Ambiguo Blu, un fumetto di non-nomi, scoperta di sé e isolamento

Una storia di adolescenza e ricerca della propria identità in un mondo che vorrebbe inghiottirci


A qualche mese di distanza da Sangue, uscito a maggio di quest’anno per Bao Publishing, Noah Schiatti torna a pubblicare, questa volta per Renape, una versione ampliata e rivista di una sua precedente autoproduzione: Ambiguo Blu.

Il blu è l'essenza di questo fumetto: è il colore dominante delle tavole, rappresenta l'atmosfera malinconica della storia e riflette lo stato d’animo del protagonista, che non a caso si chiama Blu. Il blu e le sue gradazioni non sono però i soli colori utilizzati: è presente anche il rosso, che fa la sua comparsa quando la storia si fa più intensa. Se il blu rappresenta la calma che il protagonista si sforza di ostentare esteriormente, il rosso sembra incarnare invece l’interiorità vivida di Blu, che si muove in un mondo rigido e dai toni freddi mentre dentro di lui è tutto un vorticare di pensieri e un ribollire di emozioni e queste emozioni trovano espressione proprio nel rosso, il colore della passione.

Come vedremo non è solo il protagonista ad avere un nome particolare, anche gli altri personaggi principali non hanno dei nomi propri ma piuttosto dei nickname: questa scelta suggerisce fin da subito uno dei temi che questo fumetto affronta, ovvero l'identità di genere. Sebbene in questa recensione si userà il maschile sovra esteso per comodità, in realtà nei dialoghi Blu non usa mai termini che rivelino il suo genere e anche il suo stile di abbigliamento e la sua fisionomia rimangono volutamente androgini. A suggerire questa lettura è anche l’entrata in scena del colore rosso, di cui parlavamo prima. In una delle vignette iniziali infatti Blu si abbassa i pantaloni e scopre una macchia rossa sugli indumenti intimi. Il lettore quindi è portato ad associare questa piccola macchia alla fase iniziale del ciclo mestruale, lettura che sembra confermata dall’improvvisa comparizione di una melagrana, un frutto che notoriamente è simbolo di fertilità.

Blu è un adolescente che fatica ad andare a scuola, vive isolato dagli altri e non riesce a integrarsi, la maggior parte delle sue interazioni passa infatti attraverso i social. La sua unica amica sembra essere Nova, una ragazza dallo stile un po' gothic lolita e un po’ Misa Amane, che passa il tempo con Blu ma non sempre sembra essere una compagnia adatta per il ragazzo. Nova infatti ricerca l’amico e lo incoraggia ad andare a scuola ma allo stesso tempo quando si trova a dover scegliere se passare il pomeriggio con Blu o con le sue amiche mostra un filo di rimpianto verso quelle ore spensierate che avrebbe potuto passare con le sue compagne invece che a cercar di riempire i vuoti con Blu, che anche se in compagnia rimane sempre un po' distante e in modalità passiva. Inoltre lo spinge a compiere azioni che lui non vorrebbe fare, scatenando in Blu una reazione di rifiuto e di forte disagio, tale da provocargli quello che noi lettori possiamo interpretare come un attacco di panico. In questa scena, il rosso ritorna: gli organi di Blu sembrano esplodere, le sue viscere fanno pressione per uscire e occupare tutta la vignetta, simboleggiando la sensazione di disagio che Blu non riusciva più a trattenere. Questa scena dai toni un po' splatter è preceduta da un'altra piccola apparizione del colore rosso in una merendina che Nova lo incoraggia a comprare ma che Blu sputa di nascosto, indizio questo che riporta al tema del corpo.

Il percorso di Blu è una ricerca di sé, lotta per trovare un posto in una società che sembra respingerlo, e questa difficoltà è evidente anche tra le mura di casa. Quando Blu rientra a casa, sua madre gli rivolge qualche domanda superficiale dopodiché Blu si rifugia subito nella sua camera. Questa ci appare come una discarica, piena di caos, sacchi di spazzatura e grovigli di cavi. 

La scelta di rappresentare in questo modo lo spazio in cui Blu vive e si rintana può avere sicuramente più letture. Da un lato ci ricorda il modo in cui spesso vive chi decide di rinchiudersi in casa e dall’altro rispecchia le condizioni di quella che è la mente caotica, titubante e impaurita di Blu in questa fase della sua vita. A suggerirci questa interpretazione è anche il tragitto che Blu percorre per arrivare dalla cucina alla sua stanza: Blu si incammina lungo un percorso labirintico, sinonimo del labirinto che sono i suoi pensieri, compie numerose svolte e scende sempre più in profondità, fino ad arrivare in un seminterrato che simboleggia la sua coscienza. Solo alla fine del fumetto vedremo la sua stanza per quello che è realmente: un luogo semplice, pulito e ordinato, a indicare che Blu ha trovato una certa serenità. Adesso riesce anche a controllare e convivere con le sue forti emozioni, gli elementi dal colore rosso infatti non sembrano più turbarlo e mantengono un aspetto innocuo.

Ambiguo Blu è un fumetto cupo e penetrante ma anche delicato, che narra con immagini evocative la scoperta di sé durante l’adolescenza, periodo in cui si vive di ossimori e di ambiguità, come ci suggerisce anche il titolo del fumetto. Ambiguo Blu quindi tocca temi universali come la ricerca della propria identità, la difficoltà di integrarsi e il desiderio di essere accettati in un mondo che sembra rifiutarci, specialmente durante l'adolescenza, ed è proprio questa la forza del fumetto: la capacità di far immedesimare il lettore nelle emozioni di Blu, perché tutti, almeno una volta, ci siamo sentiti respinti e confusi.

Wendy Costantini

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