The World, il giro del Mondo in 15 Superman

Dopo Batman e Joker e in occasione dell’uscita del film, esce in contemporanea nel mondo una nuova antologia internazionale con le storie del Supereroe icona della DC Comics

L’esperimento iniziato dalla DC Comics nel 2021, quello di far realizzare storie brevi sui propri personaggi chiave a team creativi da tutto il mondo, non è sicuramente una novità in sé per sé, ma è comunque interessante e a tratti coraggioso: nonostante la loro natura simbolica e universale, è molto difficile infatti trasportare i supereroi al di fuori della loro patria natia, gli Stati Uniti (o in maniera più larga, il mondo anglosassone), senza perdere un qualche elemento centrale, o a volte per mantenerlo si rischiano scimmiottamenti o forzature.

Un compito ancora più arduo per storie di poche pagine che devono tenere insieme da un lato la fedeltà al personaggio, dall’altro devono calarlo in un contesto culturale diverso che giustifichi la storia stessa. Nei precedenti volumi, Batman: Il Mondo e Joker: Il Mondo, questo aveva portato a risultati altalenanti, e in parte ciò era dovuto alla natura stessa dei personaggi, tanto legati al loro mondo (a Gotham, all’interdipendenza dell’uno nell’altro) da rendere difficile una loro rielaborazione lontana da esso.

Nel caso di Superman ci troviamo di fronte a un personaggio sostanzialmente diverso: sebbene forse non più famoso come un tempo e non più centrale nell’immaginario supereroistico, spesso superato da altre figure che nel cinema contemporaneo hanno trovato nuova e inaspettata linfa (Iron Man, per dirne uno su tutti), la figura di Superman ha un valore simbolico che travalica quell’americanità che è una parte importante del personaggio, ma che non lo ho mai raccontato per intero quanto la sua profonda umanità, legata a principi universali positivi in cui tutti possono riconoscersi. E per questo quel simbolo, che per casualità in italiano coincide con la lettera iniziale della parola Speranza, è un qualcosa che fa da specchio alla parte migliore di noi stessi.

Ed è per tutti questi motivi che Superman: Il Mondo funziona meglio dei suoi predecessori: pur alternando anche in questo caso storie molto ben fatte ad altre non brutte ma sicuramente trascurabili, l’inserimento di Superman in ogni contesto è più efficace, data la sua natura sovranazionale e simbolica per eccellenza.

Da un punto di vista narrativo, le premesse di quasi tutte le storie sono legate ad aspetti che caratterizzano l’identità umana del personaggio, quel Clark Kent che grazie al suo lavoro di giornalista, oppure al suo amore per Lois Lane, riesce a portare Superman in varie parti del mondo: in maniera forse scontata ma interessante, l’uomo viene prima del supereroe. Da qui, i vari autori scelgono di muoversi lungo alcuni filoni che condividono caratteristiche comuni: chi sceglie storie più allegre e ironiche (come il tedesco Flix, il francese Sylvain Runberg con il disegnatore spagnolo Marcial Toledano Vargas e il colorista José Manuel Robledo - scelta peculiare per la storia francese, quella di un team di disegnatori iberici -, o i giapponesi Satoshi Myagawa e Kai Kintago, questi ultimi assenti nell’edizione italiana, forse per via di problemi di diritti) mentre altri assumono toni più seri ed epici (gli argentini Mauro Mantella e Agustín Alessio, il turco Ethem Onur Bilgiç, gli statunitensi Dan Jurgens e Lee Weeks), alcuni materializzano l’elemento culturale rendendo protagonisti personaggi storici e mitologici (gli italiani Marco Nucci e Fabio Celoni con Dante Alighieri, il brasiliano Jefferson Costa con il mantello rosso dei Tupinambá, i camerunensi Dr. Ejob Gaius, E.N. Ejob e Coeurtys Minko facendolo incontrare con il dio Epasa Moto), altri invece usano il paesaggio come elemento talvolta di sfondo, altre volte vero co-protagonista (il caso di Granada con Jorge Jiménez).

