Letture seriali: Galdor, il primo spin-off di Kalya

Espandere la mappa

Mi sono reso conto di non aver ancora parlato, qui su Letture Seriali, di Kalya, il bel fumetto Fantasy di Bugs Comics.

L'ho sicuramente fatto sui miei profili social, ma non qui, in questa mia umile rubrica su Gli Audaci. Nel cercare un ideale "calcio d'inizio", ecco arrivare in aiuto proprio il team del "Bacarozzo", che a Lucca Comics & Games ha presentato Galdor, primo spin-off ufficiale della serie ideata da Luca Lamberti e Leonardo Cantone.

Lo fa con un agile volumetto: c'è chi potrebbe chiamarlo "Numero Zero", chi invece potrebbe guardare al piccolo schermo e definirlo un "pilota". Il titolo è Fratelli d'Arme ed è scritto dai due autori, per i disegni di Federico Perrone (lui sì già apparso nelle Letture Seriali, matita eccellente de La Fame, edito da Ottocervo), che presenta ai lettori il personaggio titolare, la cui storia è ambientata molto prima degli eventi che conosciamo, molto prima che il Morbo Pallido avvelenasse il Continente e una giovane eroina trovasse l’Alkest.

Siamo al tempo del dominio di Hamon-Darn, un'epoca in cui il desiderio di riscatto e libertà si sarebbe macchiato di sangue e lotta, rendendo Galdor la figura centrale di questo cambiamento che sarebbe rimasto negli annali...

Un nuovo inizio, per Cantone e Lamberti, ma non esattamente nei termini che "nuovo" potrebbe far pensare, perché, come viene spiegato nella veloce introduzione, l'idea nasce dal desiderio di sfogare, narrativamente, tutta l'enorme mole di worldbuilding che ha reso Theia una terra vitale, con una particolare Geografia, una peculiare Storia e un'alchemica Scienza, figlia di tante influenze Fantasy e di genere, e proprio per questo capace di incanalare e sviluppare pieno e totale potenziale, e Galdor ne è un primo esempio pratico.

Kalya, dal canto suo, ha appena chiuso la sua "Stagione 1", al culmine del primo anno di pubblicazioni, con gli autori che tirano una riga su quanto raccontato sinora, pronti a portare la protagonista verso nuovi territori inesplorati, nel segno del colpo di scena e della rinascita, e preferendo i puntini di sospensione al più perentorio "punto e accapo".

Un rinnovamento, che non svelo, una "nuova veste", che può permetterle di far crescere ancora quanto sinora seminato, allargando i confini della mappa di Theia oltre quanto già raccontato, perché è proprio questo il punto. La Mappa.

Come abili cartografi, i due creatori hanno lavorato davvero di fino, hanno pensato ed ideato, disegnato e immaginato, mentre appariva chiaro che un universo così ricco non può essere incasellato in una sola collana, in una sola storia che quegli orizzonti spesso li abbraccia solo da lontano, e che invece potrebbero rivelare ben altro, se valicati con passo sicuro e attento.

D'altronde, i primi dodici numeri di Kalya hanno mostrato chiaramente quanto il dettaglio sia stato giustamente e particolarmente importante nella geometria della serie, il nodo che ha fatto quadrare ed innamorare i lettori: i personaggi, i nomi, gli ambienti, le terre e i loro abitanti, tanti elementi nascosti dentro la cornice dell'Avventura e dell'Azione, una lore che si ramifica e, mentre risolve il dilemma più grande, lascia che altri continuino a radicarsi in quel forte humus in cui è ben piantata la collana.

Rendendo così la proposta un altro valido esempio della scommessa vinta, da parte di Bugs Comics, di credere nel formato bonellide e negli scaffali delle edicole.

Questo, appunto, parlando di Kalya. Ma visto che la Lettura Seriale è dedicata a Galdor, di cosa tratta Fratelli d'Arme, questo primo sguardo a quello che è un passato da Leggenda?

Torniamo indietro nel tempo, e per la precisione a seicento anni nel passato e ad un prologo, ambientato nelle Steppe del Muzurak, dove incontriamo per la prima volta il nostro Eroe.

Questa parola ritorna non a caso, proprio perché è la voce narrante delle didascalie ad utilizzarla, inframezzando una violenta scena di combattimento tra umani e orchi con una riflessione su quella che è davvero l'immagine dell'Eroe e sui sacrifici che lo rendono tale.

Il ritmo è frenetico, il dialogo tra Galdor e un suo sodale, Socon - che ben presto intuiamo essere un vero e proprio amico - è ben scandito, tra il clangore delle spade e la complicità tra soldati, facendoci capire quanto forte è il loro legame, anche a dispetto della differenza di opinioni.

In un ultimo disperato scontro, all'ombra delle Crisalidi, Socon viene brutalmente ferito, e gli rimane poco da vivere. Galdor così prende una decisione per entrambi, animato dalle migliori intenzioni e nonostante il parere contrario dell'amico: se Socon deve morire, che sia per tornare come Gjaldest.

Qui, avviene un nuovo salto temporale in avanti. Sono passati anni da allora. Galdor ora sfoggia una folta barba, ed è diventato addirittura Ministro della Guerra. Mentre al suo fianco, cavalca Xandi, un Gjaldest, o meglio il Gjaldest nato in quella fatale notte.

Il resto del racconto non si spoilera (incluso il colpo di scena finale), ma sarà per Galdor il momento di venire a patti con quella sua vecchia decisione, con quel desiderio di salvare parte dell'anima di un amico. Dovrà pagare il prezzo delle sue azioni, e ciò che avverrà sarà solo il primo passo verso una ribellione che cambierà i destini dell'impero di Hamon-Darn.

