Mercurio Loi #11
Un club esclusivo
Quando due autori come Alessandro Bilotta e Sergio Gerasi uniscono i loro talenti per realizzare un'opera insieme, è ormai pressoché impossibile che non si vengano a creare grandi aspettative. Ecco dunque spiegato in sunto l'interesse particolare con cui abbiamo accolto la pubblicazione di questo undicesimo (e ancora una volta stupendo) numero di Mercurio Loi.
Viene immediato pensare che, come i membri del circolo propongono sfide d'intelletto al buon Mercurio, parallelamente Bilotta sembra sfidare il lettore, numero dopo numero, a seguirlo sulle impervie strade di storie che solleticano di continuo la mente, stimolanti e mai banali.
Ancora una volta Bilotta conduce i lettori fuori strada, portandoli a concentrarsi sulle gare di intelligenza tra Mercurio e suoi "colleghi di genialità" (aggiungendo peraltro sottotrame che coinvolgono i vari altri personaggi che popolano la storia), mentre la vera sfida è diversa, ancora una volta di carattere esistenziale: quella del farsi accettare.
Per un tipo tendenzialmente solitario e sui generis come il professor Loi potrebbe sembrare quasi paradossale cercare di far parte di un gruppo, desiderare di stare tra i suoi pari. Invece, a ben pensarci, tale atteggiamento non dovrebbe stupire più di tanto, poiché è praticamente innato nell'uomo: spesso è proprio il confronto con gli altri a definirci, a renderci esseri unici e irripetibili nelle similitudini e nelle differenze reciproche e persino, a volte, a dare un senso ai nostri pensieri più reconditi.
Ma torniamo alla storia. Gli incastri sapienti tra le varie sottotrame, i dubbi che rimangono irrisolti e le riflessioni che scaturiscono dalla lettura sono tutti aspetti che rendono le pagine di Mercurio Loi estremamente preziose. In particolare annotiamo come il professor Loi riesca a proseguire indomito il suo percorso esistenziale senza abbandonare un po' di sana ironia ("l'ironia è un'affermazione della superiorità dell'uomo su ciò che gli capita", afferma).
Delizioso il siparietto dell'ingresso iniziale di Mercurio e Ottone nel Circolo degli intelligentissimi. Anche quando hanno modo di tornarvi (pag. 54), Mercurio viene riconosciuto e, in una vignetta carica di ironia e pensata in maniera magistrale, definito in funzione della sua somiglianza con una scimmia (accostamento sul quale già Bilotta aveva giocato efficacemente nel numero 9): durante la confabulazione tra due membri del club, cogliamo solo la parola "scimmia" scritta distintamente tra gli altri termini del discorso (reso dunque proprio come quando, origliando, riusciamo a recepire solo piccole porzioni di un dialogo).
Interessante anche il cenno - di carattere indubbiamente metafumettistico - ai critici: "Recensori!... Colpiteli con le vostre penne avvelenate!" urla Karl il favolista a pag. 12. Ma le penne avvelenate, fuori e dentro la metafora, non sembrano scalfire (e non impensieriscono nemmeno granché) il nostro Mercurio Loi, come del resto è giusto che sia.
Come dicevamo in apertura, è il connubio tra Bilotta e Gerasi a rendere particolarmente speciale l'episodio.
Quando due autori come Alessandro Bilotta e Sergio Gerasi uniscono i loro talenti per realizzare un'opera insieme, è ormai pressoché impossibile che non si vengano a creare grandi aspettative. Ecco dunque spiegato in sunto l'interesse particolare con cui abbiamo accolto la pubblicazione di questo undicesimo (e ancora una volta stupendo) numero di Mercurio Loi.
Una partita a scacchi, dentro e fuori le pagine di Mercurio Loi (foto di Vitantonio Fosco). |
Le idee, i pensieri nascosti nelle menti, sono molto personali e spesso inconfessabili anche per chi li produce. Complessità, intimità, singolarità sono elementi che compromettono la relazione con gli altri e la maggior parte delle persone sceglie di essere accettata. Quindi lavoriamo per essere accettati e allo stesso tempo, segretamente, cerchiamo, lavoriamo, ci affanniamo a scovare quella persona di qualunque sesso, età e nazionalità sia uguale a noi con la speranza che possa comprenderci.
Alessandro Bilotta nell'introduzione all'albo.Il circolo degli intelligentissimi parla di un club formato dalle persone più geniali della città. Venuto a conoscenza della sua esistenza, Mercurio Loi stabilisce autonomamente di aver diritto a farne parte e che probabilmente solo per una svista o un disguido non era stato ancora incluso "ad honorem" tra i membri del club. Così ha inizio la sfida.
Viene immediato pensare che, come i membri del circolo propongono sfide d'intelletto al buon Mercurio, parallelamente Bilotta sembra sfidare il lettore, numero dopo numero, a seguirlo sulle impervie strade di storie che solleticano di continuo la mente, stimolanti e mai banali.
Ancora una volta Bilotta conduce i lettori fuori strada, portandoli a concentrarsi sulle gare di intelligenza tra Mercurio e suoi "colleghi di genialità" (aggiungendo peraltro sottotrame che coinvolgono i vari altri personaggi che popolano la storia), mentre la vera sfida è diversa, ancora una volta di carattere esistenziale: quella del farsi accettare.
