Mister No Revolution: una miniserie Audace
Il viaggio di un antieroe atipico in versione alternativa
«Non c'è nessun "noi" (...). Ognuno si porta il suo pezzetto d'inferno personale.»
Jerry Drake in Mister No Revolution.
Manuel Enrico
Jerry Drake è un nome che ha attraversato l'universo bonelliano per anni. Marginalmente è comparso in relazione a Dylan Dog, ha
sfiorato per ben due volte il futuro di Nathan Never ed è stato inserito in
modo definitivo nell'Universo Bonelli con la sua apparizione ne L'abisso del male. Non ci sono dubbi che Mister No sia stato e sia ancora una colonna portante della casa
editrice milanese, un pilastro che nonostante l'assenza di alcuni anni dalle
edicole ha mantenuto inalterato il proprio fascino, grazie all'imperituro
affetto dei suoi affezionati lettori.
Lettori che si sono ritrovati in questi giorni a festeggiare
il suo ritorno in edicola, ma che hanno dovuto affrontare la sfida di vedere il
buon Jerry in una versione diversa da quella classica, presentata all'interno
della miniserie Audace Mister No Revolution.
«Non c'è nessun "noi" (...). Ognuno si porta il suo pezzetto d'inferno personale.»
Jerry Drake in Mister No Revolution.
Reboot? Assolutamente no. Da detrattore della moda dei reboot, cinematografici e non, ritengo che una simile operazione sarebbe stata punita con l'esilio
eterno sugli scaffali dell'edicola. Come definire quindi Mister No Revolution?
Bella domanda.
L'esempio che meglio si potrebbe prendere ad esame è quello
dei What if....? di casa Marvel, in cui i personaggi della Casa delle Idee
venivano presentati in modo diversi, mantenendo però inalterate le proprie
caratteristiche di base. Narrativamente parlando, per un autore sarebbe più
facile inventare un nuovo personaggio di sana pianta, piuttosto che affrontare
l'ira dei fan duri e puri di un mostro sacro del fumetto italiano come Jerry
Drake. Ma evidentemente a Michele Masiero e la sua squadra la paura fa poco effetto: è più
forte la voglia di mostrare come un personaggio della tempra di Drake sia perfetto a
prescindere dall'ambientazione o dagli anni.
Il valore intrinseco di Mister No, inteso come serie, erano
il cuore e lo spirito di Jerry Drake. Roba che, per assurdo, potrebbe
funzionare anche infilando il personaggio nelle guerre napoleoniche o in
qualche battaglia spaziale di un remoto futuro. Jerry Drake è figlio di una mentalità
che ne ha sancito i presupposti essenziali, quegli elementi costitutivi eterni
ed immortali che lo hanno reso un uomo fuori posto, a prescindere dal periodo temporale in cui è nato.
L'idea di fare nascere Jerry Drake qualche anno dopo la sua
data di nascita classica non deve spaventare, non rappresenta un tradimento dello spirito
autentico del personaggio. Se da un lato il Jerry "classico" era stato segnato
dalla Seconda Guerra Mondiale, in Mister No Revolution abbiamo un altro
conflitto altrettanto devastante, come la guerra del Vietnam, capace di
metterlo di fronte a orrori inenarrabili.
Mister No Revolution è il viaggio di un uomo, presentato in
diversi momenti della sua vita, che deve comprendere come funziona il mondo e
scegliere se accettare le regole del gioco, o crearne di proprie. In questo, i
due Jerry convergono in modo perfetto, entrambi costretti a scoprire sé stessi
relazionandosi con un mondo che pare non voler accettare il loro modo di vedere
la vita.
Le sfide di Jerry Drake in Mister No Revolution sono frutto
di una profonda analisi sociale dell'America del periodo, presentata senza
pregiudizi o prese di posizione, ma lasciando che l'animo del personaggio sia la
nostra cartina di tornasole per comprendere pregi e difetti di una delle
società più contraddittorie della storia. Dai movimenti per i diritti civili
alle crisi economiche, passando per razzismo e omofobia, toccando temi come al
cultura libera degli anni '60 e lo spettro delle droghe, Mister No rimane
fedele a se stesso, non tradisce i propri ideali pur affrontando un mondo
diverso da quello a cui erano abituati i lettori.
Che hanno una scelta.
Possono rimanere ancorati ad una tradizione immutabile e
monolitica, che deve esser tutelata a livello quasi religioso, denunciando
questa operazione come un tradimento del personaggio. Oppure, abbandonare
preconcetti e punti fermi, e dare una chance a questo nuovo Jerry Drake, provando a
cercare in questo reduce del Vietnam i tratti essenziali di Mister No.
Cambiare l'ambientazione tradisce il personaggio? Secondo me,
no. L'ambientazione è lo sfondo in cui si muove un eroe, la meccanica di
interazione tra la sua anima e il lettore. Ci possiamo affezionare, possiamo
vederla come una co-protagonista della serie, ma alla fine sarà sempre lo
spirito dell'eroe l'unico punto fermo a cui rimanere legati.
Mister No Revolution ha mutato parzialmente l'interazione tra
lettore e personaggio, dandoci un'America diversa, ma ha lasciato inalterato lo
spirito di Jerry Drake, esaltandolo e rendendolo incredibilmente vivido e
fedele al suo "originale".
Una rivoluzione, se vogliamo concederci un gioco di
parole, che ha cambiato il nostro modo di vedere Jerry Drake, dandoci una delle
migliori e più sincere interpretazioni di un simbolo del fumetto d'avventura
italiano.