Le letture del mese: dicembre 2025

Cosa legge la redazione audace? Ecco sei fumetti che abbiamo letto nelle scorse settimane e di cui abbiamo finalmente modo di parlare, giusto prima della fine dell'anno


Ci sono fumetti che leggiamo ma di cui non abbiamo modo, per un motivo o per un altro, di parlare in maniera ampia. Opere che finiscono in un limbo, spesso immeritatamente, e che invece desideriamo trattare, anche solo per poche righe. Possono essere fumetti appena usciti o recuperi o ristampe o semplicemente volumi che attendevano da tempo sul comodino il loro momento.

Così, per dare spazio a ciò che legge la redazione, abbiamo pensato a un apposito spazio corale dal titolo Le letture del mese: brevi recensioni di fumetti sui quali pensiamo di avere qualcosa da dire!

Buone letture!


Babbo, dove sei? di Francesca Ghermandi (Canicola edizioni)


"Perdo sempre il filo", dice Francesca Ghermandi a un certo punto, in Babbo, dove sei? Perché il filo che tiene unite queste pagine è unicamente quello dei suoi ricordi, un filo talmente robusto da tenere insieme una narrazione episodica e frammentaria, ben ritmata, che funziona egregiamente grazie alla voce cristallina e sincera dell'autrice. Le sue tavole in bianco e nero sono essenziali, tavolta riprendono fotografie e altre volte si affidano alla sostanza cangiante della memoria, assumendo una forma narrativa perfetta grasie al tratto dell'autrice.
In quest'opera dedicata alla figura del padre Quinto, Francesca Ghermandi delinea la complessa esistenza di un artista, uno scultore, un “paracadutista piombato sul nostro pianeta”, una persona che sfugge alle facili definizioni, raffigurato spesso con il volto di un elefante. Una figura verso la quale l'autrice ha provato spesso sentimenti contrastanti in un rapporto certo non privo di incomprensioni ma incapsulato in una cornice di enorme affetto, espresso in modo mai banale né melenso.
L'autrice coinvolge chi legge "fino a farlo diventare un parente acquisito della famiglia Ghermandi", come ha scritto Paolo Bacilieri, dando vita a un memoir collettivo irresistibile, denso di piccoli momenti, di istantanee di una vita.

Giuseppe Lamola


L'immemore - Dragonero 151 di Luca Enoch e Gianluigi Gregorini (Sergio Bonelli Editore)


Inizia una nuova stagione per Dragonero, il fumetto col formato editoriale più interessante per Sergio Bonelli Editore, misteriosamente mai replicato in altre testate dell’editore. Questo tipo di formato aiuta il lettore a dare sempre una nuova possibilità a un personaggio che di possibilità ne merita più di una: il nostro Ian Aranill.
L’avvio di questo nuovo ciclo è semplice, per certi versi tradizionale, ma non per questo meno efficace.
In L’immemore Ian ha perso la memoria e ora vaga in cerca di informazioni sul suo passato mentre qualcosa di terribile gli sussurra all’orecchio di non essere una persona normale, una strana sensazione che lo riconduce al suo status di eterno dannato. La sua storica compagnia, intanto, lo dà per disperso, e fra sospiri e speranze prova a credere nel suo ritorno. Il destino, grande saltimbanco della dinamica umana, fa avvicinare Ian agli amici più volte, senza che essi lo possano riconoscere. Un ottimo inizio, nella sua semplicità, per riavvicinare i vecchi lettori e invitarne di nuovi in un mondo che Luca Enoch riesce sempre a rendere vivo e interessante.
Ma non solo il mondo scritto di Dragonero è ben realizzato, ma è, storicamente, sempre ben disegnato. Questa volta tocca a Gianluigi Gregorini, che con uno stile solido e particolareggiato (tipico della testata) accompagna il portatore del sangue di drago e i lettori in questa avventura. Il disegnatore usa linee nette, per delle outline spigolose piuttosto incisive nel rendere l’espressività dei personaggi, e un'ombreggiatura data da un tratteggio ordinato e tecnico.
Un buon inizio per quella che sicuramente è una delle migliori testate Bonelli degli ultimi anni.

