Voiceless – O di come l'editoria mainstream perda i pezzi

Un racconto per tutti, che unisce il fantasy più classico a una narrazione fresca e moderna e che potrebbe essere un grande fumetto da libreria

Ok, un respiro profondo. Non lasciamoci prendere dalle emozioni, non siamo viscerali come sempre. A volte a fare quello che facciamo noi, con l’amore con cui lo facciamo, può succedere di perdere la calma. Una cosa che è emersa nel tempo è che la rabbia non arriva mai quando leggi qualcosa che non raggiunge il livello di qualità che ci si aspetterebbe: quella è una cosa che può succedere, che fa parte del gioco. La rabbia, quella vera, viene quando si vede un lavoro di qualità che non ottiene lo spazio e il pubblico che meriterebbe. Siamo costretti a dire che in questo periodo arrabbiarsi in questo senso è piuttosto facile: l’editoria italiana ha assunto sotto determinati aspetti una forma talmente distorta di sé che coincide inevitabilmente con una perdita di talenti gigantesca, persone che piuttosto che passare in quel tritacarne decidono di autopubblicarsi, ed ecco perché bisogna fare un respiro profondo. Bene, cominciamo.

Voiceless di Giole Filippo, in un mondo in cui l’editoria ha una qualche forma di ragionamento valido, non dovrebbe essere un Kickstarter, dovrebbe far guadagnare del denaro importante all’autore e avere una grossa distribuzione. Non è così. Vorrà dire allora che l’autore sarà sostenuto esternamente dalle persone che amano i fumetti, perché se una cosa è certa è che la qualità alla fine in qualche modo emerge. E Voiceless alla fine emergerà da solo.

Inizia con una ballata, questo racconto medievale e fantasy, la storia di un bambino che cade in un fosso, uno di quei moniti antichi e cantati che servivano a far stare attenti i bambini durante i loro giochi silvestri. In questa ambientazione fantasy, però, questo non è solo un racconto, e Johnny, il bambino che cade in quel dirupo, è stato richiamato da una voce nell’oscurità.

Sembra proprio che quel bambino sia il centro di questa storia, ma che ancor prima che lui, sia l’orrore che egli ha visto che guiderà la trama di questo racconto.

Re, maghi e misteri. Ci vuole molto poco, quando si tratta un racconto di questo genere a far scadere la narrazione in quello che poi diventa una specie di riassunto di una qualche run di D&D, ma non è questo il caso. Gioele Filippo imbastisce un racconto che riesce ad avere una sua poetica, e che nelle sue poche pagine riesce ad appassionare il lettore. Questo è possibile grazie a uno svolgimento tecnico piuttosto interessante che riguarda la ritmica e la regia del racconto. L’autore intreccia passato e presente, laddove il passato riesce ad avere nello stesso tempo la forma della leggenda e del fatto accaduto, una finezza che non solo coinvolge il lettore ma che riesce, nel poco spazio che l’autore ha a disposizione, a dire tutto ciò di cui il racconto necessita con una densità che potenzia l’efficacia del racconto.

Per fare questo Filippo si affida a un linguaggio moderno. Questi personaggi non hanno mai quella parlata pomposa che caratterizza il genere, sono invece piuttosto asciutti e moderni nel loro dialogare, senza mai perdere di credibilità.

Voiceless è una storia che va coccolata, accompagnata e sostenuta, perché nel suo poco spazio cartaceo riesce a essere incisiva e lo riesce a fare in virtù della necessità che traspare da parte dell’autore di raccontare una storia, di raccontare questa storia. Un’urgenza che non può essere ignorata da coloro che, come noi, amano il fumetto.

Per quanto riguarda il mondo dell’editoria mainstream, invece, molto probabilmente ha perso un’altra occasione per aggiungere alle sue fila un fumetto con qualcosa da dire, e soprattutto un autore che ha molto da raccontare. Forse, però, non è ancora troppo tardi.

Prendiamo un respiro, un’altra volta, e aspettiamo i prossimi numeri di Voiceless, lasciamo che Gioele Filippo continui la sua storia, facciamoci tenere per mano.

Alessio Fasano


Voiceless - Volume 1 di 5

Copertina: Vlad Lagostaev
Testi e disegni: Gioele Filippo
Colori: Simon Gough
Lettering e grafica editoriale: Amanda Cepile 
Logo, grafiche digitali, Kickstarter e marketing: Matteo Regeni
Con la collaborazione di: John Sloth
Autoproduzione, finanziata mediante campagna su Kickstarter

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