Nessun dorma ~ "Uccidiamo con amore"

Il fumetto è un mezzo potente, capace di costruire mondi a partire da zero o di sovvertire quelli che esistono già. Nessun dorma parla di ribellione allo status quo e immagina un mondo diverso, più giusto, senza barriere tra specie, dove la lotta lascia spazio bianco per nuovi futuri


La dissonanza cognitiva è un fenomeno psicologico molto interessante. La mettiamo in atto inconsapevolmente ogni volta che i nostri pensieri, i nostri valori, le nostre credenze e i nostri principi collidono tra loro e diventano incompatibili. Lo facciamo per difendere il nostro equilibrio psicologico e, soprattutto, per poter continuare a rispecchiarci in due sé antitetici, permettendo loro di esistere contemporaneamente senza che questo ci crei disagio.
È, insomma, quello che succede quando diciamo di amare gli animali ma, nello stesso tempo, mangiamo carne, latticini, uova, pesce, usiamo cosmetici e farmaci testati su animali perché la nostra sicurezza viene prima di tutto, scegliamo borse e scarpe in pelle perché la qualità prima di tutto.
Diciamo che non accetteremmo mai l'idea che una creatura venga fatta nascere forzatamente solo per vivere pochi mesi in totale reclusione, torturata psicologicamente e fisicamente, privata persino della luce del sole, solo per essere a un certo punto uccisa brutalmente e fatta a pezzi.
Eppure.

Se fino a qualche decennio fa chi mangiava il pollo era probabilmente la stessa persona che l'aveva allevato, ucciso, spennato e macellato - o era qualcuno che aveva osservato più e più volte questa serie di operazioni - e che quindi sapeva perfettamente cosa c'era dietro quello che poi metteva nel piatto, oggi sperimentiamo ogni tipo di tecnica per scollegare il prodotto finale da tutto ciò che ha portato alla sua realizzazione: un hamburger è solo un hamburger, una roba buona e gustosa che non ha nulla a che vedere con creature fatte nascere forzatamente, cresciute prigioniere, torturate, uccise e smembrate. Un hamburger è un prodotto che viene pubblicizzato da una famiglia felice che canta e balla in cucina perché prepara un pasto nutriente in pochi minuti, non è il vitello o il maialino allontanato immediatamente dalla madre - che, nel caso della mucca, serve a produrre il latte! - per essere triturato dopo poche settimane di vita.
Dissociamo, neghiamo l'evidenza, ci arrendiamo ai gingle pubblicitari e alle credenze parascientifiche e paramediche, troviamo ogni giustificazione per non sentirci in colpa, mistificando volontariamente la realtà delle cose e spesso ridicolizziamo o criminalizziamo chi, invece, attacca il sistema dello sfruttamento animale.
Attenzione, esistono moltissime situazioni in cui l'alternativa vegetale non è praticabile, per motivi legati a condizioni economiche - il cibo vegano, paradossalmente, costa di più - o fisiche - persone con ridotta mobilità possono avere difficoltà a cucinare partendo da verdure e ortaggi e possono trovare più accessibili prodotti animali semilavorati, eccetera (e qui toccherebbe aprire una gigantesca parentesi sul mercato alimentare e sui costi e la disponibilità dell'assistenza alle persone disabili, ma è un argomento troppo complesso e finiremmo per perdere di vista il punto di questo articolo), ma molto spesso tutto si riduce a una questione di abitudine/gusto/comodità.

Nessun dorma - di cui avevamo parlato insieme a Violinoviola qualche tempo fa qui - è un potente, intelligente e straordinario attacco all'industria della carne e, soprattutto, ai nostri bias cognitivi.
Da persona che mangia pochissimi prodotti animali e che evita il più possibile di sostenere economicamente il mercato della carne, ammetto che un certo tipo di comunicazione pro-vegan spesso mi turba: sottopormi senza alcun avviso video girati nei macelli e foto di carcasse o di animali torturati mi fa stare così male che il mio cervello rimuove quello che ho visto immediatamente e finisco puntualmente per smettere di seguire pagine e attivistə antispecistə, nonostante io sia perfettamente d'accordo con i loro principi, con le loro idee e - scelta dei metodi di comunicazione a parte - con le loro pratiche.

