René∙e - Addormentata nel bosco: intervista a Elene Usdin al Comicon
Di recente Oblomov ha portato in Italia René∙e - Addormentata nel bosco di Elene Usdin, un fumetto originariamente edito dalle Edizioni Sarbacane che, partendo dalla tragedia dei popoli indigeni canadesi, diventa un inno al diritto alla diversità, una rivolta contro il consumismo e il conformismo (trovate la recensione qui).
L'artista francese, dedita al disegno, alla pittura, alla fotografia e al fumetto, è stata protagonista al Comicon Napoli 2024 di una mostra, dal titolo 5 rotte possibili, incentrata su talentuosi e visionari artisti scelti dal Magister Igort per rappresentare i possibili orizzonti del fumetto contemporaneo (insieme a lei, ne facevano parte James Harvey, Cammamoro, Woshibai e Wāmu).Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Elene Usdin al Comicon per parlare del suo lavoro e dei temi affrontati.
Elene, piacere di conoscerti e grazie per l’intervista. Set designer, illustratrice, fotografa, fumettista. Raccontaci chi sei e il tuo percorso artistico.
Il piacere è mio. Mi chiamo Elene Usdin e sono un'artista francese. Sono nata a Parigi e lì mi sono laureata all’École Nationale Supérieure des Arts Décoratifs de Paris, in design grafico e immagini animate. Terminati gli studi ho iniziato la mia carriera come pittrice di scena. In seguito ho lavorato come illustratrice e fotografa. Non ho mai deciso di focalizzarmi su qualcosa nello specifico, mi sono sempre limitata a seguire l’onda. Arriviamo così al 2021, anno in cui ho deciso di raccontare attraverso un nuovo media, pubblicando per Sarbacane il mio primo graphic novel, René∙e - Addormentata nel bosco. Nel fumetto ho trovato un mezzo straordinario per raccontare storie. Oltre ai dialoghi, la sequenzialità mi ha permesso di esplorare un mondo nuovo rispetto alla fotografia. La cosa mi è piaciuta molto, e infatti sono già al lavoro su un nuovo graphic novel.
Quanto la tua esperienza da fotografa e illustratrice influenza il tuo lavoro come fumettista?
Molto. Il lato positivo di avere un percorso artistico variegato è che tutti i mezzi collaborano tra loro. Focalizzandoci sulla fotografia, per il mio prossimo fumetto ho viaggiato negli Stati Uniti e scattato moltissimo. Lo stesso avevo fatto in Canada per René∙e - Addormentata nel bosco. Anche se le mie storie sono molto oniriche, immaginifiche, ho bisogno di documentarmi, di vedere e fotografare i luoghi che voglio raccontare. Per me è fondamentale.
Parliamo quindi di questo viaggio che hai fatto nel 2017 in Canada. È qui che tu sei venuta a conoscenza della tragedia delle scuole residenziali indiane. Come è successo?
Ho visitato il Canada nel 2017 per andare a trovare mio figlio, che studiava a Montreal. Lo stesso anno il governo ha annunciato di voler risarcire le vittime della retata degli anni Sessanta. Venni così a conoscenza della tragedia delle scuole residenziali indiane.
E hai deciso che era giusto parlarne.
Sì, esattamente. Mi sono documentata, ho ascoltato testimonianze e incontrato associazioni. Ho anche visitato, durante il mio soggiorno in Canada, le grandi foreste del nord, in Québec, dove ho sentito la forza e il potere della natura, dei luoghi un tempo abitati dai nativi. Con mio grande stupore, tutto quanto ho scoperto in Canada si incastrava alla perfezione con una storia che avevo scritto venti anni fa e che avevo già deciso di trasformare in un fumetto. Da qui nasce il mio primo graphic novel: René∙e - Addormentata nel bosco.
Conosci il lavoro di Joe Sacco?
Sì, assolutamente, conosco bene il suo lavoro.
Nel 2020 Joe Sacco ha pubblicato Tributo alla Terra, uno splendido reportage a fumetti riguardo alla storia dei nativi canadesi, delle scuole residenziali e alle conseguenze delle azioni del governo canadese e della chiesa. Lo hai letto?
