo sul serio e che sono in grado di scherzare, a volte anche in modo piuttosto duro, sui miei stessi vizi ed errori. E poi, una volta che questo Cavallo di Troia è dentro le mura della città, posso cominciare a dipanare i temi più seri e a spingermi verso toni più cupi.Ma non si tratta solo di rendere la storia più gradevole o più facile da digerire. Si tratta anche di assicurarsi che il personaggio principale, il mio avatar, me stessa, sia ritratto in modo complesso, così che appaia vivo, anche sulle pagine di carta del libro. Dopo tutto, anche se questo è un libro sul cuore infranto, sul trauma e sulla violenza sessuale, è soprattutto un libro sulla vita. E la vita è una tragicommedia: se la rendi troppo seria perde la capacità di essere riconoscibile, se la rendi troppo comica perde gravitas.
Perché, anche quando si tratta di amore etero tra maschi e femmine, questo genere di opere non sono considerate “da maschi”?
Bisogna dire che il panorama mediatico è cambiato immensamente. Oggi assistiamo a ogni tipo di rappresentazione, dal genere e dall'espressione di genere all'orientamento sessuale, fino alla classe sociale e all'intersezione di tutti questi aspetti. Non tutto è eccellente, ma direi che si sta comunque andando nella giusta direzione. È proprio nella grande diversità delle nostre storie che possiamo trovare sicurezza. Più parliamo delle nostre differenze, più le normalizziamo. Non posso dire di aver apprezzato, per esempio, una versione totalmente femminile di Ghostbusters o Lesbian Space Princess, ma ritengo che la semplice esistenza di questi film sia significativa a modo suo.
Penso che il problema sia che, sebbene tutti, compresi gli uomini, apprezzino il romanticismo, c'è una chiara discrepanza in termini di volume. Chiedete a qualsiasi uomo se preferirebbe Il Signore degli Anelli senza la storia d'amore tra Arwen e Aragorn e vi accuserebbe di blasfemia. Ma se gli chiedeste di guardare un'intera narrazione dedicata a Grampasso che interagisce con la sua moglie elfica in un contesto romantico, dubito che sarebbe altrettanto entusiasta.
Detto questo, direi che ci sono molti film incentrati sull'amore o sul desiderio di connessione che sono rivolti agli uomini, ma poiché rappresentano una fantasia maschile, non vengono interpretati come tali. Anche Fight Club, spesso considerato l'apice del cinema che celebra la mascolinità, tratta in sostanza delle versioni di noi stessi che creiamo affinché gli altri possano amarci. L'amore e il romanticismo giocano un ruolo importante in film come Il gladiatore o anche Taxi Driver. Certamente, queste narrazioni si concentrano su uomini che percepiscono le relazioni e le donne come fonti di valore per loro, il che è semplicemente una forma diversa di oggettivazione, ma rivelano comunque qualcosa di significativo sull'amore.
Fin da quando è ragazzina, la protagonista di Stretta al cuore fa fatica sia ad avere relazioni sane e profonde – soprattutto quando le mette a paragone con quelle che vivono le altre persone che conosce – sia ad accettare sé stessa in quanto ragazza/femmina. Senza fare troppi spoiler sulla trama, secondo te, come si collegano questi due problemi?
Nasciamo in un mondo che non vede l’ora di plasmarci e poi, altrettanto rapidamente, dare a quella forma un’etichetta. Tutte queste nozioni preconcette sono profondamente interconnesse. L’eterosessualità e l’espressione di genere, per esempio, vanno di pari passo. L’impalcatura è costruita sull’opposizione: uomo e donna, e per preservare questa opposizione ci si aspetta che le donne abbiano un aspetto e un comportamento femminili e che gli uomini abbiano un aspetto e un comportamento maschili. Questa divisione sembra offrire sicurezza identitaria: sono una donna e il fatto di non essere un uomo mi rende ancora più donna. Ma, in definitiva, non fa altro che dividerci. Non si tratta solo di presentare l’altro genere come una specie completamente aliena. Crea anche divisione dentro ciascuno di noi. Smantella il sé e lo disperde in pezzi, così che possiamo esaminarne il mucchio e concludere: questa parte va bene, ma queste altre due sono sbagliate, quindi dovrei mascherarle o cambiarle.