Per un tipo tendenzialmente solitario e sui generis come il professor Loi potrebbe sembrare quasi paradossale cercare di far parte di un gruppo, desiderare di stare tra i suoi pari. Invece, a ben pensarci, tale atteggiamento non dovrebbe stupire più di tanto, poiché è praticamente innato nell'uomo: spesso è proprio il confronto con gli altri a definirci, a renderci esseri unici e irripetibili nelle similitudini e nelle differenze reciproche e persino, a volte, a dare un senso ai nostri pensieri più reconditi.
Delizioso il siparietto dell'ingresso iniziale di Mercurio e Ottone nel Circolo degli intelligentissimi. Anche quando hanno modo di tornarvi (pag. 54), Mercurio viene riconosciuto e, in una vignetta carica di ironia e pensata in maniera magistrale, definito in funzione della sua somiglianza con una scimmia (accostamento sul quale già Bilotta aveva giocato efficacemente nel numero 9): durante la confabulazione tra due membri del club, cogliamo solo la parola "scimmia" scritta distintamente tra gli altri termini del discorso (reso dunque proprio come quando, origliando, riusciamo a recepire solo piccole porzioni di un dialogo).
Interessante anche il cenno - di carattere indubbiamente metafumettistico - ai critici: "Recensori!... Colpiteli con le vostre penne avvelenate!" urla Karl il favolista a pag. 12. Ma le penne avvelenate, fuori e dentro la metafora, non sembrano scalfire (e non impensieriscono nemmeno granché) il nostro Mercurio Loi, come del resto è giusto che sia.
Come dicevamo in apertura, è il connubio tra Bilotta e Gerasi a rendere particolarmente speciale l'episodio.
Lo stile di Gerasi è, se possibile, ancora più nervoso, impalpabile e intenso rispetto alle sue ultime prove (che gli erano valse il nostro premio come Miglior disegnatore di fumetto seriale italiano agli Audaci Awards 2017). Il suo percorso autoriale l'ha condotto a una ricerca di un tratto meno marcato e più "impulsivo", a testimonianza della costante ricerca di una modalità stilistica personale e autentica. L'espressività dei personaggi, spesso accentuata ed eloquente, unita a una gestualità teatrale e agilmente interpretabile, rende assolutamente efficaci le sue tavole.
Il lavoro sul layout e lo storytelling conferma il suo talento ma anche la grande intesa con Bilotta, al punto da far risultare estremamente difficile distinguere il contributo dei singoli alla resa finale. Su tutte, davvero splendide le due tavole rese con l'alternanza tra bianco e nero che richiama la scacchiera, durante una decisiva partita a scacchi (vedi foto in alto).
In chiusura, una breve riflessione di carattere generale.
La pubblicazione di questo episodio coincide con il primo "compleanno editoriale" della serie (che ha esordito in edicola il 23 maggio dello scorso anno). Un anno importante, nel quale la serie ha raccolto consensi di pubblico e critica.
Come abbiamo già ribadito anche noi in più di un'occasione, si tratta di una delle serie più belle attualmente in edicola (a nostro gusto, ma evidentemente non siamo gli unici a pensarlo), che non smette mai di stupire. Nonostante ciò, c'è ancora chi ritiene che l'unico scopo possibile per il fumetto sia l'intrattenimento senza alcuna pretesa artistica. Ebbene, è alquanto evidente che Mercurio Loi rappresenta la confutazione tangibile di tale assioma. Anche per questo, gli auguriamo la più lunga vita possibile.
"Il circolo degli intelligentissimi"
SERIE: Mercurio Loi
NUMERO: 11
DATA: maggio 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alessandro Bilotta
DISEGNI E CHINE: Sergio Gerasi
COLORI: Andrea Meloni
COPERTINA: Manuele Fior
Per le immagini tratte dall'albo: © 2018 Sergio Bonelli Editore.
Il lavoro sul layout e lo storytelling conferma il suo talento ma anche la grande intesa con Bilotta, al punto da far risultare estremamente difficile distinguere il contributo dei singoli alla resa finale. Su tutte, davvero splendide le due tavole rese con l'alternanza tra bianco e nero che richiama la scacchiera, durante una decisiva partita a scacchi (vedi foto in alto).
In chiusura, una breve riflessione di carattere generale.
La pubblicazione di questo episodio coincide con il primo "compleanno editoriale" della serie (che ha esordito in edicola il 23 maggio dello scorso anno). Un anno importante, nel quale la serie ha raccolto consensi di pubblico e critica.
Come abbiamo già ribadito anche noi in più di un'occasione, si tratta di una delle serie più belle attualmente in edicola (a nostro gusto, ma evidentemente non siamo gli unici a pensarlo), che non smette mai di stupire. Nonostante ciò, c'è ancora chi ritiene che l'unico scopo possibile per il fumetto sia l'intrattenimento senza alcuna pretesa artistica. Ebbene, è alquanto evidente che Mercurio Loi rappresenta la confutazione tangibile di tale assioma. Anche per questo, gli auguriamo la più lunga vita possibile.
Il sommo audace
"Il circolo degli intelligentissimi"
SERIE: Mercurio Loi
NUMERO: 11
DATA: maggio 2018
SERGIO BONELLI EDITORE
SOGGETTO E SCENEGGIATURA: Alessandro Bilotta
DISEGNI E CHINE: Sergio Gerasi
COLORI: Andrea Meloni
COPERTINA: Manuele Fior
Per le immagini tratte dall'albo: © 2018 Sergio Bonelli Editore.