Violinoviola usa qui una narrazione completamente diversa che personalmente trovo molto più efficace per comunicare la necessità di un cambio di rotta etico ed economico e che si concentra soprattutto in un ruolo attivo dellə personaggə animali-non-umani - che, per una volta, non sono semplicemente le vittime da salvare - e nella loro collaborazione con lə personaggə umanə - che, per una volta, non fanno parte di una specie diversa e superiore, ma sono realmente parte di un tutto.
Ragazzə che hanno deciso di non chiudere gli occhi, le orecchie e la mente davanti all'orrore; un gatto e un coniglio fuggiti dai laboratori dove erano costretti a far da cavia; un cavallo sfruttato per le corse; una maialina, una mucca e una pecora scappati dagli allevamenti; una volpe un tempo destinata a diventare una pelliccia: un gruppo di creature così diverse e così uguali tra loro, tutte desiderose di una vita giusta e bella, tutte intenzionate a fare il possibile non solo per sé stessə ma per ogni essere vivente.
Sono questə lə terroristə che si ritrovano nel folto del bosco, sotto gli occhi vigili dei gufi e delle civette, a cercare un modo per colpire la F.F., l'enorme allevamento/macello dove tantə altrə compagnə si ritrovano imprigionatə e destinatə a una fine atroce.


E mentre c'è chi rischia la libertà e la vita per garantire vita e libertà a tuttə, c'è anche chi, in nome dell'abitudine e della tradizione, continua ad accusarlə e denigrarlə. Violinoviola spinge all'estremo il paradosso che vediamo tante volte nelle pubblicità di polpettoni e salumi vari, di animali felici di farsi scannare per finire sui nostri piatti: la F.F. nasconde l'efferata violenza dei suoi capannoni sotto a cartelli che recitano con gioia "uccidiamo con amore", ma dietro ai disegni di mucche e maiali felici di trasformarsi in salsicce e bistecche c'è una realtà fatta solo gabbie e recinti, sadicə che feriscono e ammazzano solo per sfogare le loro frustrazioni personali, animali umani che quella millantata umanità l'hanno persa completamente.
Anche la connessione tra potere, profitto, comunicazione e imposizione di modelli culturali e comportamentali è rappresentata in modo eccellente, e lo vediamo proprio nella F.F., che non è una semplice industria, ma uno snodo fondamentale nel sistema politico-economico-sociale, una multinazionale che non si limita a vendere prodotti, ma che mette in circolo idee e stili di vita, stigmatizzando e criminalizzando ogni possibile alternativa.

Antropomorfizzare gli altri animali qui ha un senso ben preciso, che non è quello di negare la natura diversa delle specie non umane, ma di esaltare tutto quello che - al di là della forma dei corpi e delle barriere linguistiche - unisce ogni creatura, e di sottolineare quanto possa essere crudele e distopico un mondo che permette uno sfruttamento così totalizzante di alcuni individui a beneficio di pochi altri.
Il tratto di Violinoviola è dolcissimo, i suoi animaletti non possono che suscitare tenerezza ed è, a mio modestissimo avviso, proprio qui la sua forza e l'enorme capacità comunicativa che ha sviluppato negli anni, tra illustrazione e attivismo: la capacità di raccontarci che non c'è soluzione di continuità tra i suoi disegni, gli animali in carne ed ossa e le indicibili violenze che infliggiamo loro. Viola sa dirci che se impariamo a guardarli davvero negli occhi, scopriamo che tra noi e le altre specie non ci sono poi tante differenze, che siamo fatti della stessa materia e che i nostri desideri sono della stessa sostanza.

Proprio come facevano le teorie razziste ottocentesche, lo specismo ci convince che esistono forme di vita più o meno elevate, più o meno intelligenti e quindi più o meno meritevoli di diritti. Nessun dorma sradica queste convinzioni e ci insegna a guardare agli animali come individui, ognuno con la sua storia, i suoi sentimenti, i suoi desideri e i suoi sogni, la sua unicità.


Le ultime tavole non sono felici come potevamo sperare ma il volume non si conclude con la parola fine. Dopo quella che dovrebbe essere l'ultima pagina della storia, ce ne sono altre, completamente bianche. Quello che ci ho voluto vedere è la possibilità di scriverlo noi il finale di questa storia, di poterlo fare concretamente, attraverso la nostra scelta di sostenere o meno le varie F.F. della nostra quotidianità.
Non serve neppure andare nei boschi, infiltrarsi nei capannoni pieni di morte e paura. Abbiamo l'enorme, immenso potere di orientare i mercati e, attraverso di loro, le scelte politiche e sociali. Possiamo davvero fare la differenza, possiamo aprire quelle gabbie e bruciare i mattatoi senza far crollare l'economia globale ma, semplicemente, cambiandone la rotta. Possiamo scegliere il bene degli animali, del nostro pianeta e, alla fine, il bene nostro. Serve soltanto imparare a guardare, ad ascoltare, a conoscere, empatizzare, capire. Gli strumenti li abbiamo e, se non sappiamo da dove cominciare, Nessun dorma è un ottimo inizio.

Claudia Maltese (aka clacca)

(Grazie a Viola per averci fornito le immagini presenti in questo post ♥)

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