Mentre le persone non eterosessuali incontrano un’ampia gamma di difficoltà, c’è un elemento che trovo vantaggioso rispetto all’appartenere alla maggioranza. Una volta che ti rendi conto di non rientrare in un’area – e, soprattutto, che non è necessario farlo – spesso inizi a decostruire anche altre convinzioni apprese. Questo può riguardare l’espressione di genere, l’orientamento sessuale, la struttura delle relazioni, ma anche il percorso professionale o persino la fonte della felicità.
Assolutamente sì. In un certo senso, bisogna essere profondamente interessati all'amore per poterlo respingere in modo così teatrale. Rinunciare all'amore significa abbandonare qualcosa che sembra irraggiungibile, lasciando che i propri ideali e desideri prevalgano sulla capacità di realizzarli. Significa tentare ripetutamente, ancora e ancora, finché il gesto di lasciar andare diventa una silenziosa dichiarazione di quanto fosse importante.
Ho notato che in molte scene questi due personaggi sono tracciati con due colori differenti – blu e rosso – anche se si trovano nella stessa vignetta. Questa bicromia, che si trova in tutto il libro, ha un significato “simbolico” o è solo una scelta stilistica?
I memoir a fumetti sono spesso illustrati utilizzando solo due colori, come si vede in Fun Home di Alison Bechdel o Ducks di Kate Beaton. Questo approccio non solo consente di ridurre leggermente i costi di stampa, ma permette anche di enfatizzare maggiormente il simbolismo. L'amore è spesso rappresentato come una dinamica di opposizione, un tira e molla tra due forze, e le rotture sono, dopotutto, conflitti tra due parti. Volevo esprimere questo elemento attraverso il colore, poiché anche il rosso e il blu a volte sono in opposizione.Inoltre, lavorare con una tavolozza limitata mi ispira a scoprire modi diversi per trasmettere atmosfera ed emozione. Cosa succede se cambio il modo in cui uso questi colori? Cosa succede se ne rimuovo intenzionalmente uno da scene particolari? Che tipo di atmosfera sto creando per il lettore?
Uno dei motivi che mi ha spinto a creare Stretta al cuore è stata la speranza che per alcune persone potesse rappresentare il primo passo verso un percorso di miglioramento. Io stessa ho avuto difficoltà a trovare molte delle informazioni di cui avevo bisogno, come ad esempio ciò che la ricerca, la psicologia e la sociologia dicono sull'amore, tutte cose che alla fine mi hanno aiutata e guarita. L'obiettivo finale era quello di riunire tutti questi elementi e trasformarli in un libro che, si spera, valga la pena leggere.
Il nucleo della ricerca è la teoria dell'attaccamento, sviluppata da un gruppo di ricercatori americani negli anni '60. Dopo anni trascorsi a osservare i bambini piccoli, hanno concluso che esistono quattro tipi di attaccamento che i bambini sviluppano in base al modo in cui i genitori rispondono alle loro emozioni. Un bambino può essere, ad esempio, molto ansioso e appiccicoso. Da adulto potrebbe quindi cercare costantemente rassicurazioni dal proprio partner e, quando queste arrivano, assomigliare a un secchio bucato. Al contrario, se un genitore ignora i bisogni del proprio figlio, quest'ultimo rischia di diventare un adulto altamente indipendente che si sente sopraffatto dalla sola prospettiva dell'intimità.
In sostanza, il tipo di comportamento che riceviamo da bambini diventa il modello che utilizziamo nella nostra vita sentimentale da adulti.
All’inizio dicevo che la tua è una storia che scava in profondità e che ci fa vedere come una ragazza all’apparenza frivola sia, in realtà, una persona molto complessa, capace di analizzarsi, decostruire i suoi comportamenti e riportare alla luce traumi passati. Come si mette in moto questo meccanismo?
Sono sempre stata una persona molto analitica, e penso che ciò sia in parte dovuto al fatto che mi colloco da qualche parte nello spettro autistico. Quando ti senti ripetutamente alienato da ciò che percepisci come un gruppo di appartenenza, sia che si tratti di ciò che vedi nei film o leggi nei libri, quell'alienazione tende a renderti estremamente consapevole di te stesso. Questa consapevolezza di sé può, agli occhi di alcune persone, apparire quasi narcisistica. Alcuni lettori, tutti uomini, mi hanno detto che penso semplicemente troppo a me stessa. Lo trovo divertente. In quale altro modo potremmo acquisire conoscenza? Non si può cambiare ciò che è ancora sconosciuto, non si può parlare di ciò che deve ancora essere affrontato.
