Harakiri: Virand e il manga italiano su Jundo
Intervista a un giovane e promettente fumettista
Benvenuto sulle pagine audaci, Andrea. Ti andrebbe di presentarti brevemente ai nostri lettori?
Presento Virand che sicuramente è più interessante! Infatti è un "sognatore"! Da ormai 10 anni sta inseguendo il sogno di mostrare al mondo l'universo narrativo che ha creato! Gli ci vorranno anni ma va bene così!
Quando avviene il tuo primo contatto con il mondo del fumetto, in veste di lettore prima e di fumettista poi?
Nato a Napoli e da sempre appassionato di arte e disegno, Andrea Virnicchi è un giovane autore ch negli ultimi mesi è approdato nel catalogo digitale e cartaceo di Jundo grazie al suo "alter ego" Virand, con cui firma le sue opere con uno stile dichiaratamente influenzato dai fumetti con cui è cresciuto (DragonBall e One Piece in particolare).
Con Harakiri ha realizzato un manga italiano che affronta complessi e delicati temi esistenziali e sociali, tra i quali la disparità di genere e la violenza sulle donne.
Lo abbiamo raggiunto per dialogare insieme sul suo percorso da autore e su quest'opera.Benvenuto sulle pagine audaci, Andrea. Ti andrebbe di presentarti brevemente ai nostri lettori?
Presento Virand che sicuramente è più interessante! Infatti è un "sognatore"! Da ormai 10 anni sta inseguendo il sogno di mostrare al mondo l'universo narrativo che ha creato! Gli ci vorranno anni ma va bene così!
Quando avviene il tuo primo contatto con il mondo del fumetto, in veste di lettore prima e di fumettista poi?
In veste di lettore avviene da piccolino con Topolino e Diabolik, e da adolescente con One Piece. Da lì a poco ho iniziato a disegnare le storie che avevo da sempre avuto in mente. Il mio primo fumetto lo ho ancora ed è inguardabile, ahah.
Come (e quando) è nato il progetto di Harakiri?
Hai deciso di serializzare online il tuo fumetto e di collaborare con Jundo, dopo una breve esperienza con WebToon. Ci racconti come si è evoluto il progetto e come si è arrivati al cartaceo?
Dopo aver fatto un test con il formato WebToon, sentivo il bisogno di vedere pubblicata e stampata la mia prima opera. lI mio sogno era quello di pubblicare con un modello simile a quello giapponese, ovvero pubblicazione in formato Tankobon, bianco e nero e, cosa più importante, la possibilità di serializzare in modo settimanale o mensile l'uscita dei capitoli. Un mio amico mi girò l'iniziativa Jundo. Li contattai e mi convinsero!
Cosa ti piace leggere?
Potrei stupire qualcuno, ma non mi piace leggere storie. Mi appassionano molto di più documentari e saggistica. Infatti passo il mio tempo ad ascoltare documentari di qualsiasi argomento e podcast. Sono alla perenne ricerca di qualcosa di nuovo di cui raccontare (infatti la cosa buona è che ho un mucchio di idee, ma non so scrivere mezzo dialogo).
Come (e quando) è nato il progetto di Harakiri?
L'idea di Harakiri in se nasce durante il 2° anno di Fumetto. Era un periodo di stallo, ed io, volendo evitare di non fare niente decisi di iniziare un esercizio mio. Era uscito Sekiro e volevo allenarmi nel disegnare le donne con narrazione Giapponese. Nacque Harakiri (che però rientra nel progetto più grande che ho).
In questo fumetto hai scelto di affrontare non solo tematiche di intrattenimento puro ma anche argomenti complessi come la violenza. Cosa ti ha spinto su questo percorso?
Per me fare Arte è anche avere l'illusione che il tuo linguaggio arrivi al cuore delle persone tanto da cambiare in piccolo il mondo. Le mie storie e quelle che vedrete tratteranno sempre di temi umani e sociali. Considerate che io prima individuo il tema di cui voglio parlare, poi formulo un mio punto di vista studiando e cercando di non essere banale, e solo alla fine creo il personaggio e la storia che più si addice.
Hai deciso di serializzare online il tuo fumetto e di collaborare con Jundo, dopo una breve esperienza con WebToon. Ci racconti come si è evoluto il progetto e come si è arrivati al cartaceo?
Dopo aver fatto un test con il formato WebToon, sentivo il bisogno di vedere pubblicata e stampata la mia prima opera. lI mio sogno era quello di pubblicare con un modello simile a quello giapponese, ovvero pubblicazione in formato Tankobon, bianco e nero e, cosa più importante, la possibilità di serializzare in modo settimanale o mensile l'uscita dei capitoli. Un mio amico mi girò l'iniziativa Jundo. Li contattai e mi convinsero!
Cosa ti piace leggere?
Potrei stupire qualcuno, ma non mi piace leggere storie. Mi appassionano molto di più documentari e saggistica. Infatti passo il mio tempo ad ascoltare documentari di qualsiasi argomento e podcast. Sono alla perenne ricerca di qualcosa di nuovo di cui raccontare (infatti la cosa buona è che ho un mucchio di idee, ma non so scrivere mezzo dialogo).
Quale legame hai con i manga?
Adoro il modo in cui trattano l'emotività dei personaggi, strutturando la psicologia delle emozioni. Le azioni nei manga sono conseguenze dei sentimenti dei personaggi. Ma so che non sono Giapponese, ma Europeo. Con una storia ed una cultura radicalmente diversa. E il mio sogno è quello di unire e fondere le due radici in qualcosa che non si è ancora mai visto.
Hai ottenuto uno splendido riscontro nel concorso Silent Manga. Ti va di parlarcene?
Il Silent Manga è stato ad oggi il traguardo più bello. Essere contattati da degli autori Giapponesi del calibro di Tetsuo Hara e venire chiamati Mangaka è un emozione. Tra l'altro non mi sono informato bene a riguardo ma penso di essere stato sia l'italiano, sia il più giovane che è arrivato più in alto nella classifica. Ad oggi è l'unico concorso riconosciuto dai Giapponesi. Ed è stato il primo anno che ci partecipavo.
A cosa stai lavorando in questo momento?Attualmente sto lavorando al secondo volume di Harakiri e mi auguro che come l'anno scorso venga presentato al Lucca Comics, ma i capitoli online usciranno mensilmente mesi prima. L'obiettivo è di chiudere con la Samurai quest'anno per poi iniziare a dedicarmi al mio One Piece.
Hai ottenuto uno splendido riscontro nel concorso Silent Manga. Ti va di parlarcene?
Il Silent Manga è stato ad oggi il traguardo più bello. Essere contattati da degli autori Giapponesi del calibro di Tetsuo Hara e venire chiamati Mangaka è un emozione. Tra l'altro non mi sono informato bene a riguardo ma penso di essere stato sia l'italiano, sia il più giovane che è arrivato più in alto nella classifica. Ad oggi è l'unico concorso riconosciuto dai Giapponesi. Ed è stato il primo anno che ci partecipavo.
A cosa stai lavorando in questo momento?Attualmente sto lavorando al secondo volume di Harakiri e mi auguro che come l'anno scorso venga presentato al Lucca Comics, ma i capitoli online usciranno mensilmente mesi prima. L'obiettivo è di chiudere con la Samurai quest'anno per poi iniziare a dedicarmi al mio One Piece.
Grazie ancora e in bocca al lupo per tutto!