Post Mortem - Un viaggio satirico e dissacrante nella routine, tra vita, morte e Nicolas Cage

Per tutti quelli che il posto fisso lo vedranno solo nell’aldilà. E anche in quel caso sarà una fregatura


Post Mortem
è un fumetto che parla delle logoranti routine quotidiane, di torpore, di aspirazioni mai realizzate e di noia esistenziale. E un po' anche di Nicolas Cage.

Scritto da Fabio Reato, illustrato da Lorenzo Nicoletti e dato alle stampe da Hyppostyle Publishing, Post Mortem narra in maniera pungente e irriverente il mondo del lavoro e la società contemporanea. La storia che questo volume ci propone infatti è basata sulle difficoltà dei giovani di trovare il loro posto in un mondo che spinge sempre più verso il famoso e tanto agognato “posto fisso”, e del torpore esistenziale che assale quando quel posto nella società per cui abbiamo tanto combattuto finalmente lo troviamo, salvo poi scoprire essere tutta una grande fregatura. Ecco, lo stesso identico meccanismo in questo fumetto lo ritroviamo ad aspettarci in agguato anche nell’aldilà.

È questo che succede infatti ad Alberto, Albe per gli amici. Dopo essere stato rifiutato all’ennesimo colloquio, Albe si avvia sconsolato verso casa ma nel tragitto viene investito da una macchina e finisce nell’aldilà. Ad aspettarlo però non ci sono né Caronte né calde luci in fondo a un tunnel bensì Rennè, la responsabile del reindirizzamento delle risorse astrali, che noi comuni mortali chiamiamo anime. Lei lavora per la Post Mortem, una sorta di agenzia di collocamento che gestisce e smista le anime dei neo defunti di qualsiasi religione essi siano e da qualsiasi parte del mondo essi provengano.

Rennè però per Albe ha in serbo un destino diverso, qualcosa che il protagonista ha sempre sognato: il posto fisso. Per ottenerlo però il nostro protagonista dovrà svolgere qualche faccenda scomoda e alla fine forse anche il tanto agognato posto fisso tanto comodo non sarà.

Post Mortem è un fumetto satirico che svela con amara ironia le ipocrisie e le contraddizioni del mondo del lavoro, portando il lettore a riflettere su come spesso costruiamo routine soffocanti per sopravvivere ad una società che ci impone determinati modelli di successo. La narrazione cattura l’assurdità e la monotonia della vita quotidiana, dove le giornate si susseguono tutte uguali: sveglia, lavoro, qualche chiacchiera con i colleghi, e una serata fuori con gli amici di tanto in tanto. Da un lato questa routine è confortante ma a volte rischia di diventare una prigione che ci fa dimenticare il senso dell’esistenza e, nel caso di Albe, anche della morte.

Albe, con il suo atteggiamento disilluso e le sue speranze continuamente disattese, incarna una generazione in bilico tra il desiderio di realizzazione personale e la pressione di conformarsi a un modello di vita prestabilito. La sua reazione alla morte, quasi non diversa dalla noia che prova da vivo, è un commento sottile sulla perdita di senso e sull'incapacità di trovare uno scopo che vada oltre il lavoro. Attraverso gli occhi di Albe, possiamo percepire il peso di una società che offre pochi spazi per i sognatori, preferendo invece un sistema di regole e aspettative rigide che portano più all’alienazione che alla realizzazione.

Fabio Reato affronta queste tematiche con un approccio disincantato, utilizzando un linguaggio sarcastico che riesce a bilanciare ironia disfattista e malinconia, il tutto condito con una spolverata di cinismo qua e là, ma senza esagerare. Lorenzo Nicoletti, con il suo tratto ruvido e dinamico, ci accompagna nella storia e le dona vitalità. Le sue illustrazioni non si limitano a raccontare la trama ma giocano col lettore con dettagli e riferimenti nascosti, come quando in una vignetta appare la copertina di un altro suo lavoro, La terra senza figli, pubblicato nel 2022 sempre da Hyppostyle Publishing. 

La forza di Post Mortem sta nella sua capacità di parlare a chiunque si sia mai sentito bloccato in una routine senza via d'uscita o abbia sognato di trovare il proprio spazio nel mondo senza compromessi. La critica al mondo del lavoro e all'idea del “posto fisso” come unica meta ambita è centrale, ma il fumetto non si limita a questo. Attraverso l’ironia disincantata, Reato e Nicoletti ci spingono a interrogarci su cosa davvero conti: il desiderio di sicurezza e stabilità, che spesso si trasforma in gabbia, o il rischio di percorrere strade meno battute, anche a costo di perdere alcune certezze.

In conclusione, Post Mortem è la lettura adatta per chi è in cerca di riflessione, di qualche risata amara o di spunti di ribellione. È un fumetto che, attraverso la lente del surreale, riesce a rivelare le piccole scomode verità della nostra vita quotidiana, lasciandoci interrogativi sulla piega che ha preso la nostra vita.

Wendy Costantini

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