Tributo alla Terra è un libro che ho amato. Trovo molto interessante come sia possibile prendere la medesima tematica e trattarla in maniere completamente differenti. Il suo modo di lavorare è ovviamente molto lontano dal mio. Joe Sacco è un giornalista, e anche in questo caso ha realizzato un vero e proprio reportage completo, partendo da come sono state espropriate le terre ai nativi fino alle conseguenze delle azioni del governo canadese e della Chiesa, spiegando molto bene tutto il meccanismo delle scuole residenziali, come funzionavano e cosa accadeva al loro interno. Io ho scelto una via più poetica, raccontando quella che a tutti gli effetti è una fiaba, ma lo scopo è il medesimo. Nel mio prossimo graphic novel parlerò di uno scandalo avvenuto in America dieci anni fa, la crisi dell’acqua di Flint, ma lo farò sempre in maniera non giornalistica, documentaristica, raccontando invece una storia proprio come ho fatto in René∙e - Addormentata nel bosco.
Durante il suo viaggio René incontra creature dalle caratteristiche più disparate. Da dove provengono? Quali sono state le ispirazioni? Quali segreti nascondono?
Tutte le creature presenti all’interno del graphic novel, ti stupirà, non provengono dalle leggende dei nativi. Sono tutte frutto della mia immaginazione. Ognuna viene dai miei sogni, o dai miei incubi. Quando mi sveglio trascrivo tutto in uno sketchbook. In questo modo raccolgo tante piccole storie che poi andranno a confluire in quelle più grandi. Parlando proprio di René∙e - Addormentata nel bosco è stato incredibile come gran parte di queste creature che ho sognato ben prima del mio viaggio in Canada si siano incastrate alla perfezione con la storia che ho poi deciso di raccontare. È stata una cosa bellissima.
Il fumetto parte dalla tragedia delle popolazioni indigene canadesi ma diventa un inno al diritto di essere diversi. In particolare, la fluidità di genere diventa tematicamente sempre più importante. È un argomento che ti sta particolarmente a cuore? Perché trova così tanto spazio nel viaggio di René?
Una delle cose più interessanti che ho scoperto riguardo ai nativi americani è il fatto che loro riconoscessero l’esistenza di un terzo sesso, il “due spiriti”. Queste persone erano viste come dotate dalla natura, e quindi avevano dei ruoli molto importanti all’interno della società. Quando ho deciso di raccontare ciò che ho scoperto sui nativi, il “due spiriti” era una di quelle cose che assolutamente volevo trovasse spazio. Sono sempre stata intrigata da ciò che significa essere uomo, ciò che significa essere donna, come ci rappresentiamo e identifichiamo, anche nella mia attività da fotografa. Ho quindi deciso di introdurre la questione attraverso una sorta di metamorfosi a cui va incontro René. Ho pensato che fosse un modo interessante di parlarne in maniera delicata e non convenzionale.
Artisticamente il fumetto è straordinario. Pagina dopo pagina ci immergiamo in questa realtà surreale dalla quale rimaniamo inevitabilmente ipnotizzati. Gran parte del merito va ai colori. Come hai curato la tavolozza? Quali tecniche hai alternato e perché?
Quando ho realizzato le tavole per René∙e - Addormentata nel bosco ho avuto poco tempo a disposizione. Mi sono dovuta ingegnare a trovare un metodo per velocizzare il processo. Innanzitutto ho direttamente dipinto le tavole senza realizzare degli sketch preliminari. In secondo luogo, per far sì che i colori ad acqua assorbissero più velocemente, ho precedentemente lavorato con le tempere. In base alla resa che desideravo ottenere ho scelto una tonalità con cui colorare tutta la tavola: rosso, blu, verde, eccetera. In questo modo i fogli si seccavano rapidamente, rendendo molto più veloce l’utilizzo successivo dei colori ad acqua. È un qualcosa che si è rivelato molto utile per me: quando dipingo, se ho troppo tempo a disposizione, tendo a essere troppo certosina, pignola. Invece, lavorando sotto pressione e con tempistiche brevi, mi sono potuta focalizzare su ciò che veramente era importante.
Grazie per il tuo tempo, Elene.
Elene Usdin è un'autrice di fumetti, illustratrice, fotografa – le sue fotografie di Detroit sono state pubblicate in volume nel 2020 – e scenografa nel cinema (ha lavorato con Leo Carax in Pola X).
Nel 2017, durante un viaggio in Canada, viene a conoscenza della pratica del rapimento di bambini indigeni da parte delle autorità federali, nel 1960 e nel 1980, soggetto che sarà il tema del suo album René.e aux bois dormants, il suo primo graphic novel pubblicato nel 2021 dalle Edizioni Sarbacane e vincitore del Grand Prix de la Critique ACBD 2022, del Prix des Libraires du Québec e del Prix Artémisia.