Da Francesca Ghermandi a Joe Sacco, il mondo del fumetto risponde al massacro in corso a Gaza

Ancora una volta, il fumetto si rivela un mezzo potente per raccontare la realtà


Mentre una buona parte di influencer e intellettuali si schermano dietro il "non ne so abbastanza per condividere un'opinione", il mondo del fumetto si è espresso - anche senza avere riconoscimenti accademici in geopolitica e storia del Medio Oriente - sul massacro tutt'ora in corso a Gaza.

Ieri, mentre la Corte internazionale di giustizia si esprimeva sulle accuse mosse dal Sudafrica nei confronti di Israele, Fantagraphics, una delle più note e importanti case editrici di fumetto americane, rilasciava un comunicato sottoscritto da Gary Groth e Eric Reynolds, i due editori - che potete leggere interamente sulla loro pagina Instagram - di cui traduciamo un passaggio:
Vogliamo dichiarare, con chiarezza ed enfasi, che stiamo dalla parte della gente innocente di Gaza. Allo stesso tempo, condanniamo con forza il massacro di civili israeliani innocenti da parte di Hamas il 7 ottobre come crimine di guerra e riconosciamo con profondo rammarico il dolore e il trauma che il popolo ebraico sta sopportando in seguito a tale massacro; ma questo atto barbaro non giustifica che Israele commetta altri crimini di guerra e che infligga in cambio dolore e traumi esponenzialmente maggiori.
Infine, come cittadini degli Stati Uniti, è per noi emotivamente doloroso e moralmente discutibile osservare la complicità della nostra nazione nel genocidio in corso di Gaza.
Lo stesso giorno, su The Comics Journal, usciva quella che potrebbe essere la prima di una serie di riflessioni a fumetti di Joe Sacco, autore famoso per il suo Palestina, pubblicato per la prima volta nel 1993 proprio da Fantagraphics e, da allora, ristampato moltissime volte per essere sempre disponibile al pubblico.
Sacco racconta il suo sgomento davanti all'attacco del 7 ottobre e, soprattutto, l'immediata paura di quella che sarebbe stata la reazione israeliana, una paura che ha colto immediatamente moltə - o più probabilmente tuttə - quellə che, per un motivo o per un altro, seguono da anni le vicende del popolo e del territorio palestinese. Proprio come dice Sacco, eravamo solo teoricamente preparatə: quello che è seguito, e che abbiamo potuto osservare praticamente in diretta sui nostri telefoni, è stato di una ferocia che non avremmo mai potuto immaginare. L'autore continua, spiegando che dalla Palestina gli chiedevano di "alzare la sua voce contro i crimini di guerra" e questo, per un fumettista, può significare solo rimettersi a disegnare e a scrivere:


Ma Joe Sacco e Fantagraphics non sono statə lə unicə, nel mondo del fumetto, ad "alzare la loro voce".

In Italia, ad esempio, Francesca Ghermandi e Ivan Hurricane insieme ad Eris Edizioni hanno proposto un'iniziativa importantissima che ha fatto - e continua a fare - il giro del mondo, coinvolgendo le matite di centinaia di artistə: centinaia di personaggə del mondo del fumetto si sono affiancatə ad Handala, il bambino ideato da Naji Al Ali e disegnato sempre di spalle. Handala si girerà a mostrarci il suo volto solo quando la Palestina sarà libera e, se anche il suo autore è stato assassinato nel 1987, possiamo immaginare facilmente il sorriso che potrà, finalmente dedicarci.


Insieme a Ghermandi e Hurricane, trovate le firme di 80 autorə italianə (qui la lista completa), ma da novembre, quando l'iniziativa è stata lanciata, a oggi, si sono aggiunte le firme di moltə autorə internazionalə, grazie anche alla condivisione, a fine dicembre scorso, da parte del mangaka Tokushige Kawakatsa, dell’artista Mariko Matsushita e della fotografa Zohre Miha, i cui post su X hanno raggiunto milioni di persone.
Potete seguire l'iniziativa su X e sui vari social cercando l'hashtag #withHandala.


Le iniziative provenienti dal mondo del fumetto sono state, in realtà, molte e sono arrivate da ogni angolo del mondo. Ovviamente non possiamo segnalarle tutte ma ci teniamo a ricordare anche la mostra Falastin Hurra - Collettiva di Fumetti per la Palestina Libera ancora in corso, di cui riportiamo qui un pezzo del comunicato tratto dalla pagina Facebook dedicata:

Una mostra semplice, senza fronzoli e scenografie superflue, pensata per essere facilmente riproponibile ovunque si voglia denunciare le sterminio in atto ed esprimere solidarietà alla causa palestinese.