Tu sei un’autrice donna e la tua storia ha una protagonista donna. Ma a differenza di molti altri libri autobiografici (o di autofiction) e femministi, tu hai dedicato ampio spazio in Stretta al cuore anche agli effetti tossici del maschilismo sugli uomini. Come hai gestito questa parte del racconto?
Spesso mi preoccupo che tendiamo a dimenticare che leggere un libro scritto in prima persona non rende automaticamente il protagonista un eroe. Soprattutto nel caso delle biografie, dobbiamo ricordare che non c'è nulla di più soggettivo di un racconto personale. Anche se abbiamo pieno accesso al ragionamento del narratore e istintivamente tendiamo a schierarci dalla sua parte, l'autenticità può anche essere performativa e talvolta può persino essere utilizzata per manipolarci.
Ecco perché, a un certo punto, sposto la prospettiva sul protagonista maschile e invito il lettore a rivisitare diverse scene precedenti attraverso il suo punto di vista. Senza volermi ripetere troppo, ma i problemi nelle relazioni spesso sembrano essere un conflitto tra due narrazioni, quindi è fondamentale rivelare che ogni persona ha il proprio ragionamento.
Partire dalle proprie esperienze personali per renderle un atto – o un testo, in questo caso – collettivo e politico è una pratica femminista storicamente ben consolidata. A chi volevi arrivare con questo libro? E che feedback hai avuto fino ad oggi?
Mi ha colpito in modo particolare un feedback, che mi è arrivato sotto forma di numerosi messaggi da parte di altre donne millennial che dicevano che avevo descritto le loro stesse vite. Ero sinceramente convinta che ciò che stavo mettendo nero su bianco fossero le mie esperienze e i miei ricordi molto specifici. Tuttavia, ho scoperto di aver creato qualcosa di molto più riconoscibile e generazionale. Mi ha reso quasi un po' triste: come mai doveva essere così difficile anche per tante altre persone?
A un certo punto del fumetto tu dici che la vita non procede come un romanzo, che non ha una vera e propria struttura narrativa. Però in Stretta al cuore tu hai preso delle esperienze reali e hai dato loro una struttura narrativa molto ben organizzata. Come funziona questo passaggio? Come si traduce la “realtà” in “narrazione”?
Questa è la sfida che ogni libro di memorie deve affrontare: dove si trova il confine tra ciò che l'autore sa essere vero dal punto di vista spirituale ed emotivo e ciò che è vero in senso più documentaristico? Posso assicurare, e persino promettere, che tutto ciò che leggerete è vero e che è realmente accaduto. Se ho modificato qualcosa, è stato per proteggere l'anonimato di qualcuno o per organizzare gli episodi della vita in un ordine che avesse più senso dal punto di vista narrativo.
La vita non si svolge secondo una logica narrativa. Raramente viviamo una singola conversazione trasformativa; invece, riceviamo cinque piccoli momenti che, una volta interiorizzati, diventano parte di noi. Questo può essere significativo per la persona che li vive, ma non sempre rende la storia avvincente. Tuttavia, ai miei occhi, questo non rende le rivelazioni meno vere.
È un vero peccato, sarebbe un'aggiunta molto utile per qualsiasi scuola, non solo in Italia! La mancanza di educazione sulle emozioni e sulle relazioni costringe le persone ad imparare attraverso tentativi ed errori. È il subconscio e spesso l'inconscio che prende le decisioni al posto loro. L'amore può sembrare una forza naturale, e alcune persone mi hanno detto che cercare di studiarlo o controllarlo è come cercare di dire al sole quando sorgere. Eppure studiamo i movimenti del sole e sappiamo che dobbiamo mettere la crema solare quando splende troppo forte. Allo stesso modo, dovremmo essere educati sui modi in cui i comportamenti dannosi possono indossare la maschera dell'amore, in modo da non passare la vita a inseguire qualcosa che è semplicemente familiare, ma non piacevole.
Ti ringrazio per il tuo tempo e per il tuo libro, bellissimo e prezioso. In bocca al lupo per i tuoi prossimi progetti e a presto!
Grazie per avermi invitata!
Intervista e traduzione a cura di Claudia Maltese (aka clacca)
Stretta al cuore
(Titolo originale: Srdcovka)
Adattamento grafico a cura di: Alessandra Cappadonia
Traduzione dal ceco a cura di: Nicole Causin di Progetto Proč
Revisione della traduzione dal ceco a cura di: Valerio Emanuele di Progetto Proč
Casa editrice: Eris Edizioni
Data di pubblicazione: ottobre 2025
Formato: Brossurato
Prezzo: 20€












