Mentre ero via - Odissea di un cuore che non si arrende
Rina Jost ci porta in viaggio in una sorta di paese delle meraviglie per raccontarci quanto è importante prenderci cura di noi e di chi amiamo
Ma è anche vero che ogni storia è un viaggio, un processo di trasformazione e di crescita.
Anche senza spostarci da un punto A a uno B, le storie - quelle che, volenti o nolenti, stravolgono la nostra quotidianità oppure quelle che leggiamo o ascoltiamo - ci permettono di diventare persone diverse, più consapevoli e mature, (a volte) capaci di raggiungere i nostri obiettivi.
Rina Jost, illustratrice che ha lavorato soprattutto nell'editoria per l'infanzia e che esordisce come fumettista proprio con Mentre ero via, racconta la difficile convivenza con la depressione partendo dalla sua esperienza personale e familiare, usa la metafora non tanto per censurare la realtà quotidiana ma per dirci tutto quello che non può essere espresso soltanto a parole. Jost ha una grandissima padronanza del tratto e del colore, e lo stile semplice e leggibile dei suoi disegni è solo un valore aggiunto, che si somma alla commovente bellezza di alcune tavole che sono delle vere e proprie opere d'arte.
Per concludere, mi sembra fondamentale riportare alcune frasi dalla postfazione:
"Un caffè insieme è andare sulla luna. Non dico che sia impossibile. Sulla luna qualcuno ci è già stato."Ogni viaggio è una storia. Metaforici o letterari che siano, attraverso specchi, armadi o tane di bianconigli; che ci facciano sfrecciare su strade infinite o camminare a passo lento tra vicoli stretti, che attraversino boschi misteriosi o solchino i mari - poco cambia se siano fatti di acqua o della propria coscienza - i viaggi chiedono sempre di essere raccontati.
Ma è anche vero che ogni storia è un viaggio, un processo di trasformazione e di crescita.
Anche senza spostarci da un punto A a uno B, le storie - quelle che, volenti o nolenti, stravolgono la nostra quotidianità oppure quelle che leggiamo o ascoltiamo - ci permettono di diventare persone diverse, più consapevoli e mature, (a volte) capaci di raggiungere i nostri obiettivi.
A Malin, la protagonista di Mentre ero via, accade proprio questo.
Sua sorella Sybil non esce dalla sua stanza da giorni. Il resto della famiglia la sente piangere, a volte urlare, ma non riesce a fare nulla per lei.
Quello di Sybil è un male oscuro, difficile da vedere, da riconoscere e da capire. Ma è un male che sempre di più, ogni giorno, inghiotte tuttə quellə che le stanno vicina. Anche Malin soffre, si sente invisibile mentre gli occhi dei genitori sono puntati - a ragione - sulla porta sempre chiusa di Sybil.
Sua sorella Sybil non esce dalla sua stanza da giorni. Il resto della famiglia la sente piangere, a volte urlare, ma non riesce a fare nulla per lei.
Quello di Sybil è un male oscuro, difficile da vedere, da riconoscere e da capire. Ma è un male che sempre di più, ogni giorno, inghiotte tuttə quellə che le stanno vicina. Anche Malin soffre, si sente invisibile mentre gli occhi dei genitori sono puntati - a ragione - sulla porta sempre chiusa di Sybil.
Un giorno, rientrata dalla passeggiata con Wilma, la cagnolina di Sybil, Malin sente che qualcosa non va. La stanza di sua sorella è vuota e il materasso su cui sta rannicchiata la maggior parte del tempo è... liquido? Sybil è sprofondata attraverso il materasso? Malin prova con una mano, poi un piede e poi si tuffa, pronta ad affrontare l'ignoto e andare in soccorso di Sybil, seguita a ruota da Wilma.
Da questo momento, Malin inizia un viaggio in una sorta di paese delle meraviglie - meraviglie piuttosto inquietanti - alla ricerca di Sybil o, meglio, della sua "pietra": moltə di quellə che arrivano in questo strano mondo, infatti, si trasformano in pietre, massi giganteschi dalle forme vagamente antropomorfe. Grigi, pesanti, trascinati da quello che sembra un destino ineluttabile.
Mentre lə altrə, come Malin, provano a ritrovarli prima che attraversino il fiume, superato il quale non c'è più modo di tornare indietro.
Tra piante carnivore, paesaggi desertici, laghetti traditori e oceani in tempesta, Malin e la fedele Wilma incontreranno una serie di stranə personaggə che daranno loro a volte una mano, a volte consigli un po' criptici, a volte le accompagneranno per un pezzetto di strada.
