La nascita di un messia e il viaggio del Necromante: il "Marrowverse" di Pastaacolazione

Attraversando terre desolate e foreste da incubo, Pastaacolazione si muove tra la ricerca di suggestioni visive sempre nuove e la creazione di storie dal gusto mitologico. Ecco cosa ci ha raccontato

Che si tratti di un personaggio oscuro e totalmente dedito al male come il Necromante, o del figlio della Luce che intraprende un viaggio per il compimento di una profezia, i protagonisti delle storie di Pastaacolazione sono emanazioni amplificate di sentimenti squisitamente umani. 

Le terre che disegna, a metà tra l’onirico e il surrealista, ambientano le vicende in un mondo che ci è familiare e alieno allo stesso tempo, creando una forte dissonanza tra quello che siamo abituati a percepire come tangibile e le esperienze vissute attraverso il sogno che fanno parte del nostro subconscio. 

Tra sogno e follia, la marrow-saga di Pastaacolazione racconta storie disturbanti e dolci, capaci di generare ogni sorta di emozione e inducendo a una profonda riflessione sui concetti stessi di giusto e sbagliato.

Nell’intervista che abbiamo fatto all’autore, ci siamo fatti raccontare come sia guardare questo strano e affascinante universo narrativo dal punto di vista del suo creatore.

Come nasce l’idea per una storia di Pastaacolazione?  

Avendo più esperienza come cultore delle arti visive, che in quelle narrative, devo ancora sviluppare una tecnica vera e propria che mi consenta dimestichezza e manovrabilità all’interno del mio panorama da storyteller. Per ora mi limito ad esplorare tutto ciò che mi diverte, che parta da una suggestione visiva, da una esigenza emotiva o da una curiosità narrativa, non mi do limiti. Questo ho la fiducia renda i libri sempre una nuova esperienza e che stupisca tanto me quanto il lettore. Non ho veramente idea di dove mi porterà questo processo e quanto a lungo riuscirò a trovare nuovi spunti con altrettanto entusiasmo.

Quali sono state le tue maggiori influenze in ambito artistico?

Una fiondata di autori nipponici che sin dall’infanzia hanno costellato la mia immaginazione di lettore e disegnatore. I grandi autori occidentali li ho scoperti solo in un momento più maturo, ma oggi, se dovessi innalzare una classifica dei miei artisti preferiti, non potrei non citare Moebius, Klimt, Giger, Beksinski e Amano. Forse anche lo spirito cartoon memetico degli inframezzi comici tipici degli Shonen compare quando abbasso la guardia, a gran rappresentanza dei molti manga letti.

Se dovessi descrivere Holy Marrow in tre parole quali sarebbero?

Divertente (suonerà fuori contesto, ma la produzione di questo libro mi ha veramente entusiasmato), eclettico, disturbante.

Nimu e il Necromante sono due protagonisti diametralmente opposti. C’è qualcosa che li accomuna nei propositi e nelle azioni, o sono piuttosto emanazioni contrapposte della natura umana?

Conto di unire questi punti, diametralmente ma non abissalmente, così lontani con lo sperato supporto di un po’ di libri Marrow. Per quello che posso tinteggiare con qualche parola, a unirli è l’umanità, l’essenza umana, il sentimento e la carnalità dell’esistere che, fatalmente, scandiscono ogni storia che possiamo raccontare. Questi personaggi fantasy, essendo plasmati nell’idea e nell’essere di un panorama mitologico, non possono che enfatizzare questi aspetti. Così si trovano con un volto completamente opposto anche se, come spero sia percettibile dalle mie storie, queste facce non sono che chimere ibride tra quello che si spera e quello che si teme.

Qual è il personaggio dei tuoi fumetti a cui sei più legato?

Al momento è Altail, la Vetta Magica; un personaggio citato solo nella mia autoproduzione Deep Marrow, ne sentirete meglio parlare in futuro perché ha un ruolo chiave in questo universo. È nato subito dopo il necromante, non appena ho avuto la necessità di disegnare un personaggio più stratificato. È il mago della macchinazione, un talento ineguagliato che ha regalato al mondo nuovi segreti che spero di raccontarvi con il tempo di più libri.

Il prossimo anno uscirà il terzo volume ambientato nello stesso universo narrativo, puoi anticiparci qualcosa di Sand Marrow

Rivedremo Veemil, il mago manipolatore che in Holy Marrow incastra il protagonista. Questa volta la vicenda lo coinvolgerà intimamente, poiché il protagonista sarà suo fratello gemello ed il suo tormentato rapporto con uno spirito del quale è suddito e innamorato.

I tuoi volumi hanno tutti un’estetica peculiare e immediatamente riconoscibile, quanto tempo ha richiesto trovare un’identità così forte?

Il tempo di molti rifiuti editoriali e molte sperimentazioni tecniche. Per me l’arte è sempre stata la principale compagna di vita, il paradiso della mia mente ed il suo inferno. Viaggio volentieri nei suoi meandri e spero continuerà a regalarmi i suoi tesori.Per me l’arte è sempre stata la principale compagna di vita, il paradiso della mia mente ed il suo inferno. Viaggio volentieri nei suoi meandri e spero continuerà a regalarmi i suoi tesori.

In ogni tuo lavoro troviamo un forte contrasto tra luce e oscurità. Quanto di quello che vediamo all’interno dei tuoi volumi è influenzato da avvenimenti storici o figure realmente esistite?

Le ombre del presente penso vivano in tutti, coscienti o non, facciamo parte del mondo e non c’è voce che non sia un suo aspetto. Non costruisco le storie ispirandomi a veri e propri fatti reali, più che altro prendo a piene mani dal piano concettuale e dalle figurazioni socio-emotive che lo colorano. Comunque direi di no, niente di storico al momento. 

Che canzoni consiglieresti di ascoltare per accompagnare la lettura dei tuoi fumetti?

Devo dire di essere un ascoltatore molto poliedrico. Spesso ho ascoltato pezzi completamente dissonanti con lo spirito delle tavole che disegnavo. Quando mi concentro mi astraggo e mi distrae solo il fastidio della concretezza che ti invade la mente, fortunatamente non accade spesso, ma cose tipo la pubblicità, i motorini truccati dei tamarri ed il citofono sono il mio inferno in terra. Quindi direi qualsiasi artista che vi faccia viaggiare e vi conceda la possibilità di non sentire nient’altro per molto tempo. Non avete nulla in mente? Chihei Hatakeyama a me regala sempre una colonna sonora perfetta.

Quali sono le difficoltà maggiori di chi lavora nel campo dei fumetti al giorno d’oggi?

Che la passione deve essere più forte della fame, più forte della dignità e più forte, sovente, del senno, altrimenti le possibilità di vivere di questa arte sembrano davvero poche.

Intervista a cura di Simon Savelli

Pastaacolazione

Paolo Simone Marro, in arte Pastaacolazione, è un disegnatore, pittore ed autore di fumetti di natura opaca. La sua produzione è caratterizzata da velature di fosco e delirante. Con la sua arte cerca di cogliere l’essenza della carne in tutte le sue sfumature. Si possono apprezzare le sue opere per Hollow Press, dove nel 2025 esce il secondo volume della serie Marrow, suo universo che ha portato avanti anche nell’autoproduzione. Lavora come “matita” per l’agenzia Smile e produce quadri a tempo perso per elasticizzare l’estetica. Se lo incontrate in fiera, probabilmente vi sorriderà.
[Fonte: Comicon]

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