Alessio Fasano


Un cielo radioso di Jirō Taniguchi (Coconino Press)
Jirō Taniguchi è stato un autore estremamente prolifico che ha creato, nel corso della sua carriera, numerosi capolavori come Quartieri lontani, Al tempo di papà e Bocchan. Un’opera che però non viene sufficientemente citata è Un cielo radioso.
Il manga parla di Kazuhiro Kubota, uomo di mezza età che è stremato dai continui straordinari richiesti dall’azienda, e di Takuya Onodera, ragazzo di 17 anni appassionato di motocross. A seguito di un incidente, Kubota si ritrova nel corpo di Onodera. L’uomo, approfittando della seconda opportunità, cercherà di risolvere ciò che lo angoscia così che possa morire serenamente.
Il tratto di Taniguchi è estremamente unico anche in questa breve storia; lo stile è caratterizzato dalla solita line art sottile e chiara a cui i fan di Taniguchi sono abituati. Nell’opera l’autore mostra al lettore le storture di una società che mette al primo posto il lavoro creando, nei dipendenti soprattutto, un forte senso di alienazione e depressione.
Con estrema lungimiranza, l’autore si oppone nettamente alla tendenza odierna di idolatrare l’uomo che non si ferma mai e, al contrario, mette in risalto la bellezza di fermarsi e godersi un po’ di tranquillità, con la propria famiglia.

Giosuè Spedicato


The Fragrant Flower Blooms with Dignity di Saka Mikami (J-Pop Manga)


Nonostante sia il genere a fumetti forse più bistrattato, lo shoujo manga - soprattutto quello di ambientazione scolastica - continua a evolvere, ad adattarsi ai tempi e ai cambiamenti della società, e ad avere tanto da dire.
Uno tra gli ultimi pubblicati è The Fragrant Flower Blooms with Dignity di Saka Mikami (per J-Pop), anticipato dall'anime su Netflix. La storia prende ispirazione, molto vagamente, dalle atmosfere di Romeo e Giulietta: due scuole rivali, due ragazzә che si innamorano nonostante quella rivalità. Il parallelismo con Shakespeare però finisce qui: la trama di TFFBWD è leggera, tutta concentrata sulla scoperta dei propri sentimenti da parte dellә protagonistә. Nulla di nuovo sotto il sole, direste voi, non fosse che questo guardarsi dentro riguarda tanto la protagonista quanto IL protagonista, e che entrambi sembrano ignorare gli aspetti più violenti degli stereotipi e delle aspettative di genere: leggiamo di giovanissimi maschi che parlano insieme dei loro sentimenti, di come riconoscerli e di come esprimerli, di gelosia intesa in modo differente dal cliché che la vuole possibile solo nel contesto di una relazione monogama-etero-romantica, di ragazze che non vivono esclusivamente per l'amore, di rapporti genitori-figliә che si nutrono di scambio, sincerità e fiducia reciproca.
Più che di "educazione sentimentale" TFFBWD mi ha fatto venire in mente la definizione di "utopia sentimentale", eppure l'idea che storie così arrivino a un pubblico più giovane - e magari non esclusivamente femminile - mi dà speranza e mi fa sognare relazioni più sane e felici. Cosa di cui abbiamo estremamente bisogno.

Claudia Maltese


Da che parte stai? - Tutti siamo chiamati a scegliere di Pietro Grasso, Alessio Pasquini, Emiliano Pagani e Loris De Marco (Tunué)