Esaminare un racconto con così tante voci e tanti stili non è semplice, così come trovare un metro di giudizio efficace per ogni storia: ognuna di esse offre spunti potenzialmente interessanti, anche se alcune si riducono a essere semplici variazioni sul tema del supereroe e non riescono a fondere omogeneamente i due aspetti che danno il titolo all’antologia, rivelandosi dimenticabili e insipide. Il lato artistico è quello che pone le storie su livelli più vicini: il livello qualitativo è infatti mediamente molto alto, con punte toccate non solo da fuoriclasse come Jiménez e Weeks, ma anche da prove solide come quella di Stevan Subic e Marek Oleksicki nelle storie più realistiche e prettamente supereroiche, o quelle più caricaturali e meno consuete per il personaggio come quelle di Jefferson Costa, di Flix o del messicano Bef (Bernardo Fernández). Queste ultime storie risultano anche tra le più convincenti dell’antologia: quella di Costa (Il mantello rosso) riflette sulla sparizione della cultura amazzonica e mette in scena un Superman tenero, a tratti goffo, che riflette su queste tematiche e sulle colpe anche occidentali, di fronte alle quali resta senza parole; quella di Fernandez (Superman: Alla sinistra del colibrì) racconta la tradizione mitologica messicana omaggiando lo stile delle strip domenicali, da Dick Tracy ai Peanuts; infine Flix (L’uomo d’acciaio (K) Rupp), con il suo stile umoristico di ispirazione francese, riporta Superman al periodo bellico e intrecciandolo con la dolorosa storia tedesca in maniera ironica e leggera. 

Il racconto che forse meglio riesce a tenere insieme il cuore del personaggio e l’elemento culturale è quello degli indiani Rana Daggubati e Sid Kotian. In Essere un eroe, Clark Kent si trova a raccontare una storia di saccheggi e appropriazione culturale in un’India dell’immediato dopoguerra, e qui riflette sulla natura dell’essere eroe: se il messaggio è nella sua semplicità chiaro e diretto, perfetta incarnazione dei valori fondativi di Superman, a cui si aggiunge un parallelismo interessante tra la visione a volte ingenua dell’occidente e gli effetti della sua barbarie imperialista, la realizzazione grafica colpisce per la scelta del bianco e nero spezzato solo dall’azzurro delle statue trafugate che si riflette negli occhi e nel costume di Superman, elemento che spicca nella sua purezza e forza. Interessante è anche l’approccio totalmente fantascientifico dei cechi Štěpán Kopřiva e Michal Suchánek in Se il nichilismo è la risposta, qual era la domanda?: in questo caso il riferimento al proprio paese è rappresentato dalla stazione spaziale Praga, unico baluardo rimasto dell’umanità in cui Superman si trova a convincere un uomo della necessità di credere fermamente nella speranza.

Spenderei infine qualche parola sulla storia di Marco Nucci e Fabio Celoni, Superman: Inferno, che si colloca per molti motivi tra le migliori del volume (anche se la scelta di Dante e della Divina Commedia, benchè motivata dai 700 dalla nascita del Sommo Poeta, risulta essere forse un po’ troppo scontata e inflazionata). I due autori sono bravi a giocare con gli elementi che conoscono, tra omaggi fumettistici (L’Inferno di Topolino su tutti), extrafumettistici (quello a Firenze, città di Nucci) e qualche easter egg divertente e gustosa (Nicola Peruzzi e Antonio Solinas, editor Panini, gettati nei gironi danteschi).

Nucci sceglie di alternare le parole di Dante a quelle di Superman, quasi creando un capitolo moderno e spurio della Commedia, in cui il protagonista deve salvare l’amata Lois Lane dalle grinfie di Satana. Ma sicuramente il grande punto forte della storia è ancora una volta il lato artistico, con Fabio Celoni che dimostra tutta la sua versatilità nel mostrare sia il mondo reale di Clark e Lois che quello fantastico di Superman e dell’Inferno: i colori brillanti, lo stile pittorico in alcuni passaggi quasi futurista, tutto teso al dinamismo e al movimento, danno un senso di epica e di avventura che richiama appunto tanto l’arte quanto il fumetto, dando al supereroico un tocco classico, in alcuni momenti anche retrò. Una storia che, da questo punto di vista, si è giustamente meritata lo stesso trattamento riservato a La Strategia della Tensione, racconto del Joker realizzato da Fausto Brizzi e Paolo Bacilieri, ovvero la pubblicazione in volume a parte e di pregio, capace di valorizzare i disegni e i colori di Celoni.

Arrivati alla fine, probabilmente nessuna delle storie qui raccontate rientrerà in una lista simile a quella fatta dagli Audaci in occasione del film, ma resta la sensazione che Superman: Il Mondo sia la migliore antologia tra quelle finora realizzate, soprattutto per via del suo protagonista, capace grazie al suo carisma, la sua simbologia e la sua universalità, di scendere in ogni luogo del mondo portando un senso di leggerezza, di positività e di speranza per un futuro migliore, in cui ogni cultura possa essere rispettata e valorizzata.

Emilio Cirri

Trovate tutti i pezzi dello Speciale Superman qui.

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