Letture Seriali: Love Everlasting 2 - L'Amore è eterno finche dura

Il secondo volume dell'odissea sentimental-mistery firmata da Tom King e Elsa Charretier


«Open up your eyes then you realise / Here I stand with my Everlasting Love / Need you by my side, girl to be my bride / You'll never be denied, Everlasting Love
From the very start, open up your heart/Feel that you're part of Everlasting Love
Need a Love to last forever»

Così cantavano i Love Affair nel 1968 nell'intramontabile Everlasting Love (cover del brano omonimo di Robert Knight, per chi ama la precisione musicale), creando il mood perfetto per lanciare queste Letture Seriali dedicate al volume 2 di Love Everlasting, il Mistery condito di Romance (o è il contrario?) imbastito da Tom King per gli splendidi disegni di Elsa Charretier, e pubblicato da noi in brossurato dal team di Bao Publishing.


Qui, proprio per la natura "seriale" della storia e la sua particolare inclinazione a mandare a gambe all'aria ogni straccio di teoria, forse occorre un piccolo "Nelle puntate precedenti". Avevamo lasciato la nostra protagonista, la bella Joan Peterson, cercare, al pari di noi lettori, uno straccio di risposta a questo perverso loop in cui si ritrova intrappolata.

Ogni volta che qualcuno le dichiara il suo amore, e quelle dolci paroline vengono pronunciate, ecco che un misterioso cowboy (bandana, speroni, pistola, cappello, tutto il pacchetto, insomma) spunta fuori, le spara al grido di "L'Amore è Eterno" e Joan si risveglia in un altro tempo, in un altro luogo, tra le braccia di un altro uomo. Un uomo che si innamorerà di lei, le farà la sua dichiarazione chiedendola in moglie e... BANG!

Insomma, se avete letto il primo volume, l'antifona la sapete. E anche Joan.

Che stavolta si ritrova nel 1963, data che riporto con una certa precisione, ma per ragioni che solo la lettura potrà rendervi chiare (almeno, in teoria), nel ruolo della scatenata - e un pelo scapestrata - ragazza che si dichiara "Troppo sveglia per l'Amore", impegnata più a godersi le piste da ballo che a pensare all'altare, e che i genitori vorrebbero accasare con Don, giovanottone dalle fattezze di un Clark Kent, fisico prestante nascosto sotto degli occhiali e sguardo bonario compreso. Ma Joan ormai sa già come andrà a finire, no?

Non appena accetterà di sposarsi con Don, riecco il cowboy e via con un nuovo giro di giostra. Così decide di giocare un bluff a quell'insensata ruota del destino che continua a girare, e accetta di sposare il suo partito sin dalla prima uscita assieme, certa che il loop sia pronto a ricominciare daccapo. Ma, con sorpresa sua e del lettore, il tempo si ferma.

Niente cowboy, niente spari, nulla. Joan così finisce per vivere una lunga, lunghissima vita matrimoniale insieme a Don. La cerimonia, i suoceri, i figli, i nipoti, tutto il cucuzzaro.

Ma una vocina dentro di lei continua a non crederci, continua ad essere ossessionata dall'idea che tutto questo sia destinato a fallire, che tutto questo sia solo l'ennesimo castello di carte pronto a cadere al primo refolo di vento, che lo sparo fatale sia dietro l'angolo.

E se così non fosse? Se quell'Amore fosse davvero eterno? Se fosse questa la vita che è stata sempre destinata a vivere, e le storie vissute sinora solo fantasie da romanzo rosa?


«Apri gli occhi e allora realizzerai / Che sono qui davanti a te con il mio Amore Eterno / Ho bisogno di averti al mio fianco, che tu sia la mia sposa / Non ti verrà mai negato, l'Amore Eterno
Sin dal principio, apri il tuo cuore / Senti di far parte di questo Amore Eterno
Hai bisogno di un Amore che duri per sempre»

E quegli occhi Joan li ha finalmente aperti, finalmente ha accettato il suo destino... almeno sinché la sua salute mentale decide di giocarle qualche tiro mancino di troppo... Ma cercate di capirla: il cowboy, la misteriosa Penny Page, tutti quegli sbalzi temporali e sentimentali...

Non pensiate infatti che la storia si concluda qui, perché Tom King ed Elsa Charretier hanno in mente un intero viaggio, e questa è solo una nuova tappa. Prima che il lettore possa anche solo illudersi che sia tutto qua, ecco l'ennesimo indizio, l'ennesimo amo lanciato alla voglia di saperne di più, di riuscire a decodificare la soluzione del mistero, di capire chi è chi, perché tutto questo sta succedendo e se davvero sta succedendo.

