Dawnrunner - Sulle spalle dei (robot) giganti
Ram V ed Evan Cagle ci portano in viaggio nel profondo dell’animo umano a bordo di un mecha
Sono passati 30 anni dalla prima messa in onda di Neon Genesis Evangelion e da allora il mondo non è stato più lo stesso. Sono innumerevoli le opere che hanno provato con fortune alterne a ricreare la stravolgente creatura di Hideaki Anno; a questa lunga lista dall’anno scorso dobbiamo aggiungere anche Dawnrunner, perché se da una parte l'intento di Ram V ed Evan Cagle non era certo quello di proporre una nuova versione della storia simbolo dell'animazione anni ‘90, dall'altra è innegabile come il team creativo ne sia stato drasticamente influenzato.
DAWNRUNNER™ & © 2024, 2025 Ram V & Evan Cagle.
Novantasei anni fa un portale si è improvvisamente aperto sopra il Centro America dando il via all'invasione dei Tetza, gargantueschi kaiju a cui un'umanità ridotta all'osso è riuscita a porre un freno solo con la creazione di Iron Kings, giganteschi robot da guerra prodotti da corporation che hanno ormai sostituito le nazioni: un incipit semplice, che ricorda più che vagamente il densissimo Pacific Rim di Guillermo del Toro, che serve a fare da background all’esplorazione della mente della protagonista, la pilota-star Anita Marr.
Proprio come in NGE gli scontri tra “Robottoni e Mostroni” sono infatti un aspetto quanto mai secondario, benché magistralmente illustrato, di una storia che anche quando sembra allargare l'orizzonte inserendo temi geopolitici rimane sempre centrata intorno alla psiche dell’eroina; mentre l’opera di Anno poneva l’attenzione (soprattutto) sulle difficoltà nel relazionarsi con gli altri, Ram V pone l’accento sulla conoscenza di sé stessi e sulle bugie che siamo soliti raccontarci e di come questa fuga dalla realtà possa essere un sollievo effimero.
In questo senso l’arco narrativo della protagonista è chiaro, per quanto mai didascalico, ed è ben rappresentato dallo sviluppo del rapporto con il nuovo, scintillante Iron King assegnatole: inizialmente il mecha Dawnrunner è un inusuale ufficio metallico dal quale lasciarsi assorbire, un rifugio oscuro in cui poter dimenticare i problemi esterni e dove potersi allontanare dalla realtà. Sarà però lo stesso abitacolo del robot a diventare il teatro di un insolito incontro che trasformerà la fredda macchina robotica in un confortevole confessionale dove attraverso il confronto e la condivisione Anita riuscirà a giungere a patti con i suoi traumi.
Di nuovo, le somiglianze con NGE sono ricorrenti ma l’opera non risulta mai derivativa e in questo grande merito va dato al lavoro sublime di Evan Cagle, al debutto come titolare agli interni.
DAWNRUNNER™ & © 2024, 2025 Ram V & Evan Cagle.
L’artista mette in mostra quel tratto caratteristico che lo ha già reso chiaramente riconoscibile nel mondo del comic made in USA grazie all’uso massiccio del tratteggio, caratteristica peculiare con cui riesce a donare volume e corpo soprattutto ad Iron Kings e Tetza: gli scontri tra queste due entità gigantesche sono coreografati in modo impeccabile, una cruenta danza colma di gravitas dove il peso dei colpi viene accentuato anche dalle scelte di paneling con le vignette che sembrano piegarsi e spostarsi in conseguenza dell’azione travolgente che, con il proseguire della storia, aumenta sempre più i toni espandendo la portata dei confronti in un crescendo celestiale che trascina il lettore senza fiato fino allo spettacolare finale.
Le epiche battaglie però non sono che una parte dell’immensa opera di worldbuilding fatta da Cagle: ciò che davvero rapisce lo sguardo è l’estetica di questo mondo dove la tecnologia analogica con i suoi nidi di cavi, tubi e giunzioni restituiscono uno scenario credibile e realistico reso vivo dal lavoro impeccabile dei coloristi, Dave Stewart nella prima metà e Francesco Segala nella seconda, che abbracciano la complessità messa in scena dal disegnatore senza soffocarne le finissime chine.
Il tratto dolce dell’artista trova poi pieno compimento nella recitazione dei personaggi in scena, siano essi il losco e viscido Mr. Lestern, lo sbruffone Xander o la protagonista Anita Marr, i cui occhi tormentati sembrano bucare la pagina: un’attenzione e una cura posta sul lato umano della vicenda che ribadisce ancora una volta quale sia il vero focus della vicenda.
DAWNRUNNER™ & © 2024, 2025 Ram V & Evan Cagle.
In definitiva Dawnrunner ricorda NGE anche nel suo essere un’opera imperfetta dove la sceneggiatura sceglie di accelerare troppo nel finale dimenticando per strada pezzi del grande lavoro di costruzione dell’ambientazione fatto in precedenza, su tutti il rapporto tra le diverse corporation e l’esaltazione della guerra come sport televisivo, ma che riesce comunque ad appassionare ed emozionare grazie alla connessione con la protagonista che nasce dalla perfetta commistione delle morbide chine di Cagle con l’intima penna di Ram V.












