Il Mecenate Audace: Frikis
Un racconto senza fronzoli sullo spirito autodistruttivo dei cubani punk
Ci sono pagine della storia dell’umanità che non vengono raccontate spesso, pagine che sono state scritte appena l’altro ieri e che hanno solo pochissimi lettori a ricordarle. Alcune di queste pagine riguardano la crisi cubana degli anni Novanta, causata dal crollo dell’Unione Sovietica e dalla crisi economica che ne seguì. A peggiorare una situazione già difficile per la popolazione fu la diffusione dell’AIDS, che spinse il governo ad aprire dei sanatori dove isolare i malati dal resto del mondo. A quel tempo (e si sta parlando di meno di trent’anni fa) l’AIDS era per tutti un incubo tangibile… Ma c’era chi lo considerava una via di salvezza: i cosiddetti “Frikis”.
I Frikis, termine con cui i cubani indicavano i punk, erano emarginati dalla società per il loro stile di vita considerato riprovevole, fatto di rumorosa musica straniera, una quotidianità errabonda e un futuro inesistente. Tra di loro si trovavano anche omosessuali, per i quali era praticamente impossibile costruirsi un futuro.
Arrendendosi al fatto che non avrebbero mai trovato la libertà tanto agognata, molti dei Frikis decisero di iniettarsi volontariamente il sangue infetto dei propri compagni per essere isolati nei sanatori: lì almeno avrebbero potuto essere se stessi, rassegnandosi alla morte.
A raccontare questo drammatico atto di autodistruzione è Frikis, un webcomic di sei episodi (leggibile qui, poi stampato in volume) prodotto dal collettivo Ehm Autoproduzioni. Alla sceneggiatura troviamo lo scrittore Dario Custagliola, mentre ai disegni si alternano gli altri nomi del collettivo: Antonello Cosentino, che introduce la storia con un tratto molto pulito; Fabio "Punk" Baldolini che, al contrario, ha un disegno particolarmente sporco; Fabrizio Castano, con uno stile più cartoon; Elisa Bisignano, con un’atmosfera più onirica ma non per questo meno cruda; e Jacopo Vanni che, con spesse linee spezzate, arriva alla fine del racconto. Ai colori, invece, troviamo Francesco Montalbano e di nuovo Antonello Cosentino ed Elisa Bisignano.
Frikis narra questa spinosa vicenda senza mai inciampare nella retorica pesante, scegliendo di assumere il punto di vista di cinque personaggi principali, appartenenti alla stessa compagnia di punk. Le loro vicende si intrecciano episodio dopo episodio, tra passato e futuro, in modo che solo alla fine il lettore riesca ad avere il mosaico completo delle loro esistenze.
Il fumetto cambia tono narrativo da un episodio all’altro: nel corso della storia conosciamo questi ragazzi, ribelli e rassegnati allo stesso tempo, in momenti spensierati e in altri invece pregni di disperazione, con sequenze ricche di azione che si alternano invece ad altre più introspettive, con dialoghi che non possono fare a meno di smuovere il cuore del lettore. Le parole e le azioni dei personaggi sono spesso accompagnate da brani di musica punk, simbolo di una generazione disperatamente votata alla libertà.
Non solo il tono, a cambiare è anche l’approccio alla narrazione: in Frikis troviamo un episodio muto, con i balloon privi di parole, ma anche una storia scandita da tanti “mierda” e, addirittura, un capitolo in cui la voce narrante di un personaggio si scompone in sei diverse didascalie colorate, ognuna proveniente da un diverso periodo della sua vita. Nonostante questa diversità di forme, il fumetto mantiene una sua omogeneità e non distoglie l’attenzione del lettore dal racconto. Insomma, non è un caso che Frikis abbia vinto nel 2019 il premio Andrea Pazienza come miglior webcomic, nonostante abbia un problema non da poco per essere un fumetto digitale: la lettura da smartphone è praticamente proibitiva, costringendo il lettore ad una fruizione da desktop. Rimane comunque un fumetto che non lascia indifferenti, premiato anche agli ultimi Audaci Awards come Fumetto rivelazione, che vale la pena dunque di avere in versione cartacea.
Come prossime letture, il Mecenate Povero vi consiglia ben due fumetti: I Ventuno Vaffanculo di Zeno (di Niccolò “Roy” Testi e Giulio Ferrara, pubblicato da Mojo Autoproduzioni), la storia di un uomo che, prima di morire, decide di prendersi qualche soddisfazione personale, e la raccolta di storie brevi I Giorni della Fame (di Lorenzo Palloni, pubblicato da Mammaiuto), i cui personaggi sembrano essere sconfitti già in partenza, proprio come i Frikis.
