Padovaland di Miguel Vila

Il fascino spiazzante e crudele di un racconto della periferia veneta

Padovaland, opera d'esordio di Miguel Vila pubblicata a novembre 2020 da Canicola, racconta la provincia veneta contemporanea in modo suggestivo: ritrae un gruppo di ragazzi che interagiscono tra loro in maniera crudele - persino meschina - e trascorrono il loro tempo tra la noia, gli smartphone, gli aperitivi e le feste. 

Uno degli aspetti più convincenti del lavoro di Vila, che già possiamo definire come uno degli esordi più rilevanti di quest'anno, consiste nella straordinaria efficacia dell'approccio visivo. Le sue tavole sono frutto di una visione estetica personale e molto stimolante, costruita su vignette frammentarie ma al tempo stesso utili a fornire un quadro d'insieme fatto di piccoli dettagli che si sommano a dar vita a un quadro della provincia veneta in bilico tra realismo e fantasia. Vila viviseziona le storie dei suoi protagonisti in un racconto meno metaforico e più organico rispetto a Malibu di Eliana Albertini (pubblicato lo scorso anno da BeccoGiallo nella collana Rami e sempre ambientato in Veneto) e che si dimostra di più ampio respiro rispetto a un'altra sorprendente storia breve sulla vita di provincia, Via di qui di Guido Brualdi (MalEdizioni), che descrive invece una geografia fatta di strade deserte e sogni difficilmente realizzabili. 

Leggendo Padovaland si avverte indistintamente il talento di Miguel Vila, classe 1993, che parte da influenze cinematografiche dalle pellicole di Danny Boyle o Robert Altman e le declina con un approccio puramente fumettistico, dimostrando una fascinazione per le opere di Nick DrnasoChris Ware e Paolo Bacilieri (citati dallo stesso autore per il livello compositivo), ma anche rimandi nel tratto (alla lontana, ma non troppo) all'underground statunitense che prende origine dal magistrale Robert Crumb, senza per questo restare succube o prigioniero delle sue influenze.

Storie di persone infelici, quasi del tutto incoerenti e a tratti inconsistenti, che si muovono in un contesto dove le ipocrisie regnano sovrane e la realtà intima è in perenne conflitto con l'esteriorità.

Il sommo - Giuseppe



Padovaland

Canicola, 2020

Testi e disegni: Miguel Vila

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