Letture seriali: Universal Monsters - Il Mostro della Laguna Nera
«I miei uomini la chiamano "La Laguna Nera". È un paradiso, soltanto dicono che nessuno è mai tornato per descriverlo.»
La citazione arriva da Il Mostro della Laguna Nera, inteso come il classico del cinema del 1954 diretto da Jack Arnold, che introdusse al pubblico la figura del Gill-Man, un ibrido, un essere metà uomo e metà pesce, regalando alla Universal un nuovo "Mostro".
Ma qui siamo su Letture Seriali, quindi parliamo di fumetti, e se siete stati dei nostri nelle puntate precedenti, avrete già intuito che stiamo per affrontare il nuovo tassello degli Universal Monsters di Skybound, che Saldapress continua a proporre in cartonati di pregio, per queste miniserie che rileggono con tono moderno storie che hanno fatto Storia.
Stavolta, l'onore e l'onere di occuparsi della Creature from the Black Lagoon spetta a Ram V e Dan Watters, unendo qui le forze dopo averci presentato - insieme ma separati - quel gioco di specchi che è The One Hand & The Six Fingers (sempre catalogo Saldapress).
I due autori, rispetto a chi li ha preceduti, scelgono però un approccio diverso, perché se Dracula, Frankenstein e La Mummia si sono rivelati riletture efficaci dei film stessi, visti da prospettive nuove ed inedite, ma comunque legati a doppio filo con l'originale, ecco che Il Mostro della Laguna Nera è invece una sorta di sequel, che descrive una sua storia, dove il film del 1954 è più citazione che non una guida da seguire con devozione.
Così, con Matthew Roberts ai disegni, i due ci riportano nella Laguna, ma trent'anni dopo gli eventi del film, seguendo la giornalista investigativa Kate Marsden, che sta dando la caccia ad un mostro, ma questo è decisamente più umano che anfibio, anche se ha una perversa predilezione per l'acqua: Collier infatti è un serial killer che affoga le sue vittime.
Kate ha un conto in sospeso personale con lui - qualcuno la definirebbe ossessione - che la spinge sino all'Amazzonia, a quelle foreste così selvagge e ancora incontaminate, anche se l'umanità sembra voler comunque condannare a morte tutta quella bellezza verde.
Talmente concentrata (ma se chiedete al quel qualcuno di prima, lui direbbe appunto ossessionata) nella sua ricerca, da non rendersi conto che qualcuno - o qualcosa - sta seguendo lei...
Dan Watters e Ram V, puntando sulla loro predilezione al thriller, decidono perciò di discostarsi dal Classico e puntare su un racconto nuovo, inedito, che sia un seguito ma al tempo stesso indipendente quanto basta perché chiunque, anche chi il film non lo ha mai visto se non per sentito dire, possa appassionarsi alla lettura. In fondo, chi non ama veder braccato un serial killer, fare il tifo per la tosta, tormentata, fragile ma determinata protagonista?
Il vecchio film, con quel suo bianco e nero, con quelle sue eccezionali (per l'epoca) riprese subacque, a rivederlo ancora adesso rimane ammantato di una strana atmosfera romantica, di film d'avventura che incontra La Bella e la Bestia, con questa Creatura che si incanta, affascinato, alla stupenda Julie Adams. Sarà forse il costumone di gomma (dentro cui si trovava lo stuntman Ginger Stanley), sarà che il Gill-Man non fa mai niente di veramente cattivo tanto per, anzi a dirla tutta, quella è casa sua, sono gli uomini del battello a venire a rompere come scocciatori che la domenica mattina ti vengono a bussare alla porta. Sarà tutto questo, dicevo, ma quasi provi pena per la Creatura, quasi ti dispiace, perché in fondo appare solo come un essere curioso, alla ricerca magari di un poco di comprensione.
Forse la pensa così anche Guillermo del Toro, che non ha mai nascosto come CFTBL sia stato una delle fonti di ispirazione per uno dei suoi Capolavori, La Forma dell'Acqua.
Ma non i nostri due sceneggiatori, che scelgono piuttosto un approccio più moderno, più votato all'azione, al dramma, al colpo di scena, sino allo "shock value" non prettamente fine a sé stesso, anzi climax di una tensione costruita, attraverso Kate, come claustrofobica.
In qualche modo, il collegamento con il passato non può essere solo peregrino, non ci si può limitare a tornare tra quelle acque, in mezzo a quel verde, in quella particolare grotta, così Ram V e Dan Watters riprendono dal 1954 un personaggio, quello del Dottor Thompson (interpretato da Whit Bissell), mosso anche lui da un desiderio di vendetta, oltre che di studio, per quella orrenda cicatrice che la Creatura gli ha lasciato in volto.