Trovate le altre puntate della rubrica Il Mecenate Audace qui.
Ci sono pagine della storia dell’umanità che non vengono raccontate spesso, pagine che sono state scritte appena l’altro ieri e che hanno solo pochissimi lettori a ricordarle. Alcune di queste pagine riguardano la crisi cubana degli anni Novanta, causata dal crollo dell’Unione Sovietica e dalla crisi economica che ne seguì. A peggiorare una situazione già difficile per la popolazione fu la diffusione dell’AIDS, che spinse il governo ad aprire dei sanatori dove isolare i malati dal resto del mondo. A quel tempo (e si sta parlando di meno di trent’anni fa) l’AIDS era per tutti un incubo tangibile… Ma c’era chi lo considerava una via di salvezza: i cosiddetti “Frikis”.
I Frikis, termine con cui i cubani indicavano i punk, erano emarginati dalla società per il loro stile di vita considerato riprovevole, fatto di rumorosa musica straniera, una quotidianità errabonda e un futuro inesistente. Tra di loro si trovavano anche omosessuali, per i quali era praticamente impossibile costruirsi un futuro.
Arrendendosi al fatto che non avrebbero mai trovato la libertà tanto agognata, molti dei Frikis decisero di iniettarsi volontariamente il sangue infetto dei propri compagni per essere isolati nei sanatori: lì almeno avrebbero potuto essere se stessi, rassegnandosi alla morte.
A raccontare questo drammatico atto di autodistruzione è Frikis, un webcomic di sei episodi (leggibile qui, poi stampato in volume) prodotto dal collettivo Ehm Autoproduzioni. Alla sceneggiatura troviamo lo scrittore Dario Custagliola, mentre ai disegni si alternano gli altri nomi del collettivo: Antonello Cosentino, che introduce la storia con un tratto molto pulito; Fabio "Punk" Baldolini che, al contrario, ha un disegno particolarmente sporco; Fabrizio Castano, con uno stile più cartoon; Elisa Bisignano, con un’atmosfera più onirica ma non per questo meno cruda; e Jacopo Vanni che, con spesse linee spezzate, arriva alla fine del racconto. Ai colori, invece, troviamo Francesco Montalbano e di nuovo Antonello Cosentino ed Elisa Bisignano.
Frikis narra questa spinosa vicenda senza mai inciampare nella retorica pesante, scegliendo di assumere il punto di vista di cinque personaggi principali, appartenenti alla stessa compagnia di punk. Le loro vicende si intrecciano episodio dopo episodio, tra passato e futuro, in modo che solo alla fine il lettore riesca ad avere il mosaico completo delle loro esistenze.
Il fumetto cambia tono narrativo da un episodio all’altro: nel corso della storia conosciamo questi ragazzi, ribelli e rassegnati allo stesso tempo, in momenti spensierati e in altri invece pregni di disperazione, con sequenze ricche di azione che si alternano invece ad altre più introspettive, con dialoghi che non possono fare a meno di smuovere il cuore del lettore. Le parole e le azioni dei personaggi sono spesso accompagnate da brani di musica punk, simbolo di una generazione disperatamente votata alla libertà.
Non solo il tono, a cambiare è anche l’approccio alla narrazione: in Frikis troviamo un episodio muto, con i balloon privi di parole, ma anche una storia scandita da tanti “mierda” e, addirittura, un capitolo in cui la voce narrante di un personaggio si scompone in sei diverse didascalie colorate, ognuna proveniente da un diverso periodo della sua vita. Nonostante questa diversità di forme, il fumetto mantiene una sua omogeneità e non distoglie l’attenzione del lettore dal racconto. Insomma, non è un caso che Frikis abbia vinto nel 2019 il premio Andrea Pazienza come miglior webcomic, nonostante abbia un problema non da poco per essere un fumetto digitale: la lettura da smartphone è praticamente proibitiva, costringendo il lettore ad una fruizione da desktop. Rimane comunque un fumetto che non lascia indifferenti, premiato anche agli ultimi Audaci Awards come Fumetto rivelazione, che vale la pena dunque di avere in versione cartacea.
Come prossime letture, il Mecenate Povero vi consiglia ben due fumetti: I Ventuno Vaffanculo di Zeno (di Niccolò “Roy” Testi e Giulio Ferrara, pubblicato da Mojo Autoproduzioni), la storia di un uomo che, prima di morire, decide di prendersi qualche soddisfazione personale, e la raccolta di storie brevi I Giorni della Fame (di Lorenzo Palloni, pubblicato da Mammaiuto), i cui personaggi sembrano essere sconfitti già in partenza, proprio come i Frikis.
Il Mecenate Povero
(Vanessa e Marco)