"Stagione di caccia" di Pagani e Cannucciari

Una sfida ad andare oltre le apparenze


Una delle pubblicazioni più interessanti del 2019 in casa Tunué (nonché tra le graphic novel in generale, come avevamo accennato qui) è stata Stagione di caccia di Emiliano Pagani e Bruno Cannucciari, un noir che trae ispirazione dai film di Roman Polański e dalle opere di Friedrich Dürrenmatt, nel quale l'ambientazione, un piccolo paesino immerso nei boschi, ha un ruolo decisamente rilevante.


Tre donne gestiscono un’azienda agricola di prodotti biologici, un'attività percepita nel resto del paese come troppo moderna rispetto alle tradizioni locali. A loro si contrappongono un gruppo di cacciatori, capitanati da Bruno, in lotta non solo con i cinghiali ma anche con i migranti, a loro parere giunti da lontano a perturbare la stabilità del luogo.




La lettura di Stagione di caccia si dimostra illuminante nello svelare un racconto dove niente è come sembra, una sfida ad andare oltre le apparenze: il lettore viene invitato ad abbandonare i propri pregiudizi, a sospendere le facili condanne e le accuse anche inconsce che si generano in ognuno di noi. La trama imbastita da Emiliano Pagani è straordinaria nel portare chi legge a mettersi in discussione in prima persona.


La storia è resa visivamente da Bruno Cannucciari in un bianco e nero claustrofobico, con splendidi toni di grigio e con stile evocativo. I due autori avevano già collaborato nello splendido Kraken, un'opera destinata a lasciare il segno e non a caso opzionata per una trasposizione cinematografica. Riunitisi per la realizzazione di questo volume, aggiungono così un nuovo tassello che rappresenta la giusta consacrazione del loro sodalizio artistico.

Leggete Stagioni di caccia.
Leggetelo perché abbiamo tutti bisogno di qualcuno che ci metta davanti ai nostri pregiudizi e ci dimostri come spesso la realtà possa essere distante dall'apparenza di lineare leggibilità a cui spesso la releghiamo.

Giuseppe Lamola



Stagione di caccia
Tunué, 2019

Testi: Emiliano Pagani
Disegni: Bruno Cannucciari



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