L'uomo si propone così di fare da Virgilio a questa Dante persa nella selva selvaggia e aspra e forte, dove oltre a Collier, il pericolo arriva anche da criminali senza scrupoli, e forse il Gill-Man è davvero l'ultimo dei problemi. Già, la Creatura. Il Mostro.
Appare poco, perfetto Deus Ex Machina per muovere gli eventi in direzioni e letture impreviste ed imprevedibili, trasformando il thriller in qualcosa di orrorifico, salvando Kate a più riprese e forse, leggendo bene tra le vignette, interpretando quel suo sguardo vitreo, scorgere ancora una volta una fascinazione per l'umana che nuota inconsapevole.
Forse è questo peccato che possiamo ascrivere ai due sceneggiatori: in un fumetto che si chiama Il Mostro della Laguna Nera, vediamo molto della seconda ma poco del primo, o forse, ancora una volta cercando la giusta prospettiva e punto di vista, appare solo quando serve, perché ai due interessa raccontare di Kate, renderla quel tipo di protagonista che seguiresti sino all'ultima pagina, e su cui far calare, impietoso, il giudizio finale della storia.
Matthew Roberts, che ben sa come disegnare della Natura lussureggiante così come cimentarsi con zanne e artigli (mi riferisco al suo Manifest Destiny) si concentra anche lui principalmente sulla protagonista, sulle sue espressioni e ansie, così come sugli occhi assassini e il ghigno folle di Collier, oppure ancora lo sguardo torvo di Thompson.
A questo si aggiunge la particolare attenzione per il palcoscenico, per restituirci quella labirintica sensazione che avvolge quei luoghi, capaci di nascondere l'incredibile così come di rivelarsi perfetto nascondiglio per inafferrabili mostri di ben altra caratura e malvagità.
In questo senso, qui più che mai, è doveroso analizzare il lavoro di due eccellenti coloristi: Dave Stewart (capitoli 1-2) e Trish Mulvihill (capitoli 3-4). Il primo imposta, forte della sua esperienza, la tavolozza generale per la serie, le ombre, e soprattutto tutte le gradazioni e le sfumature che si possono concedere al colore verde, predominante.
La seconda ci si attiene, scrupolosa e professionale, ma capace anche lei di trovare la giusta vibrazione d'onda, il sasso nell'acqua che crei quel riverbero visivo ben preciso, e dato che la storia è ambientata negli anni '80, il riferimento, tenuto vago, è per i fumetti di allora, ma con quella modernità che possa catturare lo sguardo del lettore di oggi.
Un lettore che ancora una volta trova il modo di approcciare una storia classica con spirito nuovo, più vicino al nostro sentire attuale, a quelle tematiche e stili che funzionano, come degli update che, nel rispetto di ciò che è stato, provano a rendere appetibile qualcosa che potrebbe sembrare stantio, ma piuttosto nelle mani giuste è ancora ben saporito.
Magari il grande schermo non ha mai saputo sfruttare il fascino del Gill-Man, magari, come per il citato Del Toro, ha ispirato altro che non qualcosa di direttamente collegato a esso, magari Hollywood sta cercando il modo per realizzare un qualche remake, sino a trovarlo.
Ma come dimostra questa miniserie, il personaggio ha qualcosa da dire, ha quel fascino immortale da "Mostro della Universal", da archetipo vincente, in questo caso - e mai come in questi tempi che viviamo - a rappresentare una forza, buona quanto feroce, della Natura.
Magari non avrà il fascino sensuale di Dracula, la potenza da gigante bambino di Frankenstein, eppure ha carisma anch'esso, dietro quell'apparenza spaventosa.
Forse, però, mi basterebbe citare il titolo originale di questa mini, Creature from the Black Lagoon Lives!, perché decisamente la Creatura è viva!
Il Nerdastro
Copertina: Matthew Roberts
Sceneggiatura: Ram V e Dan Watters
Disegni: Matthew Roberts
Inchiostrazione: Matthew Roberts
Colori: Dave Stewart e Trish Mulvihill
Lettering: DC Hopkins (originale) Massimo Falabella (adattamento)
Traduzione: Stefano Menchetti
Casa editrice: Saldapress
Data di pubblicazione: 23 maggio 2025
Formato: Cartonato
Prezzo: 21€