Perché stavolta il tempo sembra veramente fermarsi, dopo tutto il carosello di situazioni e citazioni di cui era infarcito il precedente: un eterno granello di sabbia dentro un'invisibile clessidra, a rappresentare l'incedere di una lunga vita assieme, quella di Joan e Don.

Continuerete ad aspettarlo anche voi il cowboy, al pari della stessa protagonista, eppure niente: la vita sembra andare avanti, ogni tanto il tessuto della realtà di Joan sembra sfaldarsi, ma in ogni caso tutto procede secondo un immutabile copione, uguale a tutte le latitudini, in quello che King trasforma in una sapiente dinamica sul matrimonio, sul dovere coniugale e sull'essere figlia, moglie, madre e nonna, mentre le rughe solcano il viso e i bei ricordi riempiono il cuore di un calore inatteso. Ma sarà vero Amore? È tutto qui?

Un lungo sacrificio nel nome dello stare insieme, accettare un lunghissimo ripetersi di giorni sempre uguali, crogiolandosi in quella routine immota, dove tutto accade eppure il tempo sembra sempre fermo, sinché non sopraggiunge la morte e null'altro abbiamo provato?


King stavolta non si lancia in cambi di stile per omaggiare questo o quel particolare modo di scrivere e parlare, non ricerca la citazione quanto piuttosto, pur rimanendo nel solco di quanto raccontato sinora, di concentrarsi sul messaggio, quello che traspare tra le righe, quello che emerge di quando in quando tra i balloon, mentre diventa chiaro che Joan e Don potrebbero essere una qualunque coppia di una diversa generazione, quella dei nostri genitori o nonni, figli della loro epoca, figli di un pensiero che non sempre ha fatto rima con Amore, non quello romantico, non quello delle storie rosa, ma quello più quotidiano, fatto di un rapporto che cresce al pari dei figli, di quelli da bilancio sul letto di morte.

Lo scrittore, con la sua poetica, che siano storie di supereroi oppure creator owned come in questo caso, continua a perseguire la riflessione, a gettare sassi in stagni e creare onde che si riverberano anche dopo che siamo arrivati alla quarta di copertina e siamo lì, col volume in mano, cercando di trovargli posto nelle nostre librerie stracolme di fumetti.

Lo stesso dal canto suo fa ancora una volta la Charretier, erede di Darwyn Cooke e collega di Chris Samnee, che presta la sua matita, elegante e raffinata nel suo essere cartoon, al tono del ciclo narrativo: qui non si perde in iconografici cambi di scenario, repentini quanto sfiziosi, quanto piuttosto si concentra sui volti, sui corpi, che invecchiano, cambiano e si modificano, ruga dopo ruga, pagina dopo pagina. Giovinezze mai più eterne, ma destinate ad appassire sotto i nostri occhi, temendo quasi di arrivare ad un epilogo senza risposte.

Ma per averle, qualcuna se non proprio tutte, ve lo dico con quel sottile occhiolino di chi è già qualche capitolo avanti nella lettura (chi segue la rubrica da tempo, sa di questo mio "vizietto"), dovrete attendere di essere "Just West of Love".

Qui, vi attende una "Love Story" di quelle che ti insegnano che nonostante tutto, "La Vita è Meravigliosa" e che l'Amore è l'unica costante universale, ma solo se è quello vero.

In questo secondo ciclo, se la matita si diverte a scomporre e ricomporre immagini che sono frammenti di psiche, un ruolo decisivo lo gioca la tavolozza di Matt Hollingsworth: una palette estremamente dinamica, mutevole, che non si accontenta di colori piatti, ma sa giostrarsi tra toni di verde, viola, grigio, sino a diventare caleidoscopio di riflessi, come di vetri colorati baciati dal lume di una ragione che sta implodendo.


Love Everlasting continua così a rivelarsi una hit di cui attendere con impazienza il successivo capitolo, fosse anche per amor... di curiosità, di scoprire quale arcano, quale contorta rivelazione si nasconde dietro questa che, sempre più, appare come una condanna, piuttosto che un sogno sentimentale.

"Probabilmente": noto solo ora che questa parola, sorniona, campeggia su entrambe le copertine dei due volumi pubblicati sinora.

Probabile, perché nulla è certo, in questa storia. Probabile, perché i sentimenti di Joan potrebbero essere meno granitici di quanto voglia raccontare e raccontarsi, illusoria consolazione di fronte all'ineluttabilità del suo loop maledetto. Probabile, perché al punto in cui siamo, ogni ipotesi vale quanto un'altra.

Di una sola cosa c'è la sicurezza, magari non eterna ma durevole quanto basta per arrischiarmi ancora una volta di consigliarvi di non perdervi "Love Everlasting", tra le migliori proposte recenti in casa Image Comics, nominata agli Eisner e agli Harvey.
Vi serve solo una cosa: credere nell'Amore... per i bei fumetti, che avete capito?!


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