Fratelli d'Arme è veloce, indubbiamente, una dichiarazione d'intenti, sopratutto, da parte di Cantone e Lamberti, per questo personaggio e tutto quello che potrà essere e diventare il resoconto delle sue future gesta.

Si percepisce, nelle righe della loro sceneggiatura, una "doppia" libertà: in primis, quella di non dover sottostare alla continuity sinora impostata in Kalya. L'andare ad indagare nel passato di Theia permette, infatti, di non doversi preoccupare di nessuna altra narrazione in parallelo. Quello di Galdor è un nome che, se si legge la testata principale dal primo numero, si è già capito essere una vera e propria figura storica, con tutti i dovuti crismi.

Una figura che i due autori hanno tratteggiato nella loro "Bibbia" per la serie, e che qui potranno raccontare, senza doversi particolarmente intestardire (non ancora, almeno) nel far combaciare nient'altro che il loro desiderio di farsi cantori di nuove imprese e nuove cose.


In secondo luogo, c'è poi la libertà di non doversi mettere a rispiegare tutto, né dover nuovamente salire in cattedra ed elencare nozioni e dinamiche fantastiche, che gli aficionados ormai dovrebbero aver ben compreso ed assimilato.

Con questo non voglio dire che un eventuale lettore occasionale, magari attirato dalla bella copertina di Lamberti, non possa godersi il racconto, ma a quel punto, se sufficientemente affascinato (e la cosa è molto probabile che accada), starà a lui "mettersi alla pari" con il resto della classe per colmare potenziali vuoti e dubbi.

Un esempio risiede proprio nella sequenza prologo che rievoco nella breve sinossi di qualche riga fa: chi segue Kalya dal primo numero ben comprende cosa siano le Crisalidi e quale ruolo abbiano in relazione alle figure dei Gjaldest, oppure ancora il significato di quel termine, "Pellegrigia", utilizzato con accezione negativa, così come quale peso specifico abbia Hamon-Darn.

Perciò Fratelli d'Arme si dimostra un assaggio convincente, perché arrivati all'ultima pagina, se ne vorrebbe subito ancora, sopratutto perché qui si introduce, si fanno presentazioni e il lettore stringe la mano al protagonista, pronto a ritrovarlo per sapere cosa gli accadrà dopo.

Da una parte lo sappiamo, ma è già chiaro che sarà il cammino ad essere affascinante, saranno le sfide che via via il Nostro incontrerà a tenerci intrappolati, felici di poter passare quanto più tempo possibile tra le lande di Theia.

Ma quest'albo non avrebbe lo stesso impatto senza la firma di Federico Perrone, a conferma di un'altra grande qualità espressa da Bugs Comics in questi anni, e di cui non smetto di rendere merito: farsi palestra attiva per nuovi talenti da scoprire, e creare una propria "scuderia" di artisti da far crescere, mettendoli alla prova.

Come detto, questa matita mi aveva già colpito in positivo ne La Fame, dove il suo stile si amalgamava alla perfezione con il grottesco sanguigno della storia.

Galdor è un Fantasy, eppure l'alta riconoscibilità del tratto non perde assolutamente di efficacia nel passaggio di genere narrativo, anzi. Il modo in cui disegna gli orchi, così come le disperate espressioni degli umani, e dello stesso Galdor, di fronte ai momenti più drammatici ed inattesi, tutto concorre a sposare l'atmosfera oscura del racconto, fatta di rabbie e rancori che esplodono con violenza sulla pagina, in sequenze d'impatto, anche orrorifico (come quella a metà di pagina 30).

Dal punto di vista artistico, poi, fa piacere trovare in coda al volumetto anche degli "extra", che ci mostrano tutto il lavoro di bozzetti e pianificazione attenta di ambienti e personaggi che Fratelli D'Arme si porta dietro, per ottenere quel risultato di "colpisci e conquista".

Perciò, se sinora Kalya ha saputo ritagliarsi uno spazio di tutto rispetto nel vostro cuore di lettori e di appassionati Fantasy, preparatevi ad accogliere con del buon entusiasmo anche Galdor, che nasce con la volontà di fare lo stesso, anche se più a denti stretti e pronto a farsi largo a decisi colpi di spada.

Però, arrivato alle note finali mi viene da riconsiderare il sottotitolo di questo pezzo, "Espandere la mappa".

Sì, è vero: Cantone e Lamberti vogliono espandere il mondo di Kalya in quante più direzioni possibile, memori di grandi Maestri del genere che hanno fatto altrettanto, e sapendo che, se raccontate ed interpretate bene, anche le nozioni in apparenza più sfuggenti possono invece nascondere tanto, tantissimo.

D'altronde, i veri "Cronisti" sono proprio loro (mi riferisco alla virtuale figura che introduce ogni numero di Kalya, rendendo ancora più evocativa l'esperienza di lettura).

Ma penso, a ragion veduta, sia più giusto utilizzare il termine "Sovrapporre", perché, leggendo Fratelli D'Arme, è chiaro che la Theia di Galdor non è la stessa di Kalya e Tagh, per tanti motivi, eppure, ovviamente, è la stessa terra, solo che una è l'evoluzione dell'altra, oppure il suo passato, dipende quale decidiate di appoggiare sul tavolo e consultare.

Confini e date cambiano, emergono se guardiamo quelle mappe, una sull'altra, e in controluce della candela che illumina il nostro tavolo di studio, nel nostro freddo bastione.

In quelle linee, in quelle due cartine, così uguali e così diverse, nello spessore della pergamena che le separa, risiede un'intera cornucopia di avventure da scoprire, sullo sfondo di una creazione affascinante.

Del resto, sapete meglio di me come si dice: "Ogni viaggio inizia con un passo", e il lato Fantasy di Bugs Comics ha intenzione di correre ad ampie falcate!

Il Nerdastro


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