L’anima culturale e l’ossatura della mostra sta nel progetto “Kufia, matite italiane per la Palestina”, realizzato proprio a Napoli 35 anni fa, quando aveva ancora una fiammella di speranza l’idea di “due popoli, due stati”. Progetto al cui centro c’erano le tavole di grandissimi disegnatori, tra i quali Andrea Pazienza, Guido Crepax, Magnus, Milo Manara, Altan, Josè Muñoz, Vauro, Filippo Scozzari, Giuseppe Palumbo, Lorenzo Mattotti e un testo di Stefano Benni. Un progetto il cui successo generò negli anni successivi edizioni con ancora più autori, italiani e stranieri, l’ultima delle quali fatta con la direzione di Gianluca Costantini nei primi anni 2000.

La condizione sempre più drammatica del popolo palestinese ha continuato negli anni ad animare la sensibilità della cosiddetta Nona Arte, anche nella forma di “giornalismo a fumetti”, com’è stato, ad esempio, il recente viaggio in Cisgiordania di Elena Mistrello, autrice di un volume chiamato “Tracciato Palestina”.

Tra gli autori più giovani che hanno impegnato la loro matita per la Palestina, va ricordato il lavoro importante dello stesso Costantini, da sempre impegnato nel fumetto politico, come Zerocalcare, sicuramente non solo il disegnatore più conosciuto in Italia, ma anche fra i più coerenti, tant’è che si è rifiutato di partecipare all’ultima edizione di Lucca Comics, che aveva il patrocinio di Israele. Ma anche Stefano Piccoli, Danilo Pergamo, Alex Tirana, Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, Mario Natangelo, Simone Prisco, Arianna Melone, oltre ad altre decine di disegnatori stranieri come Mohammad Sabaaneh, Naj Al-ali, Othman Selmi, Leila Abdelrazaq, Hassan Manasrah, Helene Aldeguer, Fuad Alymani, Mazen Kerbaj, Gina Nakhle Koller. E tra questi anche Joe Sacco, Philippe Squarzoni, Seth Tobocman. E troverà spazio anche l’omaggio al personaggio di Handala che da poche settimane, hanno realizzato ben 83 disegnatori, sotto l’egida di Francesca Ghermandi e la Eris Edizioni, oltre Ivan Hurricane.

L’evento è ospitato nella Sala del Refettorio dal 3 gennaio 2024, fino alla fine del mese, presso il complesso monumentale di San Domenico Maggiore (grazie alla collaborazione del Comune di Napoli), con esposizioni di varie sezioni: oltre a “Kufia” nelle sue varie edizioni, ci saranno due aree dedicate ai giovani disegnatori italiani e stranieri e un’altra ancora di disegnatori palestinesi. Nel periodo della mostra vi saranno vari momenti di presentazione di artisti – attori, fotografi, registi- solidali con la causa palestinese. Alcune immagini in mostra, e con i fumetti in vendita, saranno ospitate presso il “Caffè Letterario DOM Santi Bevitori”, al n.16 sempre di Vico San Domenico.

Il Manifesto della mostra è estratto dal disegno di Giuseppe Palumbo per il primo progetto Kufia, matite per la Palestina, del 1988. La mostra è a ingresso gratuito, ma è gradita una sottoscrizione per l’autofinanziamento dell’iniziativa e a sostegno di progetti solidali alla lotta Palestinese.


Vi rimandiamo, infine, a uno dei nostri ultimi post sul tema, dedicato a Tracciato Palestina di Elena Mistrello.

Chi scrive ha proposto questo post proprio oggi, Giornata della memoria, per ricordare ancora una volta due cose: la prima che tuttə abbiamo il diritto - e, per quelle persone le cui opinioni vengono tenute in considerazione da moltə, anche il dovere - di esprimere il nostro parere, il nostro disaccordo o il nostro appoggio davanti a eventi così tragici come quello che sta avvenendo da più di tre mesi in Palestina. Anche se non siamo capaci di dilungarci in considerazioni di geopolitica e storia non possiamo tacere davanti a più di venticinquemila vittime civili.
La seconda cosa è che la Memoria dovrebbe servire a imparare dal passato, a non lasciarci mai più indifferenti davanti all'orrore. E quest'anno più di ogni altro, sembra che questo insegnamento sia stato completamente disatteso e, peggio ancora, usato per giustificare azioni disumane che non hanno più alcuna possibilità di essere interpretate come difesa. Impedire durante la giornata di oggi le manifestazioni a sostegno del popolo palestinese che sta subendo atrocità inenarrabili da mesi è un gesto estremamente razzista: non possono esistere vittime più o meno meritevoli di essere ricordate. Abbiamo il diritto e il dovere di ricordare gli orrori del passato mentre denunciamo quelli del presente.
Oggi noi manifestiamo così, parlando di fumetto come ci piace fare da sempre, "alzando la nostra voce" come suggerisce Joe Sacco, accanto ad Handala e a tutte le vittime di oggi e di ieri.

Claudia (aka Clacca)

Post più popolari