Una geografia dell'assurdo piena di ostacoli e di pericoli, dove però la sfida più grande per Malin sarà proprio quella contro sé stessa. Reagire alla stanchezza, allo sconforto, alla sensazione di non poter rimettere tutto a posto, alla paura di non riuscire a salvare Sybil. E la presenza di Wilma e di tutte le altre figure incontrate lungo il viaggio sarà fondamentale per trovare, finalmente, il modo di "tornare a casa".
Da questo momento, Malin inizia un viaggio in una sorta di paese delle meraviglie - meraviglie piuttosto inquietanti - alla ricerca di Sybil o, meglio, della sua "pietra": moltə di quellə che arrivano in questo strano mondo, infatti, si trasformano in pietre, massi giganteschi dalle forme vagamente antropomorfe. Grigi, pesanti, trascinati da quello che sembra un destino ineluttabile.
Mentre lə altrə, come Malin, provano a ritrovarli prima che attraversino il fiume, superato il quale non c'è più modo di tornare indietro.
Tra piante carnivore, paesaggi desertici, laghetti traditori e oceani in tempesta, Malin e la fedele Wilma incontreranno una serie di stranə personaggə che daranno loro a volte una mano, a volte consigli un po' criptici, a volte le accompagneranno per un pezzetto di strada.
Una geografia dell'assurdo piena di ostacoli e di pericoli, dove però la sfida più grande per Malin sarà proprio quella contro sé stessa. Reagire alla stanchezza, allo sconforto, alla sensazione di non poter rimettere tutto a posto, alla paura di non riuscire a salvare Sybil. E la presenza di Wilma e di tutte le altre figure incontrate lungo il viaggio sarà fondamentale per trovare, finalmente, il modo di "tornare a casa".
Mentre ero via parla della salute mentale non soltanto di chi viene colpitə dalla depressione, ma anche - e soprattutto - di quella delle persone che circondano lə malatə. Superare lo stigma che aleggia intorno al concetto stesso di depressione, che molto spesso non è neppure riconosciuta come una vera e propria malattia, è solo uno dei tanti, difficilissimi passi che le famiglie e le cerchie amicali delle persone depresse devono compiere. Bisogna poi riuscire a superare la sensazione di impotenza, imparare a gestire la rabbia e a non lasciarsi sopraffare dall'inevitabile "perché noi? perché io?" e "cosa posso fare per aiutare chi amo?", trovare un equilibrio tra i bisogni dell'altrə e i propri, senza accantonare sé stessə fino a ritrovarsi invisibili persino davanti ai propri occhi.
Rina Jost, illustratrice che ha lavorato soprattutto nell'editoria per l'infanzia e che esordisce come fumettista proprio con Mentre ero via, racconta la difficile convivenza con la depressione partendo dalla sua esperienza personale e familiare, usa la metafora non tanto per censurare la realtà quotidiana ma per dirci tutto quello che non può essere espresso soltanto a parole. Jost ha una grandissima padronanza del tratto e del colore, e lo stile semplice e leggibile dei suoi disegni è solo un valore aggiunto, che si somma alla commovente bellezza di alcune tavole che sono delle vere e proprie opere d'arte.
Il suo è un libro delicato, onirico e quasi fiabesco ma mai "troppo facile" o superficiale. E, soprattutto, è un libro che rompe il tabù che impone il silenzio sulla depressione e, in generale, sulle malattie mentali. In una società ancora incapace di parlarne diffusamente in modo appropriato, racconti come Mentre ero via riempiono vuoti dolorosi e si trasformano in strumenti di comprensione e di aiuto.
Per concludere, mi sembra fondamentale riportare alcune frasi dalla postfazione:
La famiglia, gli amici stretti e coloro che amiamo sono spesso la nostra base, un sostegno incredibilmente importante. Tuttavia, cercare un aiuto professionale può servire moltissimo per guardare le cose da una nuova prospettiva e per uscire da pattern di comportamento famigliari. Non solo durante, ma anche dopo una crisi acuta, un supporto di questo tipo potrebbe essere necessario per rimettere in sesto la propria vita quotidiana. Altrettanto importante è che i parenti e le persone vicine cerchino aiuto per loro stesse, per rimanere sane.
Prendetevi cura di voi e delle persone che amate. E se non sapete come fare, forse sono proprio le storie quelle da cui far iniziare il vostro viaggio.
Claudia Maltese (aka clacca)