Io sono Sasuke! - Osamu Tezuka

L'interpretazione di Tezuka di una figura leggendaria giapponese

"Guarda che devastazione... È tutto ridotto in cenere... Non dimenticherò ciò che è successo oggi per tutto il resto della mia vita! Ho visto con i miei stessi occhi la morte di mio padre e di mia madre! Giuro che un giorno salderò il conto!"

Abbiamo già visto Osamu Tezuka alle prese con i classici della letteratura e della tradizione giapponese e più in generale asiatica: qualche tempo fa vi abbiamo parlato de Il mio Son Goku, la sua rivisitazione a fumetti del celebre Il viaggio in Occidente, uno dei primi manga che si rifanno all’opera attribuita a Wú Chéng'ēn e a cui poi sono seguiti titoli famosissimi come Dragon Ball di Akira Toriyama e Saiyuki di Minekura Kazuya.

Questa volta, con Io sono Sasuke!, Tezuka riprende un’altra figura leggendaria ma forse meno conosciuta in Occidente, quella di Sasuke Sarutobi (猿飛佐助, scritto con i kanji di “scimmia” e “salto”, una sorta di nome parlante che si rifà alla sua straordinaria agilità), uno dei personaggi più noti della letteratura kōdan, un genere che si sviluppa dalle lezioni di storia e letteratura per i nobili del periodo Heian (dal 794 al 1185), e si trasforma nel corso del tempo, passando prima a essere materiale di formazione per i giovani samurai e poi, soprattutto alla fine del periodo Edo (ovvero la seconda metà del XIX sec.), diventa uno dei filoni di maggior successo della narrativa orale popolare e di intrattenimento. Come per tutte le forme narrative basate sulla performance orale, anche il kōdan viene presto soppiantato dalle nuove tecnologie già all’inizio del XX sec., ma restano vive nell’immaginario giapponese – e non solo – i suoi temi e ancor di più alcuni dei suoi personaggi, tra tutti, appunto, Sasuke Sarutobi, una sorta di “ninja per antonomasia” il cui nome riecheggia tutt’oggi nella cultura pop, dai videogame alle serie manga e anime e nella letteratura per ragazzi.

Nella leggenda Sasuke Sarutobi non è solo, fa parte dei Dieci Impavidi di Sanada, la squadra ninja al servizio di Yukimura Sanada, un generale invece realmente esistito, che si distinse nella difesa di Osaka durante l’Assedio d’Inverno (1614-1615).

Nel manga di Tezuka invece Sasuke è un ragazzino – anche se questa non è la prima né l’unica raffigurazione di Sasuke bambino – ed è accompagnato non da altri nove guerrieri ma dalla piccola e dolce O-sai, che spesso e volentieri lo salva dai guai in cui riesce a cacciarsi un po’ spinto dal senso di giustizia, un po’ per dimostrare a tutti di essere il migliore.

Sasuke e O-sai sono due giovani contadini del Villaggio del Castagno che non amano troppo la vita nei campi e sognano di diventare grandi guerrieri grazie agli insegnamenti del maestro Tozawa, e le loro vicende si intrecciano a quelle storiche del Giappone all’alba dell’epoca Edo.

Nonostante l’ambientazione storica si rifaccia a un periodo instabile e violento, Tezuka alleggerisce l’atmosfera mettendo in scena un ninjitsu che più che un’arte marziale sembra vera e propria magia: i ninja sanno trasformarsi e volare, ma per farlo devono essere in possesso della loro licenza… e molto spesso Tozawa priva Sasuke della sua per calmare i suoi bollenti spiriti. Certo, l’intento di Tozawa è buono, il vecchio maestro vuole insegnare al suo giovane allievo quanto la violenza sia sbagliata, ma è proprio quando Sasuke si ritrova senza licenza – e quindi senza le sue abilità ninja – che la sua famiglia e quella di O-sai vengono sterminate. È questo il momento in cui i due decidono di vendicarsi e recarsi a Kyoto e in cui inizia tutta la serie di vicissitudini che portano Sasuke a essere testimone e partecipe di alcuni eventi storici e di incontrare personaggi a metà tra storia e mito, come il ninja Ishikawa Goemon, bandito buono che, come Robin Hood, rubava ai ricchi per aiutare i poveri (se il nome vi ricorda qualcosa è perché il Goemon XIII di Monkey Punch è suo discendente nella serie di Lupin).

Come nelle altre opere per ragazzi di Tezuka, abbondano gag, citazioni, comparse dell’autore stesso come personaggio nel fumetto e momenti in cui i personaggi abbattono la quarta parete per riferirsi direttamente al lettore. Lo stile è quello più disneyano, più semplice e squisitamente infantile di quello che troviamo nelle opere pensate per un pubblico più adulto.

In definitiva, Io sono Sasuke! è una di quelle opere che non possono che entusiasmare i fan di Osamushi, un volume unico che mette insieme alcuni elementi chiave dei lavori del dio dei manga: la repulsione per la guerra, la presenza di un protagonista giovane e determinato, momenti comici e altri più seri e drammatici, e soprattutto la capacità di Tezuka di rendere ogni storia, anche se ambientata secoli fa, anche se scritta decenni fa, sempre attuale.

Claudia Maltese (aka Clacca)



Io sono Sasuke!
J-Pop Manga
Osamushi Collection

Testi e disegni: Osamu Tezuka


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