Temporale – Sempre diversi, sempre uguali
L’antologia di Attaccapanni Press racconta la storia dell’umanità: una sfida ai limiti del fumetto
Tutta la storia dell’umanità in un singolo volume: non è il sottotitolo di un manuale di storia ma il concept dietro l’ultima antologia di Attaccapanni Press, Temporale.
Curato da Ariel Vittori e Laura Guglielmo e con la copertina di Andrea Serio, il volume condensa ventuno storie brevi di trentatré artisti e artiste diversi. Ogni storia è ambientata in un’epoca e un luogo diversi, descritti da intervalli di tempo che, se messi in fila, formano una cronologia che va dalla comparsa della civiltà umana (circa 2,5 milioni di anni fa) fino a un presente che sfuma nel futuro prossimo. Ciascun contributo dà la sua personalissima interpretazione della traccia e talvolta del medium stesso del fumetto.
In Quando anche i cervi torneranno, gli acrilici torbidi di Mirko Failoni evocano un piccolo racconto familiare che in realtà parla del significato originale di umanità: prima di sapere cosa siamo diventati, si interroga su cosa avremmo potuto essere. Per il suo Rame, Lorenzo Fornaciari rinuncia alle parole e narra una storia di lutto e accettazione per mezzo dei colori e delle loro ricorsività. Con L’Assistente, Lara Vitti ci rende testimoni di un esilarante apprendistato nell’antico Egitto, con uno stile cartoon tondeggiante dal tono un po’ sbarazzino. Cercami di Sara Rossi e Lorenzo Sastrucci è una caccia al tesoro, quello più grande di tutti, sullo sfondo di una giungla in cui le scelte cromatiche sono un codice segreto di emozioni. Con I miti di Anzû, Lorenzo Raimondo e Sassoraviolo sabotano la struttura del fumetto con un gioco di cornici infrante, sia narrative che grafiche: come per effetto di un caleidoscopio, tempo, arte e amore si mescolano in una medesima malia.
In La Sognatrice e il Cactus, Margherita Arioli e Sofia Cavallari ricorrono a tinte sature, giocando con i contrasti caldo-freddo, per raccontare una storia tenera sull’ingenuità e la fiducia in sé stessi. L’Affresco di Benedetta Falcone, ambientato in una romanità imperiale che si sgretola sotto il suo stesso peso, parla di solidarietà e altruismo, e di quanto spesso siano solo ideali destinati a essere traditi. La Chanson De Veillantif di Simone Leonetti e Maria Valentini è un piccolo inno agli eroi dimenticati che piega la materia carolingia al memoir, grazie a un piacevole meccanismo di simmetrie. Il Trattato di Lorenzo La Neve, Matilde Simoni ed Eleonora Simeoni, storia di razionalismi fallaci e redenzioni tardive, offre al disegno infantile una sagace impostazione grafica, restituendo dignità al pennarello. In Dio è con me! di Francesco Preti e Filippo Perelli, le linee vibranti, nevrotiche, da scarabocchio a penna, illustrano perfettamente un racconto grottesco sui continui ribaltamenti della fortuna. Rough Play di Sofia Talluri e Ramiel va alle origini dell’hockey, immaginando una rivalità tra sorelle in un’America precoloniale, con una regia dinamica e accattivante che sa cogliere bene le sfumature emotive.
Con Nun danket alle Gott, Gil ci mette davanti alla brutalità della guerra: il disegno algido s’insozza progressivamente di ombre soffuse, il bianco della neve si tinge di rosso sangue, ma forse c’è ancora tempo per amare. In Ching Shih dei Mutamenti di Leda Baöl e Lonnie Bao, liberamente ispirato alla vicenda di una piratessa cinese, le pagine sono imbevute di tinte polverose e calde, come un miraggio monsonico, e il tratto è impartito da un pennino che pare acuminato. Quella di Dayan di Laura Menis è la storia di nessuna e la storia di tutte: un racconto in cui l’innocenza si scontra continuamente con la crudeltà e la prepotenza, e persino la dolcezza del disegno alla fine impazzisce. Laure et Victorine di Ste Tirasso prova a rintracciare la vicenda dietro una delle opere più “scandalose” della storia dell’arte (Olympia di Édouard Manet): un racconto che riflette sull’inverosimiglianza dello sforzo artistico e sulla bellezza della verità che è senza tempo. My S Dream di Humesteria ritrae l’esperienza della cultura shōjo ai suoi albori: i temi narrativi e figurativi dal manga per ragazze sono coniugati ai toni rosati delle illustrazioni Shin-hanga, per una breve istantanea delle speranze che ispirarono una generazione. Anna di Francesco Pelosi e Sara Vincenzi è un intermezzo in cui passato e futuro, sogni e paure, ricordi e delusioni, realtà e immaginazione sono impressi in negativi sparsi, nella cornice senza fronzoli di un nido d’amore ai tempi del Ventennio.
Around the world di Diego Grassano e Kalendoola narra la vicenda di Belka e Strelka, le cagnoline che si librarono in orbita a bordo dello Sputnik 5: sui colori vivaci incombono le ombre sinistre del fallimento. La Pancia di Maiale Brasata in Rosso di Aldo Terminiello e PosaPiano è uno spaccato di vita quotidiana nella Cina di Mao, in cui l’asprezza delle condizioni in cui versa la popolazione è mitigata da un tratteggio serico e una palette terrosa. Il famigerato Millennium Bug di Samuele Fuela è letteralmente un insetto digitale – allegoria surrealista della paranoia che attraversò il mondo alla fine del Novecento: una satira in pixel art che ci ricorda quanto siamo impressionabili. Chiude il volume Too big to fail di Chiara Raimondi, nota a margine della crisi economica del 2008 da cui non siamo più usciti: un memento in bianco e nero dei nostri tempi, delle dinamiche incomprensibili del capitalismo, del desiderio colpevole di una vita più semplice.
Temporale è un’antologia davvero molto variegata, ma non fallisce mai nella sua idea di base: mostrarci quanto siamo cambiati nel corso della nostra storia e come, in fondo, siamo rimasti sempre gli stessi.
Gli approcci adottati dagli artisti rispecchiano questa varietà in maniera quasi icastica. Le tecniche spaziano in tutte le direzioni: si va dai tratti puliti a quelli sporchi o nevrotici; dalle palette più espansive al bianco e nero, talvolta all’interno della stessa storia, passando per suggestioni monocromatiche; dal digitale ai pennini che simulano matite e acrilici, per arrivare a un approccio puramente tradizionale.
Anche il concetto stesso di fumetto è interrogato in maniera originale, per cui se da un lato abbiamo contributi la cui impostazione naviga in acque piuttosto familiari, dall’altro possiamo trovarci davanti storie che si spingono ai confini, sondandoli e provando a suggerire strategie di evasione.
Naturalmente, Temporale presenta anche quelle criticità che sono quasi strutturali del modello dell’antologia: per quanto la qualità complessiva del prodotto si mantenga sempre abbastanza alta, alcune storie saranno più memorabili di altre. Lo spazio è relativamente contenuto, con una media di una dozzina di pagine per titolo, e si sgomita parecchio per riuscire a brillare, anche a costo di fare ombra agli altri.
Segnaliamo anche che, trattandosi di una produzione indipendente, la distribuzione del volume è avvenuta tramite campagna di crowdfunding e le ultime copie saranno disponibili solo come late pledge e al banchetto di Attaccapanni Press nell’area self del Lucca Comics & Games 2025.
Angelo Maria Perongini