Tunué, in collaborazione con la Fondazione Scintille di futuro creata da Pietro Grasso, dà alle stampe un fumetto lucido e importante sui temi della mafia. Un fumetto che appare semplice, ma non lo è, che racconta la mafia e chi la combatte senza spettacolo, attraverso la lente più intima: quella delle scelte che plasmano una vita, poi un’altra, poi un’altra ancora.
La storia, creata da Pietro Grasso stesso, parte dall’omicidio del tredicenne Giuseppe Letizia, testimone involontario del delitto di Placido Rizzotto, sindacalista e partigiano ucciso per mano della mafia nel 1948. Il ricordo di Giuseppe ritorna nelle pagine come un nodo alla gola: non solo vittima della mafia, ma ennesima crepa in una coscienza collettiva che è stanca di tutto di questo.
Seguiamo poi la vita e il percorso di lotta alla mafia di Pietro Grasso, ex magistrato, Procuratore nazionale antimafia ed ex Presidente del Senato, come figura pubblica e soprattutto come uomo disposto a pagare il prezzo della sua coerenza. Ogni scelta che compie è un passo nell’entroterra di un territorio dalla geografia instabile, dove lo Stato è vulnerabile e la mafia una minaccia che non dorme mai. La sua coraggiosa moglie, Maria Fedele, lo spinge a fare la cosa giusta e a portare avanti il suo lavoro accettando di diventare giudice a latere nel maxiprocesso a Cosa Nostra nonostante le ripercussioni e le minacce. Non la moglie “di”, ma una donna che decide ogni giorno da che parte stare. Un percorso e una scelta di carriera e di vita che segneranno e ispireranno il figlio della coppia, Maurilio Grasso, cresciuto con la scorta come seconda famiglia, che vediamo crescere tra momenti che dovrebbero essere spensierati (come lo sono per i suoi coetanei) ma su cui invece aleggia sempre un’ombra di minaccia e tensione. Nel suo sguardo la storia cambia tono: non eredita solo un cognome, eredita una postura morale.
Il merito più grande del fumetto è proprio questo: raccontare la legalità non come un valore astratto ma come una pratica quotidiana, fatta di relazioni, rischi e responsabilità. È un fumetto importante e necessario, realizzato con un linguaggio adatto e pensato anche per un pubblico più giovane perché la lotta alla mafia non è un tema per specialisti, è educazione civica e riguarda chiunque viva in questo Paese.
Il titolo Da che parte stai? non è né retorica né slogan, è una domanda politica. Una domanda che ci viene fatta ogni giorno e a cui non si può rispondere con il silenzio se si vogliono veramente cambiare le cose, perché scegliere è un atto e questo fumetto ce lo ricorda. È impossibile essere neutrali in un mondo dove qualcuno paga il prezzo della nostra indifferenza, la neutralità non esiste e questo fumetto ce lo ricorda: o stai dalla parte giusta, o stai dall’altra.

Wendy Costantini


Un mistero alla luce del giorno di Marco Taddei ed Eleonora Antonioni (Hoppípolla)


Un mistero alla luce del giorno è un'opera dedicata ad Alexander von Humboldt. Vissuto a cavallo tra Settecento e Ottocento, "inventore" del concetto stesso di natura, questo studioso, troppo spesso dimenticato, in realtà è da sempre uno dei riferimenti più illustri per geografi, naturalisti, viaggiatori ed esploratori. Ai suoi tempi era considerato la persona più famosa del mondo, al pari niente meno che di Napoleone Bonaparte. Fuggì dalle convenzioni borghesi e dalla famiglia nobile per inseguire la sua vocazione da uomo di scienza e da amante della natura, tra esplorazioni, studi, spedizioni e scoperte.
Marco Taddei ed Eleonora Antonioni ricuciono attorno alla sua figura un'opera affascinante e avvincente, aggiungendo al lato biografico un mix di intrighi, misteri e colpi di scena, con sfumature oniriche e fantastiche che arricchiscono le avventure di questo vero e proprio "Leonardo da Vinci delle Scienze".
Non è un biopic realistico quello che interessa loro raccontare bensì una rielaborazione con una precisa cifra autoriale che possa da un lato spiegare in maniera fantasiosa il modo in cui von Humboldt ha elaborato alcune idee (come quella di Ecosistema) e dall'altro risultare avvincente e interessante.
Il lavoro di Eleonora Antonioni sulle tavole rappresenta un vero valore aggiunto, con il suo stile elegante e l'egregia costruzione e tavole, in un percorso stilistico che si esprime in tutta la sua efficacia anche grasie alla palette cromatica ristretta a poche tonalità, tutte acide e che ben si abbinano alla narrazione.
Se lo avete perso, può essere un bel recupero.

Giuseppe Lamola


A rileggerci il prossimo anno!

Rubrica a cura di Giuseppe Lamola

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